30.9.11

Cina contro Occidente

Perchè il governo cinese ("hackers asiatici"...) da due anni cerca di introdursi nei sistemi informatici della società nucleare francese AREVA ?
In modo discreto la multinazionale dell'atomo lo ha fatto sapere all'opinione pubblica solo oggi, rendendo noto che un imponente attacco informatico è avvenuto il 16 settembre e che nuovi provvedimenti di sicurezza sono stati presi in questi giorni. Da ormai quattro anni la Francia scopre regolarmente nelle sue reti un sistematico "controllo" da parte di utenti provenienti dalla Cina, ma ora l'attività di spionaggio e sabotaggio comincia a farsi incessante... E non riguarda solo informazioni banali, ma anche attività e dati sensibili.

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21.9.11

Accade oggi sulla Terra

Foto scattata in Francia nel 2005? Quattro mesi fa in Spagna? Il mese scorso in Grecia o in Inghilterra questa estate? Ma no, forse sono giovani annoiati americani, oppure australiani immigrati disoccupati, ... O forse è una foto da"G8 di Genova 2001" o viene dal futuro, tipo "Rivolte di Roma 2012"?
No, è solo iniziato, per l'Occidente, il Secolo delle Rivolte. "Dove, perchè, chi?" Sono domande che presto non si porranno perchè accadrà ovunque, perchè l'Occidente possiede tutto e distruggerà quello che non potrà possedere. E' scritto in centinaia di libri che quasi nessuno dei viventi ha letto e non leggerà mai.


(foto di Ivan Alvarado, agenzia Reuters; 24 maggio 2011, Santiago del Cile, durante uno sciopero generale, altre immagini della protesta universitaria cilena, qui: http://en.wikipedia.org/wiki/2011_Chilean_protests)
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20.9.11

Alaska, produzione a zero entro 2020?

E' il cuore della produzione petrolifera americana. Come lo sono state nel passato la California ed il Texas...
Ma in Alaska, ora, si battono record negativi di produzione uno dopo l'altro e nonostante vi siano concentrate tutte le migliori tecnologie estrattive.
Come mai? Ma non era infinito questo petrolio? "Aspettano che salga a 200 $ al barile per metterlo sul mercato" diranno i soliti pro-complotto. Ed invece la realtà è ben altra...
Il 2011 si chiuderà infatti con il peggior risultato degli ultimi 40 anni. In agosto i giacimenti in Alaska hanno totalizzato la miseria di 16 602 000 barili prodotti (tre quarti del consumo di un solo giorno negli U.S.A.!), ben lontano dal record del marzo 1988 in cui se ne estrassero 64 668 000 e soprattutto nel paese si consumava prodotto per meno della metà rispetto ad oggi, ed a costi produttivi della metà della metà rispetto ad oggi... Costi economici ed energetici (che è la stessa cosa, ma i più scopriranno questa verità termodinamica, e solo sulla propria pelle, nei prossimi anni).

A questi ritmi di decrescita, dettata da cause geologiche e sopraggiunti limiti tecnologici, senza nuovi incidenti industriali a cui l'Alaska e gli U.S.A. ci hanno tristemente abituato e sempre che non intervenga una tragica altalena dei prezzi di tipo 2008 a sconvolgere il comparto, entro 10 mesi (non 10 anni!) la produzione sarà dimezzata rispetto ad oggi ed entro un decennio le proiezioni ci dicono irrimediabilmente "zero".

Fantascienza? Pessimismo? No, è già accaduto per la Virginia che ora totalizza una produzione ANNUA di poco superiore ai 5000 barili ("mila" non "milioni"!), equivalente al consumo americano di circa due ore e mezza*.

*ai consumi attuali segnalati da EIA, da cui è tratto anche il grafico in alto a destra, gli Stati Uniti consumano 2130 barili di petrolio ogni ora. A questo link la produzione mensile ed annua di ogni singolo stato americano: http://www.eia.gov/dnav/pet/pet_crd_crpdn_adc_mbbl_m.htm
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19.9.11

(Un'altra) guerra nel Mediterraneo?

