5.2.11

Petrolio, quanto ne resta? (1a parte)

"La parabola dell'auto magica"
Prendete un'automobile qualsiasi, con un enorme serbatoio pari al suo peso ed iniziate il viaggio a potenza costante. Più il serbatoio è vuoto, più l'auto è leggera ed aumenta la velocità, consumando anche meno carburante.
Avete ormai percorso migliaia di kilometri e fino all'ultimo litro si direbbe che il sistema è sempre più efficiente,
ma la sorpresa arriva ed è definitiva: al massimo di efficienza e di potenzialità avete fatto fuori l'ultimo litro.

Lo stesso accade ed accadrà al petrolio,
alle riserve petrolifere
ed alla produzione petrolifera
per la grande macchina termica mondiale.

La gamma di risposte è vasta.
Ma anche la domanda ne nasconde altre, ad esempio "quale tipo o qualità" di petrolio? Perchè è un prodotto che va trasportato, poi raffinato, basta una differenza qualitativa minima e lo stesso "petrolio" semplicemente non è raffinabile o se lo è ha costi economici o anche ambientali in termini di inquinamento e di rischio industriale incalcolabili.
Fare dunque ordine ed un grande sforzo per correggere innanzitutto la domanda, sulla base di quale tipo di petrolio influenza di più la vita di un homo sapiens sapiens contemporaneo.

Ma per oggi, la prima risposta al domandone è che, di qualunque tipo si tratti, di petrolio ce ne resta meno. Ed ogni giorno di meno.

Le ragioni:
a) la massa del Pianeta Terra è invariata ed il petrolio presente si è materializzato, e ancora si crea sotto i nostri piedi, ad una velocità nulla rispetto alla rapidità di estrazione antropica;
b) la rapidità di estrazione e di messa sul mercato del prodotto petrolifero ha avuto il suo picco di efficienza nel passato e le nuove tecnologie servono solo ad estrarre più rapidamente "il fondo" dei giacimenti, dove si possa arrivare al fondo con mezzi meccanici, viste ad esempio le pressioni e temperature che fondono l'acciaio;
c) per mantenere in efficienza un sistema economico e finanziario basato sulla forte disponibilità di petrolio, e che lo ha considerato erroneamente "infinito" o "eternamente rimpiazzabile", serve sempre più petrolio e teoricamente a prezzo fisso o calante, avendo il mondo moderno dichiarato l'inflazione non possibile nei sistemi monetari; tutto questo porta il sistema all'errore, ad un collasso dopo l'altro con piccole pause di adattamento, durante il quale il sistema si ri-verifica, a partire dai suoi attori umani fino ai software che gestiscono i fondi di fondi di investimento o i "futures", salvo poi fare crash su un nuovo errore.

Ergo: è finito, quel che resta lo stiamo finendo, comunque non basterebbe mai.
Il risultato è che ce n'è sempre meno.

Risposte vaghe, poco scientifiche? Ma non false.
E che possono guidarci fuori dal pantano della disinformazione sul più grande dei segreti di Pulcinella: il predominio assoluto del petrolio come fonte energetica della società umana contemporanea (almeno, dal dopoguerra a metà degli anni '80 era la prima fonte energetica, poi vedremo perchè ad oggi non ci dà nemmeno la metà di tutto quel che ci serve, come fonte energetica). Ci torneremo più avanti.
Ora basti sapere che in media "le riserve petrolifere" faranno la fine delle "riserve carbonifere". In Europa, il 75% del carbone stimato un secolo fa è rimasto là sotto: troppo costoso, troppo profondo, troppe vite umane e troppi strumenti da consumare e distruggere per averne ancora, per andar più giù o per espndere anche orizzontalmente la miniera o troppa acqua trovata che per pomparla tutta serve più carbone di quello che ci trovo inzuppato attorno.

Per il petrolio, nonostante le migliore tecniche, non si arriverà mai ad un ratio di efficienza riserve/estratto tale da arrivare ai famosi "abbiamo ancora 50 anni di riserve!". Bisogna passare ad altro, se possibile a qualcosa di meglio e che lo si gestisca meglio, nel frattempo essere prudenti ed umani: gettare uno sguardo al "mondo prima" e farlo durare se esiste ancora o farlo rinascere se una possibilità c"è.

"La fine del petrolio è sempre (di più)". Quando dopo i razionamenti futuri davvero non ne avremo più, se esisteranno i giornali, non avran spazio per comunicarcelo.
Staranno parlando di una rivolta dietro l'altra.
Staranno parlando di ben altri problemi.
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2 commenti:

  1. Nessuno poteva spiegare meglio la questione. La parabola che hai inventato là sopra è molto esplicativa. Speriamo che altri la leggano e si preparino al peggio.

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    1. Non l'ho inventata io, si trova in rete... Ma è molto significativa, ci hanno azzeccato su varie cose.

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