28.2.12

Due ricercatori italiani promuovono l'aborto dopo la nascita

Spesso ci si rattrista per tutti questi italiani che partono all'estero per continuare a fare "ricerca" ed una carriera universitaria. Non è il caso di questi due personaggi, giovani laureati in filosofia lui Alberto Giubilini e lei Francesca Minerva che, dopo lunghe ricerche in ambito universitario in Australia, sono arrivati a concludere che "abortire un bambino, dopo la nascita, dovrebbe essere ammesso perchè un neonato non è una persona". Tra altre aberrazioni della logica, giungono alla perla dello scempio che loro chiamano "ricerca"...

"Merely being human is not in itself a reason for ascribing someone a right to life."
Traduco: semplicemente essere [nato] "umano" non è di per se stesso una ragione per attribuire a qualcuno un diritto alla vita.

Allora, anche a questo arriva il pensiero dei moderni... "Potenzialmente persone", ovvero potenzialmente passibili che si decida di terminare la loro vita, eticamente e legalmente. Dopo lunghe ore di studio e discorsi compiaciuti tra loro, tempo pagato con il denaro di tutti, concludono che certa vita ha meno valore di altra e che i modi del vivere devono poter essere "decisi" sempre e comunque da adulti sani e responsabili, vere persone che hanno messo a frutto il potenziale di valori... Cari Alberto e Francesca, se mai leggerete questo post, vi prego: andatevene affanculo. E vergognatevi. Avete sbagliato tutto ed abbiamo sbagliato tutti come umani se ancora certe menti sfornano tanto di teorie...

Sto prendendo il telefono per chiamarli direttamente. Vorrei sapere quando tornano in Europa per poterci davvero parlare, io voglio capire come mai si arrivi ciclicamente a tali nefandezze... Il telefono è 00 61 3 8344 9951 per la "dottoressa" Minerva, che sto chiamando ora (ma è troppo presto credo, là sono le 8 del mattino, infatti non risponde nessuno, le scrivo una e-mail). Invece del Giubilini non ho trovato recapiti, non ha un ufficio.
Sono davvero sgomento... E' come se il gatto che ho evitato in auto, me lo si ammazzasse davanti. Le formiche che non ho voluto calpestare. Ho passato un'estate con un bimbo affetto da sindrome di down, conosciuto i suoi genitori, ringrazio il giorno in cui conoscendolo ho potuto iniziare a pormi delle domande che non avrei mai potuto pormi. E leggere questi "studi" è qualcosa di insopportabile davanti alla Storia dell'Uomo ed a tutti i modi della vita. Alberto e Francesca, pentitevi se esiste un pentimento laico e della ragione. Uscite dai libri e cercate i mille modi del vivere. Tutti. Poi cambiate mestiere, presto prima di giustificare altri orrori verbali o fattuali.

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27.2.12

Ora e sempre "no tav"

Solidarietà a tutti i parenti, amici, conoscenti e compagni di lotta di Luca Abbà, essere umano tra i più forti sostenitori del movimento NO TAV, che lotta in queste ore contro la morte dopo anni di lotta contro l'altra morte, quella decisa dallo stato-mafia a spese di montagne, boschi, nappe freatiche, sorgenti, animali, coltivazioni, villaggi, vite umane,...

Per seguire le ultime notizie, qui il link al flusso del sito NOTAV: http://NOTAV.org/modules.php?name=My_News
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23.2.12

Violenza aumenta nei paesi esportatori di petrolio


E' ufficiale, è stato misurato: gli umani sono più buoni. Gli omicidi sono in calo ovunque, tranne... nei paesi produttori ed esportatori di petrolio. Dove aumentano a vista d'occhio.
Noi che importiamo petrolio e gas, di cosa abbiamo più paura? Che venendo a mancare energia a basso costo la qualità della nostra vita possa ridursi: case gelide o condizionatori in panne, vacanze impossibili, carburanti alle stelle, carestie che si fanno più probabili... Ma abbiamo soprattutto una recondita paura che il vicino, il rivale in amore, il nostro ex-collega, ex-capo o ex-dipendente venga ad ammazzarci. Perchè la miseria morale e materiale ci pare in aumento, mentre cala invece la disponibilità di energia, materie prime, cibo, lavoro, denaro.
Ma state tranquilli, infatti... per ora il numero di morti ammazzati all'anno per 100000 abitanti (dato 2004 confrontato col 2010*) è generalmente in calo:
  • Africa: da 20,0 a 17,4
  • America: da 16,2 a 15,5
  • Europa: da 5,4 a 3,5
  • Oceania: da 4,0 a 3,5
  • Asia: da 3,2 to 3,1
In specifico, in Italia è passato da 1,23 a 0,98 omicidi annui per 100000 abitanti.
Quindi? Nessun problema? Eh no. Leggete fino in fondo...
Per ora, le crisi e le rivolte iniziate qua e là nel mondo non hanno sostanzialmente intaccato una tendenza al ribasso che dura da un decennio... Ma ci sono delle eccezioni e riguardano proprio i paesi produttori di petrolio, che per continuare ad esportare devono reprimere i propri cittadini, fino al punto da non poter più gestire la violenza tra civili, che si ammazzano tra di loro a ritmi sempre maggiori.

