"Prima della fine del petrolio là, iniziano le conseguenze della sua fine qua."
Anonimo accattone europeo
Uno dei miei assidui lettori, che ho avuto il piacere di conoscere e che saluto, lo chiamerebbe un inequivocabile Segno di Crollo dell'Impero.
Piccola premessa: da anni l'aumento dei consumi interni sauditi non è più compensato da quello della produzione e le esportazioni calano, tre volte più rapide rispetto al calo di produzione, tra mille scuse dei petrolieri sauditi: le crisi mondiali, l'altalena dei prezzi, le rivolte arabe...
Ma diamo un'occhiata all'umile grafico a lato (cliccare per ingrandire) in cui, con dati freschi ufficiali, mi prendo la briga di aggiornare una autorevole previsione altrui del gennaio 2008*. Ancora una volta, anni dopo, sembra proprio che le riserve ufficiali siano state sovrastimate, anche quelle riviste al ribasso ed ufficiosamente dagli studiosi più pessimisti! Il pessimismo dei due autori di quell'articolo e quel grafico si rivela oggi non solo realistico, ma ottimistico: indovinano la produzione, ma purtroppo non fanno i conti con i consumi sauditi, molto aumentati (anche a causa dell'uso sempre più sconsiderato di climatizzatori in nuove case "all'occidentale", non proprio adatte al clima desertico...), mentre i paesi importatori "in crisi" non potevano più acquistarne al ritmo precedente.
Risultato: dal 2009, l'export sta calando di oltre il 10% annuo, a fronte di una depletion media di circa il 3%.
La "fine" dell'Arabia Saudita esportatrice, poiché più della produzione totale è l'export capacity che interessa alle centinaia di milioni di umani (europei compresi) che ne dipendono più o meno direttamente, a questo andazzo pare possa esser già tra dieci anni, non tra cento come si è fatto credere negli anni 2000. L'era petrolitica, lo verifichiamo ogni mese "dati alla mano", sta consumando i suoi ultimi barili. E pensare che attorno a Milano dei veri e proprii delinquenti espropriano le ultime fattorie per costruire una nuova autostrada: in un periodo di scarsità reale, l'energia-denaro sprecata per costruire autostrada non va a mettere in sicurezza la produzione alimentare di una metropoli già largamente deficitaria, ogni metro di nuova autostrada oggi, senza esagerazioni, è un ragazzino milanese in più che cercherà cibo tra i rifiuti domani.
Altre conseguenze immani della fine dell'export petrolifero (globale, non solo saudita): guerre anche tra paesi "ricchi", carestia globale, crollo dei mercati finanziari,... oppure tutte queste cose insieme. Prima di quel 2022.
Altre conseguenze immani della fine dell'export petrolifero (globale, non solo saudita): guerre anche tra paesi "ricchi", carestia globale, crollo dei mercati finanziari,... oppure tutte queste cose insieme. Prima di quel 2022.
[ nota bene: i dati di produzione e consumo forniti da Saudi Aramco sono una gittata, una media giornaliera, in barili di petrolio prodotti al giorno. Il dato medio di produzione di agosto 2012 è ufficialmente di 9,75 milioni di barili giornalieri, il consumo, per lo stesso mese, è stato di 2,9 milioni di barili. Le esportazioni ufficiali di agosto non sono ancora disponibili e, essendo un dato complessivo mensile che riguarda anche gli stoccaggi, è importante considerare che quelli delle esportazioni sono dati commerciali che non valutano direttamente la performance industriale del paese produttore in questione, in quanto possono non corrispondere alla mera sottrazione dei due dati ("produzione totale" meno "consumi interni"). A titolo indicativo, la sottrazione ci darebbe 6,85 milioni di barili di export medio giornaliero, più corretto parlare di export capacity, per il mese di agosto, siamo ormai lontani dai quasi 10 milioni di barili giornalieri medii esportati nel 1979... ]
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Poiché mi sembra di riconoscere la mia figura in quello che definisci tuo assiduo lettore :-) ricambio il gradito saluto e regalo ai tuoi lettori il link a un post di Debora, interessante perché fa notare che anche una sostanza ritenuta inesauribile o quasi come l'elio sta percorrendo la medesima strada di tante altre risorse.
