"Il primo ed unico motore è Dio, essere vivente ed eterno."
Diderot
Premessa: la Francia nel 2012 ha dovuto importare sul territorio metropolitano il 99% del petrolio che raffina. Il picco raffinazione dei carburanti è comunque del 2007: da quell'anno 'la Francia è in riserva', prima o poi il punto di rottura del traffico merci porterà il paese all'(improvviso) incidente socio-economico e necessariamente alle rivolte (quest'anno: 80 assassinati, di cui 14 per mezzo di un kalashnikov, solo nei quartieri popolari ed ex-operai di Marsiglia, primo porto petrolifero mediterraneo).
Osserviamo il grafico a lato, dell'UFIP (associazione petrolieri e raffinatori francesi). I francesi non hanno dimenticato la Bibbia o Diderot... hanno solo rimpiazzato il divino con il diesel.
La situazione energetica del paese transalpino è tutt'altro che rosea: si sono messi in un cul de sac senza uscta che si chiama "dipendenza da gasolio".
La situazione energetica del paese transalpino è tutt'altro che rosea: si sono messi in un cul de sac senza uscta che si chiama "dipendenza da gasolio".
Vent'anni fa la Francia smetteva di essere autosufficiente per quel che riguarda il gasolio: all'incirca dal 1992 (!) il paese non arriva più a raffinare abbastanza a livello nazionale da coprire la domanda. Per le benzine l'anno della svolta è invece il 1995, quando anche per questo tipo di carburante la Francia ha smesso di essere autonoma. Nel frattempo pochi investimenti su nuove raffinerie e nessuna nuova apertura, anzi un paio di raffinerie hanno chiuso i battenti perchè da tempo operavano in perdita.
Dagli anni '90 anni molto altro è successo: una buona notizia è che oggi i francesi consumano la metà della benzina rispetto al 1992 e da quest'anno la Francia ne è diventata addirittura un esportatore netto! Invece la brutta notizia è che il consumo di gasolio è aumentato in maniera costante a fronte di uno stallo e poi addirittura un collasso della capacità di raffinazione. Ad oggi la Francia importa quasi un terzo del gasolio che consuma e raffina MENO di vent'anni fa. A medio termine l'output di gasolio raffinato dà zero (2019): i petroli sul mercato hanno sempre più di rado caratteristiche adatte alle raffinerie francesi ed i margini quasi nulli stanno portando il settore alla deriva. Unica soluzione è la copertura dei mancati guadagni da parte dello stato centrale... che purtroppo è il più indebitato in Europa (dopo l'Italia) e già non riesce più a finanziare scuola e sanità: come la prenderanno i cittadini quando davvero dovranno pagare due volte per il poco carburante rimasto?
Il dilemma del governo in questi mesi è tragicamente il seguente:
a. blaterare di ecologia e futuro elettrico ed intanto cavalcare gli ultimi studi sulla pericolosità ambientale e sanitaria del gasolio per bandirlo con un piano di uscita di scena preciso e cadenzato (al solo annuncio i camionisti darebbero fuoco massivamente alla Francia)
b. parlare solo di economia, lasciare quindi che i prezzi alti distruggano via via la domanda intervenendo volta per volta a calmierare i prezzi ove possibile (qua e là verrà dato fuoco alla Francia, come è tradizione ormai almeno dal 2005)
Personalmente non so cosa sceglieranno, resta il fatto che camion elettrici o a pannelli solari ma anche a gas naturale non solo non ne esistono ora ma non ne esisteranno mai, migliaia di camionisti falliti, impazziti, denigrati abbandonati dalle mogli e senza denaro per andare almeno a prostitute diventeranno capi di corpuscoli criminali di vario genere e se tra vent'anni di gasolio ne resterà ancora sarà riservato a camionette di militari e (pochi) trattori.
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