28.10.11

Dalle grotte alla Luna, poi di nuovo nelle grotte

Mi sono svegliato con alcuni pensieri ed il ricordo di una citazione.
Nella foto a lato vedete il trio di galassie NGC 5679, in cui certamente esistono fenomeni di vita, anche intelligente: tempo fa parlavo appunto con un amico astronomo amatore, che scopre un paio di sistemi solari potenziali ogni anno, e si diceva che stando alle ultime teorie ed esperienze, la Teoria della rarità della Terra (in cui si sostiene che l'apparizione della vita pluricellulare sul Pianeta abbia richiesto una tale improbabile combinazione di eventi e circostanze astrofisiche e geologiche da renderla in effetti l'unica possibile realtà abitata da vita intelligente) è pura spazzatura.
Si diceva che è ormai certo che altra vita sia presente qui e là e che valeva e vale davvero poco ritenersi i soli nell'Universo per poi passare il tempo a bruciare tonnellate di materia per andare che so io a fare un weekend in montagna e poi magari nemmeno divertirsi... E' questo il progetto di vita intelligente che ci portavamo dietro da millenni?
Insomma... Il lungo cammino tecnologico che ci ha portato all'apice (di conoscenza, ma anche e soprattutto di consumo di risorse, risorsa-Uomo compresa) non è garanzia di nulla e lo scopriamo giorno dopo giorno, crisi dopo crisi, collasso dopo collasso. Si impone di farci l'abitudine ma allo stesso tempo di capire le ragioni di una sconfitta certa e di cercare i pochi rimedi rimasti.
Non è perchè le notti sfavillano di luce elettrica o perchè sulla nostra tavola c'è, ancora e per ora, di tutto e per tre pasti al giorno, che siamo eterni o il nostro modello di "vita" anche neo-rurale lo è.
Nessun paese europeo, a termine, ce la farà ad uscire dalla crisi.
Nessun debito pubblico sarà ripagato, le industrie chiuse non riapriranno, il delocalizzato non sarà rilocalizzato, i campi coltivati abbandonati lo resteranno, il petrolio ed il gas consumati non si ricreeranno, i metalli non si riciclano all'infinito, i suoli non sono eternamente fertili, una foresta vergine tagliata tre o quattro volte non ricresce più ed il clima non oscilla sempre tenendosi "buono" ai fini dell'abitazione e della dominazione umana del pianeta Terra "perchè è Dio che lo vuole"... Et cetera.
Nessuna società industriale sul Pianeta sfuggirà alla rovina sistemica.

“Si è detto spesso che, se la specie umana non riuscirà a farcela qui sulla Terra, qualche altra specie porterà avanti la corsa. Questa frase non è corretta se si parla di sviluppo dell’intelligenza. Dobbiamo parlare di requisiti fisici: a breve avremo, come specie, esaurito i prerequisiti fisici per quanto riguarda questo pianeta. Una volta esauriti il carbone, il petrolio, i giacimenti ad alta concentrazione di metalli, nessuna specie per quanto competente potrà compiere la lunga scalata dalle condizioni primitive a una tecnologia di alto livello. Quest’arma ha un solo colpo in canna. Se falliamo, questo sistema planetario fallisce, per quanto riguarda l’intelligenza. Lo stesso avverrà per altri sistemi planetari. Su ciascuno di essi ci sarà una e una sola possibilità“.
Fred Hoyle, matematico, fisico ed astronomo inglese, 1964*

*link: http://it.wikipedia.org/wiki/Fred_Hoyle
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25.10.11

Bombe "umanitarie" francesi sulla Somalia

La Francia, appoggiata dagli U.S.A., sta bombardando delle cittadine dalle parti del Corno d'Africa*...
Ragioni umanitarie per la maggiore carestia del 21esimo secolo?
Difendere i commerci internazionali dai pirati?
Annientare prima che sia tardi le cellule ultra-islamiste nella regione?