Qui sotto, uno zoom sull'aumento degli omicidi nei paesi produttori ed esportatori petroliferi, da notare che anche in paesi considerati "tranquilli" l'aumento degli ammazzamenti è vertiginoso: rialzo di assassinii del 20%, per l'Arabia Saudita e addirittura quintuplicato in Qatar, in meno di dieci anni, ebbene proprio il Qatar, quel paese con migliaia di schiavi al servizio di pochi ricchi con guardie armate, che in futuro dovrebbe rifornire mezzo Pianeta di gas naturale..
  • Venezuela da 32 (nel 2011) a 67 (nel 2011)
  • Mexico da 10 (nel 2003) a 18 (nel 2011)
  • Iran da 2,6 (nel 2003) a 3,0 (nel 2009)
  • Ecuador da 14 (nel 2003) a 22 (nel 2008)
  • Saudi Arabia da 0,86 (nel 2000) a 1,04 (nel 2009)
  • Qatar da 0,17 (nel 2000) a 0,93 (nel 2009)
La domanda finale è la stessa che mi pongo davanti alle rivolte pan-arabe: per quanto tempo gli stolti e poveri schiavi che hanno la sfortuna di nascere accanto ad un giacimento in Ecuador, saranno tenuti "buoni" e le navi e le condotte continueranno a rubare il loro petrolio e gas in nome di tre spiccioli? E che sarà del tasso di omicidi nei paesi importatori? Ho la sensazione che ogni dieci morti da quelle parti oggi ne corrispondano un centinaia da noi a fine secolo. Mi sbaglio? Lo spero.
E' una verità fisica e geologica, corroborata dall'analisi socio-politica: il petrolio finirà di essere esportato prima che l'ultima goccia sia estratta e si smetterà di estrarlo prima che non ce ne sia più. Tutto sta a gestire quei due "prima", ma non vi è altra gestione che quella di produrre il più possibile.
Ergo. Non abbiamo davanti a noi 300 anni di petrolio, forse non arriviamo nemmeno ai prossimi 15 anni. Se non ci ammazza prima il nostro vicino.

*link ai dati: http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_countries_by_intentional_homicide_rate
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21.2.12

Iran: embargo uguale default europeo

(aggiornamento delle ore 16:48 - ho visto questo mio post in giro dappertutto, commentato da gente che dice che l'Iran non è un paese sottosviluppato ed anzi "è il 12esimo mercato mondiale per l'automobile"... Innanzitutto ricordo loro che il pianeta Terra è l'unico ed il primo mercato al mondo di tutto, eppure ci sono centinaia di milioni di abitanti che vivono senza acqua potabile, senza scarpe, elettricità... Insomma c'è gente che dimentica di relativizzare e che un conto sono le cifre nazionali, un conto il pro-capite. Lavoro da due anni con un iraniano, fuggito trent'anni fa dall'Iran. Di cose me ne racconta. Anche del presente. L'Italia dispone di circa 700 veicoli per 1000 abitanti (dati 2011**), l'Iran 175 per 1000 abitanti. L'Italia produce circa 2 barili di greggio al giorno (per 1000 abitanti!), l'Iran 62000 (di cui la metà è esportata e quasi un quinto è usato per la produzione stessa...).
Quanto durerà questa storia? Tra il 2013 ed il 2017*** la quota prodotta corrisponderà al consumo interno... Come faranno ad esportare? Lasceranno la gente a scannarsi come in Egitto o in Siria? E noialtri come faremo?)

