18.12.15

Tre segni dell'abisso economico prossimo venturo

"Il denaro possiede la proprietà di comprar tutto 
ed appropriarsi di tutti gli oggetti,
è l'oggetto in senso eminente...
L'universalità della sua proprietà costituisce l'onnipotenza del suo essere."
Karl Marx


Ora immaginiamo un (nuovo?) mondo in cui il denaro non vale più nulla, nella pratica. E l'economia mondiale è immobile, per mesi o  per anni. Cosa accadrebbe? Lo vedremo forse presto, ecco tre grafici con commento, immagini inequivocabili sulla grave crisi economica in atto e sui tempi durissimi in arrivo. Gli indicatori economici che tratto in questo breve testo allertano ancora di più e da più vicino riguardo al crollo in atto ed allo scivoltamento prossimo venturo. Chi non si è preparato, rendendo solide l'economia domestica o della propria impresa come poteva, è bene che lo faccia ora, con tutta la calma, la razionalità e la lucidità possibili.


       1. Tutto è fermo.

Il Baltic Dry Index, indicatore relativo alle navi cargo che trasportano materiali "secchi" quali carbone, ferro, grano, et cetera segnala la dinamicità dei mercati mondiali e anche la "forza" della domanda e dell'offerta di tali merci e segnala, in breve, la tendenza della congiuntura economica. Nato nel lontano 1985, tre giorni fa ha toccato il minimo valore di sempre, segno che una grave crisi economica è già in atto ed esplosioni di debito sono possibili a breve.




       2. Il denaro perde irreversibilmente velocità, quindi tutto il proprio valore.

La Velocità di circolazione dello stock monetario M2 (dollaro) indica la frequenza media di spesa del dollaro in un dato periodo di tempo, in sintesi: più la velocità è bassa, più l'economia reale è "morente". Anche qui, da quando queste misurazioni esistono, siamo al record negativo di sempre. In una parola: l'economia mondiale, vista dall'ottica del dollaro (ma la Velocità di circolazione del dollaro equivale ancora alla velocità dell'economia mondiale, nella pratica...), non è mai stata tanto vicina al collasso totale, si prepara una recessione forse di durata ed intensità inimmaginabili. Il valore del denaro è di fatto dato dalla rapidità di scambio e dalla domanda di denaro, di per se stesso non avrebbe e non ha alcun valore. Non importa quanto denaro esiste, ma quanto tempo il denaro passa senza incarnarsi negli oggetti e negli scambi. Mai come oggi il denaro è "morto", ma su di esso si basa la vita di un intera specie animale...



       3. L'industria occidentale del petrolio e la finanza degli stati esportatori stanno collassando

La Quotazione del petrolio al Nymex non ha bisogno di spiegazioni..., da decenni il valore del petrolio e le sue variazioni (la volatilità) indicano inequivocabilmente la tenuta dei mercati, quindi del mercato obbligazionario mondiale e la tenuta dei debiti sovrani, oltre che dirci "dove va l'economia", perchè un mondo che non necessita della prima e più efficace forma di carburante dell'economia stessa, è un mondo dove il commercio e l'industria entrano in uno stato di coma. Da questo grafico si evince una ondata di panico senza precedenti sui mercati, con cinque o sei punte di vendite tali da far fallire nei prossimi anni qualche intera nazione (l'intera galassia dei paesi OPEC fallirebbe entro 5 anni perchè con questi prezzi, nessun tipo di petrolio oggi sul mercato è redditizio*).



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30 commenti:

  1. Credo che ti sia riuscito a dare una illustrazione grafia del concetto di paura, di panico. Come anche hai messo in evidenza nel testo.

    Mi ha impressionato il grafico sul tempo di spesa del dollaro. Il denaro c'è, ma non viene speso, viene tesaurizzato, quindi è denaro economicamente morto, seppellito. Si vede la paura della gente che non spende più e tesaurizza o risparmia in vista di un futuro drammaticamente difficile dove, purtroppo, quel denaro non avrà più alcun valore...

