28.9.12

Gran Bretagna: clima impazzito e ricorsi della storia

"A York la colonia fortificata di epoca romana si trovava su alture, 
il villaggio [originario] era invece sottoposto 
a piene regolari dei fiumi Ouse e Foss 
e giaceva abbandonato già nel 400 d.C. 
Solo nel 866 d.C., quando gli invasori vichinghi 
costruirono un porto fluviale, la città rinacque." 
dalla voce "York" di Wikipedia (inglese)

Parte dell'Inghilterra è massacrata dall'acqua piovuta in questi giorni. La città di York (foto a lato) è diventata un'isola nel fiume Ouse; è successo quasi all'improvviso, un flash flood come se la città si trovasse ai piedi dell'Himalaya: due passanti sono annegati, inghiottiti mentre portavano a spasso il cane, questo è accaduto nonostante uno dei servizi meteo più all'avanguardia del Pianeta e che non aveva comunque previsto tanta furia.
La depressione atmosferica responsabile del rude meteo di questi giorni è la più bassa registrata negli ultimi 31 anni, i manuali dovrebbero definirla depressione tropicale, peccato che il tropico si trova a migliaia di kilometri da qui. Che fare? Riscriviamo tutti i manuali?
Secondo il portavoce dell'agenzia meteo regionale, citato nell'articolo sotto*... "quest'anno la turbolenta jet stream ha sofferto di attorcigliamenti che riteniamo essere alla base della sua insolita posizione e del conseguente meteo atroce di questa estate". Mi son guardato un po' di tabelle scozzesi, ed in effetti lassù hanno avuto una estate pessima, tra vento, pioggia e freddo come non mai, tra i monti si sono registrati fino a 28°C in maggio, poi fino a +1°C con neve ad inizio settembre ed il record di bassa pressione, quello di pioggia oraria in primavera ed anche il record di indice di calore: in definitiva la Scozia ha visto spazzare via 6-7 record meteo di eventi estremi, in soli 8 mesi**)...
In sintesi, invece di transitare normalmente a circa 300 km a nord della Scozia, la corrente d'alta quota jet stream (ricordo che viaggia ad oltre 300 km/h a molte migliaia di metri di altitudine) in agosto si trovava 600 km più a sud, con traiettoria stabilita tra l'Irlanda e la Danimarca invece che Scozia, e poi Norvegia e Lapponia. Inoltre, piuttosto che essere tiepida e provenire da sud-ovest, garantendo un'estate più estiva, veniva da nord ed era fredda, addirittura ha nevicato sopra i 1300 metri per cinque o sei giorni, in piena estate. Questo sviluppo della situazione meteo pare sia una conseguenza del ciclone che si è formato ad inizio estate nell'Artico (a sua volta legato all'aumento della temperatura atmosferica attorno al Polo Nord) ed ha contribuito a spezzare non pochi iceberg, causando il record di minimo ghiaccio marino presente da quando gli umani hanno iniziato a vestirsi. Se lassopra avessimo ghiaccio, invece che un nuovo oceano con correnti profonde e di superficie sempre più calde, tutto questo forse non sarebbe accaduto.
La qual cosa non cambia la sostanza per gli abitanti dello Yorkshire: le rive dell'Ouse, lo dimostra la citazione in alto, sono da sempre difficili da abitare stabilmente ed "in pace", la fine dell'energia facile le porterà ad essere disabitate.
Finire inondati, dopo mesi di siccità ed anche molto lontano dal mare, diventerà un'abitudine in Europa soprattutto in riva a certi fiumi: per questo, ed altre ragioni, conoscere per bene la Storia ed applicare il metodo scientifico alla vita di tutti i giorni saranno un elemento di salvataggio. 

*link: http://www.dailymail.co.uk/news/article-2208812/Uk-Weather-Massive-clear-begins-deluge-powerful-warped-roads.html 
**link: http://www.scottishweather.net/index.php
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27.9.12

Arabia Esaurita: ancora 10 anni di petrolio?

"Prima della fine del petrolio là, iniziano le conseguenze della sua fine qua." 
Anonimo accattone europeo

Uno dei miei assidui lettori, che ho avuto il piacere di conoscere e che saluto, lo chiamerebbe un inequivocabile Segno di Crollo dell'Impero.

Piccola premessa: da anni l'aumento dei consumi interni sauditi non è più compensato da quello della produzione e le esportazioni calano, tre volte più rapide rispetto al calo di produzione, tra mille scuse dei petrolieri sauditi: le crisi mondiali, l'altalena dei prezzi, le rivolte arabe...
Ma diamo un'occhiata all'umile grafico a lato (cliccare per ingrandire) in cui, con dati freschi ufficiali, mi prendo la briga di aggiornare una autorevole previsione altrui del gennaio 2008*. Ancora una volta, anni dopo, sembra proprio che le riserve ufficiali siano state sovrastimate, anche quelle riviste al ribasso ed ufficiosamente dagli studiosi più pessimisti! Il pessimismo dei due autori di quell'articolo e quel grafico si rivela oggi non solo realistico, ma ottimistico: indovinano la produzione, ma purtroppo non fanno i conti con i consumi sauditi, molto aumentati (anche a causa dell'uso sempre più sconsiderato di climatizzatori in nuove case "all'occidentale", non proprio adatte al clima desertico...), mentre i paesi importatori "in crisi" non potevano più acquistarne al ritmo precedente.
Risultato: dal 2009, l'export sta calando di oltre il 10% annuo, a fronte di una depletion media di circa il 3%.
La "fine" dell'Arabia Saudita esportatrice, poiché più della produzione totale è l'export capacity che interessa alle centinaia di milioni di umani (europei compresi) che ne dipendono più o meno direttamente, a questo andazzo pare possa esser già tra dieci anni, non tra cento come si è fatto credere negli anni 2000. L'era petrolitica, lo verifichiamo ogni mese "dati alla mano", sta consumando i suoi ultimi barili. E pensare che attorno a Milano dei veri e proprii delinquenti espropriano le ultime fattorie per costruire una nuova autostrada: in un periodo di scarsità reale, l'energia-denaro sprecata per costruire autostrada non va a mettere in sicurezza la produzione alimentare di una metropoli già largamente deficitaria, ogni metro di nuova autostrada oggi, senza esagerazioni, è un ragazzino milanese in più che cercherà cibo tra i rifiuti domani.
Altre conseguenze immani della fine dell'export petrolifero (globale, non solo saudita): guerre anche tra paesi "ricchi", carestia globale, crollo dei mercati finanziari,... oppure tutte queste cose insieme. Prima di quel 2022.
  
