31.1.12

Haloo

Huomenta kaikille!

30.1.12

Kylmä!

"Avere freddo" (kylmä = freddo) non era quello che pensavo prima di venire qui, in gennaio, nel bel mezzo delle lotte tra le correnti artiche e quelle siberiane... Ma in giro c'è metà della neve dell'anno scorso, per dire: non è che se ne lamentino, comunque. Il mare sta finendo di gelare, proprio in questi giorni, tutto attorno alla metropoli. Per gli amanti del grande gelo, spettacolo dalla webcam sul noto castello Suomenlinna (costruito su un isolotto a qualche kilometro dal porto principale): http://herba.suomenlinna.fi/webcam/


29.1.12

Glielo diamo l'Euro?

Altra immagine dalla Lettonia contemporanea. Questi signori attendono pazientemente l'entrata nell'Euro (2014), intanto la prima banca lettone è fallita qualche settimana fa (ed i bancomat, delle altre banche, hanno spesso la fila, nel gelo silenzioso di gennaio...). Il credito è in mano a svedesi, russi, cinesi... Ma la vita continua, tra un'aringa secca ed una birra gelata.

27.1.12

Freddo

Questo accadeva in Lettonia tre giorni fa... Ma la vita continua, anzi: c'è gente in maglioncino, senza sciarpa o cuffia, anche a -11°C (con vento). Non c'è traccia di cibo, ne' vivo ne' morto, nelle campagne coperte di neve e ghiaccio. Eppure al mercato è pieno di prodotturi locali. Mah... Mistero dei paesi nordici (ed ex-sovietici). Al mio ritorno, ora sono ad Helsinki, magari posto altre foto.
Saluti.


















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20.1.12

La Costa Concordia? Consumava (quasi) una raffineria all'anno

La più grande nave da crociera europea, Costa Concordia, disponeva di 6 motori diesel costruiti dalla finlandese Wärtsilä (in foto a lato è possibile vedere, con in mezzo un addetto, due dei dodici filtri da una tonnellata l'uno), più precisamente: modello 12V46C da 75600 kW di potenza, pari a 102790 CV; dal punto di vista meccanico, sono i motori più efficienti al mondo per rapporto di consumo per cavallo di potenza sviluppato (ma purtroppo anche tra i più inquinanti, visto il tipo di carburante "grezzo" usato pieno di belle cose tipo vanadio, piombo, alluminio,...). Immaginate quanto ossigeno tirano dentro questi filtri, pazientemente e lentamente erogato per loro dalle forme vegetali del Pianeta. Ma va beh. La nave serviva a trasportare qua e là forme di vita umana piuttosto "vegetale", permettetemi la battuta, con un peso ed una età media degni di una bella quercia. Con rispetto per chi non ha, povero lui, gli strumenti culturali per capire quanta è la pochezza del fare una crociera al giorno d'oggi.

Ho trovato varie "campane" nel web, che danno i consumi medii di questa nave, in navigazione, a 12 tonnellate di heavy oil ogni ora ed è quello che ho riportato nel post precedente. Ma mi volevo tenere cauto sui consumi e ne ho riportati solo 10/ora. Ma ora, avendo trovato la curva di consumo proprio di quel preciso motore*, ho calcolato che non è possibile che in navigazione ogni motore consumi, in media, meno di 2,3 tonnellate all'ora, moltiplicato per 6 motori fa 13,8 tonnellate orarie, al giorno sono 331,2, ed ipotizzando una navigazione (teorica!) ogni sacro giorno dell'anno, arriveremmo a 120888 tonnellate di carburante.
Fate conto che per una raffineria di media capacità come quella di Falconara Marittima, in provincia di Ancona, 120000 tonnellate è ad oggi la produzione di (tutti i) raffinati di quasi un mese! Se guardate solo al tipo di carburante usato dalla Costa Concordia, ci avviciniamo facilmente alla produzione annua... Una raffineria lavora(va) solo per Costa Concordia. Riflettiamoci sopra un minutino.