O forse per via delle maggiori risorse petrolifere (per ora non proprio "produttive") dell'Africa centrale?**

**link: http://www.AfricaOilCorp.com/s/Somalia.asp?ReportID=352284 (informazioni riguardo ai bacini "Al-Medo" e "Nogal", campi petroliferi notevoli, in gran parte non produttivi)
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20.10.11

Misurare la paura dei mercati (2a parte)

Continuo la piccola analisi "fatta in casa" sull'indice della volatilità dell'S&P500, "VIX". Che come ho spiegato in precedenza è anche detto "l'indice della paura". Prima delle spiegazioni, lasciamo parlare l'interessante grafico degli ultimi 9 mesi di volatilità (cliccare per ingrandire).
Ho aggiunto dei quadrati rossi in corrispondenza dell'evento scatenante il panico, tanto più grandi quanto la variazione pessimistica è ampia (con bombette a significare la gravità del momento...), poi delle rosse "bande di Bollinger" che indicano la volatilità della volatilità, ovvero l'escursione tra cambiamento ottimismo/pessimismo, utilissimo per quantificare lo stress totale. Che è decisamente in aumento da febbraio 2011. Poi, più in basso coi quadrati verdi, il tasso di incremento dell'indice VIX, con la situazione che da agosto pare stia sfuggendo dal controllo, come se non peggio del 2007/2008. Con "crisi debiti sovrani" identifico il problema del debito americano ed inglese fuori controllo e fuori "plafond", seguito da quello dei debiti dei paesi dell'Euro, con problema della Grecia a celare il guaio della gran parte degli stati UE-15.
Dall'andamento di questi parametri non c'è da aspettarsi nulla di buono per almeno un trimestre: si intensificano le tensioni, le paure, i dubbi di una nuova grande crisi sistemica e di una depressione economica diventano certezze.
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Misurare la paura dei mercati (1a parte)

Mi son preso qualche minuto per elaborare un piccolo riassunto grafico del guaio in cui siamo entrati dal 2007 (e forse da prima), una depressione economica mondiale la cui portata forse potrà essere studiata nella sua interezza tra una quindicina di anni e quando le università rimaste aperte saranno molte meno di oggi... Basta dare uno sguardo ai "picchi" dell'indice della paura, la VIX chart, in blu. Che ho comparato con l'indice Dow Jones, in verde (cliccare l'immagine per ingrandire). Attenzione: indicato a lato c'è il ratio di incremento e non il valore del VIX, che è invece compreso fra 0 e 100 (mentre vi parlo è a 35 punti, "paura media", ma nel recente passato ha dato prova di poter raddoppiare in sole due settimane).
Il "VIX" è un importante indicatore del mercato finanziaro: è la media delle volatilità ("implied volatility") riferite agli stocks dello Standard & Poor's 500, in parole più semplici l'indice, in gergo chiamato "fear index", misura le aspettative a breve termine del mercato americano: più il valore è alto, più c'è pessimismo, viceversa a valori bassi è l'ottimismo a prevalere. Un VIX in rialzo è quasi sempre seguito da una fase ribassista (o "orso"), in cui gli investitori si liberano dei titoli per "paura" generalizzata. A rialzi repentini del pessimismo corrispondono SEMPRE periodi molto più lunghi per un ritorno alla normalità. Se basta un mese per portare la finanza al collasso sistemico, teoricamente, da questo grafico emerge come il morale degli operatori (e dell'economia) è destinato a restare basso per mesi, addirittura i valori di "calma" del 2007 non sono ancora stati raggiunti e per rimettersi dal panico dell'autunno del 2008, ci son voluti 18 mesi, per tornare a valori di ottimismo comparabili (valore inferiore a 20 punti).
Oltre il valore psicologico di 50, sempre il pessimismo si è insediato stabilmente sui mercati mondiali ed aumenta esponenzialmente anche l'irrazionalità degli operatori: infine raggiunge vette parossistiche attorno ed oltre il valore 75 (il record, difficilmente raggiungibile a meno di una vera guerra mondiale, è di 90, raggiunto poche sedute dopo il fallimento di Lehman Brothers...). Le "bolle" speculative sono sempre esplose con un VIX compreso tra 25 e 35, proprio attorno ai valori di queste settimane. Scopriremo presto quanto è grande "la bolla dell'Euro". Dopo lo scoppio, si possono toccare livelli di "paura sistemica" da record con ondate ribassiste, etc. etc.