*link: http://energybulletin.net/stories/2008-01-08/quantitative-assessment-future-net-oil-exports-top-five-net-oil-exporters

      [ nota bene: i dati di produzione e consumo forniti da Saudi Aramco sono una gittata, una media giornaliera, in barili di petrolio prodotti al giorno. Il dato medio di produzione di agosto 2012 è ufficialmente di 9,75 milioni di barili giornalieri, il consumo, per lo stesso mese, è stato di 2,9 milioni di barili. Le esportazioni ufficiali di agosto non sono ancora disponibili e, essendo un dato complessivo mensile che riguarda anche gli stoccaggi, è importante considerare che quelli delle esportazioni sono dati commerciali che non valutano direttamente la performance industriale del paese produttore in questione, in quanto possono non corrispondere alla mera sottrazione dei due dati ("produzione totale" meno "consumi interni"). A titolo indicativo, la sottrazione ci darebbe 6,85 milioni di barili di export medio giornaliero, più corretto parlare di export capacity, per il mese di agosto, siamo ormai lontani dai quasi 10 milioni di barili giornalieri medii esportati nel 1979... ]
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26.9.12

Messico: petrolio agli sgoccioli


"Non puoi estrarre petrolio che non c'era."
Anonimo geologo americano

Ne parla proprio oggi il blog di Debora Billi*: "Cantarell", il terzo più grande giacimento al mondo, ha battuto il record negativo di produzione degli ultimi 22 anni.
Attestandosi ad un misero output di circa 400000 barili giornalieri medi all'ultima rivelazione, la produzione attuale risulta più bassa di oltre la metà anche rispetto ai modelli dei più pessimisti picchisti hubbertiani... A lato vi mostro il grafico pessimista che girava su TheOilDrum.com nel 2005, io lo ho aggiornato col dato di settembre 2012, appunto.
Le mie ipotesi a riguardo del declino repentino sono tre:
1. il dato delle riserve ufficiali è falso, sovrastimato (in malafede?) in qualità e quantità di prodotto estraibile;
2. i tecnici non ottengono risultati apprezzabili dalle "nuove tecnologie" che raschiano il fondo del giacimento;
3. entrambe le cose.

Purtroppo per i messicani e per tutti gli abitanti del Pianeta, non ci sono prezzi "alti" e nemmeno tecnologie miracolose che mantengano elevata la produzione di petrolio che non esiste: anche mettessimo in produzione ogni goccia, la quantità presente è data e la quantità sotterranea è pressochè immutata (almeno sulla scala temporale degli eventi umani). 
Riguardo alla domanda di Debora "cosa sarà del Messico?", a mio avviso tra trent'anni somiglierà ad Haiti com'è oggi, anche senza terremoti e uragani devastatori.
Invece gli Stati Uniti saranno il Messico attuale e l'Europa somiglierà alla Moldavia odierna.

*link: http://petrolio.blogosfere.it/2012/09/messico-cade-la-notte-su-cantarell.html
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Fukushima: trave d'acciaio cade nella piscina combustibile

Nella foto a lato, il reattore 3 com'è oggi. Lo stato è pietoso e preoccupante; la foto è di grande qualità ed interesse: scattata il 19 settembre 2012, diffusa qualche ora dopo dalla Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA, in inglese) rispetto alle foto dei mesi scorsi, mostra una parete Ovest molto più "verde": muschio? Alghe? Ossidazione? Rame per allontanare i parassiti?! In compenso quel che era inclinato prima è inclinato anche oggi, pregando che non avvengano terremoti importanti nelle vicinanze. Oppure che non ci cadano dentro oggetti penzolanti,... come è accaduto proprio tre giorni fa.
Fukushima Dai-ichi, sabato scorso: durante le operazioni di rimozione detriti alla centrale nucleare, una trave d'acciaio di 470 kg è caduta "innavertitamente" nella piscina del carburante usato, al reattore numero 3. Ieri, Tepco ha mandato sott'acqua la consueta videocamera, poi dichiarando* a fine giornata che c'è effettivamente una putrella adagiata sul fondo della piscina, a 11,50 m di profondità, ma non possono confermare che sia quella caduta. Ma quante altre ne sono cadute là dentro, nel marzo del 2011? 
Tepco sempre ieri dichiara che all'interno della piscina non riscontrano danni in seguito a questa caduta, ma che un oggetto di almeno 300 kg potrebbe crearne cadendo, anche se la caduta è attutita dal liquido presente. Si impone un personale riassunto: una putrella di acciaio del tetto esploso nel marzo 2011, del peso di 470 kg, è caduta sabato nella piscina del combustibile, Tepco indaga subito ma anche con la videocamea non  la individua, ma dichiara che comunque l'incidente di sabato scorso non ha fatto danni; tuttavia, comunica sempre Tepco, un oggetto di oltre 300 kg "potrebbe fare danni" agli assemblaggi delle barre di combustibile e quindi devono continuare le indagini, infine ci dicono che effettivamente in fondo alla piscina hanno trovato una (un'altra) putrella, caduta dentro chissà quando, ma della caduta di quest'ultima non risultano danni.
Siamo arrivati a questo. Camminiamo sempre sull'orlo del baratro e del comico. Chissà cos'altro hanno nascosto, nascondono o nasconderanno? Un'altra notizia inquietante, meno recente ma che non vedo essere seguita da nessuna parte, è che l'edificio del reattore numero 4, quello della piscina "barcollante" sta spanciando, di circa 13 mm ad ogni nuovo rilevamento** (a cadenza per ora bimensile), gonfiandosi e afflosciandosi verso l'esterno (verso Ovest): siccome l'immobile è crepato in vari punti, si sta muovendo di lato ed inizia a pendere, gravato dall'immenso peso sovrastante a cui si aggiunge il peso di una piccola gru posizionata sul tetto da molte settimane ormai. Lo spanciamento avviene, forse, anche in seguito alle scosse di assestamento ed alla liquefazione del suolo attorno al reattore, fenomeno che accade durante terremoti di medio-alta intensità e che si è verificato a Fukushima (è stato fotografato a poche centinaia di metri dai reattori). Se il movimento non si arresta, all'orizzonte 2015 l'edificio sarà senz'altro crollato dal lato della piscina. C'è da sperare che a quel tempo abbiano rimosso tutto il carburante, ma pare che non sarà una faccenda tanto rapida, soprattutto se il Giappone non accetta da subito che forze internazionali collaborino sul campo. E non lo accetteranno mai.
C'è mica tanto spazio per fare gli ottimisti. L'ottimismo ha lasciato da tempo spazio al silenzio, la minimizzazione e la censura...

