26.11.12

Addio Iran: notizie dall'embargo totale

"Our end begins before the end of their oil.
Versione inglese di  una mia inutile frase, fa più effetto vero?

Niente più importazioni di medicine, si va verso la fine scorte*. Era l'ultima categoria merceologica risparmiata  dall'embargo, che dall'ultimo scontro tra Israele e Palestina è diventato improvvisamente totale. Almeno per quel che riguarda gli stati aderenti alla NATO: tutti rispettano interamente ognuna delle risoluzioni ONU ed i singoli provvedimenti nazionali emanati dai rispettivi governi.
L'Iran non è per nulla autosufficiente quanto a medicinali. Tra il blocco esportazioni alimentari e i divieti di importare ormai quasi tutto (chiunque commerci con l'Iran, almeno in Francia, ha visto i conti aziendali posti sotto sequestro a tempo indeterminato, solo qualche giorno fa), siamo a pochi passi dall'esplosione interna del paese, che potrebbe sfociare in un "colpo di testa", magari con un attacco anche in solitaria ad Israele. 
Il futuro dell'Iran assomiglia sempre di più a quel che è accaduto in Iraq qualche anno fa. Col risultato che del petrolio promesso ai paesi invasori, non ce n'è neanche l'ombra e la produzione irachena stagna alla metà della metà del previsto e non c'è tutto quel "buon" prodotto che si sperava, mentre attentati e tensioni sono sempre alle stelle ed il paese va verso l'ennesima guerra civile... 
Secondo le stime di una decina di anni fa, dovremmo oggi "godere" di 115 milioni di barili al giorno prodotti, siamo ben sotto. E scenderemo ancora, perchè in Iraq come in Iran le riserve ufficiali sono sovrastimate almeno di almeno il 30%** e chi voleva aveva tutte le informazioni necessarie a disposizione da almeno sette anni...
Storicamente, l'Italia è il paese che ha importato più prodotto petrolifero dall'Iran da quando l'Iran lo esporta. Soprattutto olio piuttosto pesante col quale le vostre scuole e condominii ed i vostri camion hanno funzionato per trent'anni, poi siamo passati al gas naturale di Putin e ci è sembrato di fare un balzo nel futuro, con lo scotto che per avere gli stessi gradi in casa dobbiamo pagare 7  forse 8 volte di più (debito pubblico compreso). Riguardo al chi, al come ed al perchè la vostra vita dei prossimi anni sarà quasi totalmente sconvolta rispetto a vent'anni fa, la lista dei responsabili non è poi tanto lunga... Purtroppo non posso fornirla poichè è illegale fare elenchi di ebrei, per via di qualcosa di tremendo accaduto ad essi nel passato e per via di qualcos'altro di più subdolo che continua ad accadere per mano loro. 

*link: http://www.bbc.co.uk/news/world-middle-east-20471492 
**link: http://forum.radicali.it/content/emergenza-energetica
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20.11.12

Il "dirupo" energetico mondiale comincia oggi 20 novembre 2012

"Chi ha la fede nel comune dio cattivo e stupido 
degli ebrei e dei musulmani e dei cristiani, 
se ne frega altamente della verità, 
è per questo che, da generazioni, la nostra unica e vera missione è 
peggiorare il mondo, sterilizzare la vita, normalizzare le diversità, 
aumentare la menzogna e stare sempre dalla parte dell'unica certezza, che è racchiusa in questa frase:
'meglio esser stato il macellaio che il vitello'." 
Un anonimo lettore italiano di un filosofo tedesco dimenticato