Come si nota dal grafico, i maggiori momenti di volatilità per quantità e durata sono sostanzialmente legati a sconquassi alla base del sistema finanziario mondiale: guerre per la "protezione" delle maggiori riserve di greggio mondiali (Kuwait, Iraq), il terrore di settembre ed ottobre 2008 sulla paura di un collasso sistemico del debito e delle grandi banche. Ed il coinvolgimento della base di valore degli stocks è evidente. Durante la grande paura i mercati implodono. Da agosto 2011 risale prepotente la paura: l'Euro sta collassando e con lui l'Unione Europea che è la prima economia mondiale (di poco davanti agli U.S.A., seguono lontane Cina e Giappone), con gli scenari già paventati da molti: Grecia fallita, sommosse generalizzate, effetto domino bancario europeo, ritorno a vecchie monete per i paesi P.I.I.G.S.... Il VIX (ovvero gli operatori) a tutto questo "armageddon" ha già pensato, perchè si sta stabilizzando tra i 40 ed i 50 punti. E la "doppia recessione" si trasformerà probabilmente in grande depressione.
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18.10.11

Maroni vorrebbe lo stato di polizia

Leggete le seguenti parole del ministro dell'interno (minuscolo) Roberto Maroni, pronunciate ieri 19 ottobre 2011:

"I vertici delle Forze dell'ordine e dei Servizi mi hanno confermato che le informazioni le avevano tutte (riguardo agli scontri di Roma, ndr), ma le norme delle attuali leggi non consentono azioni preventive nei confronti di chi è sospettato di voler partecipare a incidenti di piazza"

Chi glielo spiega che non è possibile arrestare una persona per un reato che non ha ancora commesso? Arresti organizzati di tipo "politico" come quelli che auspica il sig. Maroni, in Italia, risalgono ad esempio agli anni '80. Molti hanno dimenticato gli italiani torturati nel 1982*, che per tutti è l'anno dei mondiali di calcio vinti in Spagna, invece fu l'anno del colpo di grazia ai movimenti politici. I mandanti pratici furono il ministro dell'interno Rognoni, il ministro della giustizia Darida, il presidente del consiglio era invece Spadolini; il sospetto sulla messa in atto vera e propria è sempre planato sull'Organizzazione Gladio**.

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Roma, 15 ottobre: "black block" o poliziotti? (3a parte)

Dopo essermi a lungo documentato, concludo che a mio avviso sabato scorso a Roma vi è stata unità di intenti (molto probabilmente non concertata) tra cosiddetti "black block", maggioritari, e un gruppo minoritario di agenti di polizia infiltrati. I primi hanno danneggiato soprattutto mezzi della polizia ed affini, i secondi hanno dato fuoco ad un paio di auto private e distrutto altrettante vetrine di banche scortati da altri colleghi in abiti borghesi e casco.
In ogni caso, questa violenza profitta essenzialmente al governo in carica, che è ai suoi minimi livelli di gradimento.
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17.10.11

Roma, 15 ottobre: "black block" o poliziotti? (2a parte)

L'Italia è IL paese delle stragi di stato, del terrorismo di stato, della mafia di stato, e mi fermo qui.