Ricordo che nella piscina 3, sotto quei detriti in foto in alto, sono tuttora contenuti 514 assemblati di combustibile usato e 52 di non usato, raffreddati alla meno peggio da Tepco, ognuno lungo circa quattro metri. Ogni assemblato pesa circa 300 kg e contiene 72 barre di combustibile UOX. 170 tonnellate di materiale in totale. La barra di combustibile di per se' è una lunga matitona formata da "pellet" (di uranio) infilati uno dopo l'altro grandi ognuno come una moneta da 20 centesimi di euro: ogni pellet fornisce l'energia equivalente di 3 barili di petrolio (ed ha un potenziale di inquinamento radioattivo su cui sorvolo per amore del lettore). La barra di pellet UOX è protetta da una lega metallica speciale. Se niente va storto, per rimuovere tutto quanto a Fukushima, e farlo in sicurezza, ci vuole almeno un anno secondo Tepco.
*link: http://www.yomiuri.co.jp/dy/national/T120925003337.htm
**link: http://enenews.com/bulge-in-no-4-reactor-building-40-larger-than-previously-reported-in-tepco-data
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24.9.12

Bomba al gas naturale in Louisiana: evacuazioni in corso


! - aggiornamento: secondo l'analisi comparata del prof. Paul Philp ( http://dnr.louisiana.gov/... ) i due gas, quello degli stoccaggi Napoleonville e quello che fuoriesce dal multiplo "sinkhole" del Bayou Corne giusto accanto, non sono la stessa miscela. Quindi non sta saltando per aria un deposito sotterraneo. Quello in fuga dai "sinkhole" è molto più azotato, non è di natura biogenica come il normale gas delle paludi o torbiere... è 70% metano, 20% azoto, 5% ossigeno. Quindi? A me sembrerebbe del gas naturale di bassa qualità. L'ipotesi mia è che tutto il casino sia casuato da operazioni estrattive e produttive (mediante fracking?) andate piuttosto male. Ma non sono un chimico, ne' un geologo, ma visto che chimici e geologi tacciono a riguardo...


L'era del petrolio sembra finire proprio male, peggio di ogni previsione, un incidente dopo l'altro. Negli Stati Uniti, più precisamente in Louisiana, già dal 2011 c'erano problemi non meglio specificati dalle parti di un deposito sotterraneo di gas liquido, il Napoleonville Salt Dome Gas Storage (schematizzato a lato). 
"Tutto sotto controllo, l'azienda sta riparando il guasto, etc etc"...
Cronologia dei fatti: all'interno di giacimenti esauriti, anno dopo anno, si iniettano e si estraggono milioni di barili equivalenti di butano, stoccaggi sotterranei considerati normalmente "sicuri" e praticati anche in Europa (anche sotto ad alcune piccole città padane),... ma un bel giorno "puff", dopo una serie di tremori di settimane si apre un buco*. E' a ridosso di una pipeline della società Chevron, non lontano dalle "grotte" del complesso sistema di stoccaggio ed estrazione del gas: all'inizio si pensa ad un naturale bradisisma, poi si dice sia saltata per aria una piccola pipeline, "cose che capitano",... ma le voragini aumentano di quantità e profondità, riempendosi di fanghi bizzarri che esalano acido solforico (tutti gli abitanti a dire che "c'è un forte odore di gasolio", per mesi, senza sapere davvero perchè, solo il 18 settembre l'agenzia locale della D.E.Q., l'ARPA americana, ha iniziato a controllare il livello di acido solfidrico in alcune aree abitate...).
Giorno dopo giorno la faccenda del "Bayou Corne" (il luogo preciso del incidente) attirano l'attenzione degli americani. Voragini che si portano via anche alcuni fabbricati si aprono da agosto fino ad oggi, si registrano emissioni gassose continue, piuttosto impressionanti, nelle paludi circosanti anche a centinaia di metri di distanza. Ad oggi vi è un insieme di quattro laghi di idrocarburi di 150 metri di diametro l'uno su un'area di un paio di kilometri quadrati. Sul fondo della voragine maggiore si trivella con apprensione da giorni, la situazione è talmente "sotto controllo" che addirittura due tecnici vengono risucchiati con l'imbarcazione della ditta, fortunatamente vengono subito ripescati; si trivella, ufficialmente, per capire cosa accade là sotto... I tecnici della società Texas Brine, nell'ultima nota*, ammettono di aver trovato un'area con pressione a 900 psi; circa quella di una grossa pipeline di gas naturale. Questo dato pare sia la prova che le voragini si siano aperte esattamente sopra ai depositi sotterranei di butano, che avrebbero problemi da circa un anno (!) e che la trivellazione in atto serva a far uscire il butano, il quale in definitiva sarebbe fuoriuscito dal  "salt dome" verso caverne superiori ed in tutto il sottosuolo circostante. La caverna con problemi sarebbe quindi proprio la Crosstex salt cavern, che contiene (tuttora) circa 900000 barili di butano.
A parte l'inquinamento per i prossimi secoli di un'area un tempo naturale, a parte tutto il butano emesso in atmosfera..., notizie di per se stessa già tragiche, ora è arrivato anche l'ordine di evacuazione degli abitanti nelle vicinanze perchè, dice lo sceriffo, il potenziale esplosivo in gioco è pari a circa "100 volte l'esplosione della bomba atomica di Hiroshima". 
Ma come? Non era tutto sotto controllo?
Viviamo proprio una bella epoca.

