12.2.14

Nell'Artico è già primavera

Negli ultimi 30 giorni, in un'area dell'Oceano Artico grande come l'Europa, ci sono stati in media 20°C in più rispetto alla media 1985-1996, annate per altro non particolarmente fredde. La Groenlandia è un'unico camino di metano che sale dal permafrost, alimentando la troposfera con potentissimo effetto-serra. La previsione IPCC 2007 prevede un riscaldamento della temperatura atmosferica tra i 2,5 ed i 10°C entro il secolo*; non ci sarà nessun raffreddamento globale significativo, questo almeno un paio di secoli; quando da tempo "internet", "petroliera" o "vacanza" saranno parole dimenticate da decenni. 
Ricordando che già 2° più di oggi spazzeranno via il 90% dei cereali... non voglio pensare a quel miliardino e mezzo di umani che abita già oggi dentro agli oceani. Gli estremi meteo si estremizzeranno ancora, la catastrofe climatica è servita e nemmeno avremo strumenti per prevenire e proteggerci.

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17 commenti:

  1. Perdonami, ma questi enti che si lanciano in previsioni azzardate sul clima da qui al 2100 mi fanno sorridere (anche se ci sarebbe da piangere visto l'argomento della previsione). Nessuno di noi per allora sarà su questa Terra a confermarle. E soprattutto, tutti coloro che fanno questi tipi di previsioni omettono (o magari sono degli ignoranti in materia) un principio fisico fondamentale: i sistemi caotici, e il clima lo è, sono fondamentalmente imprevedibili nel lungo termine.
    Da qui al 2100 potrebbe succedere di tutto o nulla di particolarmente significativo, climaticamente parlando, e le linee di tendenza non possono essere prese come verità di previsione assoluta.
    Del resto non mi pare che tutti questi allarmi sul cambiamento del clima globale stiano portando a politiche eco sostenibili, anzi qui si continua stupidamente a bruciare e cercare fossili a tutta forza.
    Ma allora i suddetti allarmi a chi giovano?

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    1. Mi pare che il suddetto allarme non giovi certo a te. Prevedere fa parte del metodo scientifico, se ti dà fastidio chi lo fa, girati dall'altra parte come fanno tutti.

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    2. Prevedere il clima nel lungo termine è presunzione pura. Inquinare l'atmosfera è imbecillità pura. Qualcosa di drammatico succederà ma le previsioni dei cadaveri (quello che saremo nel 2100) le lascio a coloro che le prendono come il mantra climatico. Tu a parte divulgare e condurre uno stile di vita un po' "eco" vai sotto la presidenza francese a fare casino?

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    3. Prevedere il clima è possibile ed è doveroso, con un margine di errore differente a seconda della lontananza nel futuro dell'evento preso in considerazione. Tra le basi della fisica ci sono due fattori importanti, la prima è che tutto si misura, la seconda è che va calcolato l'errore della misura fatta e di tutti i risultati dei modelli... Che il lungo termine sia solo o esclusivamente presunzione è una delle credenze, quella si (molto keynesiana, molto "economia" e pochissimo ecoLOGIA), che ha portato il presente ad essere cosi cieco. A parità di mantra, come erroneamente lo definisci tu, quello climatico ha una visione prudente che se avessimo sposato e sposassimo, ora, ci avrebbe portato e porterebbe più soluzioni che problemi. O la scienza è scienza sempre, o non lo è mai. Quando si fan previsioni, che battono duro sui denti, allora è presunzione o mantra, quando invece ci fa più comodo o ci spaventa meno, allora accogliamo la parola dello scienziato con buona volontà... E' una cosa assurda e non molto intelligente, quindi è molto umana ed in quanto tale erronea e criticabile (col metodo scientifico, non con la superstizione di cui molti abusano, i tuoi commenti inclusi). SI', è previdibile il clima da qui ai prossimi 100 anni, con un margine di errore vasto. Ed è prevedibile la pletora di danni conseguenti, con margine di errore ancora più vasto. Un ingrandimento x30 vede male, ma vede qualcosa. Quel qualcosa, pur essendo meno preciso di un ingrandiment x4000, ha un valore che va considerato assieme all'approssimazione e ad agli errori connessi. Galileo, di fatto a occhio nudo, vide e "ipotizzo'" colmando quel che non vedeva a occhio con dei calcoli e dei modelli, quasi tutto quel che secoli dopo è stato verificato con strumenti e metodi migliorati e corroborati di migliaia di volte.