Israele, Palestina, Libano, Egitto, Cipro (quindi Grecia), Turchia.
Tutti vogliono quel che giace sotto i fondali del Mediterraneo orientale. Sono riserve ingenti, capaci di trasformare Israele nel primo produttore di gas naturale del Mediterraneo (se si toglie l'Algeria, ovvero la Francia).
Tanto che un sacco di armamenti sono nel Mediterraneo per il petrolio ed il gas libico, beh spostiamoli più ad Ovest e facciamola finita con Israele... O con la Palestina. O con Cipro. Boh che casino. Ma quando una moneta che lega 500 milioni di umani crolla, tutto il Male ha alte possibilità di accadere. E di accadere presto.
I meglio armati per averlo tutto, quel gas e petrolio nella cartina sotto, in una ipotetica guerra all'ultimo colpo sono Israele e Turchia, questi ultimi potrebbero fare una vera e propria lotta totale anche tirando dentro ragioni di religione e la eterna questione palestinese. Il problema è che dal punto di vista teorico la guerra fra i due paesi vedrebbe la Turchia soccombere rapidamente ed il rischio di un conflitto mondiale nucleare torna ad essere ai suoi massimi da trent'anni a questa parte.
E l'Egitto ora in mano ai militari, che farà mai in caso di animi che si riscaldano troppo? Ed il Libano? E la Grecia che ha, anche in questi anni e questi mesi, speso trillioni per armarsi e difendersi contro i Turchi?? E la povera Cipro su cui la UE ha messo le mani prima che ha potuto?
E dietro tutto questo che farà la Russia, che faranno gli U.S.A., cosa la Francia e l'Inghilterra e che dirà la UE? Le prossime due settimane vedranno il fallimento ufficiale della Grecia, un grande collasso dell'Euro, mercati finanziari, banche europee. Se non accadono fatti di grande importanza militare in quei giorni, quando dovrebbero accadere?
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17.9.11

Sentirete molto parlare di questo signore

Erdogan è in questi giorni in tournée, in queste ore esatte è acclamato come un profeta in Libia, una settimana fa ha avuto folle oceaniche ad attenderlo in Egitto ed i palestinesi lo vedono addirittura come il Salvatore che provocherà la guerra pan-araba contro Israele e li libererà dal giogo decennale...

L'Europa nel passato ha subito altri crolli ed è sempre stata una manna per Bisanzio (quando non ci hanno pensato i Persiani, ma la vecchia Persia è ora troppo debole e frantumata socio-politicamente). Ci sono (almeno) 53 milioni di musulmani in Europa e se aggiungiamo la vicinissima Turchia saliamo a quasi 130 milioni.

Torneranno quei giorni, senza più un potente "impero occidentale", i musulmani sono già tra noi e non attendono che una guida carismatica. Erdogan è sempre più amato ed è ancora giovane politicamente (è nato nel 1953, ha dunque 58 anni). Qualcuno dovrà pur andare avanti su questa Terra, il tasso di fertilità delle donne di fede musulmana è di quasi tre volte superiore a quello delle non-musulmane in Europa! Fate voi... Se avete un figlio in età adatta per apprendere una lingua, scegliete l'arabo; il cinese è già roba del passato e l'inglese è proprio la preistoria...
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15.9.11

Chi ha la bomba?

(a lato, comparazione tra la taglia umana e quella di alcune armi nucleari, vettori e testate compresi)

Si parla tanto di chi sarà il fanalino di coda del mondo nei prossimi tempi. O di cosa accadrà SE Turchia ed Egitto attaccheranno Israele (e la militarizzatissima ma fallita Grecia, dopo la risposta NUCLEARE di Israele, invaderà i territori, ex-greci, sguarniti di difese, compresa Cipro).

Si parla di grandi istituzioni, di cose come l'Unione Europea, la Nato o l'ONU. Di chi decide davvero cosa si fa e dove, di chi deve spendere e perdere tutto il denaro e chi invece no... Ma son tutte istituzioni da tempo di pace, che mi pare sia finito nel 2008.

Ecco ripassare la lista dei possessori di VETTORI per testate nucleari (di bombe atomiche, chiamiamole per quel che sono, pronte all'uso, che sia per mare o per terra; aggiornato grazie a commento anonimo) non significa che in tutti gli altri paesi si vivrà male o si morrà tutti, ma certo chi governa fuori dai paesi elencati qui sotto, governa "poco" e sotto la minaccia della bomba. Ed anche se lo ignora, ad un certo punto gli viene ricordato. E' per questo che in queste ore in Libia sono in fase di sopralluogo Sarkozy e Cameron, non la Merkel, Berlusconi, Zapatero, che pure hanno accettato, sostenuto o partecipato addirittura all'operazione...