Qui è tutto spiegato dall'inizio, in inglese, con video che fanno una certa impressione:
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20.9.12

Crisi europea? La Cina sta peggio (merda a parte)

"Possiamo giudicare la prosperità di un paese osservando la quantità di acido solforico consumato e possiamo predirne il futuro in base ai fertilizzanti importati. (...) 
L'Oriente sopravviverà all'Occidente perchè recupera a scopo agricolo tutte le deiezioni, animali ed umane.
Justus von Liebig, Lezioni di Chimica (1843)
Ipotesi: il solo vantaggio della Cina è la merda?
Tutti a dire che l'Europa è finita, che la finanza è al lumicino e le banche al tracollo e che solo la Cina "va avanti" ed addirittura "ci salverà". Non è falso. E certe banche, se chiudessero domani, sarebbe meglio per tutti.
Ma diamo un'occhiata al grafico comparato (snapshot a lato, dal sito "Bloomberg") dello stato "finanziario" dell'area dell'Euro e di quello della Cina. Dall'inizio della crisi la borsa di Shanghai ha perso il 66%, l'Eurostoxx "solo" il 40%. Da un lato è banale ricordare che parte della ricchezza prodotta in Cina è capitalizzata da proprietari e consumatori europei, la ritroviamo nei bilanci della Deutsche Bank che partecipa a molte "venture" cinesi o nel PIL italico dove arriva come (salvifica) IVA sui prodotti finiti, in parte o purtroppo in toto prodotti in Cina, quindi viene addirittura a compensare alla meno peggio i nostri crolli... E' vero quando si dice che "la Cina lavora per noi", è vero da decenni e per fortuna che molti di quei cinesi non lo sapranno mai. Dall'altro lato, i cinesi hanno vantaggi sia naturali, sia sleali ed inumani: sono un paese ancora piuttosto ricco di risorse primarie rispetto all'Europa, anche grazie al loro regime "speciale" godono di abbondante energia a basso prezzo (carbone e schiavi). E poi hanno un'arma segreta... solo il caro Liebig*, 170 anni fa lo aveva studiato a fondo: la totalità del letame e molte deiezioni umane (sempre meno, ma un'immensità infinita rispetto a quante noi ne perdiamo ogni anno) erano e sono tuttora recuperate, portando il bilancio dei fosfati, in gran parte oggi comunque estratti da depositi minerali, ad essere ancora positivo. La Cina è l'unico paese industrializzato teoricamente ancora autosufficiente in fertilizzanti; in realtà importa una piccola parte, crescente ed a prezzi stracciati da paesi del Terzo Mondo, ma potrebbe addirittura farne a meno senza cali bruschi di produzione, mentre noialtri europei ne siamo davvero schiavi, tant'è che ad oggi per produrre lo stesso quantitativo di prodotto agricolo, causa tra l'altro fertilità dei suoli in diminuzione, dobbiamo spandere oltre il doppio di fosfati (in certe aree e per certe produzioni orticole, fino a sei volte di più per avere la stessa produzione quantitativa).
Detto questo, per ora e almeno nella sfera finanzaria, un eventuale primato cinese non pare più essere all'orizzonte, salvo collasso totale dell'Euro-zona. Quindi il futuro cinese almeno finanziario e bancario, semplicemente non esiste.
Piccola nota conclusiva: se formassimo un unico mercato (con l'"Euran" o meglio "Yuro" come monete, anche se io a questo punto proporrei il "Merdan") con la Cina, comunque avremmo bruciato in cinque anni capitali pari a circa la metà in meno di cinque anni. Da un certo punto di vista, nell'ultimo quinquennio Europa e Cina hanno visto scomparire valore creato  in circa quarant'anni... Ma, fateci caso, il volume di merda prodotta da tutti gli animali, umani compresi, è rimasto pressochè invariato, se non addirittura aumentato.
Tutto questo avvalora ancora, se ce ne fosse bisogno, la teoria del dirupo di Seneca**: il progresso (di una società) è lento, la caduta rapidissima... anche perchè "creare valore", nel nostro modello economico che la Cina ha sposato da tempo, equivale al consumo in parte irreversibile di risorse primarie.

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19.9.12

Giappone: dal disastro nucleare alla guerra nucleare?

Disputa "culturale"? Quella tra Cina e Giappone è una vecchia storiaccia: prima i diritti di pesca, poi quelli sull'estrazione di petrolio e gas naturale... Purtroppo per il Giappone, la Cina di oggi ha una potenza militare schiacciante e questa storia non si risolverà con le armi.
Parentesi: senza l'incidente alle pompe del raffreddamento di Fukushima ed agli altri orpelli industriali giapponesi danneggiati da terremoto e tsunami nel 2011, il Giappone non avrebbe, oggi, l'acqua alla gola nel cercare ovunque attorno a se' gas naturale e petrolio. Rischiano (rischiamo) la guerra nucleare globale per far fronte ad un disastro nucleare locale. Ancora una splendida applicazione della teoria del caos, dei ricorsi della Storia ed anche della stupidità umana: tutti rischiano per la corruzione di pochissimi.

14.9.12

Francia, gasolio al bando: la salute come "exit strategy" della penuria

L'ho scritto mesi fa: http://petrolitico.blogspot.fr/2012/06/la-fine-del-diesel-inizia-dalla-francia.html ...ed oggi accade: inizia* l'iter per bandire il gasolio dalla città di Parigi prima, nel resto della Francia poi: si comincia con il riequilibrare a breve termine la tassazione, eliminando il vantaggio fiscale di approvvigionarsi a gasolio. Le code, in aumento, di ormai quindici ogni volta che si deve fare il pieno stanno facendo anticipare i progetti che erano già previsti per il 2014. La pressione monta: il gasolio è caro, le stazioni di servizio sono sempre meno, la crisi non elimina automezzi con la stessa rapidità che in Spagna ed Italia... Prima o poi la decisione andava presa ed i razionamenti si operano prima della fine della risorsa, intanto che il gasolio c'è ancora. I raffinatori, nonostante i prezzi al record storico (scorsa settimana), non notano cali bruschi della domanda, ma sul mercato di greggio da raffinare ce n'è sempre meno: non riescono più a garantire il flusso nonostante importazioni di raffinato finito in costante aumento (del dilemma dell'import di gasolio francese, paese divenuto importatore netto decenni, ne parlo con cifre e grafici qui: http://petrolitico.blogspot.fr/2012/08/francia-il-dilemma-del-gasolio.html ). Arrivano anche, puntuali, i risultati di ricerche ecologiche e sanitarie, che aggravano, come ci si poteva aspettare, la posizione dei motori diesel comemotori inquinanti e questo nonostante le migliorie moderne.  
Ma attenti bene, tra i primi promotiri dell'uscita di scena "rapida" del gasolio almeno nelle aree metropolitane per ora, non ci sono politici, ecologisti o movimenti di cittadini... è invece la stessa azienda petrolifera Total (da anni annunciava l'impossibilità di fornire sempre più gasolio)**, a capo dela UFIP (unione petrolieri francesi): Total, prima impresa di Francia, dopo inutili chiacchiere coi governi di destra, sta ora approfittando dei progetti lacrime e sangue dei socialisti (pare dovranno licenziare funzionari pubblici già dall'anno prossimo, MAI accaduto nella storia della Francia nemmeno negli anni '30) e sta spingendo ora per cominciare a razionare, partendo dalle città, certo col sotterfugio più abile possibile. E ce la faranno. 
Se non ce la faranno, la Francia ha comunque il più alto numero di militari e poliziotti per abitante di tutta Europa.

