29.6.11

Cacciatori (di uomini) e raccoglitori (di cadaveri)

Cambiano i tempi, non le forme. Corsi e ricordi della storia. Per uscire dall'incubo dell'ammanco di materie prime ed energia di questi anni ci vorrebbe un ragionamento su una agricoltura perenne, su una società che scegliesse delle "moderne forme antiche" di produzione e distribuzione alimentare, ad esempio.

Ed invece... Stanno decidendo per la Morte. Ancora e sempre.
Più guardo i miei contemporanei e più mi pare che sia giunto ancora una volta il momento delle armi. Se in futuro saremo di nuovo raccoglitori, lo saremo dei cadaveri dei nostri vicini o dei nostri figli. Lo scoramento a volte è massimo. Barlumi di vita solidale, comunitaria e pacifica? Sempre meno. Vien voglia di iscriversi al poligono. Di far come tla maggioranza violenta, scegliere la via più sbrigativa e farli fuori tutti (quelli che si oppongono a noi).
Molto prima delle zappe nacque la punta di freccia per uccidere cervi e cinghiali ed il coltello per aprirne le carni. Gli umani di oggi non meritano, troppo spesso, una fine migliore.

Amen.
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22.6.11

Mi restano 95 pieni di carburante

Nel senso che da quel* post ho fatto fuori TRE pieni, fisicamente. In 7 giorni. Di cui ben due e tre quarti sono dovuti ad un vero fottutissimo imprevisto. Ed ho perso nello stesso lasso di tempo ben 90 Euro per una multa assurda (non sono uno che prende multe, ne' assurde ne' non assurde). Quindi ho perso quasi altri due pieni di carburante...
Sì, il mio è un post provocatorio.
E profetico.
E realista.
L'imprevisto, l'assurdo... E ti ritrovi "senza". Come una guerretta in Libia, una rivoltina in Algeria, una sollevazioncina popolare in Arabia Saudita. Una pipeline che salta senza ragione, un meltdown di qua, una ondata di calore in luglio 2011 sull'Europa meridionale... Un default dell'Euro, uno della Spagna, uno degli USA. E siamo tutti dei senza. Siamo d'improvviso nel Nulla.

E che dà molto da pensare. A chi sa leggere.

*http://petrolitico.blogspot.com/2011/06/ci-restano-100-pieni-di-carburante.html
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15.6.11

U.S.A.: collassi in corso

Lungo il fiume Missouri due dighe degli anni '40 hanno ceduto ieri*, altre sono in uno stato critico... La situazione è imprevedibile, il Genio Militare è al lavoro con tutti i mezzi possibili, l'Iowa (in foto, dalle parti di Sioux City) è, ancora dopo il 2008, al massimo stato di allerta idrica: niente vittime per il momento, ma danni incacolabili alle cose, soprattutto ad essere in ginocchio è l'agricoltura. Altre centinaia di famiglie sono state evacuate d'urgenza ieri ed oggi, si è sfiorato il dramma.
Qui un video impressionante della diga crollata e dell'acqua che divora ettari ed ettari in pochi minuti: http://www.youtube.com/watch?v=edhgLwG0FgM

Debito pubblico alle stelle significa anche che le colossali protezioni di homo sapiens sapiens contro eventi naturali catastrofici non possono più essere riparate, rinnovate, per non parlare di costruirne di nuove. Ci si deve rassegnare ad osservare la fine della società iper-tecnologica e tecnocratica, ritirandosi in posti più sicuri, se e quando possibile.
Quello americano era un popolo che pianificava colonie su Marte e all'esterno del Sistema Solare, predicava l'arrivo imminente dell'energia infinita.
La realtà dietro le smorfie della Radiosa Pubblicità del Super Futuro è che i "pionieri dell'eterno" sono ora un'informe mandria di inetti obesi, l'amministrazione non riesce nemmeno a trovare 30 $ per una pala ed un sacco di sabbia.
Sotto sotto aveva ragione Enrico Fermi con i suoi paradossi: l'umanità non è in contatto con altre forme di vita intelligente perchè non è una forma di vita intelligente o meglio, aggiungo io, è la vita che è intelligente, non una sua manifestazione o tanto meno una specie animale "eletta" tra tante.

Intanto continua a piovere a monte dei grandi fiumi, il collasso americano prosegue con aree inondate sempre più vaste. Come se non bastasse, a causa dei composti azotati che finiscono nel delta, secondo l'Università del Mare della Louisiana si registrerà quest'anno la più estesa "zona morta" per il Golfo del Messico***, il fenomeno di ipossia marina porterà ad una massiccia e rapida scomparsa di fauna e flora: non ci voleva proprio dopo i disastri petroliferi del recente passato.

