Tanto per fare un punto della situazione, in Australia era appena finita ma è ricominciata.
Dopo la siccità durata dieci anni, dopo i mega-incendi del 2009 nel Sud, dopo il ciclone nel Sud del 2010, dopo due mesi di inondazioni nel Nord-Est, dopo il maggiore ciclone della storia australiana ancora nel Nord-Est, ora ancora inondazioni nel Sud... Gli incendi del 2009 che hanno allentato i terreni forse hanno favorito la magnitudo del fenomeno, invece dal punto di vista strettamente meteorologico sembra che siano state le temperature delle aree meridionali, tra 39 e 43°C (ora discese di oltre dieci gradi), ad aver risucchiato i resti del ciclone Yasi che vagavano verso l'interno desertico del Paese.
Tutti i fiumi dello stato di Victoria e del New South Wales sono in piena; non si segnalano situazioni troppo gravi, ma i disagi non si contano. La pagina dell'Australian Bureau of Meteorology relativa al Victoria non ha più spazio per le allerte.
Mentre si approva la flood tax per finanziare la ricostruzione, sia le vittime delle "inondazioni del Queensland" che le vittime del "ciclone Yasi" (sempre Queensland) si trovano in bancarotta o in causa contro assicurazioni latitanti, mentre la stagione dei cicloni non è ufficialmente finita e le strane piogge di tipo post-ciclonico o monsonico continueranno a Sud fino al 9 di febbraio secondo l'Australian Bureau of Meteorology.
In foto, la periferia di Melbourne questa mattina dopo un episodio di flash flood con 6000 evacuati d'urgenza, un rigagnolo di normalmente pochi metri di larghezza è diventato l'Adda in un paio d'ore. Per oggi "niente show petrolitico", l'auto nuova fiammante in primo piano non potrà sfrecciare come d'abitudine tra aborigeni e canguri.
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