20.10.11

Misurare la paura dei mercati (1a parte)

Mi son preso qualche minuto per elaborare un piccolo riassunto grafico del guaio in cui siamo entrati dal 2007 (e forse da prima), una depressione economica mondiale la cui portata forse potrà essere studiata nella sua interezza tra una quindicina di anni e quando le università rimaste aperte saranno molte meno di oggi... Basta dare uno sguardo ai "picchi" dell'indice della paura, la VIX chart, in blu. Che ho comparato con l'indice Dow Jones, in verde (cliccare l'immagine per ingrandire). Attenzione: indicato a lato c'è il ratio di incremento e non il valore del VIX, che è invece compreso fra 0 e 100 (mentre vi parlo è a 35 punti, "paura media", ma nel recente passato ha dato prova di poter raddoppiare in sole due settimane).
Il "VIX" è un importante indicatore del mercato finanziaro: è la media delle volatilità ("implied volatility") riferite agli stocks dello Standard & Poor's 500, in parole più semplici l'indice, in gergo chiamato "fear index", misura le aspettative a breve termine del mercato americano: più il valore è alto, più c'è pessimismo, viceversa a valori bassi è l'ottimismo a prevalere. Un VIX in rialzo è quasi sempre seguito da una fase ribassista (o "orso"), in cui gli investitori si liberano dei titoli per "paura" generalizzata. A rialzi repentini del pessimismo corrispondono SEMPRE periodi molto più lunghi per un ritorno alla normalità. Se basta un mese per portare la finanza al collasso sistemico, teoricamente, da questo grafico emerge come il morale degli operatori (e dell'economia) è destinato a restare basso per mesi, addirittura i valori di "calma" del 2007 non sono ancora stati raggiunti e per rimettersi dal panico dell'autunno del 2008, ci son voluti 18 mesi, per tornare a valori di ottimismo comparabili (valore inferiore a 20 punti).
Oltre il valore psicologico di 50, sempre il pessimismo si è insediato stabilmente sui mercati mondiali ed aumenta esponenzialmente anche l'irrazionalità degli operatori: infine raggiunge vette parossistiche attorno ed oltre il valore 75 (il record, difficilmente raggiungibile a meno di una vera guerra mondiale, è di 90, raggiunto poche sedute dopo il fallimento di Lehman Brothers...). Le "bolle" speculative sono sempre esplose con un VIX compreso tra 25 e 35, proprio attorno ai valori di queste settimane. Scopriremo presto quanto è grande "la bolla dell'Euro". Dopo lo scoppio, si possono toccare livelli di "paura sistemica" da record con ondate ribassiste, etc. etc.

Come si nota dal grafico, i maggiori momenti di volatilità per quantità e durata sono sostanzialmente legati a sconquassi alla base del sistema finanziario mondiale: guerre per la "protezione" delle maggiori riserve di greggio mondiali (Kuwait, Iraq), il terrore di settembre ed ottobre 2008 sulla paura di un collasso sistemico del debito e delle grandi banche. Ed il coinvolgimento della base di valore degli stocks è evidente. Durante la grande paura i mercati implodono. Da agosto 2011 risale prepotente la paura: l'Euro sta collassando e con lui l'Unione Europea che è la prima economia mondiale (di poco davanti agli U.S.A., seguono lontane Cina e Giappone), con gli scenari già paventati da molti: Grecia fallita, sommosse generalizzate, effetto domino bancario europeo, ritorno a vecchie monete per i paesi P.I.I.G.S.... Il VIX (ovvero gli operatori) a tutto questo "armageddon" ha già pensato, perchè si sta stabilizzando tra i 40 ed i 50 punti. E la "doppia recessione" si trasformerà probabilmente in grande depressione.
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