Da oggi smetteremo bruscamente di disporre di "abbastanza" energia pro-capite. Il dirupo di Olduvai è venuto a trovarmi al lavoro, in casa, è dentro di me e non credo mi lascerà.
Con un buco nello stomaco, aggiorno il post precedente.
Questa notte le banche francesi hanno bloccato tutti i conti correnti delle aziende che importano ed esportano da e verso l'Iran: dopo sei anni di embargo, per la prima volta si applicano TUTTE le restrizioni possibili, addiritura più in fretta e più potentemente di quanto si fece con l'Iraq di Saddam. Israele vuole sangue. La NATO è il suo assetato cane da guardia. Le somme sui conti posti sotto sequestro non sono esigibili fino a data da destinarsi. Ieri è morto d'infarto il responsabile iraniano dell'esportazione di pistacchi biologici e solidali che ci rifornisce da anni... Voi come reagireste alla notizia che tutti i soci della cooperativa che hanno lavorato mesi e mesi nel rispetto della terra e degli altri, per inviare una parte importante dei raccolti all'estero, non saranno (forse mai) più pagati? Anche il nostro intermediario della cooperativa che si occupa dei datteri biologici, che vive in Francia, ha avuto il conto corrente bloccato ed è in corso la procedura di sequestro delle somme, mentre due camion di merce sono fermi alla dogana e kilogrammi di merce finirà sequestrata da qualche funzionario disonesto o forse addirittura in una discarica o un inceneritore da qualche parte in Iran. Per Giacomo Matteotti la Seconda Guerra Mondiale ebbe inizio nel 1924, per me inizia nel novembre 2012. 
Per la prima volta non mi sento più "superiore e/o lontano da quel che di male altrove accade", credo che proprio questo sentimento sia un altro passo concreto verso la fine dell'Europa ed anche dell'Italia (primo importatore storico di greggio iraniano, si direbbe che mezza vita mia ne dipenda, no?). Io, come tanti di voi lettori, se mai ho avuto una qualsiasi anche minima importanza o privilegio o protezione dai e nei fatti del mondo in quanto europeo o italiano o immigrato UE in Francia, beh oggi finalmente sono un inutile fragilissimo cretino, sottomesso e suddito a grafici di qualche banca, pochi amici e di pochissimi governi. Sono toccato dalla guerra in prima persona, è qualcosa di sottile che purtroppo non mostra sintomi, ne' tanto meno ha rimedii, che siano descritti nei libri di medicina o nelle nostre vecchie e calpestate costituzioni democratiche...
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19.11.12

Iran, è embargo totale da 48 ore...

"Il mondo va avanti a menzogne e dittatori da millenni, 
speriamo non manchino mai almeno gli stupidi che a loro credono." 
Anonimo ed inutile idiota

Non ne parla nessuno, perchè quando è tutto l'impero a crollare le notizie sono davvero inutili, in quanto "vengono a fatti da un pezzo avvenuti", ma io ho l'unica prova che mi serve...

Da due giorni, per la prima volta da trent'anni a questa parte, non esce più nulla legalmente dall'Iran, nemmeno quel poco cibo in cambio di poca valuta estera (da cambiare al mercato nero, ormai quasi prevalente rispetto al corso ufficiale). Nessuno sa quanto durerà. Nel mio piccolo aspettavo datteri e pistacchi, ma il mio amico e collega iraniano (emigrato in Francia poco prima dello scoccare della guerra tra Iran ed Iraq...) quando ha riattaccato il telefono col suo intermediario in Iran aveva quasi le lacrime agli occhi. 
Passato qualche secondo, ha ripetuto due volte: "adesso gli schizzi di merda toccano anche noi, mi sa che stavolta è finita, tutto il peggio è possibile".
Prima delle ultime elezioni americane diceva che "gli americani non possono fare due guerre insieme, quella delle elezioni e quella all'Iran", e che non sarebbe successo nulla di grave. Ma le elezioni sono passate. Obama è stato rieletto portavoce ed esecutore dei programmi di "Big Data" ed il responso "Go to war!" è prossimo. Anche se sarà un evento distruttivo, sarà meno peggio che distruggersi lentamente secondo i responsi (spesso "errati a posteriori") dei calcolatori.

