11.9.11

Abbiamo bisogno di poesia

"Irene was an hurricane" dal sito della Buffalo Picture House. Nonostante tutto, qualcosa di poetico tra i disastri, che non sono altro che Vita e Morte che si avvicinano tantissimo in un lasso di tempo relativamente breve. Nel decimo anniversario dell'11 settembre 2011, chiunque ne sia la causa, l'ideatore o l'autore, è il caso di ricordarsi che anche (soprattutto) un uragano è capace di portare una riflessione in più, forse un amaro sorriso, forse la vita appunto. Per chi la vuole, la vita.

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5 commenti:

  1. Sono ora nell’aria
    Che libera infrange
    Regole ferree od insulse
    Tutti i fiati esalati
    Nel produrre cupidige e speranze
    Non che questi non vi fossero prima
    Ma da radi si sono fatti più fitti
    Sono trama di sudario pesante
    Sulla terra ovunque son sparsi
    Sebbene con iniqua abbondanza
    Ogni sorta di grumi scarti poltiglie
    Congegni inerti infidi infingardi
    Attendenti mani che inermi
    Li sfiorino e si sparpagli tortura
    Le acque da tutti raccattano
    Fedeli alla loro natura
    Con flutti invadenti e imparziali
    Rigurgitano quanto raccolto
    Facendo sempre minimo sforzo
    Anche il cielo è ingombro di cose
    Che non avremmo creduto
    Mai vi sarebbero ascese
    Noi qui stranamente
    Perseveriamo nel computo
    Degli spazi fra astri e molecole
    Siamo occupati in un luogo
    Ignorando se sia
    Il nostro posto davvero
    Potesse un’inpirazione profonda
    Un affondo calcato nel fango
    Un sorso sorbito con flemma
    Indicarci quale gloria inseguiamo

    (Scritta sotto un nubifragio nel 1997 in Val D'Aosta)

    Marco Sclarandis

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  2. Ecco, WAS an hurricane perchè era già stato declassato a tempesta tropicale prima di arrivare a New York, peccato 'sta cosina sia stata detta solo dopo...

    Poesia o prosa, sempre qualche palla ci dobbiamo ficcar dentro, è un vizio! :'D

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  3. E meno male che era una 'semplice' tempesta...

    http://www.wunderground.com/blog/JeffMasters/comment.html?entrynum=1908

    http://www.nytimes.com/2011/08/30/us/30vermont.html?_r=1

    Ma ormai gli eventi estremi sono all'ordine del giorno:

    http://www.wunderground.com/blog/JeffMasters/comment.html?entrynum=1921

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  4. ehy Medo: si vocifera di un incidente ad una struttura di una centrale nucleare in Francia, ne sai niente?

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  5. Ehi ciao, so tutto quel che è possibile sapere di ufficiale e di inufficioso. Nessun pericolo per l'Italia, assolutamente nessun tipo di pericolo aldilà di cinquecento metri dal luogo dell'incidente anche esagerando di molto le paure. In ogni caso il sito di Marcoule è l'esempio del disastro umano che è il nucleare: 3 anni per costruirlo, 37 anni di funzionamento reale, 42 anni (ipotetici ma saranno di più anzi non finiranno mai dai) per smantellarlo. Ad un costo che ogni anno aumenta di 500 milioni di Euro... Ergo: sarà abbandonato com'è, ad un certo punto. Altrimenti servirà tutto il PIL del paese tra pochi anni solo per smontare e bonificare. Eh si', finisce male l'era industriale, malissimo.

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