12.1.12

Lettonia ed altre riflessioni post-petrolifere

"La legge naturale non dà il diritto alla felicità, ma anzi prescrive la miseria e il dolore. Quando viene esposto il commestibile, vi accorrono da tutte le parti i parassiti e, se mancano, s’affrettano di nascere.
Presto la preda basta appena, e subito dopo non basta più perché la natura non fa calcoli, ma esperienze."
(Italo Svevo, “La coscienza di Zeno”; capitolo 7)

Per molti che ora vivono sulla Terra l'era delle vacche grasse non è mai iniziata. Per tanti è finita molto tempo fa. Un giorno sarà per tutti un ricordo debolissimo e poi neppure la ricorderanno più... Introduzione felice ed ottimista come sempre, vero?
Bene, tra qualche giorno torno nei Paesi Baltici, in Lettonia prima, poi di nuovo brevemente in Finlandia. Stavolta, invece dell'Estonia (settembre 2011), prima di passare ad Helsinki, sarà il turno di un'altra capitale baltica, Riga. Una città ed uno stato con una storia piuttosto tragica, basti pensare alle occupazioni russe zariste e poi sovietiche, poi naziste e poi di nuovo sovietiche. E poi pensare che dei quasi 200000 ebrei che la abitavano alla vigilia della Prima Guerra Mondiale non ne restano che 15000. Gli altri? Emigrati in parte, ma soprattutto morti dopo la deportazione oppure uccisi in fretta sul posto come durante le Stragi della spiaggia di Liepaja, dove nel lasso di tempo di quattro settimane furono uccisi 5000 ebrei. 2731 esecuzioni, soprattutto di donne, avvennero in soli due giorni, nel dicembre '41: in una macabra performance "da record", le cinque squadre di militari, nazisti tedeschi e collaborazionisti lettoni!, si davano il cambio ogni cento ammazzati ed avevano selezionato dei commilitoni "calciatori" per velocizzare la caduta dei cadaveri nella trincea apposita... Tragedie tali in un paese piccolo come la Lettonia feriscono la/e comunità umana/e mortalmente (rileggo Primo Levi regolarmente, so di cosa parlo).

Quel che mi aspetta, oltre al lungo buio invernale ed i fantasmi della storia, oltre a neve e venti ghiacciati ed a temperature massime sempre sotto le zero, è quindi la visione di un paese che, come tra l'altro si evince anche dal grafico a lato, dopo un grave collasso economico-sociale sta morendo lentamente e con pochi sobbalzi di vita economica (turismo, qualche speculazione finanziaria, le rimesse dei tantissimi emigrati...). Le nascite sono leggermente aumentate nei "favolosi anni 2000", ma la Lettonia ha ancora un tasso di abitanti sotto ai 14 anni tra i più bassi al mondo, in Europa la battono nell'ordine: Bulgaria, Slovenia e purtroppo Italia, che ricordo è il paese al mondo con meno bambini (in percentuale sul totale), battuto solo dal disastro sociale asiatico chiamato Hong Kong in cui tantissimi anziani ancora autonomi "vivono" in grandi gabbiotti metallici a 6 per stanza, a 200 $ al mese ed a spese dei figli (che non fanno più altri figli).
Mentre il record europeo dei suicidi spetta ai vicini lituani, che hanno pure il record mondiale con 35 morti ogni 100000 abitanti, la Lettonia è comunque terza in Europa con 25, quasi quattro volte di più che in Italia. E quel che resta della vita è piuttosto difficile per tutti quanti con salarii medi attorno ai 300 € al mese. C'è di nuovo la fame, la povertà, ma niente rivolta (i giovani si rivoltano, ma un paese di vecchi si lascia martoriare in silenzio: lo vedremo accadere anche nella bella Europa mediterranea?).
Concludo: nonostante questi veri e propri disastri, sono certo di avere tra pochi giorni una nuova occasione di constatare che bene o male "la vita continua" e certamente si possono trovare elementi di speranza e di bellezza anche lassù. Son sicuro che i "sopravviventi" lettoni sono gentili, ancora un poco curiosi della vita. E ne voglio testimoniare al mio ritorno. Almeno lo spero.
Andare da quelle parti "disastrate" sarà un po' come fare un salto nell'Europa "dopo il petrolio", diciamo nell'Italia del 2024 o nella Francia e nella Germania del 2027 (date a caso, ma mica poi tanto)... Secondo me, una lieve luce c'è e ci sarà sempre, certo non per tutti e di sicuro sempre più debole.
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14 commenti:

  1. Certo Medo che a leggere i tuoi post uno, anche se depresso, si tira un colpo ....hoops volevo dire si tira sù :-)

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  2. "Per aspera ad astra", caro mio. "Per aspera ad astra"! La bellezza, la vita, è più bella e viva quando morte e disperazione impazzano. Ed i tempi sono maturi perchè forze occulte si liberino di nuovo dalle arrugginite catene. Amen

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    1. (e poi parli tu che hai un fungo atomico com avatar! ma per favore!!)

