20.10.11

Misurare la paura dei mercati (2a parte)

Continuo la piccola analisi "fatta in casa" sull'indice della volatilità dell'S&P500, "VIX". Che come ho spiegato in precedenza è anche detto "l'indice della paura". Prima delle spiegazioni, lasciamo parlare l'interessante grafico degli ultimi 9 mesi di volatilità (cliccare per ingrandire).
Ho aggiunto dei quadrati rossi in corrispondenza dell'evento scatenante il panico, tanto più grandi quanto la variazione pessimistica è ampia (con bombette a significare la gravità del momento...), poi delle rosse "bande di Bollinger" che indicano la volatilità della volatilità, ovvero l'escursione tra cambiamento ottimismo/pessimismo, utilissimo per quantificare lo stress totale. Che è decisamente in aumento da febbraio 2011. Poi, più in basso coi quadrati verdi, il tasso di incremento dell'indice VIX, con la situazione che da agosto pare stia sfuggendo dal controllo, come se non peggio del 2007/2008. Con "crisi debiti sovrani" identifico il problema del debito americano ed inglese fuori controllo e fuori "plafond", seguito da quello dei debiti dei paesi dell'Euro, con problema della Grecia a celare il guaio della gran parte degli stati UE-15.
Dall'andamento di questi parametri non c'è da aspettarsi nulla di buono per almeno un trimestre: si intensificano le tensioni, le paure, i dubbi di una nuova grande crisi sistemica e di una depressione economica diventano certezze.
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