    Bel post!

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  2. Quando l'Impero Romano (d'Occidente) è fallito, erano due secoli circa che nelle monete non c'era praticamente più argento. E a Roma da decenni non si stampava più moneta. La caduta è lenta ed invisibile...

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  3. Molto interessante la riflessione sull'uso del denaro e sulla perdita del suo valore che in realtà avviene anche nel caso di una troppo veloce circolazione in assenza di un incremento di produttività.
    l'aver salvato in apparenza il sistema finanziario si ritorcerà contro lo stesso sistema ma forse lo si sa già e forse era previsto perchè solo distruggendo si può ricostruire ma la distruzione deve avvenire senza che alcuno possa essere incolpato cosicchè si possa dire che è il sistema che non funzionava.

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  4. Ciao Medo, forse dovresti correggere la definizione di Baltic Dry Index eliminando la parola petrolio. Infatti il BDI misura il trasporto su nave delle materie prime "secche", quindi mi sembra praticamente tutto, tranne il petrolio.

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    1. Oh, grazie! Refuso corretto. In effetti esiste un indice specifico, il "Baltic Tanker"... Anche lui messo malissimo, tanto per gradire. http://marketrealist.com/2015/08/free-fall-baltic-dirty-tanker-index-something-worry/

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  5. In che modo, a questo punto, rendere "solide l'economia domestica o della propria impresa"? Per quanto mi riguarda, brancolo nel buio...

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    1. @Paolo C.

      detto in modo brutale: "utilizzare il poco, molto poco, tempo rimasto per prepararsi a pararsi il proprio popò".
      Se poi non lo si capisce neppure così, beh allora condoglianze!

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    2. In un sistema produttivo globalizzato e strettamente interconnesso non vedo come essere immuni dal contagio, qualunque sia la propria attività. Cercare rifugio in luoghi isolati e vivere a livello di sussistenza - ammesso che se ne abbia la forza e la competenza - può durare solo finché un evento climatico estremo o qualche banda di predoni non spazzi via il nostro eden privato.
      Per come si stanno mettendo le cose l'unica aspirazione può essere quella di far parte degli ultimi a cadere, ma a prezzo di stenti e privazioni che rendono di gran lunga preferibile la morte.

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  6. Il difficile ė anche capire quale tipo di economia potrà garantire le migliori condizioni di sopravvivenza. Se sarà mera sussistenza, guerra, sapere come si comporteranno le masse delle grandi città e conurbazioni presto ex industriali. In partenza, credo che un territorio sufficientemente lontano dal mare e dal suo innalzamento, con poca densità di popolazione, non troppo a sud per evitare la desertificazione incipiente, potrebbe essere una buona base di partenza. Altro problema ė che difficilmente ci si salverà individualmente, servirà creare comunità il più possibile resilienti, ma tutti noi siamo circondati da individui intossicati dal consumo e lobotomizzati dal sistema, perlopiu ignari del problema e assolutamente non preparati al cambio di paradigma. E questo porta all'immobilità di anche quelli di noi che lumano il grigio avvenire.

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    1. la crisi del 2008 fu una crisi dell'occidente. La prossima sarà mondiale e porterà l'umanità alla sussistenza. Non vedo altra possibilità per il bene stesso dell'umanità e del pianeta. Ovviamente arriveranno disordini e solo un sistema tipo Cina potrà imporre l'ordine ed il rispetto della legge.

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    2. "servirà creare comunità il più possibile resilienti, ma tutti noi siamo circondati da individui intossicati dal consumo"

      E sarà la parte più difficile....difendersi da queste orde di famelici individui intossicati dal consumo.

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    3. @"Ovviamente arriveranno disordini e solo un sistema tipo Cina potrà imporre l'ordine ed il rispetto della legge."

      I sistemi autoritari consumano molte risorse, in quanto la percentuale di persone che si deve dedicare alla sicurezza/repressione è più alta, questo toglie ulteriori persone alla produzione.
      Molte meno persone produrranno per molte più persone che reprimono; questo aggrava ulteriormente la situazione.