Il temibile fenomeno del target fixation* è conosciuto dai paracadutisti e dai piloti: in una situazione di emergenza, all'avvicinarsi di un oggetto assolutamente da schivare (albero solitario in una prateria o grande palazzo vicino ad una pista), l'errore umano più classico nell'atterrare è fissare l'attenzione e dirigere l'azione proprio verso l'oggetto da evitare. Aumentando i danni esponenzialmente ed in maniera imprevedibile.
Lo stesso errore potrebbe farlo "Big Data", che guida gran parte dei mercati, dei governi, delle miniere e dei giacimenti, delle battaglie e delle guerre, sempre con maggiore efficacia. "Big Data" sa che due cose in politica estera non debbono essere fatte, pena la distruzione di decenni o centinaia di anni di civiltà in pochissimo tempo: attaccare l'Iran ed attaccare la Cina. Quale oggetto da evitare sarà troppo a lungo fissato?
Finora il mio caro amico iraniano ha indovinato le sorti di tutti gli utili regimi caduti nell'ultimo decennio, e con mesi di anticipo. Vedete tutti nella vostra vita di importatori di energia come son cambiate le cose dopo l'assassinio di Gheddafi.... Se cade Ahmadinejad non è detto che semplicemente cliccando su un interruttore si accendano le luci di casa vostra nei prossimi anni, anche in Europa.

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17.11.12

Egitto, Russia, Turchia (ed Iran) contro Israele?

Terza Guerra Mondiale o meno, tra 48 ore sapremo se la parola TANICA avrà un nuovo significato ed una aumentata frequenza d'uso in Europa nei prossimi dieci anni.
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New York, aeroporto JFK: una scemata presto inagibile

Cosa ci fa l'aeroporto JFK di New York al posto di un bosco, delle dune di sabbia, di una palude e del mare? Aggiungiamo che, da quelle parti (valore medio di decennio in decennio) il livello dell'acqua sale da 150 anni ininterrottamente come ho segnalato in un post di qualche giorno fa... Nota bene: in blu il mare dov'era prima della costruzione dell'aeroporto, che ora arriva fino alle croci bianche, una per ogni migliaia di lavoratori che perderano il posto quando, da quelle parti, il mare avrà ripreso il suo posto e ben oltre.
  
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12.11.12

Storielle di giovani decadenti

"È sospetto nei giovani questo voler vivere sempre in gruppo, 
così nessuno diventa responsabile di quello che pensa e fa." 
Eugenio Montale

Una settimana fa. Città francese in cui vivo, centro storico e quartiere borghese. 
Da un palazzo qua vicino alcuni giovani pisciano dal balcone: invece di andare alla toilette, a più riprese alcuni maschi urinano copiosamente dalla finestra, ridendo ed urlando. Delle femmine nello stesso appartamento emettono grida di divertimento. Niente di preoccupante, alcune settimane fa poco lontano da qui un giovane si è gettato dal terzo piano dopo aver dichiarato agli amici di essere Bat-man (ormai paralitico, pare sia stato vittima della recente moda giovanile del binge drinking*; moda che sta facendo parecchi morti, ripescati più che altro in mare o nei fiumi, a Nantes, Tolosa e Bordeaux, città universitarie piuttosto movimentate; addirittura, a Rennes l'ospedale ha un reparto apposito per i casi di coma etilico, che la domenica mattina hanno fino a tre quarti dei posti letto della rianimazione; idem per la Svizzera francofona ed il Belgio, dove sono le urgenze pediatriche ad essere interessate da sempre più minori in "alcoolisation aiguë").
Ma negli ultimi tempi altri miei giovani vicini addirittura provavano, puntandole su passanti tra cui intere famiglie, delle armi dal terrazzino; tuttavia, nella città francese con più telecamere di videosorveglianza per abitante, la polizia è arrivata pochi minuti dopo, in borghese ed a piedi, e dopo aver sfondato la porta li ha arrestati; ora c'è un altro appartamento libero ed è probabile che il mio affitto resti invariato per il terzo anno di fila. "Evviva, un risparmio!", direbbe uno scemo. Ma scemo non sono. 
O forse lo sono, perchè torno sempre sul luogo del delitto (altrui)...
Stamattina per l'appunto sono passato proprio davanti al portone dei piscioni: alcuni giorni dopo la puzza è ancora devastante. Nell'atrio del palazzo campeggia un cartello in plexiglass, scritto in bei caratteri tipografici degli anni '70: 
"Ingresso non consentito a mendicanti, ambulanti, vagabondi in generale"

