"Prima che finisca l'era del petrolio, trionferà la nucleare... la guerra."
Anonimo italiano
Ennesimo incidente, con feriti, alla centrale nucleare più insicura di Francia*. Il paesino vicino e che dà il nome alla centrale, è Fessenheim, traducendo alla lettera dall'alsaziano-francese darebbe un "Patria del culo" o "Focolare tra le chiappe": direi ottimo e lungimirante posizionarci una centrale nucleare. Come da foto a lato, la centrale di Fessenheim si trova in zona mediamente sismica (di zona rischio "francese" 3 su 5, ma a pochi kilometri dalla zona 4 e a trenta kilometri dall'epicentro di un sisma di grado 6,9 Richter, avvenuto nel 1356) e sopra la falda freatica più grande d'Europa, accanto al fiume più importante d'Europa ed anche quello "più abitato": insomma cosa potrebbe mai andare storto?
Mi viene chiesto via e-mail di fare un commento all'incidente. Non ho molto da dire, se non che si tratta di un incidente senza alcuna fuga di radiazioni o materiale radioattivo e che non peggiora la situazione di sicurezza. Ma molto più interessante del piccolo incidente di Fessenheim è il video che posto qua sotto, che ho trovato proprio ora quasi per caso cercando aggiornamenti sull'accaduto. E' una vecchia intervista, con immagini inquietanti, ad un probabile collega dei due feriti di Fessenheim, un "jumper nucleare"...
Ma chi è e come opera un jumper? E' un precario solitamente non qualificato, con contratto intermittente ed alle dipendenze di una ditta esterna, che svolge più volte nell'anno ed in tutta la Francia brevissime e rischiose operazioni manuali di manutenzione ordinaria e straordinaria all'interno dei reattori, fin dentro ai circuiti idraulici principali (zone estremamente radioattive e per questo deve andar sveltissimo, appunto saltare dentro, operare e poi saltar fuori; dall'inglese "to jump"). Quello che vedrete nell'intervista è talmente precario che vive addirittura in una mobil-home, con altri jumpers come lui, in un campeggio non lontano da una centrale nucleare.
Un'ora di lavoro consente al jumper di guadagnare la bellezza di ...12 euro netti talvolta solo 10). Dopo la liberalizzazione del mercato del lavoro, anche nella Francia che è prima al mondo nella tutela dei lavoratori, certa manodopoera è una pacchia per chi gestisce il nucleare: quei 90 secondi cruciali di intervento manuale di un jumper costano molto meno di 1 euro. Una caduta accidentale magari dentro tubi "più profondi" causerebbe ritardi nell'uscita, oltre a contrattempi tecnici incommensurabili, ed esporrebbe soprattutto la persona a dosi radioattive via via più dannose, certamente letali dopo pochi minuti, eppure all'azienda energetica un'operazione come questa costa meno di una baguette.
Ad un certo punto dell'intervista, comunque verso l'inizio, il jumper parla dell'ovvia paura di operare in spazi angusti e poco illuminati; qui interpreto leggermente: a seconda del tipo di reattore gli deve essere proprio capitato di trovarsi a pochi passi delle tubature che vanno ad un nocciolo - immaginate poi l'estrema difficoltà tecnica di recuperare un eventuale corpo caduto, dato che non pare siano allacciati o imbracati - perchè il jumper dice proprio "...se poi cadi in quel buco (uno dei boccaporti circolari, tra le cisterne ed i tubi, ndr), vai dritto al cuore (il nocciolo, ndr)... allora là, non bisogna proprio caderci!"). Poco dopo parla della situazione sanitaria sua e dei colleghi precari: "Abbiamo un controllo sanitario, fino ad ora nessun problema, ma fino a quando? Non lo so, sono ancora giovane [ride], si vedrà quando verrà la pensione! In ogni caso quando si prende molta dose d'un sol colpo, quando facciamo manovre speciali, poi la si sente la sera stessa: si dorme peggio ed anche nei due giorni che seguono la si sente". Ecco il video, più prosegue più si vedono veri malati e disagio e segreti e dichiarazioni che io sconsiglio in definitiva ai più pessimisti ma anche agli ottimisti.