Beh ripassiamo quali paesi hanno DAVVERO testate nucleari ad uso militare, pronte all'uso, e vediamo quante ne hanno all'ultimo aggiornamento della Federation of American Scientists:

RUSSIA ........................... 2430
STATI UNITI ................. 1950
FRANCIA .......................... 290
REGNO UNITO ............... 160
ISRAELE ........................... 10 (?)

Ci sono altri stati che dispongono di testate ma non pronte all'uso. Su Israele vi è il punto di domanda perchè vi è certezza che abbia uno stock di armi a pronta difesa (deterrente contro attachi militari di Turchia, Egitto ed Iran, più che altro), ma non si sa quante delle sue 80 testate sia davvero utilizzabile in tempi "militari".

Alla luce di quanto sopra sarà più chiaro ripassare le risposte alle seguenti domande...
Chi ha deciso di attaccare l'Iraq?
Chi sta decidendo come spartirsi la Libia?
Ed alcune domande sul futuro...
Chi deciderà sulla guerra all'Iran?
Chi all'Arabia Saudita?
Chi deciderà dell'attacco alla Cina?
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13.9.11

Tutto in perdita

Per capire a cosa è servita la società industriale, ritengo utile guardare questo piccola performance video della artista brasiliana Cinthia Marcelle.

475 VOLVER da cinthia marcelle

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11.9.11

Abbiamo bisogno di poesia

"Irene was an hurricane" dal sito della Buffalo Picture House. Nonostante tutto, qualcosa di poetico tra i disastri, che non sono altro che Vita e Morte che si avvicinano tantissimo in un lasso di tempo relativamente breve. Nel decimo anniversario dell'11 settembre 2011, chiunque ne sia la causa, l'ideatore o l'autore, è il caso di ricordarsi che anche (soprattutto) un uragano è capace di portare una riflessione in più, forse un amaro sorriso, forse la vita appunto. Per chi la vuole, la vita.

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10.9.11

Poveri umani

I cambiamenti climatici in atto (per frequenza e potenza degli eventi, oltre che danno in termini di morti e feriti, danno economico, etc.) sta dando il colpo di grazia alla società industriale, la quale sta dando il colpo di grazia all'atmosfera, ai suoli, a tutto quel che riesce. Come tutti i fenomeni del Pianeta, il ciclo si estinguerà quando uno dei due "poli" sarà estinto: ragion per cui suppongo che la Terra, la sua atmosfera, il mare, i suoli continueranno ad esistere quando gli umani saranno scomparsi. Ed anche gli oscillamenti climatici continueranno, ma torneranno ad oscillazioni proprie dell'assenza dell'uomo.

Facciamocene una ragione: homo homini lupus. Ci stiamo ammazzando con le nostre mani, poichè l'organismo vivente che decide l'eliminazione del suo ambiente, decide della propria eliminazione futura. O nel migliore dei casi decide della eliminazione della sua discendenza.

Detto questo.... Ho scelto la foto meno tragica tra le disponibili nel reportage fotografico di "The Big Picture"*. Ritrae il lago artificiale Travis, che quest'anno è in rotta per battere il record negativo del 1951, come gran parte delle dighe degli Stati Uniti del Sud-Ovest. Il tutto mentre nel Sud-Est e Nord-Est continuano le inondazioni, tra una tempesta tropicale ed un uragano.

Allucinante la situazione nel nuovo "Deserto del Texas": lo stato più energivoro degli U.S.A. sta schiattando tra siccità, ondate di calore a ripetizione ed incendi di dimensioni bibliche.
E non sembra più una battuta quella del politico Ron Paul: "se questa nazione continua in questo modo, l'immane recinzione alla frontiera col Messico sarà usata non per difenderci dai clandestini ma per impedire agli americani di scappare" (intervista qui).