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14.6.11

Ci restano 100 pieni di carburante

Se vi dicessi che vi restano 100 di pieni di carburante prima della Fine? Paura? Se vi dicessi che dovreste farci la firma e prendere almeno questi 100? Ancora più paura. Ma esorcizziamole queste paure. Facciamoci i conti e facciamo quindi i conti.

L'Arabia Saudita ci sta lasciando a piedi. Per sempre. E non è mica colpa sua: han fatto il possibile ed anche di più. Ed il resto del mondo non farà una fine diversa. I numeri ufficiali parlano chiaro*.

Il picco di esportazioni su base annua è del 2005, quando dall'Arabia Saudita uscirono verso il resto del mondo ben 2,622 miliardi di barili di greggio convenzionale e 0,201 miliardi di barili di raffinati.
Al 2010, ultimo dato annuale disponibile l'Aramco è stata capace di esportare, nonostante prezzi ben più elevati che nel 2005, solamente 2,020 miliardi di convenzionale e 0,133 miliardi di barili di raffinati. In 5 anni Aramco, società del "petrolio eterno che non finirà mai (se pagate sempre più)", ha quindi ridotto le esportazioni del 22,9%. Perdendo per altro, al valore medio tra 2005 e 2010, i guadagni dalla vendita di almeno 2,5 miliardi di barili mancanti, qualcosa come 200 miliardi di dollari ai prezzi medi dell'ultimo quinquennio.

Ora. Se lo avevano e hanno "tirato" sul prezzo, nella differenza tra il potenziale ed il reale hanno perso comunque miliardi di dollari. Se non lo avevano, è ri-dimostrata per l'ennesima volta la teoria del picco del petrolio e tutte le sue conseguenze.
Quanti pieni ci restano da fare? Guardando alle stime degli enti ufficiali mondiali, direi un centinaio? Ed a che prezzo? Per farci cosa, se saranno con alta probabilità gli ultimi dell'umanità? Per produrre valore col quale passare ad altro? O per consumare l'ultimo valore esistente? Mistero. Ai posteri, anzi a noi stessi l'ardua sentenza.

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13.6.11

E' QUORUM!

L'affluenza alle urne complessiva ha sorpassato il 50% degli aventi diritto (almeno*) alle h. 10,27 di oggi!

.: Aggiornamento delle h. 18,25: provo vergogna per quelle migliaia di aventi diritto di Crotone (45,1%) e Sondrio (48,4%) che si sono astenuti in massa. Il dato delle sue province è distante dalla media nazionale, quello di Sondrio è lontano anni-luce da quello della Lombardia, ed è segno di un forte scoraggiamento, oltre che di un certo degrado culturale e sociale. Una volta nella mia vita sono passato per la città di Sondrio: una devastazione di casettine di cemento grezzo scollate dal quadro naturale, il caos di una urbanizzazione orripilante, un luogo che traspira sordide clientele... Fino a Crotone non mi sono ancora spinto, ma i crotonesi emigrati che ho conosciuto mi parlavano di una terra di nessuno e senza speranze. Insomma non mi stupisce questo dato dei referendum.

.: Aggiornamento delle h. 18,11: risultati (definitivi) affluenza quesito n.3 Energia elettrica nucleare: 56,99% degli aventi diritto ha votato; risultati (parziali) sul voto: hanno votato SI il 94,53%, NO il 5,47%; mancano 40500 sezioni su 61599.
27 165 000 italiani hanno detto NO al nucleare.

.: Aggiornamento delle h. 16,03: primi dati su quanti han votato NO al terzo quesito, quello sul nucleare, siamo a circa 6,6% di aventi diritto. Si sono mobilitati e sono andati a votare a favore della scelta nuclearista del governo Berlusconi circa 3 280 000 persone. Non sono poche. Me ne aspettavo molte ma molte meno.
Tipo mi aspettavo solo tesserati del PDL, oltre che amici e parenti di tutti quelli che avrebbero guadagnato (o ci speravano) dalla vendita di terreni, progettazione e costruzione delle centrali e dell'indotto. Invece in Italia esistono anche centinaia di migliaia di disinformati "talebani dell'atomo", gente ferma ancora ad un'idea di progresso lineare. Gente che non ha capito che anche il nucleare esistente da 40 anni, e spento o mai acceso, ci sta portando al disastro finanziario. Anche se sono debiti "pubblici" di altri paesi, stiamo affondando con le decine di miliardi di Euro da pagare per smantellare e bonificare. E non ce la faremo mai. I nostri nipoti si ritroveranno inquinamento da nucleare civile un po' ovunque in Europa e nel mondo. Il nucleare civile è un conto che si pagherà alla fine dell'esercizio, purtroppo con risorse petrolifere al lumicino non sarà possibile ne' far funzionare il nucleare ne' ripagar il suo costo totale. Pazienza. Ora rimbocchiamoci comunque le maniche.

