2.3.11

Autostrada Napoli - Mondo

A lato, una foto dei primi anni '30. Vi è ritratta la romantica casupola, adornata di busso e di glicine, che fungeva da casello dell'autostrada Napoli - Pompei, all'altezza di Portici.
E' tra le prime autostrade a pagamento d'Italia, costruita solo sei anni dopo la Milano - Laghi, primo tronco autostradale propriamente detto al mondo, inaugurato nel 1923. L'inventore del sistema autostradale integrato a pagamento è appunto italiano: Piero Puricelli, conte di Lomnago, ingegnere poi divenuto senatore del Partito Fascista, alla cui opera d'ingegno si devono i progetti dell'Autodromo di Monza, la Firenze-Mare, la Padova-Mestre, la Roma-Ostia, etc.
[Fu invece a Woodward, vicino Detroit (nella Wayne County), che per la strabiliante cifra di 13492 $ nel 1909 si era asfaltato il primo miglio per automezzi.]

Insomma. Pompei, i laghi, il mare, Venezia...
Qualcuno lo dimentica, ci mischia dentro ragioni di progresso democratico-capitalistico, ma il sistema autostradale, che sarà pure diventato altro, è nato per permettere a chi se lo poteva permettere di andare rapidamente da Napoli fino ai resti di Pompei e dire "ohhh", da Firenze fino ai villini al mare e dire "ahhh", da Milano e da Padova verso il laghetto o verso la bella Venezia, il tutto su questi rumorosi apparecchi a quattro ruote che ogni due ore andavano riparati, ri-carburati, ri-lubrificati. Un bellissimo disastro, un'avventura, roba da pionieri che ti costava di più un giorno di viaggio che il successivo mese di vacanza. Ma tanto era sperpero di denari dati con la mancina e ri-rubati con la destra al popolo sempre in nome di dio e del re o in nome delle partecipazioni azionarie anonime o in nome del nuovo imperante dio Lavoro, che creava gli asili e le scuole mentre infilava le madri nelle fabbriche coi mariti. E nasceva il falso surplus sociale, le pensioni, gli aiuti del welfare che tu guadagni 10 soldi ed io va bene ti faccio pagare 0,1 di altra tasse e ti do 1 se stai male, 2 se sopravvivi a decenni di lavoro, intanto te ne rubo altri 5 in busta che divido col tuo capo, oltre ai 4 soldi che ti piglio già con la scusa verissima che con 2 ti do dei servizi e con 2 assumo personale pubblico.
STOP.

Torniamo al Turismo che fonda l'autostradalità. Poiché ancora questa è la realtà: siamo turisti e spettatori dell'opera delle macchine, in un mondo in perdita che osserviamo e fotografiamo da finestrini grandi e piccoli, una perdita che ritroviamo nei nostri occhi assetati di un Autentico e di un Vero sempre più rari e da modellare con Photoshop. E possiamo contare nel bilancio monetario del mondo, indebitato per trillioni di dollari o, se volete, indebitato per secoli e secoli, amen. Time is money, but with money you cannot buy all the time you need, dovrebbe esser scritto ovunque per ricordare ai nostri scellerati contemporanei che sempre si vive a spese d'altri e a spese dei figli e nipoti che non avranno.

Quella dell'autostrada, e torno coi piedi per terra, era allora un'avventura rapidissima e personalissima, quasi segreta, rispetto al già banale viaggio in treno o al preistorico spostarsi a cavallo. Il cavallo è scomparso pure lui, roba da entertainment, da circo, semmai i migliori li teniamo per la caccia alla volpe o sotto al sedere dei Carabinieri per le feste nazionali, e quando è vecchio il ronzino, via al mattatoio per qualche Euro per rifornire di ferro gli sbiancati figli elettronico-digitali dell'homo impiegatus.
Almeno in Italia, l'autostrada nasce quindi per sollazzare padroni e padroni dei padroni, nobili compari del Re d'Italia, caporali ruotanti attorno a Mussolini, lord inglesi e madame francesi in vacanza dalla nascita...
Le conseguenze di questo primordiale sollazzo, solo negli Stati Uniti, coprono oggi di asfalto e bitume qualcosa come 16 milioni di ettari, fatti di strade e parcheggi che ci vuole tutta la ricchezza di intere nazioni per la sola manutenzione.
E sotto le strade, la vita.

