17.4.12

ENI: raffineria di Gela verso la chiusura

500 dipendenti resteranno a casa per un bel pezzo: ENI ha deciso di chiudere parte della raffineria di Gela. La chiusura durerà un anno. Tutto momentaneo?
No, la crisi petrolifera italica non finirà mai. Anche se la vicina Libia tornasse agli splendori passati, un eventuale surplus non tornerebbe più nei serbatoi italici.
Solo Total in Europa ha avuto il coraggio di dire, quasi due anni fa, che i carburanti oltre i 2 Euro al litro sarebbero presto diventati la regola e che addirittura li dovremo rimpiangere.

Per Gela, tra un anno o forse prima, sarà dichiarata la chiusura totale: non voglio fare terrorismo, ma per i raffinatori europei, ed in particolare italiani e spagnoli, nel breve termine all'orizzonte non c'è nessun aumento possibile dei margini operativi. Ai lavoratori verranno sorbite chiacchiere su chiacchiere come per Termini Imerese, non servirà a nulla e a malapena stavolta si eviterà lo scoppio del caos in tutta la Sicilia.

In Francia addirittura, dove le cose vanno ancora "benino", si è difatto nazionalizzato il settore garantendo parte dei mancati introiti, di Total prima e di Petroplus poi, con dei giochini contabili, facendo intervenire nel secondo caso la stessa Total e non direttamente il governo, per evitare ritorsioni della UE.
Le raffinerie non guadagnano più nulla, in tutta Europa (l'Europa dei 15 importa il 99% del petrolio da raffinare...) da mesi i margini netti sono al lumicino, in parte si lavora già in perdita e se non verrà nazionalizzato il settore produttivo dei carburanti, l'Italia collasserà molto prima del previsto. Tanto collasserà lo stesso.

Il razionamento del gasolio prima, della benzina e del GPL poi, è una questione di quando non di se.

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4 commenti:

  1. Cosa pensi del metano per autotrazione ?..Dopotutto si può produrre anche in fattoria per cui credo abbia ampi margini non solo di sopravvivenza nel medio periodo ma anche di evasione delle accise se provano ad amentarle troppo ....

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  2. Sulla metanizzazione "domestica" i guai sono parecchi. A parte gli aspetti legali, economici e di sicurezza basilari (come stoccare una eventuale iper-produzione, come venderla, etc.), il guaio grande è formato da tre aspetti:
    - la stabilità del gas prodotto
    - la qualità dello stesso
    - gli scarti di produzione
    Ad esempio, cosa fare di tutto l'acido solforico che si produrrebbe e verrebbe disciolto nell'acqua necessaria alla purificazione del gas? Facendo decantare semplicemente i gas di stalla o di un grosso mucchio di compost organico è facile ottenere una combustione (stalla > alambiccone > fiammellea costante per scaldare acqua, latte per formaggi, etc), ma c'è tutto un attorno che va standardizzato e ben riflettuto. NON è una cosa che ha futuro per tutte le zone rurali del mondo, ma localmente delle comunità possono organizzare un buon lavoro a spesa monetaria modesta. Oggi.

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  3. Qualche anno fa ho letto di una tecnologia per prelevare e sfruttare per l'autotrazione il proprio metano domestico (quello per cucinare insomma). Anche se i problemi di sicurezza sarebbero enormi...

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