28.3.13

Google Street View a Fukushima

Il mondo dopo di noi? Sarà una immensa pattumiera. La zona vietata di Fukushima è un post-it che ci segnala come sarà il mondo: riarso, disperato, inutile.
Da alcune ore è possibile vedere con i propri occhi la devastazione post-nucleare nella zona vietata attorno alla centrale Fukushima Dai-Ichi, prima devastata da terremoto e tsunami e poi ricoperta da una radioattività elevatissima che è destinata a restare tale almeno per il primo ciclo del cesio che è di circa 150 anni. Tutte le strade di Namie, a pochi kilometri dall'epicentro dell'apocalisse nucleare di Fukushima Dai-Ichi, sono visibili con Google Street View: detriti di plastica ovunque, case e fattorie fantasma, carcasse d'auto a centinaia lungo le strade a ridosso dei corsi d'acqua, piante altamente radioattive che invadono tutto, assenza totale di umani (tranne rari operatori con scafandri e tute che fanno non si sa bene cosa...)...


27.3.13

Petrolio, nemmeno rubarlo conviene più

Nei pressi del ricco bacino petrolifero di Novosibirsk, un piccolo imprenditore russo, esasperato dalla crisi economica, è finito nelle temibili carceri locali per aver rubato greggio da una condotta grazie ad un tunnel illegale di 60 metri che aveva scavato da solo per mesi*.
In tribunale ha dichiarato che comunque gli era costato più denaro (quindi energia) rubare il petrolio che rivenderlo e che tutta l'operazione era stata in perdita.
 
Estrarlo non porta più profitti, consumarlo non ci permette nemmeno di pagare gli interessi del debito totale accumulato, rubarlo costa ancora più caro e poi si va pure in prigione a pigliar botte, contrarre l'epatite o il virus dell'HIV.
Allora a che punto siamo arrivati?
Siamo al capolinea dell'era industriale. Nella situazione in cui se qualcosa non è ancora peggiorato, lo farà rapidamente ed in cui via via non c'è nessuna copertura, nessun futuro e nessuna garanzia per nessun tipo di attività economica, lecita o illecita, in nessun luogo del nostro piccolo Pianeta.
 
______________

26.3.13

Dorme il profeta

Me la dormo in un mondo che va rapido verso la rovina.
Le cattive notizie giungono talmente rapide... e non importa più chiedersi ad esempio "se" ci sarà un sequestro dai conti correnti italiani, il punto mi pare ormai il "quando". Lo stato di polizia fiscale è già qui, tanto non basterà. Ne ho parlato varie volte, non sto nemmeno a linkarmi: ci toccherà pagare tutto quel che abbiamo, rinunciare e tanto non basterà.
Dietro questo sanguinoso sipario, anzi addirittura dietro le quinte, stiamo perdendo anno dopo anno attorno al 15% di gas e petrolio e purtroppo siamo sempre il quarto paese in Europa per dipendenza da petrolio e gas. Gli altri tre, Irlanda, Grecia e Portogallo, venendo da tempo a mancare prodotto petrolifero sono da mesi in bancarotta "de facto" e si arrabattano con un debito pubblico totale (implicito più esplicito*) pari a, rispettivamente, 1500%, 1020% e 360% del PIL. Avete letto bene.
All'Italia va ancora benino, si veleggia ad un totale di debito pubblico, esplicito più implicito, pari a solo il 146% del prodotto interno lordo. Ma peggiorerà. Eccome se peggiorerà...
E come spesso accade, lo sanno i greci (e da poco anche i ciprioti), le cose peggiorano ed in fretta proprio quando vanno ancora abbastanza bene.

*il debito implicito, qui calcolato a giugno 2012 dal think tank berlinese Stiftung Marktwirtschaft, e non contemplato nei parametri Maastricht, è la spesa degli Stati per assistenza, sanità e pensioni.
_______________