Tra un'ora il Consiglio di Sicurezza dell'ONU (tutte lettere maiuscole, per abitudine) deciderà di attaccare Gheddafi.
Riecco la guerra nel Mediterraneo, appena di là dai nostri confini?
Saremo tutti concentrati sulla catastrofe giapponese, mentre proseguiranno rapidi i piani di GB, USA e Francia per sparare qualche buon maverick (in foto) e mettere in sicurezza quei trenta barili di petrolio che restano in Libia.
Ma ci riusciranno ed in fretta? Sembra un teatrino: forse Gheddafi ha già ottenuto promesse di protezione da qualche parte, si farà sparare quattro bombette vicino alla sua finta tenda nel bunker, anonimi civili moriranno a centinaia, tanto che importano mille vite, la dignità di un corpo, se siamo quasi sette miliardi e nonostante tutto siam sempre di più? E poi si riaprirà la corsa all'oro nero (che pure in Libia è sempre meno, di sempre peggiore qualità, ma che vuoi farci? Non si negozia la Democrazia Automobilistica Occidentale).
Sono già lontani i tempi in cui tra i primi importatori dalla Libia c'erano Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Grecia...
Portogallo, Grecia, Irlanda e Spagna non importeranno che misere goccioline in futuro, che già sono fatti fuori dalla tagliola dell'Euro. I paesi indebitati e maldestri "PIGS" eccolo a che servono: a pagare, con manovre "lacrime e sangue", il carburante che non avranno più e che finirà ad altri. Ottimo metodo di Francia e Germania per non far andare i costi a 3 € al litro per tutti: farli salire a 2 € per francesi e tedeschi e sottrarre prodotto ai soliti pezzenti terroni che tanto non pagano le tasse, hanno il coltello in tasca, spaghetti, baffo nero, feta, siesta, birra Guinness, sardine arrosto e fado.
Ora, io ho un grande dubbio: ENI, cioè l'Italia, tornerà in Libia? Siamo sempre stati utili pezzenti o diventeremo altro? Senza il petrolio libico, la decrescita sarà veramente troppo rapida e forse per nulla felice.
____________________________
Nessun commento:
Posta un commento