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7.9.11

Farcela su un nuovo, durissimo Pianeta

Secondo i tipi di Vancouver Peak Oil*, vivere sulla Terra ed in particolare negli Stati Uniti tra 70 anni sarà ciò che di più simile c'è ad un "incubo senza fine." Le odierne tempeste di sabbia, i super uragani, le siccità e le inondazioni sono bruscolini.
Alla luce dei nuovi dati su clima ed accelerazione e potenziamento degli eventi atmosferici, disastro dopo disastro gli americani stanno semplicemente perdendo il loro paese.
Un noto ambientalista americano rincara la dose:

"Nonostante i professionisti della negazione (...) andiamo verso una estinzione di massa, planetaria (e non solo umana, ndr), l'unica questione a riguardo è quanto imponente sarà la catastrofe. Solo in questo parametro sta la nostra abilità di influenzare positivamente le cose."
Bill McKibben**

Allora, cari i miei lettori, che fare? Impiccarsi ad un ramo di quercia è sempre una soluzione, ma rilocalizzare il più possibile i vostri bisogni primari non sarebbe male ne' per voi, ne' per il vostro quartiere, paese, città.

*link: http://VancouverPeakOil.org/2011/08/04/our-biggest-security-threat-is-global-warming-induced-extreme-weather/
**link: http://en.wikipedia.org/wiki/Bill_McKibben
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6.9.11

Nuovo tetto debito USA sforato in un mese

Sforato in solo un mese il nuovo tetto approvato ad agosto 2011, tra il terrore e le aspettative degli operatori finanziari di tutto il mondo. Il governo americano si erano preposto di alzare il massimo consentito a 14694 miliardi di dollari, qui ce ne sono già 3,415 in più. 3 miliardi e mezzo di dollari di debito pubblico in più in un mese, per un paese che ha ormai una crescita ridicola rispetto al ritmo con cui dovrebbe colmare il minimo indispensabile (almeno gli interessi sul debito!).
Ogni giorno che l'America "vive" causa 115 milioni di dollari di debito pubblico lordo, bruscolini rispetto al ritmo italiano (che attualmente incrementa di circa 450 milioni di Euro al giorno).

Moriremo tutti? Questo lo sapevamo già: non ci aspettavamo forse di morire prima del tempo e di morti presumibilmente violente... Settembre ed ottobre 2011 confermeranno che quella del 2008 era l'inizio di una crisi che permanente, peggiore di quella del '29 e lo scopriremo giorno dopo giorno.

( immagine a lato tratta dal "Daily Treasury Statement" del 1 settembre 2011, servizio informativo del Tesoro americano: https://www.fms.treas.gov )
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5.9.11

Poste: pubbliche o meno, già roba d'altri tempi

Parziale default per le poste statunitensi: crisi senza precedenti della QUINTA impresa al mondo per numero di dipendenti.
La U.S. Postal Service è a corto di liquidi per onorare alcune obbligazioni... Una robina da 5,5 miliardi di dollari. Fornitori di materiali, pensioni, assegni di malattia, bollette, manutenzioni varie. Tutto questo accade nonostante tagli già confermati di 250 000 posti di lavoro spalmati su più anni (al 2006, anno di inizio delle misure di austerità ad US Postal, gli stipendiati erano 900 000...). E han già deciso che per limitare i costi non consegneranno più 6 giorni a settimana. Ma solo 5 (poi passeranno a 4 e via così...). Come accade in Europa ed anche in Italia.
Per gli americani è un colpo durissimo.

Questo accade nella prima economia del mondo. Nel 2011. Non nel 2450... L'era del tutto per tutti, dell'iper-mobilità di persone, merci, servizi, beh appunto non sarà durata nemmeno un secolo e lo scopriremo tra pochi anni (mesi, per alcuni).

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Ottimismi

Allegria! Dopo uno dice ma sei un terrorista pessimista. Va beh. No è che ultimamente succedono cose che...

Una su tutte.
Un paio di giorni fa*, ben dopo l'uscita della copertina a lato che è di due settimane fa, in Inghilterra un autobus pieno di facinorosi estremisti della EDL (English Defense League) tornava da una manifestazione, non autorizzata, nella quale si lamentavano di non essere autorizzati a manifestare. Mentre altri facinorosi, per ragioni di religione, potevano. E fin lì. Va beh.
Fatto sta che lungo il percorso il bus è stato sorpreso in una stradina, e preso a sassate, da una cinquantina di altri giovani facinorosi che urlavano "allahu akbar".
La polizia si è interposta ed alla fine ha arrestato tutti i passeggeri del bus (!) e, visto quel che è accaduto un mese fa in un'altra città inglese messa a ferro e fuoco da gente che urlava sempre "allahu akbar", ha pensato bene di caricare e disperdere ma di non arrestare nessuno di questi ultimi.