.: Aggiornamento delle h. 15,38: i primi dati ufficiali sul numero di votanti per quesito, dal sito del Ministero dell'Interno, parlano di...
-> 56,86% di votanti per il quesito numero 1 "Servizi pubblici locali"
-> 56,65% di votanti per il quesito numero 2 "Tariffa servizio idrico"
-> 56,79% di votanti per il quesito numero 3 "Energia elettrica nucleare"
-> 56,85% di votanti per il quesito numero 4 "Servizi pubblici locali"
La media di votanti è dunque pari al 56,78%.
Il quorum è raggiunto!

.: Aggiornamento delle h. 15,03: secondo indiscrezioni delle talpe al Ministero dell'Interno, l'affluenza è nella forchetta tra 54 e 59%. Ora, togliendo anche tutta la partecipazione estera ed eventuali errori, siamo ad almeno il 54%. E' fatta.

.: Aggiornamento delle h. 12,20: secondo le proiezioni del Ministero dell'Interno di ieri sera, e le indiscrezioni giornalistiche di questa mattina mescolate alle dichiarazioni del ministro Maroni, le regioni Emilia-Romagna, Toscana, Trentino-Alto Adige, Marche e Piemonte hanno tutte certamente superato il quorum degli aventi diritto già alle h. 10 di questa mattina. Sulla Lombardia mancherebbero ancora unà 0,5% di votanti per dichiarare la vittoria. Sempre in modo ufficioso. Calabria, Campania, Basilicata, Puglia e Sicilia non danno invece alcuna certezza di arrivare e superare la soglia del 50% +1 degli aventi diritto al voto.

*link al messaggio in codice di D'Agostino, che non ha finora bucato una news di politica italiana da quando Dagospia.com esiste: http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-26603.htm
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10.6.11

Le locuste divorano la Russia

Nelle piane centro-settentrionali del Dagestan, "repubblica" caucasica russa ricca di corruzione, di gas e petrolio, una serie di fattori ha fatto proliferare orde di locuste affamate*. Leggo che un milione di locuste mangia quanto dieci elefanti, che la densità di locuste in zona è di 800 000 per ettaro e che le zone infestate corrispondono a 80 000 ettari totali, ergo calcolando non ci sono ora in Dagestan meno di 64 miliardi di locuste. E' un tipo di locusta (locusta migratoria migratoria, in foto) esistente normalmente anche in Italia, ma a particolari condizioni di prolungata siccità, assenza di predatori, etc., la locusta "individuo" per salvarsi inizia una mutazione dalla fase sedentaria o solitaria, a quella gregaria (o appunto migratoria): le condizioni ambientali in pochi cicli spingono l'insetto a moltiplicarsi a dismisura, divenire più piccolo ed aggregarsi in grandi gruppi per cambiare zona. Da notare che in fase singola la locusta vive praticamente in qualsiasi tipo di clima, vegetazione e suolo (tranne climi "freddi"), ma in caso di desertificazione post-agricoltura intensiva, essa fa fuori quel che resta e devasta poi le zone limitrofe... Non per niente la Bibbia, prima che la FAO, ci dedica paginate ed il monito è sempre attuale: esseri umani datevi una regolata, imparate la natura e siate rispettosi degli equilibri.

L'ultima grande invasione di locuste nella zona accade 40 anni fa, ma questa pare batta ogni record. In una sola settimana gli insettini hanno divorato 28 300 ettari di pascolo (oltre un milione e mezzo di ovini si trovano senza cibo fresco all'inizio della stagione estiva) e assaggiato buona parte del raccolto in altri 50 000 ettari, più che altro riso di cui le locuste sono particolarmente ghiotte. Ora è a rischio l'alimentazione di 20 milioni di abitanti nella regione, oltre che di milioni di capi di bestiame. Aerei, elicotteri e trattori stanno spargendo pesticida giorno e notte, sperando che le locuste non risalgano verso la Russia meridionale e l'Ucraina, già duramente colpite dagli incendi e la siccità del 2010.