RispondiEliminahttp://petrolio.blogosfere.it/2012/09/storie-tese-il-picco-dellelio.html
Ehheh, l'ho appena letto sull'elio è facile dar la colpa ai palloncini, invece la stragrande maggioranza è stata buttata letteralmente al vento dagli USA per qualche volo nello spazio. Il Saturn V in un solo lancio, di pochi MINUTI, ne ha usato 370mila metri cubi, quasi l'1% della produzione annuale mondiale di quest'anno! Hai voglia a gonfiare palloncini, per anni ed anni!
RispondiEliminaI palloni gonfiati che pensano di poter proseguire a consumare le risorse del nostro pianeta, minerarie e non, purtroppo non si sgonfiano mai.
EliminaQuella del Saturno V non la sapevo, grazie ! L'epopea spaziale è durata lo spazio di un secondo, lassù non ci torneremo mai più. E lo dico con lo spirito di chi, ingenuamente e ancora non a conoscenza di LTG - in fondo era il 1969 -, davvero ci sperava nelle magnifiche sorti e progressive dell'avventura spaziale. Avessimo invece guardato un po' più attentamente alle miserie di quaggiù ....
Lassù ci torniamo, per ora, con la vista e con tecniche sempre più sopraffini. Peccato che anche per i telescopi sono necessari materiali prossimi al lumicino... i dispositivi ad accoppiamento di carica (CCD, indispensabili per scattare foto dello spazio siderale) esistono anche all'ossido di zinco, relativamente più abbondante di altri metalli rari, ma pure per la filiera dello zinco il futuro è segnato. Facciamoci una pietra sopra, non abbiamo che questa pellaccia e questo pianeta quasi distrutto, facciamo attenzione a quel che c'è e "basta là" come dicono a Rivoli.
Eliminaancora 10 anni di disperazione. Poi le bombe N faranno piazza pulita dei rivoltosi.
RispondiEliminaA rigor di logica, l'arma nucleare la si dovrebbe usare prima che finisca il petrolio. Ma sono solo speculazioni, detto questo, in Italia c'è poco da bombardare: cosa bombarderanno di strategico? Tempo dieci anni tutte le nostre raffinerie ed alcuni turbogas saranno spenti da tempo. Si bombarda in tempo di vacche non troppo magre... Se una guerra mondiale deve avvenire, deve farlo presto.
Eliminale bombe N sono quelle ai neutroni. Uccidono tutto e tutti nel raggio di 3 km senza danni alle infrastrutture. Molto utili in caso di obiettivi spazialmente limitati, come purtroppo toccò alla Guardia Repubblicana di Saddam all'aeroporto di Bagdad. Quindi molto indicate in caso di rivolte.
EliminaAtteso che il ragionamento di fondo (calo esportazioni) resta, mi pare ci sia da fare una precisazione che delinea una situazione saudita meno drammatica.
RispondiEliminaI dati del grafico fino alla parte storica rappresentano gli "all liquids" (sono identici ai dati Energy Information Administration.....che ho proprio sottomano).
Il dato che invece tu porti a completamento del grafico (agosto 2012) sembrerebbe essere relativo al solo "crude". Infatti coincide con il dato fino ad ora disponible da parte dell'EIA di maggio 2012 = 9,8 milioni di b/g.
Il "forecast" del grafico andrebbe quindi fatto con i dati degli "all liquids" che a maggio (sempre dati EIA) è pari a 11,5 milioni di b/g. Quindi ben più in alto nel grafico (addirittura sopra la linea superiore del "canale" trateggiato.