Tutto in Italia nasce là dove i carburanti stanno, in questi primi giorni di marzo 2011, superando record storici (1,65 Euro al litro è la media carburanti a Napoli per questa settimana) ed il traffico è ai minimi sul decennio.
Un kg di pane o 6 km di coda in tangenziale.
Si dovrà presto scegliere: mangiare o guidare.

S'hanno nel Belpaese alcune centinaia di migliaia di kilometri di asfalto; per rendere tutto un grande giro turistico in automobile e Napoli ne resta la capitale simbolica.
Questo voglio dire. E dove c'è simbolo nasce conflitto, si muove battaglia, è la guerra. Dio come faremo, marcondirondero?
"Simbolo più penuria" è la formula esplosiva.
Ce lo dicono i libri di storia, di filosofia, ce lo urlano gli etnologi, gli antropologi e pure l'ingegnere o il teologo, il prete, il vescovo ed il Papa (scrivo maiuscolo per abitudine) che proprio lui su un simbolo e le antiche penurie ancora ci campa e domina da lassù, nonostante Copernico, Galileo, il Secolo dei Lumi, Einstein, Internet. Gli stati nazionali son fondati e sfondati di a da in con su per fra tra i simboli. Ci han mandato milioni di contadini a morire, per i simboli e per trenta denari, da soldati (soldato, soldus...). E la penuria è accantonata solo con stratagemmi contabili, sorrisi e seni nudi tele-inviati, e qualche miglioria tecnologica che non basta mai e non basterà mai.

Certo, le code ci son sempre a Napoli, ci saranno ancora per qualche tempo, là m'immagino sempre un fiume di auto ed una sinfonia di clacson che avvolgono i napoletani tutto il santo giorno.
Ma il nuovo collasso sistemico, il nuovo gradino in giù verso l'era senza petrolio, potrà cominciare proprio da laggiù... Camorra, corruzione, monnezza, traffici illeciti e malgoverno, la vera faccia di cosa è lo Stato Italiano (maiuscolo per abitudine) sono tutte tappe verso un nuovo caos che a macchia di petrolio si estende già e si estenderà al resto del paese e dell'Europa.

E pensare che ancora non l'ho visitata, Napoli, non ho visitato le mille meraviglie accanto, sopra e sotto alle mille miserie. E come dice il detto, non avendola ancora vista, purtroppo non sarei 'manco autorizzato a morire.
___________________

4 commenti:

  1. In questi post non trovo niente di pessimistico, più che altro c'è una lettura ricca di impressioni e spunti interessanti riguardo ad un presente che emerge dal sottile velo del nulla tecnologico che hanno accettato i nati nel secondo dopoguerra. C'è una guerra civile in atto, fra chi non si sa come ha potuto acquistare l'Italia ed acquistare la vita sotto tutte le sue forme monetarizzate e chi oggi più o meno giovane diciamo sotto i 35 è obbligato alla stessa "via crucis" ma senza denaro, senza più niente da poter costruire e comprare. Si arriverà alle mani, ai coltelli e dio sa cos'altro certamente nei prossimi mesi, non anni. E pace all'anima nostra.

    RispondiElimina
  2. Anch'io non ho mai visitato compiutamente Napoli, ci sono solo stato di passaggio due volte nella mia vita, ma spero di andarci da turista prima che la fine dell'era petrolitica lo renda impossibile...

    RispondiElimina
  3. Paolo, c'è sempre la possibilità del pellegrinaggio...
    gli asini e i cavalli continueranno ad esistere! :)

    RispondiElimina
  4. Anche le prime ferrovie sono nate per permettere ai monarchi di trotterellare verso le loro residenze estive, invernali, mezzestagionali.
    La famosa Napoli-Portici (di cui non si sa più niente) portava i Borboni in vacanza.
    Le carrozze presumo siano nate con la stessa vocazione.
    E la biciclette? erano buone per far numeri da circo

    RispondiElimina