Gli ultimi del petrolitico, miei coetanei e quasi "miei" possibili figli, hanno sorpassato in immondizia umana il peggiore spauracchio della maggioranza dei loro genitori e dei loro nonni borghesi. Un altro cerchio e ciclo che si chiude, un altro segno inequivocabile della fine dell'impero? 
Una volta almeno c'era il senegalese che ti vendeva i fazzoletti o la coppia di testimoni di Geova che ti prediceva la fine del mondo, ora le nostre stesse case sono abitate da coloro che schiacciano il bottone dell'autodistruzione.
Abbiamo armato il cane della decadenza per anni, i nostri figli premono il grilletto. Poteva finire peggio?

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9.11.12

Eurafrica

Quando vedo l'Africa di oggi, la sua povertà, io vedo anticipazioni tragiche del futuro dell'Europa.
Quando un africano di oggi vede la ricchezza dell'Europa, cosa vede se non il magnifico passato dell'Europa, costruito anche a scapito del terribile presente dell'Africa?

Ci tenevo a scrivere questo pensiero per esorcizzarne la troppa potenza.
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8.11.12

Antropocene a Manhattan, prima e dopo


Trieste: il global warming ed il Mediterraneo in salotto

L'aumento del livello del Mediterraneo, inesorabile ma lineare fino a pochi anni fa, ora sembra diventare esponenziale. 
La foto qui a destra è stata scattata qualche giorno fa a Trieste. Non è la prima volta che l'acqua risale in città, tanto più che la città moderna ha la sua piazza più famosa, piazza Unità d'Italia, proprio al posto del mare e di un porticciolo: un tale monumento potrà essere permanentemente sotto l'acqua tra circa un secolo al ritmo attuale [a quell'epoca l'unità d'Italia potrà essa stessa essere un ricordo, se pensiamo che le stime più rosee (già al limite della fantascienza) ci danno al massimo altri 51 anni di gas e petrolio estraibili al mondo]. Molti dei palazzoni triestini che adornano le cartoline sono in parte situati addirittura sull'antico litorale. Sotto la piazza la spiaggia, potremmo dire parafrasando un motto sessantottino.
Nell'immagine sottostante si possono leggere i dati rilevati negli ultimi 100 anni, sempre a Trieste*, periodo durante il quale il livello medio del mare è aumentato di 13 cm. I picchi delle medie mensili aumentano di intensità di recente (da un anno all'altro, fino a +30 cm), e sempre più solo verso l'alto, infine il trend dell'ultimo decennio è addirittura esponenziale. Grave? Forse.
Certo niente a che vedere col disastro americano: ad esempio in Louisiana il mare sale dieci volte più rapido che a Trieste, guadagnando quasi un metro ogni cinquant'anni (qualcuno si ricorda dell'"imprevedibile" catastrofe dell'uragano Katrina?) e salinizzando sempre più le falde. Coltivare è diventato impossibile per centinaia di kilometri quadrati, dove tuttavia abitano ancora decine di migliaia di persone, in gran parte assistiti, certo non tutti abitanti in palafitte e dediti alla pesca. Quando se ne andranno? Ad ogni nuova tragedia climatica lasceranno la città in migliaia, solo alcuni torneranno in attesa del prossimo collasso. Un esempio? 75 centimetri di mare fa, nel 1960, a New Orleans abitavano 620000 persone, ora sono 360000, esattamente la metà: la tragedia climatica sta già avvenendo, da mezzo secolo. Gli umani stanno già andandosene dagli oceani che si innalzano... forse inizieranno ad ammetterlo quando se ne saranno andati tutti?
La vergogna (di ammettere un errore o che  si ha torto) è una delle peggiori resistenze al cambiamento secondo lo psicanalista Boris Cyrulnik**: gente torturata o che ha subito profondi drammi, spesso entra in un silenzio cementato dall'"in fondo sai che sei pietoso e stupido, un po' te lo sei meritato" che l'inconscio scarica sull'individuo per proteggerlo da sofferenze ulteriori. Ma è solo quando la persona traumatizzata riesce a ripercorrere il percorso intero del dramma, cercandone assieme al terapeuta le ragioni profonde,ed i meccanismi, che vince questo stato di sopravvivenza e torna a vivere riparando addirittura i percorsi neurali che lo portavano in una spirale di censura delle azioni salutari e benefiche. La stessa cosa accade per l'uomo post-petrolifero che dovrà scegliere dove trasferirsi e come vivere durante e dopo i più gravi effetti del collasso energetico, socio-economico e del cambiamento climatico: solo i coraggiosi che avranno già cercato le vere ragioni potranno continuare o tornare a vivere, coscienti e forti ed avendo riparato i contatti  neurali che ci legavano all'ambiente prima dell'iper-industrializzazione, andando aldilà della mera sopravvivenza basata su chi sarà più violento e forte dell'altro. 
Magari un ecologista come me finirà sgozzato dal primo scimmione affamato che passa,  ma io sono quello che ha vissuto, mentre lui sarà quello che sopravviverà. Non è la stessa cosa ed è l'unica cosa che conta: vivere, non sopravvivvere. In ogni caso la Storia non ricorderà a lungo nè l'uno nè l'altro.