      In Cina la repressione funziona perché il Paese è in crescita.
      In altri stati i dittatori avevano la meglio, sul popolo, solo perché vendevano all'estero le loro risorse.
      In un Paese povero di risorse, non è possibile avere molte persone che reprimono. Non si hanno le risorse per finanziare l'esercito/polizia.

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    4. veramente alex sono i sistemi democratici che consumano piu risorse e non quelli autoritari con poche teste che comandano..

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  7. > esplosioni di debito sono possibili a breve

    Scusate, ma che in mondo vivete?
    Questa insosteibilita' dei sistemi 6 è stata ottenuta dopandoli con dosi di deficit e debito che ormai richiedono i prefissi della fisica per essere espressi.
    R. qui con questa legge di instabilità per dopare il ronzino moribondo,per dirla alla Massimo Fini, ha aumentato il deficit di bilancio del 10% in un solo anno, dal 2.2% al 2.4%.
    E tutti applaudono giulivi alla "ripresa della crescita". Del tumore.

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  8. Come ecologista e quindi decrescitista, non posso che osservare con un certo gaudio quelle che considerate diminuzioni (di disastri, di insostenibilita').
    Prima collassano questi sistemi piu' si ridurra' la dimensione catastrofica di tali implosioni.

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  9. Sul fatto che il prezzo del petrolio a queste cifre sia sconveniente ad Arabia Saudita Kuwait e Iran non è vero! (mi scuso di non potervi girare l'articolo in questione che non trovo, sui costi di produzione per l'estrazione del petrolio di vari paesi).
    In ogni caso è chiaro che si tratta di un periodo molto complesso di riassetto geopolitico mondiale.
    In effetti il futuro ci sorprenderà per gli scenari disastrosi che si prospettano a causa della velocizzazione innescata dai cambiamenti climatici ( l'ho battezzata, un paio di anni fa, fase due ) agli scenari geopolitici sopratutto per l'impatto che questi avranno sulla società antropocentrica gia da questo decennio con il rischio di ondate di panico diffuso, guerrafondaio, peraltro già in corso.
    L'unica salvezza, a mio avviso, è cercare soluzioni adattive (la parola resilienza non mi piace perche non fa intuire il problema di cui si parla in modo complesso cosi qual'è) che trovino nell'intento condiviso l'unica possibile soluzione, la socialità che si scontra con l'idea della guerra.
    Certamente incontri come COP21 danno un quadro di quanto drastica sia la situazione e comunque cercano appunto nella condivisione una risposta.
    Gli interessi in gioco sono molti e ritengo che il primo che ci dovrebbe riguardare è: come evitare lo sviluppo di guerre in quanto queste rappresentano sempre la panacea delle società che hanno sbagliato e non vogliono assumersi la responsabilità dei propri errori!
    https://www.facebook.com/ecogamenaturae/

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    1. "Sul fatto che il prezzo del petrolio a queste cifre sia sconveniente ad Arabia Saudita Kuwait e Iran non è vero!"

      Non è questo il problema!
      Non importa che il prezzo di vendita sia maggiore del prezzo di estrazione, ma è importante sapere quanti dollari al barile deve guadagnare un Paese esportatore di petrolio, per mantenere il proprio tenore di vita?
      Gli Arabi hanno un tenore di vita ultra-lussuoso e se non guadagnano almeno 50 $/barile, rischiano di dover iniziare a tassare la popolazione (prima niente tasse, adesso qualche tassa pensano di metterla).

      “L'unica salvezza, a mio avviso, è cercare soluzioni adattive”
      Ed invece, la soluzione è ridurre la popolazione mondiale riducendo le nascite.
      Non può esistere una soluzione adattiva per un pianeta di 7,3 Miliardi di persone che continuano ad aumentare.

