18.4.12

Scaroni contro la Termodinamica

Paolo Scaroni, direttore generale ENI, 15 marzo 2012 (vedasi video più in basso):
"Siamo nella migliore situazione di sempre
per sviluppare crescita e utili".
Sembra un disco rotto. Forse davvero nessuno ci crede, ma tutti vogliono crederci altrimenti è davvero finita?

I discorsi del grande capo di ENI, Paolo Scaroni sono incredibili (più in basso ho postato la sua ultima apparizione video). Estrarre petrolio per produrre utili è un qualcosa di eterno. Scaroni ha forse inventato l'anti-materia o ancora deve studiare un po' di fisica? O forse non ha visto le foto delle migliaia di ettari di deserti post-petroliferi nel mondo, come quello di Baku (in foto a lato): anche quelli erano tutti pozzi produttivi, facili, erano pozzi di una industria petrolifera nella migliore situazione di sempre per garantire crescita ed utili e che ora inquinano l'area per secoli e rappresentano un costo planetario incommensurabile... Là è tutto spento, sinistro, inutile, incomprensibilmente fermo e mortale. Crescita? Valore? Denari? Dividendi? No: il 100% dei campi produttivi di gas e petrolio di ENI a termine saranno come l'Europa prossima ventura: spenti e sinistri, anche se non ancora vuoti.
Quelle di Scaroni sono chicche di aziendalismo, direi delle stupende verità economiche provvisorie ecco, in cui si comunica agli investitori che
a- si crescerà sempre
b- si produrrà sempre di più
c- si perseguiranno gli obiettivi più in fretta
d- come sempre saranno macinati gli utili e infine distribuiti i dividendi
E' una messa, per altro senza grandi effetti scenici e recitata con un inglese dall'accento misto veneto e sardo, un ritrovo di adepti dove la scienza è terribilmente assente, tutto si basa sulla fiducia verso il capo: ENI in sostanza è un'azienda basata su un sogno costruito sull'incubo della depletion petrolifera. Estrarre l'eterno petrolio (eterno a patto che lo si paghi sempre più) è un gesto lontano e nascosto, agito da pochi ingegneri, anch'essi adepti di una cerchia di consulenti finanziari, economici e di comunicazione in cui si cambiano i nomi delle cose per oscurare il declino inesorabile.
"ENI progredirà in eterno, basta che continuino gli investimenti", infatti per estrarre un barile oggi devi usare oltre 7 volte più energia (e quindi denaro, che a sua volta è una misura di tempo, energia e materia prima) che nel 1950, direi che si tratta di un bel progresso tecnologico: di petrolio ce n'è sempre meno, di peggiore qualità, sparpagliato in orizzontale e sprofondato ben in verticale nel sottosuolo, quando va bene è sotto un oceano e tra croste di sale di centinaia di metri di spessore... ma questa è la migliore situazione di sempre per garantire crescita ed utili. Scaroni deve aver letto il Candido di Voltaire, tante volte da impararlo a memoria ma l'ha capito al contrario.
Siamo invece, nella realtà extra-azienda, al punto di rottura. Scaroni lo sa che "OIL IS THE NEW GREECE" ? (http://www.marketwatch.com/story/oil-the-next-greece-type-negative-2012-02-27) Ovvero che l'industria petrolifera nel suo complesso è ad un passo dal baratro?

Oltre che contraddire i principi della termodinamica, Scaroni non ha nemmeno letto lo stesso rapporto di ENI del 2011*... Col quale si contraddice. I calcoli errati al massimo sui dividendi per gli azionisti 2011-2014 si basano sulla stima assurda ed irrealistica di un prezzo calmierato sul trienno in corso di soli 70 $ al barile! Il prezzo medio nel 2011 invece è stato di 98 $ al barile (parlo di petrolio WTI, nemmeno di Brent), per un errore di 28 dollari e per il 2012 siamo già ad un prezzo medio di 112 $, ma loro a fine 2011 hanno stimato che per il triennio in corso ci dovrà essere un crollo deflazionistico impressionante se vogliono stare sui 70 $ di media, ma non lo dicono, quindi che valore minimamente scientifico ha il tutto? Leggiamo:

"Sulla base del prezzo del petrolio di $70 a barile assunto a riferimento per la pianificazione del quadriennio 2011-2014, ENI incrementera il dividendo per azione in linea con il tasso di inflazione OCSE"