Pronti per il gasolio a 2 Euro al litro? E' questione di un mesetto.
Per rappresaglia, già da questa settimana l'Inghilterra non riceve più greggio dall'Iran. Toccherà* tra poco anche a Francia, Italia, Portogallo, Grecia, Spagna ed Olanda... se questi paesi continueranno ad appoggiare le sanzioni dell'Unione Europea all'Iran.
Italia, Grecia e Spagna da sole contano per il 68% di tutto il greggio iraniano importato in Europa. In più, l'Italia è storicamente il paese che ha importato in totale la maggiore quantità di greggio dall'Iran... Le nostre raffinerie hanno vissuto di Iran. Abbiamo democraticamente costruito le nostre case, prodotto pasta e coltivato campi, consumato tutto e tutti a spese dei giacimenti iraniani per quasi 50 anni e con la forza delle armi, la pressione del nostro oro e l'appoggio della Russia, ed a prezzi ridicoli mentre la metà degli iraniani, da trent'anni sotto dittature più o meno rigide, non ha mai posseduto una automobile, mettiamocelo in testa.
La scelta è presto fatta: continuare a fare i "duri" democratici (ma possiamo permettercelo?) o cercare sul mercato il greggio che ci verrà a mancare tra circa tre o quattro settimane, andando ancora più rapidi verso il fallimento, perchè non è possibile sostituire su un mercato asfittico quella quota in uno spazio di tempo di un mese, forse sono necessari tre mesi, ne restano scoperti due in cui i raffinati possono anche raddoppiare di prezzo: in piena recessione, non è una buona notizia. Bisogna spalancare letteralmente il portafoglio per trovare greggio e poter acquistare i raffinati: ma ce la faranno migliaia di imprese sul lastrico e senza ordinativi dallo scorso autunno?
E' un po' il dilemma di chi è al ventesimo piano di un palazzo in fiamme: morire bruciato o morire buttandosi.

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20.2.12

Sionismi ed apocalisse fai-da-te, oppure ozio resiliente

Rileggendo per la seconda volta "Bagattelle per un massacro" di L. F. Céline, ho ri-trovato questa citazione:

"Tutti i popoli della Terra saranno incatenati al trono d'Israele, in seguito ad un'atroce guerra mondiale in cui tre quarti delle popolazioni saranno decimate.
Ci vorranno trecento asine per trasportare le chiavi del tesoro." (il Talmud)

Tralascio per questioni di tempo e spazio la questione sionista. E mi chiedo cosa mai ci farebbero gli umani restanti con un tesoro "immobile" come quello che auspicano, in un mondo talmente distrutto... Dunque questa guerra finale, versione antropica dell'apocalisse biblico, profetizzata secoli fa, con 75% degli umani morti, non è ancora avvenuta; dal punto di vista "fisico" nemmeno un conflitto totale nucleare potrebbe causare la morte dei tre quarti di esseri della specie homo sapiens sapiens che popolano la Terra... La forte probabilità che non ci sarà mai una guerra "totale" annientatrice è strettamente collegata alla capacità mondiale energetica. Cosiccome servirebbe almeno dieci volte tanta produzione energetica terrestre per poterci mettere nell'ottica di "conquistare Marte" (per il momento, farlo servirebbe solo a drenare le imposte verso gli appaltatori di un tale progetto e verso nuovi funzionari pubblici e ricercatori da assumere... In sintesi: altri devastanti trillioni di debito pubblico da ripagare un giorno...), allo stesso modo servirebbe una industrializzazione ancora più massiva per avere la garanzia di auto-distruggerci in fretta. Poi possiamo dibattere sul concetto di "fretta" e di quanto comunque questo tipo di industrializzazione che viviamo oggi stia decimando le generazioni future (ad esempio col dimezzamento della fertilità da una generazione all'altra).
Prendiamo la Seconda Guerra Mondiale: conteggiando le carestie e le epidemie correlate al conflitto, essa ha causato la morte di 71 milioni umani su una popolazione all'epoca di 1900 milioni... Un "misero" 4% del totale. Tutto questo è per dire che, tutto sommato, la fine dell'era petrolitica non ci porterà alla tomba tutti e subito, come in tanti spesso sperano (per non affrontare i problemi ch'essa pone).
Piuttosto, moriremo di malattia, depressi quasi tutti, soprattutto i maschi nei paesi industrializzati, prima che di assassinio per un pezzo di pane. Quindi mettetevi il cuore in pace, cercate di vivere tranquilli, mangiare poco e bene, sforzandovi di vivere come fratelli e tutto andrà bene. Complotti o contro-complotti vi faranno perdere energia, tempo e spazio (se non altro mentale, che libererete per oziare o per aiutare a liberare lo spazio dei vostri vicini di vita). Nell'attesa di un Salvatore, di un ennesimo magico oggetto, di un nuovo amico, di una nuova amante, di nuove soddisfazioni, progetti, profitti, viaggi, ... perdiamo i pochi e veri doni della vita quotidiana. Bisogna abolire il pensiero collocato nel futuro, per abitare il proprio presente con la piena coscienza, e se possibile la conoscenza, del Passato. E farlo presto.

