6.11.12

Francia: i cimiteri di automobili in città

Ieri parcheggio l'auto in un bel quartiere residenziale della città francese in cui abito, a pochi passi dal centro storico, in posti non ancora a pagamento. Appena finisco la manovra, mi attira la sporcizia del veicolo giusto davanti: nell'interstizio tra tettuccio e portabagagli cresce addirittura una pianta. Le ruote sono a terra, un velo brunastro di polvere e particolato ricopre i vetri. Faccio per andarmene e noto che anche l'auto parcheggiata dietro alla mia è abbandonata da tempo, c'è chi ha usato l'ampio spazio tra parabrezza e motore come pattumiera. Poco più in là, un'altra ancora! Mentre osservo lo spettacolo, passa un alcolizzato coi suoi due cani ed esclama: "Ehehe, c'est la crise mon ami!"; mi aspettavo dal tipetto frasi peggiori, tipo che la prossima auto abbandonata sarebbe stata la mia o che il prossimo a fare la sua fine sarei stato io, ma io odio i cani e bevo veramente di rado ed in definitiva il poveraccio non potrebbe arrivare a tali teorie, perchè anche lui come il 95% dei francesi crede al petrolio eterno, al denaro illimitato ed al debito pubblico infinito.
Su una decina di auto parcheggiate nella stessa fila, ben 3 erano abbandonate da mesi. Passeggiando nel resto del quartiere tornando verso casa, ne conto una ventina. Penso: "a livello della città dovrebbero essercene, a spanne, almeno 600...".
In Francia abbandonare le auto in città, anche in parcheggi a pagamento avendo cura di rimuovere targa, assicurazione, etc., è un fenomeno ben noto e si chiama voitures ventouses ("automobili ventosa", perchè sono come incollate, costose da rimuovere, a volte difficile rintracciare i proprietari). Ma il numero di abbandoni è in aumento. Tant'è che le forze di polizia di tutte le città compiono regolarmente giornate di rimozione, con lunghe trafile organizzative e burocratiche. La procedura prevede la verifica quartiere per quartiere delle segnalazioni dei cittadini, i veicoli candidati alla rimozione vengono segnalati con adesivi; se dopo otto giorni l'auto è ancora là e nessuno si è presentato dai vigili urbani, essa viene rimossa. Ogni proprietario ritrovato significa almeno 90 euro per le casse pubbliche, più le spese attinenti al sequestro arriva a significare fino a venti volte il valore dell'auto, un vero rilancio economico del settore dell'auto! Un nuovo tesoro ad esempio per città come Lione* che, città ancora "poco" dotata di parchimetri (nemmeno 25% del totale contro il 95% di Parigi), quattro anni fa ha investito in nuovi parchimetri in zone "di abbandono auto" ed ha potuto fare piazza pulita, incrementare le rotazioni e fare cassa in una sola mossa.
Solo a Cognac, piccola città famosa per l'omonima bevanda, l'anno scorso sono state individuate 107 "auto ventosa"**. In una cittadina dalle parti di Tolosa, il parcheggio gratuito dell'ospedale era diventato uno scandaloso deposito***. A Parigi alcuni disoccupati particolarmente intraprendenti recuperano ormai le auto da soli e le vendono al kilo a compiacenti sfasciacarrozze****. 
L'automobile è come la legna che scalda quando la tagli e quando la bruci: costa a produrla, costa a comprarla, costa a dimenticarla, costa buttarla. Quanto paghiamo realmente un'auto da 12000 euro di listino tra aiuti di stato, esternalità dovute all'inquinamento, multe e tasse, manutenzione, penali e costi di rimozioni e sequestri? Ben oltre il triplo e senza contare il carburante.

*link: https://www.youtube.com/watch?v=tajw20BetGw
**link: http://www.charentelibre.fr/2012/09/21/cognac-lance-la-chasse-aux-voitures-ventouses,1115322.php
***link: http://www.ladepeche.fr/article/2012/10/08/1459407-villeneuve-la-chasse-aux-voitures-ventouses-a-l-hopital.html
****link: http://www.paristribune.info/Ces-voitures-ventouses-qui-disparaissent_a6777.html
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12 commenti:

  1. bestialmente d'accordo. La mia auto, del 2001 e che non ho alcuna intenzione di cambiare, la uso solo per fare la spesa e per caricare cose ingombranti (purtroppo mi capita spesso); per il resto mi muovo in scooter anche con freddo e pioggia.
    é comodo che sia così poco appetibile che non me la fregherà nessuno (e anche fosse non sarebbe gran perdita), eppure mi tocca osservare con disappunto che riescono comunque a mungermi ogni anno bollo e assicurazione che, sia pure senza furto, ogni anno non diminuisce anche se non faccio incidenti (sono in classe zero ormai da un po'; ma un anno aumentano il massimale per legge, un altro hanno ottenuto un adeguamento per legge, etc. etc.).
    Purtroppo farne completamente a meno è scomodo (abito a nord di milano, forse in città sarebbe più proponibile). Auspico l'avvento commerciale di iniziative di car sharing o anche di noleggi che, se fossero endemici, ridurrebero i costi di parecchio. Ma siamo ancora lontanissimi.