*link: http://www.lepoint.fr/auto-addict/strategie/les-petroliers-contre-le-diesel-14-09-2012-1506161_659.php 
**link: http://www.liberation.fr/vous/0101172679-TOTAL-propose-de-bannir-le-diesel-des-villes
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Intoppi a Fukushima: ci si mettono pure le alghe

Aggiornamento sulla situazione della centrale nucleare Fukushima Daichi. 
Il 30 agosto 2012 da Tepco ammettono di avere un misterioso problema. La portata del liquido di raffreddamento cala senza perdite apparenti, immettono 10 metri cubi e ne arrivano 9... Non trovando perdite visivamente da lontano, prima fanno giusto una decina giorni di riunioni per decidere chi va a vedere da vicino (venti metri più o meno vicino a certi liquidi e tubi, quando sei da quelle parti, ti cambia la vita...),  poi cercano con una telecamera interna e scoprono il guaio: parte dei tubi e delle cuves lascia passare luce, essendo in materiale plastico non oscurato, beh acqua più luce uguale alghe! Se avessero un orto da irrigare, certe cose le saprebbero. Invece sono solo mega-esperti di un micro-settore del sapere, col risultato che sapendo (quasi) tutto di quasi nulla, non sanno niente di quasi tutto. Peccato che quel "quasi nulla" che manovrano sta mandando al camposanto più rapidamente ed in condizioni peggiorate molti, ma molti esseri viventi: per pochi che saranno, saranno comunque troppi.
A tratti di alghe nei tubi ce n'erano talmente tante che l'acqua per raffreddare i punti critici della centrale disastrata non riusciva più a passare e loro là a farsi domande e a far riunioni con i loro fogli di calcolo... 
Ci hanno messo circa due settimane, ma al 14 settembre dichiarano di aver risolto il problema (vedi rapporto*). Tutto a posto quindi, fino al prossimo guaio:  infatti hanno reso noto,nelle ultime ore che hanno delle "criticità" nello stoccaggio dellle frazioni radioattive liquide ed anche solide  (fanghi?). Esauriranno entro un mese la capacità dei siti di stoccaggio: hanno soluzioni, per ora non è nulla di grave (tanto l'oceano è vicino ed è grande grande...).

*link a rapporto Tepco, pubblicato in inglese: http://www.tepco.co.jp/en/press/corp-com/release/2012/1219730_1870.html 

PS : per gli amanti della pornografia nucleare, qui le operazioni alla centrale Daini, con rimozione - avvenuta con successo addirittura con persona che passeggia tranquilla ad un passo dalle barre di combustibile sott'acqua - del coperchione a forma di tetta del reattore numero 4: http://photo.tepco.co.jp/date/2012/201209-j/120914-01j.html
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13.9.12

Idrati di metano: scorciatoia per estinguerci prima?