Leggo in giro che chi pensa a poliziotti infiltrati a sabotare manifestazioni, beh sarebbe "un complottista". Rispondo a questa massa di illusi, invece, che chi sostiene questo non solo non conosce la storia dell'Italia, ma nemmeno immagina di cosa è stata e sarà capace una repubblica democratica (semmai lo sia stata) deviata a servizio dell'ultimo stadio del consumismo capitalistico ("taci, indébitati, consuma come hanno fatto i tuoi genitori o ti prendi tante mazzate") e quanto violento potrà essere il futuro prossimo... Futuro in cui sostanzialmente da consumare non c'è più che la carne umana, le ossa, una trentina di denti per persona.
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16.10.11

Roma, 15 ottobre: "black block" o poliziotti? (1a parte)

Non ne parla ancora nessuno, ma quei 200 circa che hanno distrutto la manifestazione di indignati a Roma, ieri 15 ottobre 2011, erano tutti agenti di polizia infiltrati e stop (foto a lato: un palese sabotaggio di manifestazione; dicembre 2010, Roma). Se ne riparlerà più avanti, quando ben altre manifestazioni in Italia saranno di nuovo guastate in stile Genova 2001. La Seconda Repubblica è questo: delegittimazione sistematica dei movimenti di piazza, tramite sabotaggio della forza pubblica. Mettiamocelo in testa. E' già successo decine di volte, succederà ancora sistematicamente.

Per ulteriori informazioni chiedere al ministro Maroni, al prefetto di Roma signor Pecoraro ed al questore signor Tagliente (quest'ultimo era il "super-poliziotto nazionale" del Ministero dell'Interno, capo e responsabile dell'ordine pubblico in tutto il paese, durante gli scontri di Genova...).
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13.10.11

Ed è "Bear market" ! (con recessione in omaggio)

La differenza fra un mercato finanziario "toro" ed un "orso" sta nel fatto che la prima è aggressiva, speculativa, di facili entusiasmi, con molte vendite allo scoperto e bassa volatilità, la seconda è cauta, con tendenza alla facile angoscia, con poche o nulle vendite allo scoperto (senza possedere realmente i titoli smerciati), di valori in calo e volumi di vendita piuttosto alti con una volatilità accentuata...
Il mercato è ora entrato in chiara fase di "orso", dopo gli shock di agosto, i colpi dati soprattutto all'Europa da Dexia e le poche ripresine dovuta alle iniezioni di fiducia (tante) e liquidità (poche) di BCE, FED e qualche governo... Nonostante si sia perso solo un 7,50% negli ultimi 6 mesi, come da grafico a lato, quando oltre il 20% del mercato azionario di Wall Street è in fase "orso" (bear market), la tendenza è sempre confermata nelle settimane successive e si prepara forse un nuovo collasso finanziario con scoppio di bolle (oro, immobiliare USA, settore bancario UE, Asia, etc.)
Dati a corroborare la mia tesi di una fase ribassista finanziaria, che concauserà con altissima probabilità il rientro in recessione delle maggiori economie occidentali:
1. il 67% dei titoli del S&P500 ha perso più del 20% dai massimi da maggio 2011;
2. il 16% dei titoli ha perso più del 50% dai massimi;
3. il target mensile su ottobre, aggiornato a seduta dell'11.10, da un calo del 11% su semestre con probabilità di un crash mondiale di due sedute, previsto nella quarta settimana di ottobre;
4. solo il 5% dei titoli ha avuto un guadagno, addirittura da aprile 2011, e praticamente solo nel settore alimentare (confermando che l'interesse verso questi titoli è tutto speculativo dovuto a rincaro materie prime e collasso raccolti), l'oro, l'estrazione minerara, poco altro...
Cosa si prepara? Un rimbalzo recessivo. Almeno per gli U.S.A.. Ed il mondo seguirà l'andazzo.
Due recessioni, attaccate una dietro l'altra, fanno una depressione? Lo sappiamo già oggi, ma la conferma l'avremo fra un biennio quando le recessioni mondiali saranno state un totale di tre.
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12.10.11

Dazi U.S.A. contro merci cinesi

Il Senato americano ha approvato il "Currency Exchange Rate Oversight Reform Act" col quale sono autorizzati i dazi su merci importate negli U.S.A. da paesi che sottovalutano con la frode la loro moneta... Ovvero: dazi negli U.S.A. sui prodotti "Made in China".
Secondo le stime degli studi effettuati in preparazione di questa legge, lo Yuan è manipolato dallo stesso governo cinese, con un margine di oltre il 40%, col risultato di una concorrenza sleale sui mercati mondiali. Misura demagogica che non riporterà comunque il lavoro e l'industria negli U.S.A.? Guerra commerciale alla Cina? In ogni caso è una legge che contraddice anni di politiche americane in sede di World Trade Organization... Che ha già fatto andare la Cina su tutte le furie.