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    1. Nel 2001 avevo già cambiato due auto e avevo la patente da solo 3: bella la new economy, peccato sia un lontano ricordo... Chi te la ruba un'auto ormai, ce n'è talmente ovunque "da buttare" che non vale la pena rischiare la prigione. Anche se, sono un valore inestimabile... In una città media ci sono tra le 100 e le 10000 auto abbandonate a seconda del paese (Grecia o Norvegia, cambia molto...), in alcuni veicoli più recenti si trovano in piccole quantità metalli quali oro ed argento ed in grandi quantità rame, zinco, alluminio... Sono migliaia di euro di valore e soprattutto tonnellate di materia riciclabile (certo non al 100% e serve lavoro manuale oltre che la onnipresente energia fossile). Ancora oggi non esiste un piano nazionale nemmeno in Francia per un recupero di tutto questo "ben di dio" che già iniziamo a rimpiangere. Un lavoro del futuro è senz'altro il rigattiere, fino a pochi anni fa considerato un reietto della società, simbolo del declino ultimo...

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  2. Ho inavvertitamente cancellato un commento di tale PHOBOS: Caro Medo, leggo il tuo blog da tempo ma non avevo mai partecipato, vorrei dire la mia:
    avere l'auto oggi significa avere possibilità di spostamento Autonomo, Flessibile su orari/distanze/carico, e (con altre due persone con cui condividere il viaggio) potenzialmente meno costoso di treno o qualsivoglia mezzo pubblico. Purtroppo. Quindi privarsene porta ad avere una diminuzione delle "possibilità", oppure uno sforzo organizzativo, per lasciare invariate le proprie "possibilità", eccessivamente oneroso per tantissimi.

    Nell'equilibrio "distopico" in cui viviamo oggi, la trovo un grande aiuto (anche una fonte di stress, per carità, pensate solo al traffico) e potenzialmente una fonte di risparmio, come ad esempio quando la si usa per comprare grossi quantitativi d beni a prezzi scontati, che sarebbe impossibile caricarsi addosso per la stessa distanza.
    Ovviamente, ripeto, nell'equilibrio distopico in cui viviamo oggi. Perchè se togli ad esempio la condizione ambientale di lavorare 10 ore al giorno in un ufficio, la concentrazione della vendita di beni di consumo in pochi mega-negozi spesso distanti dalle abitazioni, e la dispersione "geografica" dei luoghi di vita della media delle persone, la necesità di avere un'auto, in media, sarebe molto meno pressante.

    Sono anche io convinto che si andrà verso una smobilitazione del parco auto, in Italia e in Europa sicuramente, per la cuase a tutti note, ma questa smobilitazione deve essere accompagnata da un cambiamento delle condizioni ambientali, che rendano meno "indispensabile" l'auto, altrimenti si creerà uno squilibrio, che genererà per forza di cose peggioramento della qualità della vita delle persone.
    Ci sarà questo mutamento? Io temo di no, spero di si, ovviamente.

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    1. Ottimo commento, per altro io ho appena fatto un Torino-Lione in auto, senza passare per autostrade (è possibile, anche d'inverno), con 18 euro di gasolio al costo francese (più costo usura veicolo, daccordo, diciamo altri 2 euro?). In treno ne avrei spesi 40 per una sola andata, dovendo prenotare settimane prima. Ma in Francia stanno già pensando al futuro: le nuove stazioni di servizio della Total si chiamano "Total access", per favorire prezzi bassi per ora (un accesso totale a prezzi bassi) ed il rifornimento solo di chi ha una carta professionale nel breve futuro (un accesso totale solo a chi ha la tessera abilitata, etc.)...

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    2. Direi che il fatto che il sistema ferroviario che dovrebbe "implementare" un sistema di trasporto industriale (sostenibile anche ecologicamente) a costi industriali sia stato via via reso più sclerotico e rigido (perché il modello è quello del pseudo business del fallimentare modello del trasporto aereo) e a costi maggiori e che i costi del trasporto su gomma NON conteggiano le esternalizzazioni rientra proprio nel modello "petrolitico".
      Insomma nei 18€ ti sei dimenticato l'usura dell'ambiente, i costi del traforo, la produzione di nanopolveri, l'aumento di CO2, l'inquinamento acustico, la distruzione forse di un pezzo di foreste del Canada o di delta del Niger...

      Direi che fare Torino Lione in auto a 18€ +x di gasolio rispetto ai 40+40 della ferrovia è proprio petrolitico.