Continuo a pubblicare miei appunti riguardo al "mostro" del metano atmosferico. Oggi mi aiuta Albert Bates, tra i padri fondatori dell'ecologia pratica statunitense, che riassume* per bene la questione della liberazione da sottosuolo del metano nell'emisfero Nord che porterebbe alla liberazione di tutti gli altri. Il testo è in inglese, non molto lungo e con interessanti immagini; le fonti citate parlano di ben oltre i già preoccupanti +5 metri di innalzamento dei mari entro la fine del secolo, come da studi di Steve Hansen e Miki Sato**, ormai accettati ufficialmente come worst case scenario
Albert Bates, quindi, cita soprattutto il prof. Malcolm P. R. Light, uno dei più acuti ricercatori proprio sulla questione degli idrati di metano nell'Artico. Light ha effettuato studi accurati su tutti  i parametri in gioco, compresa l'espansione volumetrica degli oceani all'aumentare della temperatura, e soprattutto analizzando il caso delle "torce di metano naturale" che stanno da tempo eruttando vicino all'Alaska (in foto le zone più emettitrici di metano di tutto l'Artico, da un articolo del prof. Ugo Bardi). Alla luce di tutto questo, Light ha stabilito che al ritmo attuale il ghiaccio Artico, ma anche per conseguente effetto serra quello dell'Antartide (è appurato ci sia molto metano anche sotto l'Antartide, quindi il circolo vizioso non si arresterà a quel punto) e la totalità del ghiaccio sulla Terra se ne saranno andati entro il 2070. Totalmente. Uno dei segni della fine è per altro l'apparizione di un vortice ciclonico, un vasto anche se debole uragano, sull'Oceano Artico, a poche centinaia di kilometri dal Polo Nord, proprio in questa estate 2012, il quale con i suoi venti e le sue onde, ha spezzato il sempre meno ghiaccio presente, diventando la grande causa del collasso del ghiaccio di quest'anno (si è persa l'84,25% della superficie ghiacciata quest'anno a fine ciclo, in settembre, ed in meno di 5 mesi era il 75% ad essersi sciolto).
Malcolm P. R. Light abbozza qua e là le conclusioni estreme, in parte plausibili ed in parte già sotto i nostri occhi, sugli eventi correlati all'aumento che da lineare diventerà esponenziale della temperatura atmosferica. Ad esempio: l'estinzione di tutti i cereali (in effetti, pensandoci, anche con solo +0,2°C annui in Cina, siccità compresa, non avranno tempo ne' energia ne spazio ne' suolo adatto per spostare di 1000-1500 km "più a nord e ad ovest" le coltivazioni di riso, tanto per dirne una..., sostituendo intanto li riso col grano), sarà la fine per la maggiorparte di erbivori senza più mais ne' soia sui mercati (quest'anno siccità storica in Brasile, nello stato di San Paolo non piove da 57 giorni! Si parla di "emergenza per la soia", etc.),  l'inondazione di gran parte dell'industria che è stata costruita per ragioni economiche a ridosso dei mari, poi aggiungo io:  le centrali termiche anche nucleari, gli stoccaggi di cereali e carburanti, quasi tutti questi orpelli si trovano in zone "sommergibili" entro il secolo.
In definitiva, il prof. Light parla espressamente ed adducendo dati scientifici, osservazioni e previsioni accurate, di completa estinzione umana entro il 2100.
Ho letto accuratamente i testi di Light, che aggiorna periodicamente sul blog collaborativo "Arctic News"( http://arctic-news.blogspot.com ),  ho poi considerato i grafici suoi e delle sue stesse fonti e finora - purtroppo - non ci ho trovato punti davvero esagerati. Secondo me invce delira chiaramente quando propone soluzioni del tipo: "mandiamo delle flotte di tecnici per costruire piattaforme urgenti, recuperare il gas da idrati con metaniere e mettiamolo in vendita"... Qui si vede che non è un petrolchimico e di estrazione petrolifera non ne sa molto. E poi se dobbiamo affidarci, per dire, alla collaborazione immediata tra ONU, NATO e privati come Gazprom o BP per salvarci tutti, è proprio finita, tanto vale buttarci ora nel Po  (o nella Loira per quel che mi riguarda), intanto che questi fiumi hanno ancora dell'acqua. E' davvero troppo tardi per recuperare energia con l'industria (e l'esercito...) dagli idrati di metano, li abbiamo scoperti da poco e non possiamo farcela, da quel lato ci restano solo le preghiere. Estrarre da idrati di metano, quindi liquefare la parte che ci serve e portarla a riva, usando il tutto per produrre energia, trasformando il CH4 in CO2 meno pericolosa... è un bel sogno, legittimo, ma resta un sogno. Una piattaforma, soprattutto in quelle condizioni estreme, necessita in media di DIECI anni per poter estrarre  in sicurezza quantità significative di metano da idrati. Gli studi di Light segnalano il prossimo periodo, tra 2012 e 2018 come   ultimo per fare qualcosa che abbia un minimo effetto. E chi paga l'investimento? Parliamo di centinaia di miliardi di dollari, dovremmo ora "tassare" il petrolio ed il gas naturale e farlo costare almeno 5-6 volte tanto, esponendoci a rivolte mondiali che dureranno comunque anni, per mandare americani e russi nell'Artico a salvarci tutti.
Piccola nota per il Mediterraneo ed i suoi abitanti: per "l'estinzione", chi mi legge in italiano e vive in Italia, nello scenario peggiore ha comunque tempi forse più lunghi, il problema dell'Italia sarà (lo è già) la siccità prolungata, punteggiata da periodi di blocchi depressionari sempre più profondi posizionati sul Tirreno, con bombe d'acqua su certi versanti montani e il ripetersi di lunghi periodi di calore estivo; io non abiterei già ora ad esempio, tranne che su palafitte o imbarcazioni, in aree costiere (o più interne ma a ridosso di fiumi e canali), nelle province di Rovigo, Ravenna, Ferrara, Venezia, La Spezia, Massa, Pisa, ... 
Investimenti che potranno salvare vite umane, piccoli paesi o comunità, ora, in Italia, sono: la manutenzione dell'esistente e la costruzione di nuovi bacini idrici a monte, la riduzione immediata della superficie coltivata esclusivamente a mais, almeno il raddoppio delle tasse sui prelievi di falda per mantenere il sistema più efficace possibile a lungo termine, abbinando eolico e solare alle stazioni di pompaggio... che resteranno "presto" senza elettricità costante ed in seguito senza carburante.

*link: http://peaksurfer.blogspot.fr/2012/08/game-over-or-overtime.html
**link: http://energybulletin.net/stories/2012-01-03/hansen-still-argues-5m-21st-c-sea-level-rise-possible
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12.9.12

Metano atmosferico: concentrazioni oltre ogni record

Il metano naturalmente stoccato sul fondo di laghi e mari in zone una volta "polari" si sta liberando in quantità immense, in Alaska si misurano ormai picchi di metano nell'atmosfera a 2,5 ppm ("2500 ppb", grazie a M.T. per la correzione)), aumento di 5 volte in un solo anno. A questo ritmo, conseguenze drammatiche quali la deglaciazione totale della Terra (già avvenuta in passato, molto più lentamente ma non avevamo costruito oltre la metà delle case e delle industrie di tutto il mondo a ridosso del mare) possono realisticamente avvenire entro 30 anni*: dal 2000 circa siamo passati da una curva con media di 3 mm/anno di aumento del livello dei mari ad una di 20 mm/anno, stiamo progredendo fino alla inclinazione tremenda dei 150 mm/anno. Questo pone un serio problema pure alla produzione di energia da nucleare, oltre che a tutte le cisterne di carburanti nei porti marittimi: dovremmo investire subito 3000 o forse 30000 miliardi di dollari per traslocare solo le centrali nucleari e le cisterne per raffinati, senza nemmeno pensare a spostare chi vicino a quelle coste abita, pesca, coltiva, fa le vacanze...
Lo scenario climatico che si sta dipingendo è un aumento della temperatura media terrestre più elevato e rapido dell'immaginabile, con ulteriore estremizzazione di eventi quali i venti in quota (conseguenze non immaginabili), la siccità, le ondate di calore, tempeste ed uragani... In zone costiere dell'Alaska e della Siberia il mare erutta bolle di metano ormai di continuo. Se prima il fenomeno era solo misurabile, ed "invisibile", ormai la metanizzazione dell'atmosfera ed i suoi effetti sono visibili a terra... ed anche in cielo, infatti anche in alta atmosfera le concentrazioni sono tali che il fenomeno delle nubi noctilucenti è diventato un comune soggetto fotografico per i nordamericani (foto a lato). 
Inondazioni? Estati a 30°C di notte e chissà quanto di giorno? Alternarsi di inondazioni e di grandi siccità già in atto? Ma no, state tranquilli: va tutto bene, perchè gli scienziati** hanno previsto che "si potrebbe" (non lo ha mai fatto nessuno e presumibilmente non lo farà nessuno, ma l'importante è infondere ottimismo) far bruciare queste colonne di metano con una semplice iniezione laser a distanza. Certo! Non ci avevate ancora pensato? E' perchè non siete scienziati. Ed allora che problema c'è se continuiamo ad emettere gas serra senza alcun controllo?! Tanto un giorno ci saranno squadre di tecnici che risolveranno anche questo problema. "Tanto ormai...".