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    4. Effettivamente c'è oramai la tendenza a mettere sullo stesso piano le previsioni basate sulla fisica e sulle altre scienze naturali (e quindi sull'eco-logia) che sopratutto se si hanno dati di partenza accurati possono essere assai precise (come dice Georgescu Roegen prevedere il futuro dell'uomo su basi puramente termodinamiche non è molto più difficile che prevedere il destino di un uomo già alla sua nascita, cioè la morte) e quelle degli economisti la cui incapacità di fare previsioni attendibili e diventata proverbiale. probabilmente è proprio per questo che la gente non crede a chi fa previsioni "catastrofiche" basandosi sulle scienze naturali"....Detto questo è chiaro che fare previsioni in campo climatico è certamente più difficile che farle in materia di risorse e di evoluzione termodinamica della civiltà industriale....

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  2. "non mi pare che tutti questi allarmi sul cambiamento del clima globale stiano portando a politiche eco sostenibili"

    Tutti questi allarmi? Tutti quali? Parliamo d tutti quegli allarmi che quotidianamente NON inondano i telegiornali, talkshow, salotti televisivi ed in generale l'opinione pubblica di ogni paese? Parliamo di tutti quegli allarmi che NON sono assolutamente recepiti presso la maggioranza dei blog internettiani contro-informativi, stolidamente attaccati alle loro questioncine monetarie? Oppure parliamo di tutti quegli allarmi che godono - udite udite - della straordinaria cassa di risonanza (sarcasmo) che questo (e qualche altro piccolo) blog rappresenta?
    Nei salotti buoni della politica di respiro mondiale queste cose le sanno (e gli outsider e/o "ex" di solito sono i più loquaci), e dunque soltanto quel ristrettissimo consesso rappresenta - forse - lo spazio entro cui rimbalzano "tutti quegli allarmi". Ma l'opinione pubblica mondiale, ossia il "99%"? NADA. Quelli non sanno un accidente, e nemmeno vogliono saperlo. Al più s'aspettano il ritorno di una futura crescita che non ci sarà. Ma se l'opinione pubblica mondiale non sa nulla, nulla potrà mai essere fatto. Ed è per questo che "tutti questi allarmi", peraltro mai giunti oltre i cancelli del regno dell'opinione, non producono e non produrrano mai misure politiche di respiro ampio e duraturo. Tutti le civiltà sono destinate a perire dello specifico male che è identico al confine della loro consapevolezza collettiva. Il nostro è l'inettitudine dell'umanismo straccione, che ha consacrato a nullità la natura - dalla quale dunque, al rintocco della campana, non saprà difendersi.

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    1. L'opinione pubblica "sa" a grandi linee, ma non gliene fotte assolutamente nulla, presa com'è dalla quotidianità alienante che caratterizza la nostra "bella" società occidentale. E poi quante persone sarebbero disposte a sacrificare il proprio insostenibile stile di vita a favore dell'ambiente? Credi a me, se non sono gli imbecilli nella stanza del comando globale, ben consapevoli dello schianto con i limiti del pianeta, a imporre politiche di decrescita alle masse, niente cambierà. E non cominceranno ad imporle fino a che non ci sarà qualche evento devastante globale che incepperà l'economia della crescita infinita.

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    2. Temo che l'opinione pubblica non sappia praticamente niente, neanche a grandi linee......testato personalmente....
      E comunque ormai è tardi, QUALSIASI cosa è tardi per essere fatta, e se frequenti questo blog assiduamente dovresti saperlo...

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    3. Ci sono tantissime cose da fare per migliorare la propria resilienza, ma certo quasi nulla per fermare l'impennata globale delle temperature in atto, se non aspettare che le immissioni antropiche di CO2, CH4 calino in modo sensibile, avverrà presto ma saremo morti quando gli effetti della CO2 e CH4 già emessi cominceranno a smettere.

