13.9.12

Idrati di metano: scorciatoia per estinguerci prima?

Continuo a pubblicare miei appunti riguardo al "mostro" del metano atmosferico. Oggi mi aiuta Albert Bates, tra i padri fondatori dell'ecologia pratica statunitense, che riassume* per bene la questione della liberazione da sottosuolo del metano nell'emisfero Nord che porterebbe alla liberazione di tutti gli altri. Il testo è in inglese, non molto lungo e con interessanti immagini; le fonti citate parlano di ben oltre i già preoccupanti +5 metri di innalzamento dei mari entro la fine del secolo, come da studi di Steve Hansen e Miki Sato**, ormai accettati ufficialmente come worst case scenario
Albert Bates, quindi, cita soprattutto il prof. Malcolm P. R. Light, uno dei più acuti ricercatori proprio sulla questione degli idrati di metano nell'Artico. Light ha effettuato studi accurati su tutti  i parametri in gioco, compresa l'espansione volumetrica degli oceani all'aumentare della temperatura, e soprattutto analizzando il caso delle "torce di metano naturale" che stanno da tempo eruttando vicino all'Alaska (in foto le zone più emettitrici di metano di tutto l'Artico, da un articolo del prof. Ugo Bardi). Alla luce di tutto questo, Light ha stabilito che al ritmo attuale il ghiaccio Artico, ma anche per conseguente effetto serra quello dell'Antartide (è appurato ci sia molto metano anche sotto l'Antartide, quindi il circolo vizioso non si arresterà a quel punto) e la totalità del ghiaccio sulla Terra se ne saranno andati entro il 2070. Totalmente. Uno dei segni della fine è per altro l'apparizione di un vortice ciclonico, un vasto anche se debole uragano, sull'Oceano Artico, a poche centinaia di kilometri dal Polo Nord, proprio in questa estate 2012, il quale con i suoi venti e le sue onde, ha spezzato il sempre meno ghiaccio presente, diventando la grande causa del collasso del ghiaccio di quest'anno (si è persa l'84,25% della superficie ghiacciata quest'anno a fine ciclo, in settembre, ed in meno di 5 mesi era il 75% ad essersi sciolto).
Malcolm P. R. Light abbozza qua e là le conclusioni estreme, in parte plausibili ed in parte già sotto i nostri occhi, sugli eventi correlati all'aumento che da lineare diventerà esponenziale della temperatura atmosferica. Ad esempio: l'estinzione di tutti i cereali (in effetti, pensandoci, anche con solo +0,2°C annui in Cina, siccità compresa, non avranno tempo ne' energia ne spazio ne' suolo adatto per spostare di 1000-1500 km "più a nord e ad ovest" le coltivazioni di riso, tanto per dirne una..., sostituendo intanto li riso col grano), sarà la fine per la maggiorparte di erbivori senza più mais ne' soia sui mercati (quest'anno siccità storica in Brasile, nello stato di San Paolo non piove da 57 giorni! Si parla di "emergenza per la soia", etc.),  l'inondazione di gran parte dell'industria che è stata costruita per ragioni economiche a ridosso dei mari, poi aggiungo io:  le centrali termiche anche nucleari, gli stoccaggi di cereali e carburanti, quasi tutti questi orpelli si trovano in zone "sommergibili" entro il secolo.
In definitiva, il prof. Light parla espressamente ed adducendo dati scientifici, osservazioni e previsioni accurate, di completa estinzione umana entro il 2100.
Ho letto accuratamente i testi di Light, che aggiorna periodicamente sul blog collaborativo "Arctic News"( http://arctic-news.blogspot.com ),  ho poi considerato i grafici suoi e delle sue stesse fonti e finora - purtroppo - non ci ho trovato punti davvero esagerati. Secondo me invce delira chiaramente quando propone soluzioni del tipo: "mandiamo delle flotte di tecnici per costruire piattaforme urgenti, recuperare il gas da idrati con metaniere e mettiamolo in vendita"... Qui si vede che non è un petrolchimico e di estrazione petrolifera non ne sa molto. E poi se dobbiamo affidarci, per dire, alla collaborazione immediata tra ONU, NATO e privati come Gazprom o BP per salvarci tutti, è proprio finita, tanto vale buttarci ora nel Po  (o nella Loira per quel che mi riguarda), intanto che questi fiumi hanno ancora dell'acqua. E' davvero troppo tardi per recuperare energia con l'industria (e l'esercito...) dagli idrati di metano, li abbiamo scoperti da poco e non possiamo farcela, da quel lato ci restano solo le preghiere. Estrarre da idrati di metano, quindi liquefare la parte che ci serve e portarla a riva, usando il tutto per produrre energia, trasformando il CH4 in CO2 meno pericolosa... è un bel sogno, legittimo, ma resta un sogno. Una piattaforma, soprattutto in quelle condizioni estreme, necessita in media di DIECI anni per poter estrarre  in sicurezza quantità significative di metano da idrati. Gli studi di Light segnalano il prossimo periodo, tra 2012 e 2018 come   ultimo per fare qualcosa che abbia un minimo effetto. E chi paga l'investimento? Parliamo di centinaia di miliardi di dollari, dovremmo ora "tassare" il petrolio ed il gas naturale e farlo costare almeno 5-6 volte tanto, esponendoci a rivolte mondiali che dureranno comunque anni, per mandare americani e russi nell'Artico a salvarci tutti.
Piccola nota per il Mediterraneo ed i suoi abitanti: per "l'estinzione", chi mi legge in italiano e vive in Italia, nello scenario peggiore ha comunque tempi forse più lunghi, il problema dell'Italia sarà (lo è già) la siccità prolungata, punteggiata da periodi di blocchi depressionari sempre più profondi posizionati sul Tirreno, con bombe d'acqua su certi versanti montani e il ripetersi di lunghi periodi di calore estivo; io non abiterei già ora ad esempio, tranne che su palafitte o imbarcazioni, in aree costiere (o più interne ma a ridosso di fiumi e canali), nelle province di Rovigo, Ravenna, Ferrara, Venezia, La Spezia, Massa, Pisa, ... 
Investimenti che potranno salvare vite umane, piccoli paesi o comunità, ora, in Italia, sono: la manutenzione dell'esistente e la costruzione di nuovi bacini idrici a monte, la riduzione immediata della superficie coltivata esclusivamente a mais, almeno il raddoppio delle tasse sui prelievi di falda per mantenere il sistema più efficace possibile a lungo termine, abbinando eolico e solare alle stazioni di pompaggio... che resteranno "presto" senza elettricità costante ed in seguito senza carburante.