*link: http://arctic-news.blogspot.fr/2012/08/charting-mankinds-expressway-to-extinction.html
**link: http://www.climatecentral.org/news/scientists-defending-against-the-methane-bomb 
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11.9.12

Grecia: è caccia aperta al clandestino

"Per ogni povero che impallidisce per la fame, un ricco impallidisce per la paura." 
Louis Blanc, storico francese (1811-1881)

Un allucinante video di due minuti che circola da un paio di giorni. In Grecia gli squadristi di Alba Dorata sono arrivati a controllare impunemente l'identità dei commercianti stranieri: se trovano degli illegali, questi vengono picchiati dal branco e le merci distrutte. Niente più energia significa  collasso dello stato centrale, sempre meno controllo del territorio, significa logiche neotribali e decadenza generalizzata. La Grecia era il paese d'Europa più fragile per quantità di petrolio necessaria alla creazione di ricchezza, seguito nell'ordine da Portogallo, Irlanda, Spagna ed Italia (studi di Luis De Sousa, 2010*). Le spedizioni punitive contro gli immigrati prima ed altri "poveri" poi, non tarderanno nel resto d'Europa. 
...Quel che si massacra non è lo straniero in quanto tale, ma colui che rappresenta il grado di declassamento che ci attende in futuro o, se vogliamo, coloro che rappresentano le tappe precedenti del nostro stesso sviluppo: quando un europeo progredito vede un diseredato africano, vede il proprio declassamento nel caso in cui i piloni del proprio progresso vengano minati. I poveri di oggi non sono che uno specchio, un penoso viaggio nel futuro con la macchina del tempo. Oggi abbiamo in dono il lusso di avere sempre più paura,  poichè abbiamo cose e status da perdere. La paura si combatte bene dando pugni ai più deboli. Purtroppo dopo la paura, nella Storia, è venuta spesso la fame e per picchiare bisognerà aver mangiato.

*link: da grafico sulla dipendenza dal petrolio in Europa, da "Strategic energy review 2" http://europe.theoildrum.com/node/7001
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7.9.12

Una vita per 1 euro: i precari acrobati del nucleare

"Prima che finisca l'era del petrolio, trionferà la nucleare... la guerra." 
Anonimo italiano

Ennesimo incidente, con feriti, alla centrale nucleare più insicura di Francia*. Il paesino vicino e che dà il nome alla centrale, è Fessenheim, traducendo alla lettera dall'alsaziano-francese darebbe un "Patria del culo" o "Focolare tra le chiappe": direi ottimo e lungimirante posizionarci una centrale nucleare. Come da foto a lato, la centrale di Fessenheim si trova in zona mediamente sismica (di zona rischio "francese" 3 su 5, ma a pochi kilometri dalla zona 4 e a trenta kilometri dall'epicentro di un sisma di grado 6,9 Richter, avvenuto nel 1356) e sopra la falda freatica più grande d'Europa, accanto al fiume più importante d'Europa ed anche quello "più abitato": insomma cosa potrebbe mai andare storto?
Mi viene chiesto via e-mail di fare un commento all'incidente. Non ho molto da dire, se non che si tratta di un incidente senza alcuna fuga di radiazioni o materiale radioattivo e che non peggiora la situazione di sicurezza. Ma molto più interessante del piccolo incidente di Fessenheim è il video che posto qua sotto, che ho trovato proprio ora quasi per caso cercando aggiornamenti  sull'accaduto. E' una vecchia intervista, con immagini inquietanti, ad un probabile collega dei due feriti di Fessenheim, un "jumper nucleare"...
Ma chi è e come opera un jumper? E' un precario solitamente non qualificato, con contratto intermittente ed alle dipendenze di una ditta esterna, che svolge più volte nell'anno ed in tutta la Francia brevissime e rischiose  operazioni manuali di manutenzione ordinaria e straordinaria all'interno dei reattori, fin dentro ai circuiti idraulici principali (zone estremamente radioattive e per questo deve andar sveltissimo, appunto saltare dentro, operare e poi saltar fuori; dall'inglese "to jump"). Quello che vedrete nell'intervista  è talmente precario che vive addirittura  in una mobil-home, con altri jumpers come lui, in un campeggio non lontano da una centrale nucleare.
Un'ora di lavoro consente al jumper di guadagnare la bellezza di ...12 euro netti talvolta solo 10).  Dopo la liberalizzazione del mercato del lavoro, anche nella Francia che è prima al mondo nella tutela dei lavoratori, certa manodopoera è una pacchia per chi gestisce il nucleare: quei 90 secondi cruciali di intervento manuale di un jumper costano molto meno di 1 euro. Una caduta accidentale magari dentro tubi "più profondi" causerebbe ritardi nell'uscita, oltre a contrattempi tecnici incommensurabili, ed esporrebbe soprattutto la persona a dosi radioattive via via più dannose, certamente letali dopo pochi minuti, eppure all'azienda energetica un'operazione come questa costa meno di una baguette.
Ad un certo punto dell'intervista, comunque verso l'inizio, il jumper parla dell'ovvia paura di operare in spazi angusti e poco illuminati; qui interpreto leggermente: a seconda del tipo di reattore gli deve essere  proprio capitato di trovarsi a pochi passi delle tubature che vanno ad un nocciolo - immaginate poi l'estrema difficoltà tecnica di recuperare un eventuale corpo caduto, dato che non pare siano allacciati o imbracati - perchè il jumper dice proprio "...se poi cadi in quel buco (uno dei boccaporti circolari, tra le cisterne ed i tubi, ndr), vai dritto al cuore (il nocciolo, ndr)... allora là, non bisogna proprio caderci!"). Poco dopo parla della situazione sanitaria sua e dei colleghi precari: "Abbiamo un controllo sanitario, fino ad ora nessun problema, ma fino a quando? Non lo so, sono ancora giovane [ride], si vedrà quando verrà la pensione! In ogni caso quando si prende molta dose d'un sol colpo, quando facciamo manovre speciali, poi la si sente la sera stessa: si dorme peggio ed anche nei due giorni che seguono la si sente". Ecco il video, più prosegue più si vedono veri malati e disagio e segreti e dichiarazioni che io sconsiglio in definitiva ai più pessimisti ma anche agli ottimisti.