Dopo uno dice "ehi ma sei razzista". Se un giorno mi venisse voglia di esserlo per davvero, razzista, non sarò neanche libero di dire che sono razzista senza essere accusato di razzismo. Questo scusate è emhhhhhhh mmmmmheeee.
(questo capoverso è una citazione dell'immenso Gipi**)

Comunque che stia finendo malissimo è evidente. Chi ha voluto premunirsi, forse si salva. Chi ha voluto ragionare e pensare invece che credere a tutto. Oh comunque pazienza, è andata così.

*link: http://www.bbc.co.uk/news/uk-england-london-14779772
**link: http://opinionismo.blogspot.com/2009/02/lopinionista-dice-la-sua-sul-problema.html
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Oil Spill del Golfo del Messico: non è ancora finita

A distanza di oltre un anno, residuo petrolifero continua ad inquinare le coste della Florida. La tempesta tropicale in atto, denominata Lee e di intensità minima, sta aumentando la portata e la visibilità del catrame ("tar balls") spiaggiato:
http://www.youtube.com/watch?v=Rm4OXE3jLjo
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4.9.11

Dopo la Libia, ci tolgono pure la Siria!

Ora lor signori che hanno le testate nucleari (i soliti: USA, GB, F, etc.), hanno deciso l'embargo perchè il governo siriano è cattivissimo. Giusto. Verissimo. Peccato che i primi a rimetterci per l'embargo saranno... GLI ITALIANI. L'unico importatore europeo di prodotto siriano, in declino da anni, era rimasta appunto l'Italia (e qualche barile a Francia e Germania).
L'unico spiraglio di luce è che l'Italia potrà eccezionalmente importare fino al 15 novembre 2011*. Poi, stop.
Diciamo che tutto il traffico stradale di un anno nelal città di Torino, per dare una idea di quel che verrà a mancare, rappresenta una quantità equivalente all'importato siriano. Sembra niente, è poco, è tanto? A termine dovrà sparire un altro 2% del traffico italico. Spiegatelo a chi non potrà davvero più fare benzina, non dico ridurre, ma proprio smettere. E ce ne saranno. Perchè non si riesce più a rimpiazzare la parte mancante, prova ne sia che da mesi in Russia il carburante è razionato, ultima è la notizia choc dell'aeroporto di Mosca che era su tutte le agenzie di stampa, il primo produttore mondiale che lascia senza i proprii cittadini, che lo pagan troppo poco, per esportarlo a prezzi maggiorati. Non sto parlando dell'Angola, ripeto, ma della Russia.
Da ieri, in pratica, si è deciso che quel greggio fa "puff". Fine, stop. Per quanto, non si sa, forse per sempre visto che ben altri paesi sono da tempo con le mani in pasta in zona e vorrebbero "aiutare" la Siria nel dopo-monarchia... Economie che vanno purtroppo meglio della nostra (per dirne una: la Cina, che compra tutto il possibile e paga cash e non con le cambiali come facciamo noi in tutto il mondo da vent'anni).

Ergo si è deciso di attaccare ancora più in profondità l'Italia. Tra Libia e Siria, stiamo perdendo il 35% di tutto il greggio da raffinare sul nostro suolo. Che non ci si stupisca, nel breve futuro, se a prezzo del barile costante i carburanti continueranno a salire di prezzo e la manutenzione delle strade semplicemente sarà interrotta ovunque (provate già a vedere in che stato sono le strade provinciali, alcune non sono toccate da un decennio). Ah, intanto a luglio il governo italiano ha deciso di togliere la licenza ad un quarto delle stazioni di servizio già a fine anno. Razionalizzazione, l'hanno chiamata. "Per tenere contenuti i prezzi", dicono. L'altra faccia della medaglia si chiama PENURIA.