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    2. Ma stavo scherzando Medo.
      Non te la prendere :-)

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    3. L'importante è stare in compagnia!

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  3. mah credo che l'Italia del 2024 sara' un luogo molto piu insicuro della Lettonia di oggi, perche' l'immensa ricchezza da depredare - e la mancanza di una polizia (impegnata solo a massacrare chi protesta) - avra' attirato bande di predoni da tutta europa.... senza contare la diffusione massiccia di droghe per rincoglionire i giovani che potenzialmente potrebbero ribellarsi.

    insomma medo sei troppo ottimista :o)

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  4. E come verranno le bande di predoni? A piedi? A cavallo? Non ho mai creduto a questo tipo di nuove "orde barbariche". Ne è la prova la netta e forte diminuzione dei flussi migratori totali in Europa dal 2007.
    Barbari lo diventeremo restando dove e come siamo. La morte della curiosità, della voglia di vivere, dei saperi. Il barbaro che ci ucciderà sarà un nostro parente, un amico, uno che parla la nostra lingua ed è nato dove siamo nati noi. Le droghe? Voglio vederli gli italiani ad auto-prodursi cocaina o eroina o anfetamine tra una ventina d'anni... Ahaha... Con le altre droghette di disastri se ne fan pochi.

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  5. medo, dato che prevedi parecchi casini fra qualche anno, e io concordo, volevo chiederti se ti stai preparando per l'evenienza. quale sarà secondo te il posto migliore in europa in un'epoca post-picco?

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  6. Siamo già nel post-picco
    a) di disponibilità di petrolio ed assimilati, pro-capite
    b) di light sweet crude oil, pro-capite e totale
    c) il picco di utilizzo di petrolio come fonte di energia primaria è del 1985, quando aveva da poco superato il carbone, ma poi è tornato giù...

    Quindi.
    Già oggi i casini stanno accadendo, in un collasso a gradoni discendenti. Piccolo collasso, stagnazione, medio collasso, recessione, grande collasso, depressione, ed il ciclo riinizia... Quindi. Nel "dopo", non so dove si debba vivere. Nel dopo per chi? Per un macellaio o un architetto, cambia tanto. Per il primo forse è meglio rimanere dov'è e per il secondo se è italiano ma parla bene il tedesco, forse è meglio partire. Più passa il tempo, più la soluzione migliore resta ricreare legami sociali da dove si è e mettere energie in questa cosa qua... Boh. Ad esempio ora scrivo da Parigi, dove non abito e non abiterei mai, nemmeno a 50000 € al mese di rendite, sembra assurdo ma ogni sei mesi circa vengo per un motivo o per un altro e la vedo assurdamente migliorata (nel complesso, poi i barboni soprattutto miei coetanei, aumentano a vista d'occhio ma non saprei come dire: il resto del vivere medio-alto migliora, sempre in apparenza, nonostante i poveri aumentino). Non mi capacito. Ovvio che gente che conosco che tira dentro 3000 € al mese ha comunque dovuto traslocare altri 3-4 km in periferia perchè non riusciva più a fare una vita da classe media...Va beh, mi fermo qua.

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  7. Prova commenti. Funziona? Funziona.

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  8. "C'è di nuovo la fame".

    Bene.
    Puoi argomentare questa tua affermazione con dei fatti ?

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  9. Innanzitutto l'importazione di cibo è stata in costante aumento con il diminuire della capacità interna, almeno dal 1993. Il pescato è dieci volte inferiore rispetto a venti anni fa (ma vale per tutti i paesi baltici, Finlandia compresa). Rimi e Maxima sono imprese che la fanno da padrone. Ormai la totalità della carne (maiale) è importata dalla Polonia, a prezzi folli rispetto alla capacità locale di acquisto. Sempre più gente ha fame, la malnutrizione è roba di ogni giorno ed è bilanciata solo dalla forte emigrazione negli anni 2000, unita ad una bassa natalità. Me ne hanno parlato tutti là, non so tu con chi hai passato il tempo e se ti sei documentato...
    Gli svedesi dal punto di vista alimentare hanno in mano la Lettonia, possiedono catene di supermercati e grandi superfici, poi sono gli estoni a farla da padrone. Il consumo pro-capite di pane e patate, segnale della salute di un popolo, è calato del 10% dal 2000 mi si diceva. Ho trovato un piccolo pdf a riguardo, ma se tu ritieni che in Lettonia non ci siano problemi, che te lo leggi a fare? Spero la nostra conversazione sul "nulla" si concluda qua. http://www.swedishtrade.se/PageFiles/158896/Food%20and%20beverages_Latvia_final.pdf?epslanguage=sv

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