L'ultima grande invasione di locuste al mondo fu quella del 2003 e 2004, quando dal Mali al Marocco, dalle Canarie e fino al Portogallo le locuste si papparono 2,5 MLD di dollari di raccolti. Nel Niger la gente affamata prese a mangiarle, ma dopo alcune morti, scoprirono sulla loro pelle che erano locuste velenose per l'alimentazione umana. Invece in Marocco ben 33 specie di uccelli banchettarono felici grazie all'abbondanza di insetti, mentre dagli altri paesi africani salivano profughi umani affamati...
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9.6.11

U.S.A.: collassi in corso

Dopo i danni record e la grande paura causata un mese fa dai fiumi Ohio e dal Mississippi in piena (che resteranno in piena ancora per tutto il mese di giugno ma sotto i livelli "preoccupanti"), è la volta del fiume Missouri:
Agricoltori nell'IOWA stanno usando tutte le risorse economiche ed i mezzi a disposizione per rinforzare e costruire dighe assieme all'esercito:
Per il Missouri si prevede che possa battere il record di piena e di danni tra il 13 ed il 17 giugno 2011. Poi le sue acque andranno ad ingrossare di nuovo il Mississippi. Intanto dovrebbe continuare a piovere a monte e lungo l'alto corso del fiume nelle prossime 96 ore. A fine anno gli Stati Uniti avranno subito danni meteo pari al 4% del PIL se continua in questo modo. Ed ancora non si sono svegliati gli uragani...
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Maggio 2011, il mega-tornado di Joplin


Quanto carbone, gas, petrolio, legna, insomma quanto CARBONIO dobbiamo ancora bruciare per produrre energia per estrarre e trasformare materie prime, spostare e costruire cose che ci riparino da eventi climatici esasperati dagli effetti della CO2 che immettiamo nell'atmosfera bruciando quello stesso CARBONIO?

Molti abitanti di Joplin non la abiteranno più Joplin. L'ospedale di nove o dieci piani (al centro, nella foto sopra) è stato sollevato di 4 pollici dalle fondamenta, scarpe con dentro piedi sono state trovate sparse tra le macerie, rarissimi gli alberi sopravvissuti.
In questa foto (autore Charlie Riedel della Associated Press) è visibile il risultato del passaggio del tornado a Joplin, Missouri; 24 maggio 2011, tornado EF5 da venti medi da 320 km/h, velocità di punta di 402 km/h. 141 morti, 990 feriti; danno stimato di 2,1 miliardi di Euro per il secondo tornado per numero di morti nella storia degli Stati Uniti.
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8.6.11

Clima impazzito, Brasile: poca soia, niente mais? Tagliamo più alberi!

In Brasile il maltempo ha causato un ritardo nel raccolto di soia e nella susseguente semina del mais... Che insieme all'arrivo di una straordinaria siccità sta ora provocando un ammanco di 4 milioni di tonnellate di mais, pari a circa l'8% della produzione prevista per quest'anno. Questo mais è in parte destinato alla produzione di carburante (etanolo).

Domanda: ma che si venderanno i brasiliani per racimolare i soliti agro-dollari o agro-euro?
Per il momento il governo ha aumentato le quote per produzione ed export di legname, per la gioia dei conduttori di Caterpillar che tanto di legno "ce n'è ancora tantissimo" (per quanto?), poi s'è pure deciso di costruire l'immenso, costosissimo ed immorale bacino idroelettrico di Belo Monte (e addio Indios, addio Amazzonia!), insomma: votano e decidono sempre e comunque per consumare altro capitale naturale in cambio di qualche aereo da guerra francese (si parla di un totale di 3,64 miliardi di Euro per 36 caccia Dassault Rafales da acquistare al 2012... Quanta foresta o quanto caffè devono esportare per pagarli?), per organizzare un campionato di calcio o un'olimpiade per sollazzare obesi teledipendenti occidentali o attirare altre orde di turisti del sesso a prezzo di saldo...
Poveracci, stanno facendo una brutta fine e lo chiamano "progresso" o "futuro", come successe da noi tanti anni fa coi bei risultati sotto ai nostri occhi di un degrado economico e culturale incredibile. Con la scusa che il Brasile è (ancora) un paese grande e poco abitato ed i danni saranno "riassorbiti", stanno purtroppo commettendo uno dopo l'altro tutti i peggiori errori di gestione del territorio, dello stato e delle comunità.