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    4. @Paolo.
      Non so se sei lo stesso Paolo a cui ho replicato (lo premetto, perché il tuo primo messaggio mi sembra d'impostazione diversa dal secondo), ma mi pare allora che stiamo dicendo sostanzialmente le stesse cose. Salvo forse che io non considero altrettanto imbecilli (o diabolici) quanto tu consideri coloro che siedono alle "stanze del comando" (che in realtà, in quanto entità dall'intenzionalità univoca, manco esistono). Semplicemente, sono ometti-ingranaggio come lo siamo noi, che hanno soltanto una cosa in più: la forza (o la debolezza, ma in definitiva: la pericolosità) che gli deriva dall'illusione di essere al comando (un'illusione tanto loro quanto nostra).

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  3. Io posto una sintesi del recente passato e mi viene detto che "c'è grande imprevedibilità sul sistema caotico che è il clima e che nel 2100 nessuno sarà là per verificare"... Ma allora a che serve studiare? Calcolare? Prevedere? A che servi tu, a che serviamo noi? Infatti non contiamo un cazzo e la fine che faremo è ben diversa da quella che immaginiamo: verrà prima e sarà peggiore. E meritata.

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    1. Infatti noi numeretti tra 7 miliardi di individui non contiamo un cazzo. L'apocalisse arriverà e sarà meritata da tutti, noi "ecologisti" compresi.
      Ma non ci estingueremo.

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    2. E' praticamente una certezza fisica il fatto che ci estingueremo... Non mi pare invece ci siano i presupposti per una estinzione entro il secolo, d'altra parte io non l'ho mai scritto ed affermato. Una sforbiciata demografica piuttosto forte è altamente probabile nella seconda metà del secolo in corso, lentamente quasi tutti gli studi demografici che ho preso il tempo di leggere "dopo la crisi 2007/2008" sembrano aver capito che la curva del totale della popolazione avrà una inversione forte all'incirca tra un trentennio ed una caduta duratura nel tempo... Ovvio che parliamo di modelli, teorie, previsioni, tutto va preso con le pinze e con le approssimazioni del caso.

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    3. Per gli utenti di facebook interessanti le considerazioni e il grafico dell'Osservatorio Geofisico di Modena:

      https://www.facebook.com/photo.php?fbid=590190911067649&set=a.414236881996387.98142.408862082533867&type=1

      "la prima decade di febbraio 2014 chiude a Modena con una Tmed di 7.9°C, più calda dell'analogo periodo del 2007 e del 1998, i due mesi di febbraio più caldi dall'inizio delle osservazioni. E oggi è particolarmente mite con Tmax 12.6°C in osservatorio, 13.9°C al Campus e altrettanti a Reggio Emilia.
      Sarà il resto del mese a determinare se si batteranno nuovi record nonchè il bilancio dell'inverno che comunque difficilmente scenderà sotto al "podio" dei più caldi.
      Nell'attesa, l'incredibile confronto fra gli ultimi 7 giorni di quest'anno e il medesimo periodo del 2012, in pieno gelo e nevone. Le temperature minime sono addirittura 20°c più alte di quei giorni!"

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    4. Ciao medo,
      i modelli che citi, penso che siano quelli del "Club di Roma", detto World3.
      Proprio oggi ho fatto un commento su questo argomento, in cui spiego che tale modello è sbagliato sia nelle previsioni che concettualmente.
      I motivi sono molti, ne cito alcuni:

      1) Tratta tutto il Mondo intero come se fosse un unico Paese. Sfortunatamente non è così, ma lo si deve considerare come tante isole (Stati) semi isolate (malgrado ci sia la globalizzazione).
      Un esempio banale: un Paese produttore di petrolio, prima soddisfa il 100% della domanda interna di energia e poi esporta, quello in eccesso, agli altri Paesi del mondo. Questo vuol dire che, mentre un Paese può soddisfare completamente le sue esigenze, un altro si può trovare a secco di energia.
      Questo può comportare che, il Paese a secco di energia possa dichiarare guerra al Paese produttore di petrolio (esempio fu il Giappone nella seconda guerra mondiale), in modo da avere anche lui una parte di tali risorse.
      Quindi: la crisi arriverà prima di quello che prevede il modello World3, e causerà Guerre! Cosa che non sono contemplate in tale modello, in quanto esso analizza solo poche variabili.
      In questo caso, la situazione è peggiore di quella che prevede il World3.

