3.2.12

Gazprom e la rapida fine del gas naturale

Tutto questo dibattito sui cattivi russi che non ci vogliono dare il gas quando fa freddo. Quando invece semplicemente non possono più darci "tutto quel gas", tanto meno in periodi di picco, di gelo, quando a loro ne serve più che a tutti noialtri europei messi insieme. Lo dicono loro stessi* sul loro sito e da anni: "senza investimenti la produzione crollerà (tanto anche con gli investimenti calerà)", quindi l'Italia dovrà pagare sempre di più per avere meno gas o moriranno tutti di freddo, tanto moriranno comunque.
Due giorni fa il taglio all'Italia è stato del 10% di prodotto dalle condotte austriache... Quindi gi stock si riempono meno di quanto si consumi, oggi, per fortuna l'inverno commerciale per le forniture di gas è "quasi" finito. Ma neanche un metro cubo per Germania, e Francia, è stato tolto. Eppure loro hanno gli stock al massimo, soprattutto la Francia: pensate che il direttore di Gaz de France si è felicitato dell'ondata di freddo, del record storico di consumi di ieri, perchè dice "era stato troppo caldo finora, noi avevamo gli stock pieni". Evviva il consumo (di gas naturale che si è formato in millenni e millenni)!
E da quando il "pupazzetto" di Putin, Silvio Berlusconi, se ne è andato per salvare le sue aziende e non finire in prigione, le cose vanno pure peggio per l'Italia: Monti è troppo vicino agli U.S.A. e all'Inghilterra per poter fare minime pressioni sull'asse Putin-Merkel e poter avere gas in più in presa diretta.
Di gas naturale se ne avrà sempre meno, il perché è scritto a chiare lettere, e spiegato con chiari grafici, sullo stesso sito della Gazprom*: a meno di miracoli ed investimenti completamente irrealizzabili, il declino dei giacimenti di gas naturale (e petrolio) russo è sotto agli occhi di tutti. In questo ottimista grafico di tre anni fa (hanno poi rivisto la curva ancora al ribasso!), vedete in azzurro, giallo, blu, rosso e verde la situazione al 2009 col rispettivo declino "a meno di miracoli", che sono indicati in verde pastello ed in rosa salmone. Al 2030 la Russia produrrà (meno della) la metà rispetto ad oggi. Quanto esporterà, se esporterà ancora? A che prezzi? Con quale moneta i paesi europei pagheranno? Mistero. Certo che ad un certo punto o muoiono di freddo loro che producono o creperemo noialtri: è il dilemma dell'"export land model".

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