Tutte le parole e promesse nel video e nei comunicati stampa, o riportate dai giornali letti dagli imprenditori italici, da cui dipende la vita futura prossima di centinaia di migliaia di italiani, sono basate su stime colpevolmente e/o volontariamente errate o comunque smentibili da un bambino di cinque anni... Sul dato più importante, il prezzo medio del barile di greggio, le stime di ENI al momento sono errate del 59%... Come è possibile che la prima azienda italiana viva in questa bolla di irrealtà e nessuno se ne stia accorgendo? E sulle riserve? Forse ENI calcola male anche in questo campo? Quante le risorse estraibili? Di quanto le hanno esagerate? "Dipende dal prezzo, dai consumi, dall'economia, dalle leggi per nuove esplorazioni, dalla geopolitica e dalle nuove tecnologie..." risponderà Scaroni. Ma il dato che fornirà, di quanto sarà gonfiato? Se è gonfiato del 60% come è sgonfiato il prezzo del barile su cui calcolano attività future e dividendi, allora di petrolio sicuro non ne abbiamo per altri trent'anni, ma nemmeno per i prossimi dieci.
Entro il 2022 probabilmente andremo tutti a piedi. A piedi a cercare cibo, armi, amore, acqua, donne da stuprare. Ma questo è il domani e ci penseremo appunto domani, perchè intanto ieri non esiste più ed adesso conta solo che oggi siamo nella migliore situazione di sempre per generare crescita e utili.
Il presente è diventato l'unico orizzonte del vivere umano. E questo è quel che di più simile c'è al morire.
Homo sapiens sapiens è assente, futuro e passato sono schiacciati da un pericolosissimo nuovo mammifero bipede astorico, dotato di macchine capaci di distruzioni fenomenali, silenzioso devoto all'aziendalismo...

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5 commenti:

  1. ho un mio amico che lavora all'eni (settore it pertanto non proprio nel cda)...dice che da loro gira la voce da anni che i pozzi non sono usati neanche al 30%.... pertanto recuperando anche un altro 30% si può andare a avanti per decenni.... e ti fanno sempre esempio di quello gigante dell'arabia che tira fuori milioni di barili al giorno da 50 anni....

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  2. Ah, le famose "voci che girano" in azienda. Chissà da dove arrivano, forse dall'alto. Comunque. I "pozzi" (quali? di che petrolio? dove? forse quelli in Angola? o quelli che avevamo in Libia?) usati al 30% perchè quello estraibile è quello, nel senso che è light e medium oil, il restante 70% magari è heavy tipo quello iraniano che NON puo' essere usato direttamente ma va pre-raffinato a costi finali esorbitanti rispetto alla pessima qualità iniziale.
    Quello gigante dell'Arabia Saudita sarebbe il giacimento Ghawar? Ehhehe, forse non hanno letto questo: http://www.theoildrum.com/node/2470
    AHAHAHAH diomio certo che per lavorare in ENI devono essere proprio gente che crede a tutto ed è disposta a far credere qualsiasi cosa alla clientela ed all'opinione pubblica. Amen.

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  3. La domanda che mi sorge spontanea, è per quanto tempo, questi personaggi continueranno a mentire cosi spudoratamente. Ma conoscendo abbastanza bene la razza umana, penso che non ci sia un limite purtroppo...

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  4. R " Il presente è diventato l'unico orizzonte del vivere umano. E questo è quel che di più simile c'è al morire.
    Homo sapiens sapiens è assente, futuro e passato sono schiacciati da un pericolosissimo nuovo mammifero bipede astorico, dotato di macchine capaci di distruzioni fenomenali, silenzioso devoto all'aziendalismo.."...Sono uso dire che la nostra coscienza di specie si riduce ai diritti individuali; il post è meravigliosamente esposto, attenzione però che le conesguenze dirette, quelle volute dalla termodinamica, sono che per esempio qualche milione di italiani oggi sovvenzuonato da quele che resta dei nostri abili artigiani imprenditori dovrebbe camapare nella baracca a fianco all'orto gentilmente offerta in comodato uso dal proprietario del terreno, e che altri milioni che oggi vivono da soli o in piccoli nuclei familiari semplicemente dovranno rinunciare alla loro privacy, come peraltro fanno già i "giovani" maggiorenni, ed andare a convivere in 10 in un appartamento per ridurre le spese....

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  5. Convivere fa molto bene alla salute, soprattutto a quella del pianeta Terra. Di per se, non è un fatto negativo. Certo che la vita "privata" in futuro sarà molto difficile da tener stretta: o ci si condivide nel bene e nel male, o si è presto morti (se non si è ricchi e protetti, anche fisicamente).

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