      2) Viene data una quantità iniziale finita di risorse, che viene stimata. Tale stima non tiene conto che, altre fonti energetiche esauribili possano entrare successivamente (vedi: shale oil – Petrolio di scisto, ecc).
      Ulteriori risorse inserite successivamente allungano le linee.
      E’ chiaro che se inserisce un valore finito totale all'inizio, che resta sempre costante; tutti i risultati non possono essere altro che delle curve a “cappello”. E’ sbagliato non ipotizzare ulteriori fonti nate successivamente.
      In questo caso, la situazione è migliore di quella che prevede il World3.

      3) La crescita demografica: il World3 considera gli uomini come dei virus che si riproducono costantemente finché possono.
      Per fortuna, gli uomini possono scegliere cosa fare… difatti in occidente, si fanno meno figli per scelta!
      Il problema è come convincere quelli del Terzo mondo a fare meno figli… che poi, soffrono la fame, si scatenano le guerre e poi scappano e diventano rifugiati di guerra in Europa!
      Quindi: i rifugiati di guerra, spesso, sono la conseguenza di una mancato controllo delle nascite.
      La realtà è diversa da quella del World3.

      4) Progresso scientifico: non lo considera e non potrebbe farlo, perché è imprevedibile.
      Il World3 considera solo poche variabili deterministiche, stimate, che spesso non sono vere; mentre non può considerare variabili aleatorie, come le scoperte scientifiche, che possono dare un contributo notevole all'umanità.
      Per esempio, già oggi è possibile depurare qualsiasi acqua con un opportuno filtro che si può far funzionare con la sola forza delle braccia di una persona! (ogni tanto una buona notizia!)
      Una risorsa finita come l’acqua, potrebbe diventare infinita grazie alla depurazione ecc.
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      La morale della favola è che: bisogna guadagnare tempo, limitando la crescita demografica; il tempo guadagnato va investito in Ricerca, la quale ci può dare una speranza di vita.

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  4. @ alessandro: mi permetto di segnalarti che proprio uno degli autori dei rapporti al club di roma descrive in un libro datato 2012* gli scenari globali per i prossimi 40 anni. In particolare:
    - non tratta "tutto il Mondo intero come se fosse un unico Paese";
    -tiene conto di fonti energetiche esauribili come "shale oil – Petrolio di scisto, ecc" nei suoi modelli;
    -un argomento cardine del modello è proprio legato al fatto che in società benestanti la natalità si riduce;
    -spiega chiaramente quali sono i limiti dell'approccio proposto, descrive le semplificazioni che sono state fatte e illustra gli obiettivi della trattazione.

    *2052: A Global Forecast for the Next Forty Years, Jorgen Randers.

    Colgo l'occasione per ringraziare Medo per il suo impegno nel gestire questo blog.

    Saluti,
    Damiano

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    1. @Dam: il libro che mi hai segnalato io ce l'ho. In Italiano il suo titolo è:
      "2052 - Rapporto al Club di Roma - Scenari globali per i prossimi quarant'anni"
      Ho letto il 50% del libro, leggendo le parti più importanti (spero di completarlo presto).

      E' vero che dà una descrizione diversa per ogni parte del mondo su quello che può essere l'eventuale futuro; però, siccome le variabili da considerare sono molte, non può considerare tutti i casi.
      Come difatti, tu stesso ammetti che si devono per forza fare delle semplificazioni (ridurre il numero di variabili e di casi).

      Io non dico che le fonti energetiche non finiranno mai, tanto è vero che, anzi, dico che potrebbe andare peggio di come è descritto.

      Io dico che, siccome le variabili sono molte, e per fortuna, si può agire su molte di esse, il risultato può essere molto diverso di quello previsto.

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