*link: http://tidesandcurrents.noaa.gov/sltrends/sltrends_global.shtml 
**link: http://bibliobs.nouvelobs.com/essais/20100913.BIB5602/pourquoi-tant-de-honte.html
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7.11.12

L'uragano Sandy eletto nuovo presidente degli U.S.A.

Alcune recenti immagini dal Paese migliore nel migliore dei mondi possibili.

Il paese dei diritti e del progresso.

Il paese della fede in un dio buono e misericordioso.

Il paese dell'evoluzione e del futuro.

Il paese delle opportunità per i più deboli.

Il paese dell'ordine ma in armonia.

Il paese dell'integrazione tra culture diverse.

Il paese che garantisce la pace nel mondo.

Grazie agli Stati Uniti d'America per mostrarci la via.
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6.11.12

New York: una settimana dopo Sandy, ancora 200mila assistiti

"Papà, perchè il nonno ha progettato un aeroporto in mare? E mamma, non rompere: il letto con sopra il delfino putrefatto lo pulirà e lo rifarà poi la nostra serva negra, appena torna il carburante in città che poi potrà fare le quarantasei miglia dall'isola dove abita fino a casa nostra."
Nipote del progettista dell'aeroporto JFK

"La nostra villa di tre piani a Long Beach (trad.:: "lunga spiaggia"...) con vista sull'aeroporto di papà è andata distrutta,... chi avrebbe sospettato che della semplice acqua (ndr: l'Oceano Atlantico...) sarebbe mai salita di tutti quei millimetri in pochi secondi!"
Figlio del progettista dell'aeroporto JFK

