8.3.12

"Sali da me che ho ancora il riscaldamento..."

In Grecia, oggi che ancora ci sono tonnellate di petrolio e raffinati ovunque a pochi passi da casa, la gente si incontra a turno di questo o quello, a seconda che abbiano ancora il riscaldamento o no. Si sono fatte questo inverno delle "serate riscaldamento" da chi ancora ne aveva nella cerchia famigliare o di amici.
E poi si sono tagliati alberi a tonnellate, in parte abusivamente, sempre più. La nuova battuta è "prima ti invitavano sul SUV, ora dicono che hanno il riscaldamento in casa...".

La domanda di legna da ardere è aumentata del 60% rispetto all'inverno scorso.
I nuovi ricchi sono coloro che hanno dei camini nelle loro case (ehi io ne ho ben due in casa, che sono là "per decorazione"... Ma il primo albero è a 300 metri, in una piazza dove si affacciano le case di almeno 400 persone: ci basterà?!). Li rimettono a nuovo, chiamano lo spazza-camino. Poi di notte si organizzano e vanno a tagliare gli alberi nei parchi pubblici, o dal vicino stronzo o appena fuori dalle città che "tanto c'è la crisi cosa ci importa della natura, abbiamo freddo", a questo ritmo forse si giocano tutte le foreste accessibili in meno di un decennio.

Forse in Italia un due o tre milioni di abitanti potrebbe davvero un giorno scaldarsi a legna, ma gli altri milioni di milioni? Tutti a vivere in Sardegna?

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8 commenti:

  1. E senza carburanti si andrà coi carri trainati dai cavalli a fare incetta di legna sempre più lontano nelle campagne spogliate dalla crisi? Mi chiedo quale sarà la prima emergenza esistenziale con l'arrivo del medioevo prossimo venturo.
    La scarsità di generi alimentari o il problema di come riscaldarsi?

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  2. Paolo, c'è un detto americano che dice che "non morirai di fame, ma di freddo". Nel senso che nutrirsi serve a tenere acceso il proprio motore. Quindi: chi si nutre correttamente (e non ha fatto l'errore di vivere troppo lontano dai tropici o dal clima mediterraneo) a rigore non avrebbe bisogno di scaldarsi... Se non ha fatto l'altro errore di isolarsi e vivere tutto solo o "solo con moglie e figli" in un quartiere o una città di individui singolarizzati e resi in-umani. Rifare comunità significa potersi un giorno ritrovare uniti, contro la fame o il freddo o la morte. Chi non rifa comunità, è già morto oggi.

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  3. piccole comunita autosufficenti
    inserite nel territorio
    con valori morali diversi da quelli attuali

    e si puo ripartire

    in citta NO .

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    1. piccole comunita autosufficenti ..

      Sì ma solo se ubicate in luoghi dove la pressione umana sull'ambiente é minima.
      In caso contrario è assolutamente necessario armarsi pesantemente e prepararsi ad uccidere all'occorrenza.

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    2. @luigiza

      le zone a bassa densita in ITA ... pochissime
      comunita anche per difendersi ...
      almeno fin che non si raggiunge un equlibrio
      il periodo di transizione ... veramente caldo.

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  4. nell'inverno 1929 in nord Toscana i vecchi urlavano dal dolore e avevano legna e camino, diceva mio padre. In Moldavia stanno ancora col cappotto ed il passamontagna in casa, come anch'io da ragazzo negli anni 70, ma ora urlerei anch'io, anzi ho urlato quando sono rimasto a lavorare in ufficio con 4 gradi nel febbraio scorso con 11 sotto zero fuori ed riscaldamento spento e per poco non mi sono sentito male.

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  5. Intanto qui dalle mie parti si continua con le orride palazzine dei camorristi! Certe volte mi vien da pensare che il paesaggio delle città diverrà un po come quello del Libano....

    Per il clima: preferisco comunque il freddo. Il caldo mi ricorda il delirio del Ruanda.

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  6. ciao medo, mia madre quando gli parlo di questi argomenti mi racconta per sdrammatizzare che, quando lei era giovane, in camera, le si ghiacciava l'acqua della bacinella che teneva sul como'.
    Quando doveva trovarsi con le sue amiche andavano a casa di chi aveva la stalla: unico posto caldo della casa.

    Per fortuna che di tutta l'euforia consumistica ci rimarranno molti maglioni praticamente nuovi per le serate d'inverno.
    un caro saluto

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