Usiamo i raffinati di petrolio ancora disponibili per mettere in atto una resilienza* totale.

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9.2.12

La poverina del giorno? Si chiama Viviane Reding

«L'euro è irreversibile. Nessun paese uscirà dall'Euro, neppure la Grecia.» ha detto minacciosamente la vicepresidente lussemburghese della Commissione Europea Viviane Reding*. Lo dice sventagliando il Trattato di Lisbona... Paura! Un altro po' siamo alle dichiarazioni di guerra: siamo sopravvissuti (ok, non tutti...) agli anni '80 ed ai paninari, a Stalin o Hitler, al bug del millennio, alla peste nera... insomma una Reding ci fa una pippa. Che lo sappia, speriamo un giorno questa pagina finisca nella sua rassegna stampa.

Cara mia, l'Euro è irreversibile esattamente come lo erano la lira italiana, i marchi, le dracme, i sesterzi, le conchigliette usate come prime monete agli albori delle società umane. E' irreversibile come l'ano, inviolabile, certamente nessun umano l'ha mai violato. Guai ad entrare là dove esce la sporcizia immonda! Ahaha, povera Viviane!
Tutto, povera Viviane, è sempre deciso per l'eternità finchè non arriva il lupo, a ciascuno il suo lupo...
Poveri noi in che zampe siamo finiti. Ma durerà quanto questa gente? Meno energia e risorse pro-capite ha sempre voluto dire meno governance globale ed il crollo degli imperi. Tutti (tranne - forse - la Cina).
Ma la Reding lo sa? Ha già una tana dove rifugiarsi quando verranno altri lupi a cercarla? Ci saranno abbastanza guardie armate e nascondigli dorati per tutti questi? Sicuri che le guardie armate saranno sempre fedeli robot? A me la Storia dice il contrario. Povera Viviane, che brutta fine le si prepara...

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Albania: mio nonno e la corsa all'oro nero

L'Albania è uno degli stati europei relativamente più promettenti in termini petroliferi. La produzione inizia ufficialmente nel 1928 e l'industria italiana consiglia a Mussolini di metterci il naso prima possibile, esattamente come la Germania di Hitler voleva il petrolio rumeno, la torba baltica, il carbone polacco... E' in Albania che mio nonno soldato viene catturato mentre, ignaro milite, mette in sicurezza il petrolio dell'Impero italiano e già imperversa la battaglia contro la Grecia filo-inglese. Parentesi famigliare: mio nonno fosse morto allora, per quattro barili in croce, io non sarei nato ("mica male, pessimista catastrofista che non sei altro", penseranno alcuni lettori). Prima era un bravo contadino che "sapeva fare tutto", dopo la guerra pure nonostante le vertebre distrutte dai lavori forzati, ma vent'anni dopo la guerra, per invalidità sopraggiunta in prigionia e meriti vari, gli fu dato un posto di lavoro in città, dove non doveva fare altro che l'usciere. "Hai combattutto per l'Italia, ci hai rimesso la salute. Ora tieni un posto fisso, salario e diritti. Vendi la terra, la casa nel borgo antico, dimentica pure i saperi: ora potrai comprare tutto". Lui accetta questo patto con lo Stato Italiano, tanto l'unico contrario a questi patti diabolici a quel tempo si chiamava Pier Paolo Pasolini, un "poeta frocio" ascoltato solo da pochi comunisti, pervertiti e debosciati. Mai più dunque nella famiglia si toccherà "legittimamente" la terra, si seminerà, si alleveranno conigli o coglieranno i proprii pomodori (in realtà il sottoscritto qualcosina ha fatto e mio cugino, pare, dopo le 8 ore in acciaieria ha trovato tempo e terra per produrre il suo vino, un pochino di frutta ed ortaggi).