Tralascio il disastro a Sud di New York: la penuria di carburante con razionamento, il coprifuoco in vigore in un quinto del territorio del New Jersey... Per una volta voglio parlare delle "buone notizie" dalla grande Mela. Dunque, sette giorni dopo il passaggio dell'uragano Sandy a New York, mentre scrivo, vengono riportati solo (...) 200000 (duecentomila) persone che dipendono da pasti ed acqua potabile forniti circa tremila volontari*. Il gas e l'energia elettrica non sono ancora tornati per un numero "irrisorio" di utenze, ad esempio ConEd nell'ultimo bollettino** parla di "solo" altri 127000 utenti senza energia elettrica (gli abitanti colpiti sono almeno cinque volte tanti, quindi 600mila persone), su un totale distaccato a causa dell'uragano pari a 960000 utenti dopo il passaggio di Sandy. ConEd, che ha dovuto effettuare ristrutturazioni e licenziamenti negli scorsi anni "causa crisi" (... ...) deve fare appello a tutta la manodopera e non basta: 500 tecnici sono stati assunti eccezionalmente per ripristinare la corrente elettrica.
Uragani come Sandy ("piccoli", che attingono New York solamente in categoria 1 su 5 di potenza...), con una crisi economica che continua o peggiora, porterà via la corrente per settimane e poi mesi, perchè semplicemente il personale per ripristinarla sarà sempre meno. 
Più dell'uragano Sandy potè (potranno) la (le) crisi? Se la città di New York invece di investire milioni ogni anno per nuovi poliziotti e mezzi militari investisse nella rete elettrica o per educare i giovani a consumare meno e meglio? In ogni caso costruire il 20% di una metropoli dove duecento anni fa c'erano addirittura spiagge, dune e paludi non si rivela tempo dopo essere un'idea furba. Mi pare ottima l'idea di costruire ben due aeroporti in mezzo al mare: il JFK a Sud di New York è stato costruito in una zona (Jamaica Bay) che era per un quarto mare, per metà la laguna di un oceano (ref.: cartine prima del 1910...) e per un quarto un rinomato campo da golf con dune naturali (... ...). L'aeroporto La Guardia invece, più "antico", fu costruito (ed ampliato dentro al mare!) sulla e a ridosso della costa sabbiosa della Flushing Bay, letteralmente "la baia della risacca" (o se volete "la baia che arrossisce", probabilmene per la vergogna). Non solo gli americani hanno dimenticato i nativi, imbrogliandoli e corrompendoli, assassinandoli e deportandoli riducendoli in gran parte ad anonime vite da alcolizzati, ma hanno pure dimenticato il significato ed il senso dei nomi che loro stessi hanno dato ai luoghi che hanno "scoperto", fatto proprii, calpestato, distrutto per costruire stupende scemate dal futuro incertissimo. 
Se fossi il dio della Bibbia, quello originale, geloso e vendicativo che loro han tanto venerato e vènerano, io non gliela farei mica passare liscia.

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Francia: i cimiteri di automobili in città

