28.1.11

1901, inizio del Petrolitico

Il termine Petrolitico, che dà il nome a questo blog, è una libera ma non mia esclusiva italianizzazione del termine inglese the age of oil, letteralmente "l'era del petrolio".
Vuol essere una definizione socio-economico-politica, più che storica o archeologica, non essendo esatto parlare di "era" per un periodo che sta avendo verosimilmente una durata complessiva infinitesima rispetto a neolitico o paleolitico, per la stessa natura del soggetto in questione. Il petrolio infatti è una fonte energetica molto densa, capace di generare una enorme quantità di lavoro e di conseguenza non poteva che creare una epoca densa di eventi; di fatti umani e di umani fatti, ma quest'ultimo è un discorso che merita future trattazioni.

Tornerò di nuovo a parlare più specificamente di petrolio, per ora basti dire che pur essendo usato su scala locale ed in maniera incidentale o domestica da millenni, o al massimo "artigianale organizzata" da una decina di secoli, e soprattutto nella sua forma di affioramento bituminoso, l'inizio dell'era del petrolio è comunemente fatto coincidere con la febbre petrolifera texana (foto grande: pozzi nel Sud del Texas, primi '900).
Anno 1900.
Eccoci nel XX secolo. Epoca che l'emerito storico Bruneteau definirà brutalmente Il Secolo dei Genocidi. Si va ovunque a carbone, nasce qui e là l'idroelettrico, ma da circa 40 anni ovunque si perfora per trovare petrolio, soprattutto negli Stati Uniti d'America; la produzione è disorganizzata, irrisoria, scarsa tenuta produttiva nel tempo, da giacimenti a poche decine di metri di profondità di cui si indovina la struttura in modo aleatorio spesso con gravi perdite di tempo, energie e materiali per perforazioni decise in punti ed a profondità dove nulla è presente se non blocchi di sale, falde profonde, cantine infernali dense di nubi di zolfo. L'estratto è consumato localmente, la capacità di raffinazione nulla (esclusivamente cherosene, sintetizzato per la prima volta in Canada, nel 1846, data da alcuni considerata inizio dell'era petrolifera, essendo la nascita della raffinazione); si aggiunge ai guai di questa industria di pionieri la mancanza di rete di trasporti ferroviari vicino ai luoghi di produzione. La maggiorparte dei perforatori sono più che altro goffi e ricchi artigiani, senza alcuna conoscenza di chimica, animati dalla fame di dollari e dalla sete sciamanica del rabdomante: sulle prime essi più che altro saranno responsabili di danni ambientali gravissimi; molti di loro falliscono a ridosso del Panico del 1873, altri nel Panico del 1893, i restanti vengono spazzati via dal Panico del 1896. Durante questi anni di incertezze industriali, dovute in parte alla inesistenza di leva finanziaria a supporto dell'industria, il prodotto petrolifero rimane quasi ignorato, di scarso valore commerciale, nonostante già molte ricerche gli abbiano attribuito quasi tutte le proprietà teoriche (chimiche e fisiche) per farlo divenire il vero ingrediente del mondo.
E' allora nel gennaio 1901 che, dopo mesi di tentativi, i pionieri della foto in alto a destra finalmente controllano il flusso produttivo di un pozzo a Spindleton, il primo vero grande pozzo industriale americano (localizzato a Beaumont, Texas; pagina ufficiale del giacimento). Nacquero l'industria ed il mercato petrolifero e Beaumont fu la prima città ad essere stravolta da questa possente fonte energetica: in 7 settimane da ogni dove giungono futuri lavoratori per il settore, la popolazione passa da 9000 a 30000 abitanti, diventando uno snodo fondamentale della regione. Per un trentennio sarà il primo porto della South Coast. Dopo il declino petrolifero locale degli anni '30, ci penseranno comunque gli eventi mondiali a tenere alte l'occupazione e le esportazioni: partiranno infatti migliaia di contadini texani, arruolati con un buon salario per combattere i nazisti in Europa. Ma questa è un'altra storia. Del genocidio contadino mondiale tra il 1914 ed il 1946, rimando le chiacchiere à une prochaine fois.