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19.1.12

La vita all'epoca delle crociere

Sulle stupende pagine di The Big Picture*, sono on-line le "migliori" foto della tragedia della Costa Concordia. Fanno pensare.
Nell'epoca ormai decadente del petrolio, mi preme ricordare che la Costa Concordia in navigazione consumava in media 10 tonnellate di carburante all'ora... Con punte da quindici tonnellate. Su un anno, stando bassini, il consumo si aggira sulle 25000 tonnellate, il 3,5% degli attuali consumi petroliferi di tutta Italia (!), pari al consumo totale annuo di energia (riscaldamento, energia elettrica, carburante veicoli, etc...) di una città di circa 70 000 abitanti (della taglia di Asti, Ragusa o Pavia).

Allora, mi si dirà che questa nave "crea" lavoro: per costruirla, lavorarci, spennarci poveri vecchi illusi, soprattutto perchè consuma, pensate all'imponibile su 25000 tonnellate di carburante e se non affonda creerà lavoro per rimuoverla e sarà pure riciclata (ma il mare di questi giorni sembra volersela prendere intera)... In realtà era un mostro - avvilente parabola del Paese dei Balocchi in cui per poco sfrenato divertimento Pinocchio e Lucignolo perdono il senno, e l'umanità, diventando ciuchi - che consumava mondo a ritmi folli, nell'era della spettacolarizzazione sistematica del vivere, tutto è turismo, si vive guardando sfilare la vita, infine: questo vivere è molto più simile al morire.

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18.1.12

Giù la domanda di petrolio, è di nuovo recessione (mondiale)

Secondo la International Energy Agency, per la prima volta dalla crisi finanziaria del biennio 2008-2009, nell'ultimo trimestre 2011 la domanda mondiale di petrolio è stata in calo*, confermando i timori di una doppia recessione ed aumentando la probabilità che stiamo vivendo una "(Very) Great Depression" stile '29.
I motivi principali addotti dalla IEA sarebbero due: la crisi del debito in Europa e un inverno particolarmente mite nell'emisfero nord del mondo. Al contempo, la IEA ha anche abbassato la domanda prevista per il 2012... Alla luce di questo, salvo sviluppi sistemici del collasso dell'Euro-zona, per il 2012 i prezzi del barile "dovrebbero" restare pressochè stabili: nella forchetta 105-125$ per il Brent e 95 - 110 $ per il WTI. Non uguale sorte per il costo carburanti che, almeno in Europa (EU-17), "dovrebbe" continuare la costante salita, sia per progressivo indebolimento dell'Euro sia per la continua crisi di sovraproduzione e mancati guadagni (margini quasi a zero) del settore raffinerie ed attestarsi su una media di 1,75 € per le benzine e 1,70 € per gasolio (per l'Italia, media di 10 centesimi più elevata) con tanti saluti alle piccole e medie imprese sul lastrico.

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16.1.12

Sant'Ugo Bardi

"Una delle cose che impariamo dalla storia è che non impariamo quasi mai dalla storia"
Ugo Bardi

L'esimio prof. Ugo Bardi è ora leggibile anche su carta, nella sua rivisitazione del famoso studio scientifico di 40 anni fa, i "Limits to growth" (trad.: "i limiti (della) alla crescita", D. Meadows*, 1972), nel quale si tracciano con cura scenarii post-industriali di un'era che rischia di divenire post-umana se non affrontata come si deve.
Qui altre informazioni a riguardo:

12.1.12

Lettonia ed altre riflessioni post-petrolifere

"La legge naturale non dà il diritto alla felicità, ma anzi prescrive la miseria e il dolore. Quando viene esposto il commestibile, vi accorrono da tutte le parti i parassiti e, se mancano, s’affrettano di nascere.
Presto la preda basta appena, e subito dopo non basta più perché la natura non fa calcoli, ma esperienze."
(Italo Svevo, “La coscienza di Zeno”; capitolo 7)