Gli U.S.A. spendono oggi il denaro di domani.
La Cina spenderà domani il denaro di oggi.

La crisi mondiale della finanza è tutta in questi due assunti... Man mano che la produzione è assorbita dalla Cina (che ha materie prime, risorse energetiche e manodopera a basso costo), il debito cinese e mondiale, in dollari, diventa sempre più aria fritta. Nel frattempo la Cina diventerà la prima economia mondiale e non serviranno ne' dazi proclamati ne' reali; forse solo una guerra riequilibrerebbe le cose (in senso tragico), ma il guaio è che guerra o non guerra i maggiori giacimenti di terre rare, mercurio, piombo, carbone in Cina sono ed in Cina restano. O producono loro o bisogna procedere all'invasione del paese: nessun esercito al mondo, nemmeno un'alleanza russo-americana è in grado di invadere e governare ne ora ne' mai la Cina.
Solo un mondo fuori dal produttivismo è un mondo sulla via della salvezza, ergo le speranze sono poche.

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10.10.11

Collasso americano: record durata disoccupazione

L'andamento dell'indice USDUMEAN nell'ultimo quinquennio, nel grafico a lato, misura in numero di settimane la durata media del periodo di ricerca di un nuovo lavoro per chi sia registrato come disoccupato negli States, ovvero il numero di settimane di disoccupazione totale. Siamo al record da quando esistono le statistiche di disoccupazione, con 40,5 settimane.
Sempre di più, nonostante iniezioni di liquidità, sovvenzione di posti di lavoro, detassazione della manodopera, aumentano coloro che dopo aver perso il lavoro non ne ritrovano più un altro. Ed il deficit del budget americano, oltre che il debito pubblico, si gonfiano anche per pagare sussidi e aiuti di vario genere, senza che l'economia riesca minimanente nella copertura, ne' a breve ne' a medio termine...
Per tantissimi è una crisi senza ritorno: se non si trova e presto una nuova Arabia Saudita con centinaia di miliardi di barili di riserve di buon greggio (o se non si scopre davvero la fusione fredda e si sostituisce ora il parco auto con vecioli elettrici), se quindi il modello americano rimane dipendentissimo com'è dal trasporto su gomma, i poveri negli Stati Uniti non rimarranno "solo" i 46 000 000 attuali, ma raddoppiaranno in pochi anni, portando 1 americano su 3 a dipendere dai ticket per mangiare (i famosi food stamps), sempre che il programma federale di aiuti alimentari ai poveri esisterà ancora.
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7.10.11

Fratello poliziotto


"Fottuta puttana ecologista, giornalista terrorista, zecca comunista... Ma io ti massacro!" avrà pensato l'agente della forza pubblica poco prima di sferrare il suo vile attacco.

Nella foto dell'agenzia Reuters scattata da Yannis Behrakis, si vede la giornalista greca Tatiana Bolari pigliare un forte schiaffone* (probabilmente un pugno), cosa accaduta a molti altri suoi colleghi quel giorno, il 5 ottobre 2011 nella Piazza della Costituzione (...) ad Atene. Siamo alla punizione sommaria. Ma gli schiaffoni dei cittadini-poliziotti non ripareranno la Grecia dal fallimento e nemmeno i 400 elicotteri da guerra americani comprati or ora dal governo greco per continuare a fronteggiare l'eterno nemico turco.