Mi viene chiesto via e-mail di fare un commento all'incidente. Non ho molto da dire, se non che si tratta di un incidente senza alcuna fuga di radiazioni o materiale radioattivo e che non peggiora la situazione di sicurezza. Ma molto più interessante del piccolo incidente di Fessenheim è il video che posto qua sotto, che ho trovato proprio ora quasi per caso cercando aggiornamenti sull'accaduto. E' una vecchia intervista, con immagini inquietanti, ad un probabile collega dei due feriti di Fessenheim, un "jumper nucleare"...
Ma chi è e come opera un jumper? E' un precario solitamente non qualificato, con contratto intermittente ed alle dipendenze di una ditta esterna, che svolge più volte nell'anno ed in tutta la Francia brevissime e rischiose operazioni manuali di manutenzione ordinaria e straordinaria all'interno dei reattori, fin dentro ai circuiti idraulici principali (zone estremamente radioattive e per questo deve andar sveltissimo, appunto saltare dentro, operare e poi saltar fuori; dall'inglese "to jump"). Quello che vedrete nell'intervista è talmente precario che vive addirittura in una mobil-home, con altri jumpers come lui, in un campeggio non lontano da una centrale nucleare.
Un'ora di lavoro consente al jumper di guadagnare la bellezza di ...12 euro netti talvolta solo 10). Dopo la liberalizzazione del mercato del lavoro, anche nella Francia che è prima al mondo nella tutela dei lavoratori, certa manodopoera è una pacchia per chi gestisce il nucleare: quei 90 secondi cruciali di intervento manuale di un jumper costano molto meno di 1 euro. Una caduta accidentale magari dentro tubi "più profondi" causerebbe ritardi nell'uscita, oltre a contrattempi tecnici incommensurabili, ed esporrebbe soprattutto la persona a dosi radioattive via via più dannose, certamente letali dopo pochi minuti, eppure all'azienda energetica un'operazione come questa costa meno di una baguette.
Ad un certo punto dell'intervista, comunque verso l'inizio, il jumper parla dell'ovvia paura di operare in spazi angusti e poco illuminati; qui interpreto leggermente: a seconda del tipo di reattore gli deve essere proprio capitato di trovarsi a pochi passi delle tubature che vanno ad un nocciolo - immaginate poi l'estrema difficoltà tecnica di recuperare un eventuale corpo caduto, dato che non pare siano allacciati o imbracati - perchè il jumper dice proprio "...se poi cadi in quel buco (uno dei boccaporti circolari, tra le cisterne ed i tubi, ndr), vai dritto al cuore (il nocciolo, ndr)... allora là, non bisogna proprio caderci!"). Poco dopo parla della situazione sanitaria sua e dei colleghi precari: "Abbiamo un controllo sanitario, fino ad ora nessun problema, ma fino a quando? Non lo so, sono ancora giovane [ride], si vedrà quando verrà la pensione! In ogni caso quando si prende molta dose d'un sol colpo, quando facciamo manovre speciali, poi la si sente la sera stessa: si dorme peggio ed anche nei due giorni che seguono la si sente". Ecco il video, più prosegue più si vedono veri malati e disagio e segreti e dichiarazioni che io sconsiglio in definitiva ai più pessimisti ma anche agli ottimisti.
*link notizia incidente: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-05/allarme-centrale-nucleare-fessenheim
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Non ho veramente parole, anche nelle centrali nucleari, nella CIVILE Francia , a svolgere mansioni ad alto rischio per quattro castagne secche!
RispondiEliminaPer quanto tempo ancora potremmo continuare?
Ti credo che l'area è sismica: il fiume Reno occupa la sua posizione perché scorre all'interno di un graben. E' in pratica un settore di crosta terrestre soggetto ad assottigliamento ed abbassamento. Logico che le faglie attive circostanti possano produrre terremoti. Chissà se questa cosa è stata considerata nelle analisi di rischio: quanto è italiana come situazione!
RispondiEliminaLa centrale di Fessenheim è stata costruita per resistere ad un terremoto di grado 6,7. All'epoca della costruzione hanno considerato di grado 6,2 quello di Basile del 1356 (studi più recenti lo danno invece anche oltre il grado 7!) ed hanno preso un ulteriore margine. Invece non hanno davvero pensato al problema dell'inondazione in seguito a terremoto: hanno progettato il sistema di sicurezza ipotizzando inondazioni al massimo di 0,5 m oltre il livello storico di piena del Reno. Un po' poco.
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