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    3. Attenzione: volevo precisare che non ho preso il traforo del Frejus (43 euro per il pedaggio di andata e ritorno!). Quindi ho solo i costi dei "piccoli" tunnel che si trovano lungo le strade statali e provinciali. Comunque è proprio petrolitico: gran parte dei costi, e delle esternalità tipo danni all'ambiente incalcolabili, credo siano inscatolati nel debito pubblico e privato mondiale. Anche se ad esempio per la Francia, tempo fa avevo letto un articolo che diceva che nel debito attuale pubblico francese c'era al massimo un 5% di costi legati ad infrastrutture, quasi tutti lavori medio-piccoli delle istituzioni locali e, udite udite, non oltre un 5% di costi legati a manutenzione e smantellamento del nucleare, mentre ci sono 85% di interessi maturati in 40 anni, che in parte va ammesso che inscatolano esternalità sotto forma di inflazione dei costi bancari e finanziari.

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    4. (Ah, per i curiosi: l'articolo evidenziava che l'altro 5% del debito pubblico francese sono costi del'impiego pubblico e per la previdenza...)

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  3. Un uomo.In Cammino secondo me sbagli.
    Anche il treno ha un impatto ecologico enorme, pensa solo alla posa dei binari, alle moltissime gallerie che la regolarità del tracciato (soprattutto per l'inutilissima alta velocità) richiede, alla quantità di energia necessaria a muoverlo.
    Vuoi impatto ridotto? Cavallo, bicicletta, piedi. Non hai molte altre scelte.

    Per immaginare un trasporto ferroviario a bassissimo impatto ambientale dovremmo avere anche (a parità di altre condizioni, perchè se si riduce la quantità di viaggiatori e quindi di viaggi, crazie a Peppe che si consuma meno energia)
    . Eliminazione dell'alta velocità (e di tutte le spese extra che essa comporta, che sono impressionanti)
    . Recupero dei vecchi tracciati, delle vecchie carrozze, del vecchio tutto, che porterebbe anche un ritorno della capillarità delle ferrovie che c'era 40 anni fa, oggi in gran parte perduta, perchè altrimenti crei uno squilibrio, necessità di usare il treno, ma carenza di treni per tragitti "regionali" o anche addirittura da un comune all'altro.
    . Lavori di costruzione/manutenzione eminentemente fatti a forza di braccia
    . Alimentazione al 90% minimo con fonti rinnovabili

    Fino ad allora Il treno è petrolitico tanto quanto la macchina, perchè non puoi dirmi che è ecocompatibile un missile lanciato a 300 km/h, fatto di ferro e plastica, con aria condizionata a palo.

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    1. Una battuta per Phobos, il dio della paura: dici che è sostenibile il cavallo? Hai presente quanto mangia un cavallo? Hai mai visto come diventa una parcella di pascolo dove un paio di cavalli sono rimasti un mesetto?

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  4. Phobos
    Assolutamente d'accordo. Il TAV ha una quantità elevata di impatti pesantissimi.
    In queste condizioni sono ferocemente contrario a questo scempio.
    Del resto, direi che se volessimo proprio essere intelligenti, dovremmo chiederci cosa non abbia un impatto pesante con 7G homo in aumento verso i 9G.
    Hai presente una massa di 1M homo che a piedi attraversa una zona agricola o selvatica cosa lascerebbe dietro di sé? La devastazione.

    Ci sono scenari di decrescita più o meno radicale (di molte comunità, come Elfi, comunità dell'arca, altre come nomadelfia, urupia, etc. un po' meno)
    Ma io non sto pensando ad un mondo così.
    Io sto pensando ad un mondo con 1G o 2G homo che possono avere una vita anche un minimo supporto tecnologico.
    Certo: perch* è necessario muoversi sempre (di più (a velocità sempre maggiore))?

    Ecco, una efficiente e capillare rete di trasporto ferroviario a media velocità risulterebbe molto più sostenibile del caos attuale.
    Possibilmente in un mondo con un decimo della popolazione attuale.

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  5. già... praticamente tutto parte dal fatto che siamo troppi... triste constatazione che faccio spesso anche io trasportato dall'odio verso la massa, in circostanze tipo supermercati o traffico cittadino (le rare volte ormai che ci capito, in entrambi).

    Non condivido nemmeno io le esperienze decrescitiste radicali tipo elfi e company, per il semplice fatto che, come tutte le cose radicali, abolisce un modello in toto senza pensare magari, un attimino, che sarebbe più intelligente prendere quanto di buono quel modello ha, fossero anche solo due cose, e togliere il cattivo, sostituendolo con una soluzione. Invece si preferisce tagliare con l'accetta, portati più da un impeto emotivo che da un ragionamento razionale.
    saluti

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    1. Ho potuto constatare che non esiste un solo tipo di elfi, ma più ondate (quelli partiti negli anni '70, quelli degli anni '80 e gli altri più recenti). Tra queste ce ne sono di più laici e tecnologici, più aperti al mondo che hanno chiuso dietro le loro spalle. Abolire il modello industriale in toto, è comunque quasi impossibile ma non del tutto. Se volete vivere senza elettricità è durissima, perchè siamo nati in un mondo illuminato tutta la notte, ma è una questione di abitudine. Anche andare a letto poco dopo il tramonto è una cosa stupenda, certo per le prime settimane non si riesce ad addormentarsi facilmente, ma col tempo si arriva a dormire quelle 12-13 ore di buio d'inverno, per altrocon grande risparmio di riscaldamento e cibo.

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