Dicevo... L'Albania promette bene, nonostante l'attuale produzione petrolifera albanese sia piuttosto misera. Premettendo che il record storico di 43000 barili al giorno fu ottenuto con l'aiuto temporaneo di geologi ed ingegneri petrolchimici cinesi (venne poi lo "strappo di Hoxha": il dittatore locale decretò la fine di ogni alleanza internazionale dell'Albania nel 1978 ed i cinesi partirono per non tornare più), il paese produceva 9000 barili al giorno nel 1994, ma tra una crisi economica ed una politica si ridiscese al picco negativo di soli 600 bb/g nel 2004. Venne poi l'aiuto dell'Europa, la stabilizzazione politica ed i massicci investimenti stranieri): la produzione odierna, grazie soprattutto a compagnie petrolifere canadesi, si attesta attorno ai 22000 bb/g, ancora poca cosa davanti ad un consumo nazionale di circa 40000 bb/g, ma non credo esistano altri paesi al mondo dove la produzione stia raddoppiando ogni due anni o paesi europei dove i "poveri" e gli emigranti, invece di aumentare, diminuiscono (ma non la corruzione).
Non ho volutamente menzionato la questione scottante del gas naturale che si trova pare abbondante, ma a profondità forse impossibili a fini industriali, tra Albania ed Italia: le notizie disponibili sono poche a riguardo, non oso sbilanciarmi.
Quindi: avviso che tengo d'occhio l'Albani, "futura Arabia Saudita europea". D'altra parte la lingua la cultura tradizionale albanese, soprattutto dal punto di vista sonoro*, sono tra le mie preferite.
Per finire... Un omaggio ai "catastrofisti ottimisti", in questo video del 2008 potete ammirare l'installazione di un pozzo petrolifero a dire il vero un po' artigianale: notate l'abbondanza di bitume e di heavy oil, il tutto sotto lo sguardo attento di un tranquillo cavallo da traino che aiuta in cantiere...

"Petrolio", from effegi on Vimeo

Per approfondire...

8.2.12

Francia: altro record per gli "schiavi elettrici"

Il record elettrico francese di ieri a 100500 MW di picco sarà forse battuto già oggi*. Miliardi di Euro in bollette... Ti credo che il PIL sale in Francia d'inverno, eheh, ma lo stock di combustibile nucleare scende inesorabile e con quella elettricità si produce più che altro consumo. Vecchia storia. Sono forti vero i cugini d'Oltralpe? Mica tanto...
Interessante il dato di oggi sulle importazioni (che vedete cliccando al link* corrispondente), già a 8900 MW a metà giornata. Produzione nucleare sempre "ferma al palo" dei 59271 MW, 58% del fabbisogno di punta previsto per oggi attorno ai 100000 MW; aggiungo che nelle 19 centrali nucleari francesi, sono 55 i reattori in produzione su 58 attivi ed abilitati alla produzione, 3 sono invece spenti per manutenzione ordinaria e programmata. Da circa cinque anni la capacità totale produttiva nucleare, lo ricordo, è in calo per anzianità del parco reattori: ormai un miraggio poter ritornare a produrre quei 40-45 TWh nucleari annui che permettevano di non importare direttamente grandi quantità di gas, olio e carbone o importare l'elettricità da gas, olio e carbone dei paesi vicini.
Ricordo gli ultimi dati annui disponibili (2009) sulla produzione totale francese di elettricità:
1. Nucleare ......... 409,7 TWh (record annuo: 2006 con 450,2 TWh)
2. Idraulico .......... 62,3 TWh (record: 2000 con 72,5 TWh)
3. Termico ........... 62,0 TWh (record: 1980 con 126 TWh)
4. Eolico ............... 7,8 TWh
5. Fotovoltaico .... 0,16 TWh

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7.2.12

Francia: oggi previsti 100000 MW di potenza elettrica di picco!

aggiornamento ore 19,12 : è record, sforato il tetto dei 100000 MW di potenza di picco della rete elettrica francese, soprattutto grazie a importazioni (import di 7600 MW! equivale al consumo di picco del Connecticut negli U.S.A., i francesi hanno dovuto "importarlo" interamente oggi per non finire "spenti") e da non dimenticare l'uso di gas, carbone e idroelettrico. Invece il parco nucleare non ha potuto fornire che 59261 MW di picco, equivalenti ad un misero 59% del fabbisogno nazionale istantaneo record di oggi (record a 100500 MW*)... Mai un paese europeo ha consumato tanta energia elettrica in un solo giorno. Chissà quali importantissime opere sono state portate a termine, forse abbiamo mandato un uomo su Marte? O scoperto la fusione fredda? O forse cucinato qualche migliaio di piatti di pasta scotta condita col burro del discount?
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Mentre in Islanda c'è +10°C, oggi per la Francia RTE (rete distribuzione elettrica) prevede* un picco di potenza elettrica erogata di 100000 MW alle ore 19, con importazione prevista attorno ai 10000MW e un parco nucleare incapace di fornire più di 59200 MW. Il mio post di ieri è sempre valido... Ma oggi aggiungo il mix di produzione istantaneo francese. Alle ore 9 e 45' stavano erogando a livello nazionale 96460 MW di cui:
1. nucleare ................................ 59163 MW
2. idroelettrico ........................... 9965 MW
3. altro (solare? peti bovini?) ..... 6130 MW
4. carbone ................................. 4650 MW
5. olio ......................................... 4015 MW
6. gas .......................................... 3439 MW
7. eolico ...................................... 1882 MW
Importazioni: 7409 MW (!)

