20.10.12

Grecia: sempre meno petrolio, sempre più violenza

Perchè parlo spesso della Grecia? Perchè era ed è il paese europeo più dipendente dal petrolio per la propria sopravvivenza economica, e sociale*. Nella lista l'Italia non sta tanto meglio, ma siamo un paese più grande, quindi come fossimo un gran grattacielo la nostra è una demolizione progressiva, mentre per la Grecia la casa di paglia è venuta giù al primo soffio del lupo. Quel che è accaduto ed accade da quelle parti dal 2007 in poi ha alte probabilità di verificarsi altrove.
Le squadre di picchiatori sostituiscono sempre più la polizia che non ha i mezzi per controllare tutto. I tribunali vanno a rilento, allora ci si fa giustizia chiamando i neo-fascisti.
Una volta si minacciavano i cattivi bambini dicendo loro "se continui a non obbedire chiamo l'Uomo Nero che ti mangia". In Grecia, ieri, si è passato un altro limite della decenza: dopo una discussione animata contro un professore, quest'ultimo ha seriamente minacciato** gli studenti stranieri in questo modo 
"Continuate? Io chiamo Alba Dorata a farvi picchiare"
(a lato, recente foto della "polizia politica" di Alba Dorata: i colpi delle mazze sono attutiti dalle bandiere greche, gentilmente e premurosamente).
La notizia non esiste ne' su siti italiani, ne' francesi, non dobbiamo turbare i mercati.
Mi chiedo: sarà meglio farsi picchiare e poi gettare a mare da Alba Dorata o era meglio una volta, quando si correva al massimo il rischio di farsi rapire e mangiare dall'Uomo Nero?


*link: Dipendenza dal petrolio in Europa, da "Strategic energy review 2", http://europe.theoildrum.com/node/7001 
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4 commenti:

  1. Bravo Medo, cercò sempre aggiornamenti sui nostri cugini grechi, ma è sempre piuttosto difficile capire come vanno realmente le cose,.
    Stiamo volutamente spegnendo la fiaccola della nostra civiltà....per quanto tempo ancora il sistema reggerà ?

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  2. Le migrazioni sono un grave problema su entrambi i lati: una popolazione cresciuta oltre la sostenibilità nei paesi d'origine, lo squilibrio e i danni causati nei luoghi d'arrivo quando i movimenti immigratori superano una certa soglia.

    Le macedonie etniche create nei paesi consumisti per immigrazione sono una colossale polveriera balcanica che accumula esplosivo ad ogni aumento numerico.
    Quando inizieranno a scarseggiare le risorse che ora sedano il conflitto esso esploderà.
    Ed esplosioni di quel tipo in società già in crisi non saranno affatto "gradevoli".

    Le migrazioni sono un atto violento e contro la Natura Madre e contro altri Homo come del resto è noto dalla storia. Eppure tutto tace, il grandissimo tabù sul primo problema che è la crescita demografica, vige, impera.

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  3. Grandissimo Medo; se posso dare un mio contributo, io sono idealmente vicino ad una destra profondamente antisociale, la destra pre-industriale, quella delle piccole comunità, della vita scandita dal ritmo delle stagioni e dal lavoro nei campi,alla De Benoist per intenderci;detto questo la nostra responsabilità sta nell'uso che abbiamo fatto e che facciamo dell'oro nero..Al 90 % le risorse pubbliche dovrebbero essere destinate appunto all'affrancamebnto da esso...La famosa silver bullet...Il mio pensiero in sintesi.

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  4. in mio modesto parere, sarei anch'io favorevole alla soluzione proposta da Francesco, ma bisogna dire che adesso le città sono più sostenibili (finchè c'è energia gratis) della campagna perchè si concentrano le persone in uno spazio piccolo ottimizzando spazi e distanze. Sarebbe inimmaginabile pensare in italia 200 persone su km quadrato di "campagna". La campagna sarà per pochi "fortunati", e tra l'altro non sarà garantita da attacchi vandalistici esterni.
    L'unica cosa da fare ora, sempre secondo il mio modesto parere, sarebbe ridurre drasticamente i nostri consumi, eliminare l'auto e andare in bicicletta, non bere acqua di bottiglia, tenere 15 gradi in casa in inverno con un maglione in più, niente viaggi in aereo, mangiare cose prodotte a km 0 e poca carne,ecc ecc ecc ecc, con lo scopo di far durare il più possibile le risorse attuali per evitare il disastro. nel frattempo impiegare gli sforzi in interventi a favore della sostenibilità in termini di energia (rinnovabili) e recupero del territorio adattandolo al più possibile e gradualmente al cambiamento.
    purtroppo devo ancora conoscere qualcuno disposto a farlo in modo preventivo.

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