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  10. ciao Medo! mi appresto a tornare nei paesi baltici, i numeri della Lettonia sono tutti buoni, PIL a +3,3, salario medio balzato a 829 euro... ma ci sono molte contraddizioni... divario ampio tra ricchezza e povertà, sanità scadente, emigrazione... lo scriveresti un pezzo a riguardo? :) grazie, un tuo lettore affezionato!

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    1. Beh, un pezzo sui paesi baltici, mah perchè no? Ho tanto amato questi luoghi, ci sono rimasto troppo poco tempo per apprezzare e conoscere di più. Dal punto di vista macroeconomico attuale, il PIL è in aumento costante dal 2010, ma la "ricchezza" reale e per abitante del 2007 e 2008 non credo sarà mai raggiunta. Non è un paese con reali prospettive, è troppo piccolo e la sua bilancia commerciale sta migliorando solo grazie alla diminuzione degli scambi, sempre incombe il collasso russo da cui dipende mi pare il 20% del PIL ma devo controllare... sempre tenendo presente che non ha da anni un sistema bancario (Swedbank è padrona ma purtoppo è un banca rovinata dall'essere la "prima" in paesi disperati tipo Ucraina e Lituania) ne' industriale proprio, 98% del patrimonio industriale lettone al 2003 era stato privatizzato, grandissima parte in mani estere.. Voglio dire: da un certo punto di vista la Lettonia come stato-nazione con una economia propria ed un progettualità nazionale non solo esiste più, ma non credo esisterà mai. Detto questo, a livello "micro" delle cose ed una vita lassù sono certamente possibili, ma con ben presente il come essere costantemente RESILIENTI e con un tasso di autarchia/autonomia il più elevato possibile.

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  11. dove andiamo? Di questo passo cioè pochi giorni BDI sottozero e petrolio offerto in piazza.

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    1. Non riesco a vedere bolle di debito pubblico (dei primi 30 paesi al mondo diciamo) in fase di rapida esplosione, dovrebbe saltare qualche privato o qualche intero mercato nazionale. Altrimenti sembra che tutto sia pronto per veder ripresentarsi, per la terza volta in un semestre, l'immenso problema CINA o l'aggravarsi della crisi interna economico-finanziaria della Russia.

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  12. A quanto pare tira una brutta aria. Gli stock di borsa hanno cominciato a ridimensionarsi in maniera seria. 2008 / 2009 reloaded?

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    1. Non siamo di fronte ad una crisi di tipo 2008/2009, semmai di tipo inverso dal punto di vista dei "fondamentali". La valvola bancaria italiana, questo sfogo di crediti inesigibili che aumenta a dismisura, ha le stesse dimensioni per la Francia ad esempio e le conseguenze hanno un solo nome : aumento della disoccupazione a breve termine. Poi deve saltare qualcosa di grande, sapendo che in Europa oltre il 98% del denaro circolante è dematerializzato, potrebbero esserci sorprese pesanti da qui a tre anni.

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    2. Il problema è che oltre al lavoro (disoccupazione) rischiano di volatilizzarsi anche i risparmi di una vita delle famiglie.

      Si può restare disoccupati per un pò se hai messo qualcosa da parte, ma se anche tali soldi vengono disintegrati, la situazione diventa molto grave!

      Penso che in questo 2015 la BCE avrà molto lavoro da fare per evitare che salti tutto.

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  13. Bentornato!
    Che ne dici di questo?
    http://www.forbes.com/sites/timworstall/2016/01/20/to-explain-the-baltic-dry-index-plunge-its-supply-not-demand/#2715e4857a0b30dde60421c0

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    1. Spiega molte cose... Forse rende più positiva la visione del Baltic Dry in questo momento, con una sorta di eccesso di offerta. Ma ne vedremo delle belle (sottinteso : brutte) finanziariamente nel 2016.

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  14. Infatti vorrei vedere i dati scorporando questo eccesso di offerta...
    Per il resto ne vedremo delle brutte, voglio vedere che pezza ci metteranno questa volta gli americani per mascherare le varie bolle: sciato ecc

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