Per molti che ora vivono sulla Terra l'era delle vacche grasse non è mai iniziata. Per tanti è finita molto tempo fa. Un giorno sarà per tutti un ricordo debolissimo e poi neppure la ricorderanno più... Introduzione felice ed ottimista come sempre, vero?
Bene, tra qualche giorno torno nei Paesi Baltici, in Lettonia prima, poi di nuovo brevemente in Finlandia. Stavolta, invece dell'Estonia (settembre 2011), prima di passare ad Helsinki, sarà il turno di un'altra capitale baltica, Riga. Una città ed uno stato con una storia piuttosto tragica, basti pensare alle occupazioni russe zariste e poi sovietiche, poi naziste e poi di nuovo sovietiche. E poi pensare che dei quasi 200000 ebrei che la abitavano alla vigilia della Prima Guerra Mondiale non ne restano che 15000. Gli altri? Emigrati in parte, ma soprattutto morti dopo la deportazione oppure uccisi in fretta sul posto come durante le Stragi della spiaggia di Liepaja, dove nel lasso di tempo di quattro settimane furono uccisi 5000 ebrei. 2731 esecuzioni, soprattutto di donne, avvennero in soli due giorni, nel dicembre '41: in una macabra performance "da record", le cinque squadre di militari, nazisti tedeschi e collaborazionisti lettoni!, si davano il cambio ogni cento ammazzati ed avevano selezionato dei commilitoni "calciatori" per velocizzare la caduta dei cadaveri nella trincea apposita... Tragedie tali in un paese piccolo come la Lettonia feriscono la/e comunità umana/e mortalmente (rileggo Primo Levi regolarmente, so di cosa parlo).

Quel che mi aspetta, oltre al lungo buio invernale ed i fantasmi della storia, oltre a neve e venti ghiacciati ed a temperature massime sempre sotto le zero, è quindi la visione di un paese che, come tra l'altro si evince anche dal grafico a lato, dopo un grave collasso economico-sociale sta morendo lentamente e con pochi sobbalzi di vita economica (turismo, qualche speculazione finanziaria, le rimesse dei tantissimi emigrati...). Le nascite sono leggermente aumentate nei "favolosi anni 2000", ma la Lettonia ha ancora un tasso di abitanti sotto ai 14 anni tra i più bassi al mondo, in Europa la battono nell'ordine: Bulgaria, Slovenia e purtroppo Italia, che ricordo è il paese al mondo con meno bambini (in percentuale sul totale), battuto solo dal disastro sociale asiatico chiamato Hong Kong in cui tantissimi anziani ancora autonomi "vivono" in grandi gabbiotti metallici a 6 per stanza, a 200 $ al mese ed a spese dei figli (che non fanno più altri figli).
Mentre il record europeo dei suicidi spetta ai vicini lituani, che hanno pure il record mondiale con 35 morti ogni 100000 abitanti, la Lettonia è comunque terza in Europa con 25, quasi quattro volte di più che in Italia. E quel che resta della vita è piuttosto difficile per tutti quanti con salarii medi attorno ai 300 € al mese. C'è di nuovo la fame, la povertà, ma niente rivolta (i giovani si rivoltano, ma un paese di vecchi si lascia martoriare in silenzio: lo vedremo accadere anche nella bella Europa mediterranea?).
Concludo: nonostante questi veri e propri disastri, sono certo di avere tra pochi giorni una nuova occasione di constatare che bene o male "la vita continua" e certamente si possono trovare elementi di speranza e di bellezza anche lassù. Son sicuro che i "sopravviventi" lettoni sono gentili, ancora un poco curiosi della vita. E ne voglio testimoniare al mio ritorno. Almeno lo spero.
Andare da quelle parti "disastrate" sarà un po' come fare un salto nell'Europa "dopo il petrolio", diciamo nell'Italia del 2024 o nella Francia e nella Germania del 2027 (date a caso, ma mica poi tanto)... Secondo me, una lieve luce c'è e ci sarà sempre, certo non per tutti e di sicuro sempre più debole.
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