*link notizia incidente: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-05/allarme-centrale-nucleare-fessenheim
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5.9.12

Francia: bonus/malus in bolletta e fine del consumismo

"Se non aumentiamo, ora e di molto, anche mediante una carbon tax il prezzo dell'energia, ci dirigiamo dritti verso una dittatura."
Marcel Boiteux (2007), direttore della compagnia elettrica
nazionale francese EDF dal 1967 al 1987*

Ecco l'inizio della dittatura del contro-consumismo.
E' una notizia bomba*: da oggi in Francia chi consumerà energia oltre i bisogni di base stabiliti da governo e società di produzione e distribuzione energetica, pagherà più caro. Avrà invece un piccolo sconto chi starà nella norma. E' il bonus/malus applicato ai consumi energetici. E se gli alti consumi non sono dovuti a "spreco" del nucleo famigliare ma alla pessima isolazione, la differenza tra quota normale e quota "sprecona" dovrà essere pagata dai proprietari, qualora si abiti in affitto. E' finita l'era dei consumatori/clienti, si torna agli utenti. Un altro passo fuori dal capitalismo dell'impossibile crescita perenne. 
Sarà mica finita l'era della Repubblica Nucleare?
La riforma avviene proprio nei giorni in cui si ufficializza da più parti la "penuria" elettrica prevista anche in Francia, dal 2016, quando inizieranno smantellamenti pesanti del parco produttivo nucleare.
Domanda: a quando sarà tassata la terza mela mangiata ogni giorno? E il metro cubo d'acqua di troppo, sarà quello che farà distaccare l'utente anche se non moroso? Si rischia di regolare l'iperinflazione in un modo bizzarro: tre mele a 3 Euro... la quarta a 3 Euro. Sarà facile con le casse dei supermercati ed i bancomat, ma al mercato sarà la corsa ad accaparrarsi cibo, alle 6 monti il bancone ed alle 8 non hai più niente.

Pensiero finale: già 40 anni fa si sarebbe potuta scegliere una povertà illuminata, una sobrietà felice, una ecologia condivisa. Non è stato fatto, anzi si sono fondate associazioni per i diritti dei consumatori. Si è parlato di diritto alla casa per tutti, certo, diritto a tutte le utenze, ci mancava poco ed in Francia stavano per iscrivere nella costituzione il diritto alla caldaia a condensazione per tutte e  20 milioni le famiglie e quello ad aver un'auto ognuno (non scherzo: è un dibattito sul diritto alla mobilità ancora in voga). Ebbene, dopo tanto consumo, la festa sembra finita ed ora ci tocca la dittatura delle risorse limitate, purtroppo con la peggiore classe politica di sempre a governare gran parte del mondo (per ora in Francia va di lusso) e sempre più fanatici incompetenti o "figli di" a tutti i livelli di gestione.

*link: http://fr.wikipedia.org/wiki/Marcel_Boiteux
**link: http://www.lefigaro.fr/conso/2012/09/05/05007-20120905ARTFIG00416-coup-d-envoi-du-bonus-malus-pour-les-tarifs-de-l-energie.php
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3.9.12

Acqua, petrolio: bella scusa la speculazione, brutta realtà la penuria

In rosso a lato l'aggiornamento sulle contee americane che hanno dichiarato lo stato di calamità naturale per siccità (link sotto* per l'immagine più grande). Oltre 200 milioni (!) di americani quest'anno hanno vissuto con provvedimenti restrittivi sull'uso dell'acqua (anche potabile, anche da pozzi privati) e moltissimi ci vivono ancora ed avranno lo stesso problema l'anno prossimo, perchè ancora negli USA, a parte per il corridoio degli uragani, non ha ricominciato a piovere. 
L'agricoltura americana quest'anno perderà almeno il 30% (!) dei raccolti rispetto alla media del decennio scorso. Non è piovuto per mesi, le ondate di calore sono durate settimane con migliaia di animali - tra cui umani - morti in più rispetto alle medie, i bacini per irrigare sono vuoti MA ovviamente "è tutta colpa di una dozzina di grandi speculatori". E "NO: il clima non sta cambiando in peggio".

Dei cattivi speculatori si parla guarda caso anche riguardo al tema scottante del costo del greggio e dei raffinati,... quando è dal 1984 (!) che la produzione mondiale di greggio ha scavalcato in quantità le nuove scoperte di nuovi giacimenti. Dal 1984 non rimpiazziamo infatti che una sempre minore quantità di quello che consumiamo. Sono quasi trent'anni che sappiamo che finirà male e presto, con pochi anni di tempo in più garantiti da migliori tecniche (ma non senza rischi, vedi la piattaforma Deepwater Horizon a kilometri di profondità: una trivella si frantuma e l'equivalente di un terzo del Mediterraneo è sterilizzato di vita marina per anni), ma "NO: il petrolio non sta finendo, è tutta speculazione". 
Nel 1984 si diceva quindi che tra trent'anni sarebbe finito tutto il petrolio (quello esportabile! che è quello che interessa a noi europei). 1984 + 30 = 2014 (!). Ultimamente abbiamo scoperto nuove tecniche di estrazione che hanno allungato la vita dell'industria petrolifera di ulteriori trent'anni, peccato che la Cina, gli Stati Uniti e pochi altri hanno consumato tutto il sovrappiù, da sole e grazie alla leva finanziaria che ha ipotecato gran parte delle nuove riserve, in questi ultimi dieci anni. Quindi siamo al punto di partenza... 2014, 2017, 2025?
Le esportazioni di petrolio entreranno in stabile e permanente siccità quando? 
Un vecchio proverbio presente in quasi tutte le lingue del vecchio mondo dice "uomo avvisato mezzo salvato", forse i nostri avi intendevano in realtà dire che per 10 umani che sono stati avvisati ieri ne sopravviverà la metà domani? E dopodomani? 

*link: http://www.fsa.usda.gov/Internet/FSA_File/drought_secretarial_desig_12.pdf 
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