1.3.11

Sono ottimista sul futuro dei pessimisti

Come diceva lo scrittore e giornalista Tristan Bernard, ottimisti e pessimisti sono ugualmente accomunati dalla paura della verità. Un bel giorno, proprio a lui che aveva per anni contribuito alla vera informazione nella Francia nazionalista degli anni '30 e avvertito i francesi dei mala tempora che stavano per venire, la verità si presenta alla porta: viene deportato in quanto ebreo, dallo stesso Stato Francese sottomesso al potere del Reich, da un governo già anti-ebrei e diventato poi collaborazionista e filo-nazista. Liberato quasi subito grazie ad una sollevazione di intellettuali e di una parte dell'opinione pubblica, muore qualche anno dopo per le conseguenze fisiche e morali della prigionia.

Allora... L'ottimista ed il pessimista, si diceva.
E la paura della verità.
L'uno la scansa, sostituendola con un mondo di uccellini cinguettanti, di ciclica eternità immutabile e sperando in politici e/o scienziati-stregoni che inventeranno certamente la magia che risolve ogni (nuovo) guaio umano.
L'altro, il pessimista, la verità la cerca spesso solo, spesso troppo a lungo ed in profondità, ci rimugina mentre spazzola le ultime sementi non ibride che è riuscito a trovare in giro, ma il tutto lo fa con un pochino di sana angoscia e con la ragione più pura di cui dispone. E cerca di prevenire la violenza estrema dell'ottimista che un bel giorno verrà a cercarlo, armato di pietre e bastoni, appena sarà finito il cibo all'Esselunga, appena si saranno spente le luci e tutto nel frigo marcirà in poche ore e nessun sistema di pompaggio farà arrivare l'acqua nelle belle dimore dei moderni cinguettanti.

Sintesi...
Mondo, anno 2011 d.C. Riponete per un attimo i vostri sogni e riflettete su questa mia frase: se Churchill fosse stato un ottimista, in Europa parleremmo tutti tedesco.
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6 commenti:

  1. Io non appartengo alla categoria degli ottimisti e sono convinto dell'alta probabilità di gravi conseguenze sociali ed economiche portate dall'ottuso proseguimento di questo modello di sviluppo.
    Mi pare però che tu tenda, più che al pessimismo, al catastrofismo: è verosimile che tra 15-25 anni il mondo si trovi in una situazione energetica, sociale e probabilmente militare gravissima, ma francamente ritenere, come fai tu, che sia questione di anni o addirittura di mesi, mi sembra perlomeno eccessivo e non suffragato da prove evidenti.
    Ciò puntualizzato, aggiungo che reputo ottimi ed estremamente interessanti tanto il tuo blog quanto i tuoi interventi su Petrolio e Oronero.
    (scrivi anche su altri blog?).
    Roberto

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  2. Per i dipendenti di Meridianafly la catastrofe ha le settimane contate. Stesso dicasi per i dipendenti della raffineria Tamoil di Cremona. Altri 400 della raffineria di Gela dovranno accettare di esser messi alla porta perchè se denaro per investimenti c'è, è roba che finisce al sistema di raffinazione gasolii, per togliere lo zolfo da petrolio di sempre peggiore qualità che troviamo sui mercati e che tuttavia ci costa più caro. Siamo già con un piede nella catastrofe, ma non la vediamo. Quando saremo con entrambi i piedi là dentro, non potremo più agire per uscirne se non ci abbiamo pensato con qualche anno di anticipo. Tutto qui. Grazie dell'apprezzamento e dell'interesse.

    Aggiungo. L'Arabia Saudita non esporterà quasi più nulla entro un decennio secondo le stime reali delle sue riserve (sovrastimate di ben 7 volte), quindi quella gravissima reale catastrofe tra 25 anni si sarà già verificata.

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  3. ciao, Medo complimenti per il blog che ho inserito tra i miei preferiti.
    Venendo al dunque anch'io oscillo tra ottimismo e pessimismo. mi fa essere ottimista il fatto che l'uomo è arrivato al ventesimo secolo senza petrolio e quindi .....
    mi fa essere pessimista pensare che il periodo di adattamento al nuovo regime di deflazione energetica se ci coglierà di sorpresa farà molti morti, molti dei quali causati dagli uomini stessi nel tentativo di difendere i propri "orticelli".
    un caro saluto
    Climber15

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  4. Mi fa essere ottimista il fatto che gli aspetti negativi della scomparsa della specie umana siano sovrastimati.
    Sono 10.000 anni che siamo la specie dominante su questo pianeta, non è da ieri.
    Abbiamo provato in tutto i modi, le abbiamo inventate di tutti i colori, totalitarismi, democrazie, anarchie, tolleranze, intolleranze, legna, carbone, petrolio...
    Niente da fare, il mondo non è mai più stato un posto vivibile per noi e le altre specie viventi.
    Scomparire è il miglior favore che possiamo fare a tutti, soprattutto a noi.

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  5. Vivibile, nonostante tutto, lo resta pure ora. Magari "vivibile peggio". Ma ancora c'è spazio e ancora ci sono risorse per renderlo meglio vivibile. Certo non per tutti, certo non col modello dei paesi occidentali degli ultimi 50 anni e col modello degli ultimi dieci anni di Cina, Brasile, India, Russia.
    Ma cambierà. Anche per loro. Presto. E molto. Pure troppo. Ed in peggio. Lo sta già facendo.

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  6. "La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta."
    Theodor Adorno

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