Una ennesima piccola grande catastrofe per quest'inizio di 21esimo secolo, che sarà quello delle maggiori penurie di materie prime e carestie alimentari della storia dell'uomo, come si dice da tempo da queste parti e non solo*.
Bisogna abituarsi, adattarsi, reagire con intelligenza. Per chi vorrà o potrà, per chi invece "dovrà" farlo all'ultimo istante, beh forse sarà troppo tardi.

Ah, oltre al Brasile, anche gli Stati Uniti sono ridotti malino riguardo a raccolti per agro-carburanti. Ergo, secondo la giovane esperta petrolifera brasiliana Anna Rayden, dalle prossime statistiche sulla produzione petrolifera (più liquidi assimilati...) potremmo avere grandi sorprese (negative): link http://oronero.wordpress.com/2011/06/05/siccita-raccolte-e-elettricita/

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7.6.11

"Hunt Oil Company", caccia grande in Yemen

Ali Abdullah Saleh comanda lo Yemen dal 1978. Appoggiato dagli U.S.A. per sconfiggere i comunisti dello Yemen del Sud, è rimasto là dov'è per oltre trent'anni, anche a difesa di interessi occidentali...

Al momento, il più solido core del business nello Yemen è in mano alla Hunt Oil Company, chiacchierata compagnia petrolifera americana fondata da Haroldson Lafayette Hunt: giocatore d'azzardo, ex-cotoniere e presunto socio d'affari della mafia di New Orleans, amico del boss siculo-americano Carlos Marcello, entrambi sospettati di disegni per l'uccisione di J.F. Kennedy. Società che dal 1984 è la fonte di molti dolori yemeniti*, perchè proprio in quell'anno fu scoperta la quasi totalità delle riserve yemenite di gas e greggio... La Hunt Oil è la stessa compagnia che vorrebbe praticare il fracking per estrarre gas da scisti, in Francia ed in Italia, e che fa affari d'oro nella parte di foresta amazzonica del Perù, causando non pochi guai ai locali**.

Ergo: chi dice oggi che gli U.S.A. voglion mettere le mani su quei giacimenti, sbaglia, perchè lo fanno già da sempre, dal primo istante. E tutto quel che accade ora in Yemen, accade in un paese da loro controllato... E se va fuori controllo, l'unico in grado di rimpiazzarli è l'Arabia Saudita.

L'Arabia Saudita ricchissima (il paese, non la gente) è vicina di casa del poverissimo Yemen.
Lo Yemen ha tuttavia un pregio interessante, soprattutto per la società petrolifera saudita Aramco che potrebbe dare una mano o sostituire addirittura la Hunt Oil: le riserve yemenite di buon greggio e gas, non eccezionalmente vaste ed in generale declino (export in calo verticale), sono in grandissima parte facilmente estraibili e ad un passo dal mare. Le infrastrutture per il trasporto sono già costruite, con la produzione che dagli attuali 280 000 barili al giorno (stimati) potrebbe tornare attorno ai 500 000 nel giro di un paio di anni di ulteriori investimenti... Oppure, restando tale, la produzione potrebbe tornare ad essere esportata in grande parte, approfittando di rivolte e caos e nuova povertà (con crollo domanda interna).

Ora, Saleh pare ferito da schegge di obice (tiri effettuati da "islamisti"), farebbe andata e ritorno da Riyad proprio in queste ore ed è in procinto di lasciare il potere... Se tornerà, gli insorti promettono di mettere Sana'a a ferro e fuoco.
Se scorrerà di nuovo il sangue, i sauditi ne approfitteranno a piene mani.
Se non scorrerà, ne approfitteranno comunque.
Intanto un corpuscolo di 80 Royal Marines inglesi sono giunti alcune ore fa sulle coste yemenite per evacuare i pochi britannici rimasti ed Hunt Oil continua a lavorare imperterrita per il progresso petrolitico.

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Audio e foto dal distretto di Fukushima

Stupendo e brevissimo (1'59") reportage fotografico e audio di Le Monde, tramite l'ottimo giornalista Jerôme Fenoglio. Vi è dipinta la situazione odierna del distretto di Fukushima, nelle valli più contaminate dalle radiazioni.
Tutte le zone visitate, e che si vedono in foto, sono esposte a radiazioni su base annua che espongono ad uno sviluppo praticamente certo di cancro.