Ieri parcheggio l'auto in un bel quartiere residenziale della città francese in cui abito, a pochi passi dal centro storico, in posti non ancora a pagamento. Appena finisco la manovra, mi attira la sporcizia del veicolo giusto davanti: nell'interstizio tra tettuccio e portabagagli cresce addirittura una pianta. Le ruote sono a terra, un velo brunastro di polvere e particolato ricopre i vetri. Faccio per andarmene e noto che anche l'auto parcheggiata dietro alla mia è abbandonata da tempo, c'è chi ha usato l'ampio spazio tra parabrezza e motore come pattumiera. Poco più in là, un'altra ancora! Mentre osservo lo spettacolo, passa un alcolizzato coi suoi due cani ed esclama: "Ehehe, c'est la crise mon ami!"; mi aspettavo dal tipetto frasi peggiori, tipo che la prossima auto abbandonata sarebbe stata la mia o che il prossimo a fare la sua fine sarei stato io, ma io odio i cani e bevo veramente di rado ed in definitiva il poveraccio non potrebbe arrivare a tali teorie, perchè anche lui come il 95% dei francesi crede al petrolio eterno, al denaro illimitato ed al debito pubblico infinito.
Su una decina di auto parcheggiate nella stessa fila, ben 3 erano abbandonate da mesi. Passeggiando nel resto del quartiere tornando verso casa, ne conto una ventina. Penso: "a livello della città dovrebbero essercene, a spanne, almeno 600...".
In Francia abbandonare le auto in città, anche in parcheggi a pagamento avendo cura di rimuovere targa, assicurazione, etc., è un fenomeno ben noto e si chiama voitures ventouses ("automobili ventosa", perchè sono come incollate, costose da rimuovere, a volte difficile rintracciare i proprietari). Ma il numero di abbandoni è in aumento. Tant'è che le forze di polizia di tutte le città compiono regolarmente giornate di rimozione, con lunghe trafile organizzative e burocratiche. La procedura prevede la verifica quartiere per quartiere delle segnalazioni dei cittadini, i veicoli candidati alla rimozione vengono segnalati con adesivi; se dopo otto giorni l'auto è ancora là e nessuno si è presentato dai vigili urbani, essa viene rimossa. Ogni proprietario ritrovato significa almeno 90 euro per le casse pubbliche, più le spese attinenti al sequestro arriva a significare fino a venti volte il valore dell'auto, un vero rilancio economico del settore dell'auto! Un nuovo tesoro ad esempio per città come Lione* che, città ancora "poco" dotata di parchimetri (nemmeno 25% del totale contro il 95% di Parigi), quattro anni fa ha investito in nuovi parchimetri in zone "di abbandono auto" ed ha potuto fare piazza pulita, incrementare le rotazioni e fare cassa in una sola mossa.
Solo a Cognac, piccola città famosa per l'omonima bevanda, l'anno scorso sono state individuate 107 "auto ventosa"**. In una cittadina dalle parti di Tolosa, il parcheggio gratuito dell'ospedale era diventato uno scandaloso deposito***. A Parigi alcuni disoccupati particolarmente intraprendenti recuperano ormai le auto da soli e le vendono al kilo a compiacenti sfasciacarrozze****. 
L'automobile è come la legna che scalda quando la tagli e quando la bruci: costa a produrla, costa a comprarla, costa a dimenticarla, costa buttarla. Quanto paghiamo realmente un'auto da 12000 euro di listino tra aiuti di stato, esternalità dovute all'inquinamento, multe e tasse, manutenzione, penali e costi di rimozioni e sequestri? Ben oltre il triplo e senza contare il carburante.

*link: https://www.youtube.com/watch?v=tajw20BetGw
**link: http://www.charentelibre.fr/2012/09/21/cognac-lance-la-chasse-aux-voitures-ventouses,1115322.php
***link: http://www.ladepeche.fr/article/2012/10/08/1459407-villeneuve-la-chasse-aux-voitures-ventouses-a-l-hopital.html
****link: http://www.paristribune.info/Ces-voitures-ventouses-qui-disparaissent_a6777.html
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2.11.12

Uragano Sandy, l'11 settembre del clima

La frase più presente nei commenti dei media americani è quella del titolo. Dice molto. E conferma che, come diceva Céline tra gli altri, solo gli immensi calci nel culo risvegliano le galline dal loro becchime quotidiano (nota: "le galline" sono gli umani).
A quattro giorni dal passaggio dell'uragano Sandy, oltre tre milioni di americani che abitano in un raggio di 100 km da New York non hanno ancora l'elettricità, la metropolitana non funziona interamente e sarà difficile rispristinare tutto prima di un'ulteriore settimana; a Manhattan non c'è acqua potabile in un quarto delle abitazioni. 40 morti, circa 20 miliardi di dollari di danni stimati di cui 12 nell'area metropolitana di New York, dove in alcune aree è stato stabilito il coprifuoco per lottare contro i saccheggi, cosiccome in tutta la costa del New Jersey.
Una misura interessante per quel che riguarda l'era petrolitica è la seguente: il sindaco Bloomberg ha vietato da ieri l'ingresso a New York, da Est dove ci sono i maggiori problemi di trasporto pubblico, alle auto che non hanno almeno tre occupanti. Anche i taxi sono "eccezionalmente" autorizzati ad avere più passeggeri. 
E' l'ecologia forzata, l'incubo di chi si occupa da un secolo di ecologia: benvenuti nel 21esimo secolo. Cos'è meglio? Decrescere all'interno di comunità consapevoli o essere soli, disperati, ad obbedire ad ordini dall'alto?

L'uragano Sandy è stato l'"11 settembre" del clima.
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