*link: http://peaksurfer.blogspot.fr/2012/08/game-over-or-overtime.html
**link: http://energybulletin.net/stories/2012-01-03/hansen-still-argues-5m-21st-c-sea-level-rise-possible
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9 commenti:

  1. ...Insomma il mio naso non si sbaglia quando pensa che in Italia urga un piano pubblico per la costruzione di migliaia di microdighe ...
    ( Drenando risorse equivalenti dagli altri dipendenti pubblici)

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  2. Ciao Medo. Peccato tu non sia passato per laggio di cadore... :-)

    La cosa veramente preoccupante è che ci si comincerà a preoccupare solo quando sarà troppo tardi. c'è ancora troppo rumore di fondo su queste analisi e l'opinione pubblica/politica dà ai negazionisti lo stesso credito che dà agli studiosi del GW.
    Spero solo che quando ci sarà la certezza ci sia ancora il tempo per fare qualcosa.

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    1. Purtroppo siam passati da Udine e Tarvisio, senza riuscire a tirar fuori un giorno in più per poter "deviare" verso il Cadore. Peccato. Se gli studi citati sopra sono affidabili, non c'è più tempo e si potrà gestire un po' solo l'emergenza, come al solito.

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  3. La Groenlandia deriva il suo nome dal danese Gronland, ovvero terra verde, datagli da Erik il Rosso nel 1000 d.C = a quei tempi non era ricoperta di ghiaccio...
    il congelamento/disgelo è ciclico sul ns Pianeta, certo che Venezia dovrà munirsi di un sistema di micro-dighe se non vorrà finire sommersa... però ci tenevo a precisare la ciclicità di questi fenomeni, e che il riscaldamento globale è una "bufala" nel senso che non hanno scoperto l'acqua calda. Basta solo leggere la Storia e informarsi di Scienze della Terra
    V

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    1. Il congelamento/disgelo è ciclico. Detto questo quello in atto sembra molto rapido. Che "la Groenlandia non fosse coperta di ghiaccio" all'anno 1000, falso mito dei fautori della "new ice age", varrebbe al massimo solo per una parte delle coste (più di un villaggio della costa non ha ghiaccio permanente). Oggi sul pianeta Terra abitano comunque oltre il quadruplo di abitanti, di cui milioni e milioni in zone inondabili. Magari la finiamo di dire stupidaggini generiche? Qua c'è gente che invece di studiare quello che dicono migliaia di scenziati da cinquant'anni, si affida ad una frase (leggendaria, tramandata addirittura oralmente) di un capo vichingo analfabeta ed ubriacone.

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  4. A proposito di bufale, quelle che l'anonimo propone è una delle più note e sbugiardate per ogni dove. Ma c'è gente ancora convinta che di petrolio ce ne sia un'infinità, dunque perché stupirsi ?

    http://wisesociety.it/incontri/stefano-caserini-la-verita-sul-riscaldamento-globale-basta-con-le-favole/

    Leggere e poi parlare, please.

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