Ricordo che la Grecia è il paese europeo col più alto tasso di dipendenza dal petrolio nel suo energy mix, come da studio stilato da Luis de Sousa** per TheOilDrum.com: fino al 2010 era al primo posto seguita da Irlanda, Portogallo, da Spagna ed Italia. I prezzi alti del greggio, del gas naturale, del carburante raffinato a margini di profitto quasi nulli, la forte dipendenza dal trasporto marittimo e dalla abnorme importazione alimentare e di consumatori-turisti hanno dato un colpo di grazia ormai tre anni fa alla Grecia ed il paese si riprenderebbe solo con un barile a 20 $, la qual cosa non esisterà mai più sul Pianeta Terra... A meno di varare un "dollaro pesante", sopravvalutato di 5-6 volte... Con guerra civile immediata negli Stati Uniti, dove ci sono quasi 90 armi dichiarate per 100 abitanti!

La fine del petrolio è multiforme: oggi è l'ennesimo pugno in faccia ad una giovane greca. Dopodomani sarà il pasto mancante sulla tavola di un pensionato irlandese. Tra una settimana sarà l'ennesima lettera della banca tra le mani tremanti di un italiano...

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5.10.11

DEXIA, la Lehman Brothers dell'Europa

Mentre le agenzie di rating tagliano l'Italia e le sue maggiori aziende e si apprestano a tagliare la Francia, con tutte le conseguenze del caso, il gigante dai piedi di argilla franco-belga DEXIA sta colando a picco.
DEXIA è un barcone tipo "boat people" formato dai debiti delle amministrazioni pubbliche di Belgio e Francia, soprattutto città medie ma che assieme totalizzano una quindicina di milioni di abitanti, molte delle quali lottano da un triennio in sede giudiziale per riavere centinaia di milioni sottratti per investimenti in "titoli tossici"... Denari senza i quali alcune città avranno serie difficoltà a pagare gli stipendi con regolarità; molti di questi sono denari che non verranno mai versati, nonostante pare certo l'intervento pubblico, con una nazionalizzazione o uno smembramento "ad hoc"...

DEXIA inoltre è assicuratrice di fondi di garanzia per dipendenti della funzione pubblica locale e della sanità in Francia... Quante migliaia di buste-paga dovranno essere colmate con ulteriore deficit del bilancio dello stato e quante da debito pubblico? Decine di migliaia (oltre a quelle attuali, non voglio nemmeno contarle). ad aver qualcosina in tempi brevi. Tutto questo lo scopriamo solo oggi col collasso finanziario europeo in corso. Ancora i poveri sindaci non lo sanno. Amen... Si troveranno centinaia di dipendenti incazzati neri da gestire, da Bruxelles a Parigi passando per Anversa e Bordeaux. Addio servizi ai cittadini... Altro che manovre e tagli, ci penserà il mercato.
In seconda battuta DEXIA possiede oltre 20 miliardi di Euro di titoli di stato di paesi notoriamente "virtuosi" in tema di indebitamento e di efficacia dei conti pubblici: Italia, Irlanda, Grecia, Spagna, Portogallo... Che fortuna!
DEXIA è stata per altro criticatissima in quanto è stata per alcuni anni la banca preferenziale, via propria filiale in Israele, dei coloni israeliani in territori occupati manu militari in Palestina negli anni 2000.

DEXIA è un immensa pentola a pressione, già pre-salvata duranta il rimbalzo europeo della "crisi dei sub-prime" ovviamente a spese del taxpayer belga e francese. Il Belgio si è disperatamente prenotato l'altro ieri per usare il "Fondo salva-stati" in caso DEXIA dovesse essere ri-salvata. Ma come?! Una singola banca è sul punto di crollare ed un'intera nazione si prenota per ricorrere al fondo come se il rischio di default sul debito gravasse sull'intero paese?! Allora la coperta di questi "salvataggi" è veramente cortissima da ogni lato! E' stata proprio questa presa di posizione di "AIUTATECI, VI PREGO" del governo belga che ha portato all'abisso del -40% sul titolo, poi ridimensionato ad un -22% in fine seduta... Ed oggi è bastata una vaga promessa della Merkel di una "possibile ricapitalizzazione delle banche europee" per far guadagnare quasi un 4% medio alle borse europee, segno che la volatilità ed il sentimento di collasso imminente è tale che ogni notiziola minimamante positiva anche fondata sul nulla viene vista come la discesa di un Messia sulla Terra.