Come vedete, i costumi e gli usi dell'"era petrolitica" forniscono ancora una bella fetta di energia ai francesi nucleari: un bisogno energetico che raramente riescono, nel picco degli inverni, a soddisfare interamente con le loro centrali, mai vanno oltre il fatidico 70% della produzione elettrica totale. Le rinnovabili comunque forniscono il 15%, non male anche se "tecnologicamente parlando" al 2012 avremmo potuto vedere almeno un 30%... Attuando certe politiche per tempo.
Domanda retorica: ma dopo il petrolio (olio e gas), e dopo il nucleare, come faranno (faremo)?

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6.2.12

Record elettrico in Francia stasera?

Aggiornamento delle h. 19,45: record non battuto, per 1,41 MW (per "un reattore e mezzo"), grazie ai distacchi nella "periferia elettrica" francese (Var e Alpi-Marittime, in quest'ultima area i municipi e le amministrazioni dipartimentali, avvisati e monitorati dalla rete di controllo RTE EcoWatt locale, hanno spento tutto il possibile nelle due ore di punta, tra cui 2321 lampioni stradali*); il consumo di picco nazionale francese è stato quindi di "soli" 96291 MW, poco prima delle ore 19.
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Salvo black-out(s) (localizzati), il record storico attorno ai 97700 MW (!) di consumo elettrico istantaneo per un paese europeo, la Francia, sarà ufficializzato tra le 18:30 e le 19:30. Mai gli umani (europei) avranno usato (sprecato) tanta energia per qualche ora di calore. Il record sarà visibile a questo indirizzo internet:


Si attendono distacchi per Var, Alpi Marittime e Costa Azzurra, dove rete elettrica e prefertture hanno emanato l'"allarme elettrico" per il momento critico, tra le ore 18 e le 20, invitando la popolazione a moderarsi (ma basterà?).

La cosa che fa un po' pensare è che, guardando il grafico istantaneo qui a lato, ieri alle 4 di notte, quando il 99% della sua popolazione dormiva, la Francia è stata capace di consumare ben 77600 MW di picco! E' tre quarti della capacità produttiva teorica di picco di tutti gli impianti italiani a massima potenza, tanto per capirci e ben oltre la capacità massima di tutte le centrali nucleari francesi (58 nucleari a massima operatività di sicurezza a 63100 MW!), tant'è che oltre al mix di idroelettrico, un po' di termico ed eolico, devono importare quote record dalla Germania e dalla Spagna!
Per amore del paragone: l'Italia nonostante l'abuso incondizionato di condizionatori in estate non ha mai sorpassato i 57000 MW di picco: tutti svegli ed all'opera, consumiamo un terzo in meno che i francesi quando dormono.
Il pianeta Terra ha un grosso problema...

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Caos urbano in Brasile, aggiornamento

Cosa diceva Richard C. Duncan, nella sua Teoria di Olduvai sulla fine dell'era industriale sul pianeta Terra? Ripassiamo.

"Lo “scivolamento” di Olduvai (nota: calo progressivo di energia, quindi materie prime, denaro e cibo disponibili pro-capite) del periodo 2001-2011 può ricordare la “Grande Depressione” del decennio 1929-1939: disoccupati, poveri e senza tetto in coda in attesa di sussidi e assistenza. Per quanto riguarda il “dirupo” di Olduvai (nota: calo repentino della disponibilità di energia, quindi materie prime, denaro e cibo disponibili pro-capite) tra il 2012 e il 2030, non conosco alcun precedente simile nella storia umana."

Si è forse sbagliato di qualche mese, ma a livello mondiale l'era delle rivolte, delle sommosse e del caos pare iniziata. L'anarchia è a due passi da noi: meno energia vorrà dire anche meno governance mondiale, alla faccia di chi "crede" all'NWO ed al complottismo che riuscirà a regolare tutto e tutti. Qualche guerra ci sarà, riusciranno a rubarci denari con tasse per pagare debiti contratti dai nostri morti, dati personali e mettere un po' in prigione i nostri figli rivoltosi, ma poi l'anarchia la spunterà. E' scritto.