A Spindletop i pozzi principali produssero una quantità abnorme di petrolio per circa un anno, per poi declinare rapidamente e stabilizzarsi su una produzione piuttosto bassa nonostante i progressi tecnologici, fino ad essere dismessi nel 1937 ed utilizzati come miniere di zolfo per qualche tempo (zolfo di scarto, più o meno accidentale, della produzione petrolifera). Lo stesso investitore alla base della produzione miracolosa di Spindletop, il visionario geologo autodidatta Pattillo Higgins, fallì già nel 1902: da un lato una costosa disputa societaria sulle royalties ed in seguito la pioggia di debiti contratti per trivellare ovunque potè lo portarono a non potersi mai arricchire grazie a tutto l'oro nero scoperto; a lui si deve il progetto della città utopica Gladys City di cui resta qualche pezzo, una replica a Beaumont e qualche fotografia su un sito della pro-loco beaumontiana.
Ma nel frattempo la febbre del petrolio era iniziata, nonostante il fallimento dei piccoli produttori improvvisati, l'industria mineraria mondiale si specializzò nell'estrazione petrolifera. Al contempo nascevano grandi banche d'affari, si affinavano e standardizzavano le forme giuridiche delle società anonime grazie alle stabilità degli stati nazioni, nascevano nuovi strumenti finanziari capaci di "arraffare" legalmente, più stabilmente ed efficacemente, denaro fresco sui mercati azionari per garantire le attività minerarie e petrolifere.
Gli USA dunque videro la produzione nazionale di petrolio raddoppiare dai 190mila barili/giorno nel 1900 ai 370mila b/g del 1904: numeri stratosferici se paragonati alla produzione media giornaliera degli anni '60 del 1800: soli 7mila b/g. Per dare un'ordine di grandezza, l'ultimo dato sulla produzione giornaliera media mondiale di petrolio (compresi altri liquidi assimilati quali gas naturale liquefatto, lavaggi di carbone, etc.) è di 85,58 milioni di barili, ad ottobre 2010, con un record di output medio imbattuto a 87,41 mln b/g nel 2008, ragion per la quale il 2008, mese di agosto in particolare, è considerato l'anno del peak oil inteso come il momento in cui è raggiuntoe il massimo storico della produzione mondiale istantanea, ovvero giornaliera, di petrolio ed inizia l'inesorabile declino produttivo.
Per la fine del Petrolitico, c'è ancora tempo. Ma è "un tempo diverso", come quello di quel trentenne ipocondriaco che vede il primo capello bianco e si immagina domani nella tomba.
___________________
Note a piè di post: gli indiani americani locali per l'area di Beaumont ed il Texas meridionale erano appartenenti alla tribù dei Karankawa (disegno ottocentesco a lato), raccoglitori e pescatori, del ceppo linguistico dei centro-americani Cohauiltecan; gran parte decimati dalle epidemie di vaiolo importate dai primi coloni europei. Da secoli essi usavano il catrame affiorante attorno all'odierna Beaumont, e nell'area costiera anche fluviale, per la costruzione dei cayuco, imbarcazioni scavate in un unico tronco d'albero, comprovatamente capaci di viaggi di vari giorni (a seguito di prove di navigazione con repliche di canoe di nativi, per dimostrare la teoria di colonizzazione via mare delle Isole Hawaii nel 1978 Geordie Tocher realizzò una traversata di 4500 miglia, in due mesi). Anche gli esploratori Spagnoli, nel 1543, avevano annotato sui loro diari di bordo la presenza abbondante di "bitumi appiccicosi" lungo le spiagge e i litorali, utilizzabili con profitto come miscela per impermeabilizzare gli scafi.
___________________

4 commenti:

  1. Ciao medo,
    ti facevo più vecchio :-)
    visto che non sei d'accordo, ti verrò a trovare lo stesso!

    Molto interessante la storia del petrolio.

    RispondiElimina
  2. Spero continuerà ad essere interessante, perchè ho appena cominciato a pubblicare materiale... Eh no, sono più giovane, allora lo prendo per un complimento più o meno. A presto, la primavera arriva arriva.

    RispondiElimina
  3. Appena arrivato e subito iper-prolifico! Ammettilo, hai passato l'inverno a mettere testi in fienile per la primavera del blog :-)

    RispondiElimina
  4. Chi il fieno lo mangia, chi ci riempe i materassi al posto delle lire e dei franchi, altri lo fumano, io lo pubblico.

    RispondiElimina