TEPCO ammette il triplo "meltdown" a Fukushima

TEPCO ammette la tripla fusione (totale per due reattori) dei noccioli alla centrale Fukushima Dai-ichi nei primi quattro giorni. Il combustibile nucleare è tutto fuso e giace sul fondo di due reattori, di cui i recipienti di contenimento sono danneggiati e vi sono perdite di liquido radioattivo non meglio precisate.


Ora sappiamo quasi per certo che ci saranno anche quei famosi 400 000 tumori in più dovuti all'incidente post-tsunami. E sappiamo che la probabilità che il sito venga effettivamente bonificato è bassissima: prima o poi sarà abbandonato, la TEPCO si sta già dichiarando insolvente ed il governo giapponese la salverà con una nazionalizzazione.

Comunque tutto era già stato detto, modestamente, anche su questo inutile blog, il 21 marzo 2011, ad esempio:

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5.6.11

Atlantropa!

Avete mai sentito parlare dell'architetto Herman Sörgel? Nel 1928 questo signore inizia il suo progetto (rimasto ipotetico, poi vedremo perchè...) di costruzione di una diga, ed un canale immenso, al posto dello Stretto di Gibilterra.
Si tratta del più immenso progetto mai ideato da un essere umano (e presentato alle autorità, in specifico la Germania nazista, che lo respinse perchè predeva "troppa" collaborazione con i nordafricani, tra l'altro). Il suo nome è Atlantropa.

Il progetto prevedeva l'evaporazione del Mediterraneo per un totale di ben 1,6 m di acqua all'anno, con l'ausilio di pompe immense che avrebbero utilizzato milioni di tonnellate di carburante da carbone e petrolio (senza contare l'energia da utilizzare per sbancare la costa spagnola meridionale e trasformarla in diga), per decenni, per giungere a termine ad un abbassamento del Mediterraneo di ben 200 metri, con l'ausilio di altre dighe, all'altezza di Suez e tra Sicilia e Tunisia, infine verso il Bosforo. Il tutto avrebbe costretto l'Europa alla pace, alla collaborazione ed avrebbe consentito ai popoli europei di godere di un sacco di terra arabile in più (una superficie grande come la Francia, pari ad oltre 650000 kmq), di una produzione idroelettrica a termine pari al 30% del totale attuale di tutta l'Europa, inoltre il sistema sarebbe stato implementato e collegato ad una diga sul fiume Congo con la quale irrigare qualche milione di ettari di Sahara: circa un terzo dell'Egitto e la metà dell'Algeria sarebbero diventati delle verdi vallate.

Il progetto non fu mai seriamente preso in considerazione, nemmeno ad Hitler piaceva molto l'idea, un bel giorno poi la Germania fu isolata ed esclusa dalla Società delle Nazioni ed i sogni di un mega-progetto collaborativo svanirono.
Che poi... Con il progetto si sarebbero trovate unite in pochi decenni la Sardegna, la Corsica, l'Isola d'Elba (in realtà ci sarebbe teoricamente rimasto un braccio di mare con acqua bassissima) e l'Italia: la Francia avrebbe accettato di diventare uno stato "di mezzo"? Ed i corsi non avrebbero piuttosto combattuto anni per una indipendenza? Magari assieme ai sardi? Ma il più grande dilemma è sull'Adriatico: fino al Gargano avremmo avuto il Po (se nel frattempo il fiume non si fosse auto-sbarrato la strada con una diga naturale) come linea di confine con la Dalmazia ed i paesi slavi... Ed immense sconfinate paludi tra Trieste e Rimini.
Come risolvere queste che all'epoca erano ben più che delle semplici "grane"? E' vero ci sarebbero voluti un centinaio di anni per la evaporazione di quei 200 metri di acqua, tempo per prepararsi ed abituarsi, cambiare le lingue ed i costumi con i nuovi usi ed i nuovi scambi, ma come si sarebbe gestita ad esempio la situazione del piccolissimo braccio di mare tra Sicilia e Tunisia, di nemmeno una decina di kilometri e sul quale si sarebbe costruita una diga con una colossale ferrovia sopra, che avrebbe collegato l'entroterra algetino fino a Berlino nelle idee di Sörgel?

Ad una cosa tuttavia l'architetto tedesco aveva subito pensato: si sarebbe previsto di scavare un canale profondo duecentocinquanta metri per salvare Venezia. Un canale da continuare a costruire fino a tenere la Laguna di Venezia constantemente alimentata da acqua di mare, che a termine sarebbe stato lungo circa 800 kilometri!

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