Le notizie di stamane sul "paese del futuro petrolifero" sono dunque le seguenti:
- gli agenti di polizia dello stato di Bahia con le loro famiglie si sono accampati nel palazzo della Assembléia Legislativa da Bahia, dove hanno staccato la corrente
- gli agenti scioperanti sono tutti stati denunciati, i vertici ed i sindacalisti arrestati: la protesta continua e viene chiesta una amnistia
- intanto gli omicidi "favoriti" dall'assenza di polizia nelle strade sono saliti a 83 e 200 assalti in abitazioni, negozi o ad automobilisti sono stati contati negli ultimi sei giorni
- tutte le scuole private dello Stato di Bahia sono chiuse
- l'esercito prende lentamente il controllo dei centri urbani, ma non pare placata l'ondata di reati compiuti in assenza di controllo poliziesco del territorio

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5.2.12

Brasile: sciopero polizia, caos e 80 morti nello stato di Bahia

Il Brasile è uno dei maggiori produttori di petrolio (e gas naturale) al mondo, praticamente l'unico non in declino produttivo, nel senso che ancora si trovano grandi quantità di prodotto da mettere in produzione. Addirittura le sue riserve, grazie a nuove scoperte e tecnologie, sono raddoppiate nell'ultimo decennio (poi vedremo quanto ne riusciranno ad estrarre senza disastri ecologici...). Vedete a lato i campi produttivi: immensi. Ed è anche il paese emergente "più emergente", nel senso che è quello con più risorse da mettere in produzione (ad esempio il primo paese per minerale ferroso al mondo: addio foreste, addio tutto...) e con una nuova classe media più istruita rispetto agli altri paesi BRIC: Russia che non è più tanto emergente, poi vengono India e Cina, ancora popolati da "una massa di poveracci senza speranza", come li definirebbe un qualsiasi lavoratore di Wall Street .
Eppure. Eppure in tutto questo paradiso della crescita e fabbrica di futuro e progresso, basta uno sciopero ad oltranza della polizia per scatenare il caos*. Nello stato di Bahia si è scatenata una corsa all'omicidio e a regolare i conti in proprio, qualcosa come 78 omicidi in soli cinque giorni, approfittando dell'assenza di pattuglie (aumento di omicidi di oltre il doppio rispetto alla norma)...
L'esercito ha da poche ore preso il controllo dello stato federale (nella foto piccola, gruppi speciali dell'esercito arrivati ieri notte a San Salvador), col risultato che nelle grandi città è stata imposta la legge marziale.

Si teme il contagio ad altri stati dove tuttavia la polizia non ha scioperato, essendo ogni stato più o meno indipendente in quanto a salari e trattamenti previdenziali degli agenti.



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Sciare in Lettonia

A detta dei locali, nonostante i 311 m di altitudine massima della Lettonia, lo sci alpino (più di quello di fondo) è uno dei passatempi invernali preferiti. Le nostre "guide", mentre ci dirigevamo altrove, hanno svoltato e dopo una traversata perigliosa di strade innevate e gelate nei boschi, ci hanno voluto mostrare le piste Kakiskalns ed il Korde trase nella Valle dell'Amata (un fiume del Parco Nazionale di Gauja), a 90 km da Riga. Con -13°C, tempesta e nevicate in corso, di gente ce n'era poca, magari solo perchè erano le 10 del mattino?
Ho fatto un paio di foto per voi. Anche questo è era petrolitica.




Ah, ovviamente non ho sciato, anche perchè noi s'andava a lavorare ben più in là nelle profondità rurali della Lettonia. Altre foto delle "colline dello sci" (stupende foto, non mie): http://bezvadu.smugmug.com/gallery/6620052
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4.2.12

Gazprom spegne il gas

L'ho detto ieri*, l'ho detto sempre: Gazprom e la Russia non potranno riscaldarci in eterno, non importa quanto potremo pagare il sempre meno gas, non potremo comprare quel che non c'è.
SNAM Rete Gas ha comunicato** che Gazprom ha diminuito del 28,9% l'afflusso di gas all'Italia, ieri, dopo un taglio del 10% il giorno precedente: ancora un paio di giorni e potrebbe essere tutto "fermo", dopodichè l'Italia dovrà utilizzare le riserve già stoccate e stessa cosa accadrà a Serbia, Slovenia e Austria.
In queste ore l'Europa sta ricevendo, lo comunica la stessa Commissione Europea, il 30% in meno di gas dalla Russia rispetto al fabbisogno: l'Algeria (ovvero la Francia), l'Olanda e la Norvegia per il momento riescono a bilanciare, evitando letali distacchi.
Intanto oggi atteso nuovo record consumo di gas in Francia...
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3.2.12