Italia, 2006: totale importazioni greggio pari a 87 milioni di tonnellate**
di cui 23,8 mln t LIBIA
; 1,3 mln t SIRIA; ... (dati: SACER PETROLI)

*link: http://fr.novopress.info/96115/syrie-petrole-chronique-d%E2%80%99un-embargo-annonce/
**link: http://www.sacerpetroli.it/site/approfondimenti/importazioniItalia.htm
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3.9.11

Costa più il brodo che la carne

Aggiornato ad agosto 2011*, il costo dei carburanti in Italia è il QUINTO in Europa dopo Olanda, Danimarca, Norvegia, Inghilterra e Grecia.
A parità di parametri economici (PIL pro capite, inflazione, etc.) solo la Grecia sta peggio di noi.

Costa più dare da bere alla propria auto per andare a lavorare, che comprare il pane; pane... la ragione per cui andiamo a lavorare. "Ehi là fuori? Ci conviene stare a casa." Come diceva Bukowski, i nati nel 20esimo secolo vivono in una sorta di incubo con ospedali così costosi per gli stati, che è più conveniente morire.

Ed il grafico del costo della benzina segue pedissequamente quello del prezzo del barile (Brent), come si vede dall'ottimo grafico del blog "Oro Nero"**. Con l'ovvia altalena dovuta ai ricavi della raffineria che si ottengono, con margini sempre più risicati, con ritardo aumentato rispetto ai picchi di prezzo del barile, ai quali segue solitamente la caduta della domanda. Ed il ciclo riparte, ma con meno raffinato disponibile e meno soldi in tasca, ma la fame resta pressochè stabile, anzi aumenta perchè nonostante l'Italia sia in declino demografico, ancora sono più i nati che i morti.

*link: http://www.theaa.com/motoring_advice/fuel/
**link: http://oronero.wordpress.com/
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1.9.11

(Profezia gratuita del 31.8.2011 alle h 22,30)

Per gli amanti delle profezie...

Tempo quattro settimane e Silvio Berlusconi non avrà (mai) più nessuna carica politica.

Mario Monti sarà nominato prossimo Presidente del Consiglio.
Quel che potrebbe accadere durante questo governo tecnico di 5 o 6 mesi (elezioni anticipate a marzo o aprile 2012) potrebbe ricordare l'anno 1977, a chi l'ha vissuto, con le dovute differenze tipo la mancanza di movimenti politici armati e la scarsa probabilità di attentati (aggiungiamo ad entrambe le puntualizzazioni un "per fortuna"? Ma sì, che tanto anche armati ed organizzati non si riuscì a cambiare il nòcciolo dell'impostazione non proprio repubblicana e democratica di questo paese).
La Seconda Repubblica finirà assieme al brianzolo che faceva cabaret sulle navi da crociera.

Chi tira i fili dei governi e dei governanti italiani ha già atteso troppo, meglio un governo tecnico, anche estratto coi bussolotti, che questa robaccia qua.

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Raschiare il fondo del barile

Nonostante ancora stamattina si titoli su certa stampa di regime (posseduta dallo stato-banca-industria) che ci restano "almeno 130 anni di riserve di petrolio"...
Beh, insomma invece si trivella sempre più a fondo, dando l'idea di una grande disperazione nel settore. Lo si fa utilizzando sempre più energia e denaro, per trovare sempre meno petrolio e di sempre minore qualità: più raschi, più trovi materia ad alto peso specifico e densa di zolfo, ma il prodotto raffinato dovrà avere uno stesso standard di purezza e quindi "ti saluto".
L'ennesima prova è in questi grafici dell'ente governativo americano EIA: sono grafici ufficiali che illustrano la profondità di trivellazione media e la produzione petrolifera totale annua.
Ormai la profondità di centinaia di pozzi americani è al limite della stessa tenuta dei materiali, vedasi disastro del Golfo del Messico. La profondità media è in particolare di 1850 m ed è in aumento: si succhiano gli ultimi costosissimi barili. Nonostante questo exploit industriale, la produzione declina e declina parecchio: nonostante si stampino dollari su dollari, non puoi estrarre quello che non c'è (o è troppo, troppo profondo). Così come gli umani hanno rinunciato a tornare sulla Luna per oggettiva impossibilità tecnico-economica, rinunceranno anzi dovranno rinunciare, e presto, a trivellare oltre i 4000 m.

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