Siamo allo scontro (finale) tra titani della finanza, che cominciano a colpire pesci grossi europei (DEXIA sarà ricordata come la Lehman Brothers europea, vedrete), ci avviciniamo sempre più al cuore di quella battaglia che ha portato il mondo alla Prima e poi alla Seconda Guerra Mondiale, che alcuni storici poco amati dai compilatori di libri di testo hanno chiamato la Guerra Civile Europea, 1917-1945... Per ora ci tocca contare le tendopoli e baraccopoli che si moltiplicano, ad esempio a Parigi (foto a destra).

E manca sempre più energia per mantenere in piedi quel poco di buono che la società industriale aveva creato, una legislazione per i diritti umani, un po' di sociale, un minimo di assistenza ed un quadro di leggi per difendere il patrimonio naturale e culturale.
La mancanza di energia, e materie prime a buon prezzo/costo, sta causando un tracollo di cui non solo non si vede la fine, ma che pare sempre più probabile possa finire solo quando tutta la società industriale sarà (stata) terminata.
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4.10.11

Fine dell'auto, fine dell'America, fine di un (del) mondo

Un ottimo indicatore di come va e come andrà l'economia reale americana (quindi mondiale) è il "Vehicle Miles Driven" che indica il totale stimato delle miglia percorse su tutte le strade americane.
Ad agosto 2011 il buon Doug Short, professore di economia alla North Carolina State University, notava* che il picco del traffico negli States data ormai di giugno 2006 e che siamo oggi agli stessi livelli di traffico del 1997 e nel più lungo periodo recessivo da quando esiste il traffico su gomma. Nessun calo di kilometraggio è mai durato oltre due anni ed in nessun caso si è rimasti in fase recessiva per oltre 61 mesi. Come indica il grafico sopra, i mesi di recessione "stradale" sono ormai 73; questo grafico è solo un indicatore parziale, ma l'automobile non è forse IL bene di consumo per eccellenza e la strada percorsa non è di fatto un fondamentale misuratore economico dell'area OCSE?

Altri anni di rivolte e collassi socio-economici a catena avverranno certamente, di dimensioni maggiori rispetto al quadriennio di crisi mondiale appena passato, che poi non è passato... In Grecia sono in recessione da quattro anni ormai, il totale delle vittime negli scontri e nelle sommosse delle "rivolte greche" è di 3 morti ed oltre 300 feriti (grazie per la puntualizzazione su mio precedente errore a tale "Nero Tulip", nei commenti). Nonostante sia doloroso un tale conto, questi non sono ancora numeri da mondo che sta cambiando. Spiace dirlo, sono troppo cinico e realista, ma solo quando il sangue scorrerà a fiumi la Storia cambierà velocità, purtroppo accelerando verso il Peggio, assieme ai nostri salari e le nostre rendite per chi ne abbia ancora...

*link: http://SeekingAlpha.com/article/289030-vehicle-miles-driven-and-the-ongoing-economic-contraction
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1.10.11

Italia, 2011, vomito

Bimba Down 'sparisce' da foto di classe
Sindaco paese: "leggerezza da evitare, ma non discriminazione"
(ANSA) - POTENZA, 30 SET - ''Si e' trattato di uno sbaglio, una leggerezza che si doveva evitare, ma non di un tentativo di discriminazione'': cosi' il sindaco di Sinise (Potenza) ha spiegato quanto accaduto in una quinta elementare, dove nella foto distribuita alle famiglie, scelta tra diversi scatti, manca proprio una ragazzina con sindrome Down che frequentava la classe. Solo alla sua famiglia e' stata data una foto con lei presente.
30 settembre 2011, 20:57

E' stato toccato il fondo del fondo e non credo sia più possibile risalire. Il paese in cui sono nato è ormai allo sbando totale. Viene solo da vomitare. 50 anni di "tutto per tutti" hanno portato alla distruzione dell'umano, non c'è rimasto proprio quasi più nulla.
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