Gazprom e la rapida fine del gas naturale

Tutto questo dibattito sui cattivi russi che non ci vogliono dare il gas quando fa freddo. Quando invece semplicemente non possono più darci "tutto quel gas", tanto meno in periodi di picco, di gelo, quando a loro ne serve più che a tutti noialtri europei messi insieme. Lo dicono loro stessi* sul loro sito e da anni: "senza investimenti la produzione crollerà (tanto anche con gli investimenti calerà)", quindi l'Italia dovrà pagare sempre di più per avere meno gas o moriranno tutti di freddo, tanto moriranno comunque.
Due giorni fa il taglio all'Italia è stato del 10% di prodotto dalle condotte austriache... Quindi gi stock si riempono meno di quanto si consumi, oggi, per fortuna l'inverno commerciale per le forniture di gas è "quasi" finito. Ma neanche un metro cubo per Germania, e Francia, è stato tolto. Eppure loro hanno gli stock al massimo, soprattutto la Francia: pensate che il direttore di Gaz de France si è felicitato dell'ondata di freddo, del record storico di consumi di ieri, perchè dice "era stato troppo caldo finora, noi avevamo gli stock pieni". Evviva il consumo (di gas naturale che si è formato in millenni e millenni)!
E da quando il "pupazzetto" di Putin, Silvio Berlusconi, se ne è andato per salvare le sue aziende e non finire in prigione, le cose vanno pure peggio per l'Italia: Monti è troppo vicino agli U.S.A. e all'Inghilterra per poter fare minime pressioni sull'asse Putin-Merkel e poter avere gas in più in presa diretta.
Di gas naturale se ne avrà sempre meno, il perché è scritto a chiare lettere, e spiegato con chiari grafici, sullo stesso sito della Gazprom*: a meno di miracoli ed investimenti completamente irrealizzabili, il declino dei giacimenti di gas naturale (e petrolio) russo è sotto agli occhi di tutti. In questo ottimista grafico di tre anni fa (hanno poi rivisto la curva ancora al ribasso!), vedete in azzurro, giallo, blu, rosso e verde la situazione al 2009 col rispettivo declino "a meno di miracoli", che sono indicati in verde pastello ed in rosa salmone. Al 2030 la Russia produrrà (meno della) la metà rispetto ad oggi. Quanto esporterà, se esporterà ancora? A che prezzi? Con quale moneta i paesi europei pagheranno? Mistero. Certo che ad un certo punto o muoiono di freddo loro che producono o creperemo noialtri: è il dilemma dell'"export land model".

Francia: consumi elettrici e gas record!

Aggiornamento, in attesa dei tre giorni più freddi degli ultimi 30 anni in Europa (fonte: Meteofrance).
Ieri record di sempre di consumo di gas, con 3158 GWh, che schiaccia il precedente record dell'8 gennaio 2010 a 3037 GWh. Sfiorato invece sempre ieri sera il record di potenza elettrica massima erogata a livello nazionale, alle ore 19 con 96377 MW (record del 15 dicembre 2010 fu di 96710 MW). Si attendono due, forse tre, record consecutivi nei prossimi giorni. Allertate le prefetture di Bretagna, Var e Costa Azzurra dove è dato per certo il black-out selettivo nelle prossime ore.

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2.2.12

Francia: verso nuovo record consumi elettrici

Torno dai -18°C finlandesi e mi ritrovo i -9°C francesi (almeno qui dove abito io, con 30 cm di neve caduta in due giorni e sarà sempre più freddo per un bel pezzo). Come ogni inverno, parte dei francesi (tra i 300mila ed il milione di abitanti, tra Bretagna, Alpi Marittime, Costa Azzurra, etc.) rimarrano i minuti o ore senza corrente salvo incidente maggiore. Ormai ci sono abituati, soprattutto nelle campagne.
Il picco di potenza massima erogata di sempre per la Francia è stato il 15 dicembre 2010 con 96710 MW, ma secondo gli ultimi dati di EDF e RTE (rispettivamente responsabili della produzione e distribuzione elettrica), entro i prossimi 3-6 giorni dovrebbe registrarsi un nuovo record oltre i 97000 MW* (a titolo di confronto, il record storico italiano è di 56800 MW, estate 2007 ed ora si naviga attorno ai 51000 MW). Il rischio massimo di distacco elettrico per gli abitanti della "periferia elettrica" francese è stimato tra 24 e 72 ore a partire da questo pomeriggio.
Vista la durata eccezionale dell'evento (secondo Meteofrance e La Châine Météo sono previsti almeno altri 8 giorni di grande gelo con medie inferiori di 6 gradi alla media a livello nazionale), sono in forse le forniture continue di gas e di elettricità in tutti i paesi dell'Est e Centro Europa.

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