9.1.13

Australia, termometri fuori-scala

"Non serve fare previsioni, ma agire in maniera eticamente corretta. 
E comunque la vita va affrontata piuttosto da artisti che da scienziati." 
Rita Levi Montalcini, da intervista video 2010


L'eccezionale ondata di caldo degli ultimi giorni in Australia è stata tale che il servizio meteo nazionale ha dovuto aggiungere il colore viola (foto a lato), che indica un'area di temperatura di 54°C. La scala di colori utilizzata finora, che tuttavia per le aree desertiche arrivava già al colore nero, non era più sufficiente per indicare il pericolo di morte per disidratazione che si incorre nelle aree interessate, ormai anche fuori dalla zona storicamente desertica. A Wilcannia*, in zona piuttosto arida ma non desertica, si sono avuti 44,2°C di massima e 34°C di minima. A queste temperature si vedono fiumi e laghi "fumare", evaporare sotto i vostri occhi... I deserti australiani si allargano già oggi ad una rapidità seconda solo a quella del Gobi asiatico, ricoprono il 19% del territorio; in Mongolia, cito per completare il paragone, l'avanzata del deserto di Gobi che sterilizza rapida i vasti pascoli, spinge all'urbanizzazione centinaia di famiglie nomadi ogni anno, con risultati tragici come l'elevato tasso di alcoolismo, la disoccupazione urbana più elevata dell'Asia continentale ed il più alto numero di miniere di carbone illegali (ogni pastore, una volta distrutto il gregge, si mette a scavare con la propria famiglia: prima trova carbone, inquinando tutta l'area, poi si sposta finchè in uno dei buchi che ha scavato trova la sua tomba).
Gli unici e rari australiani che invece sapevano vivere in queste aree difficili, ovviamente senza l'aiuto di carburanti da carbone e petrolio e senza nucleare, ora sono anch'essi dei ridicoli e scomodi alcoolizzati o drogati. Estromessi da tutto, per loro la benzina non è che un modo di drogarsi, il fenomeno dei "petrol sniffers" fa fuori centinaia di giovani aborigeni ogni anno (foto sotto).
L'uscita di scena di homo sapiens sapiens è triste, stupida e terrificante. Che altra fine poteva fare l'"uomo che sa di sapere"?

12 commenti:

  1. ...Mi permetto di dissentire dal concetto tipicamente bayboommista e quindif acilone espresso dalla Montalcini: io nodoc entrale è dove sia la giusta moale oggi; probabilmente la mia morale è profondamente lontana da quella della Montalcini; mi ricollego ora al tema del deserto espresso da chi annunciò per promo la morte di Dio, e cioè di una morale al passo coi tempi della prima industrializzazione , e cioè Nietsche nell Also spracht Zarathustra : il deserto avanza, guai a chi alberga deserti dentro di sè...A mio giudizio il primo fattore di desertificazione è l'alta percentuale del PIL spesa nel rncorrere la salute dell'individuo in un contesto di degrado amabientale non scollegato dal punto sopra;altro fattore di desertificazione è la mera presenza di 7 miliarid di individui; continuando è il concetto stesso di individuo e l'assoluta mancanza di una coscienza di specie ad essere nocivo per il nostor futuro e soprattutto dei nostri compagni di viaggio più o meno senzienti; ( il resto del biota); non credo che la Montalcini sarebbe minimamente concorde con queste tesi che ani giudicherebbe naziste, nell'ambito delle sue limitate categorie mentali : siamo ormai in vista dei bastioni di Tannheuser,per chi ricorda blade runner, e la slavezza va ricercata non per questo o quel individuo ma per la specie e le altre specie: territori di per sè a rischio di desertificazione come l'Australia o buona parte dell'Africa andrebbero interdetti all'uomo.

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    1. "Il deserto avanza, guai a chi alberga deserti dentro di sè." Mi fermerei a questo come timone per definire cosa è etico, aldilà delle etichette dei periodi storici. Cos'era etico negli anni '30 (e comunque non era messo in atto), cosa è etico oggi? La Storia prevale sull'etica, ma senza Etica la storia è solo il triste risultato medio di tristi storie individuali ed è quel che accade, dal deserto di Gobi a quello tecnologico di una Parigi.

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  2. Mi correggo, Australia ed Africa dovrebbero essere sfruttate solo per fini minerari: no agricoltura, no deforestazione e no colonizzazione nel senso di liceità alla proliferazione umana in loco: nuovi nati andrebbero trasferiti in altre aree pù resilienti all'impronta umana.

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  3. "nuovi nati andrebbero trasferiti in altre aree pù resilienti all'impronta umana"
    non mi sembra un concetto cosi' innovativo: anticamente ci aveva gia' pensato qualcuno... ora non mi sovviene ma pare fossero i cattolicissimi spagnoli e portoghesi, inventando 1 cosa che pur essendone all'antitesi umana, fa rima con virtu'

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    1. La storia delle colonizzazioni dimostra come sul lungo termine non esiste nessuna area più resiliente di un'altra all'impronta umana, poichè - lo vediamo in questi anni - l'uomo non è resiliente.
      Lo diventa solo dopo immense dosi di stress, malattie, fame, violenza, morte. Poi raramente c'è chi si mette su questa strada per illuminazione divina (che è sempre umana), ma li contiamo sulle dita delle mani.

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    2. Coadiuvati anche da altri popoli anch'essi religiosissimi e ligi alla legge di Allah!

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    3. Luigi, non scendiamo al loro livello ("allah" o altre divinità), grazie.

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  4. Preso da Wikipedia: "Anticamente, il Sahara non era un deserto: circa 30.000 anni fa, le sue montagne erano coperte di rigogliose foreste, la sua fauna era molto ricca" adesso ci sono 9 Milioni di Kmq di deserto!
    A causare questo non è stato l'Uomo, ma la stessa natura con i suoi lunghi cicli in cui il clima cambia (glaciazioni, caldo, ...).
    Questo mi fa credere che qualsiasi cosa faccia l'uomo di oggi, se non interviene pesantemente (utilizzando molte risorse anche energetiche), buona parte del nostro pianeta diventerà un deserto!

    Per quanto riguarda gli indigeni che "sniffano benzina", non lo sapevo e ciò mi rattrista molto. Questo mi fa pensare a un detto: "l'ozio è il padre dei vizi". E visto che la disoccupazione aumenta, i vizi degenerativi aumenteranno!

    L'uomo "FORSE" sarà arrivato sulla Luna, ma ancora ne deve fare di strada per assicurarsi la sua sopravvivenza. :-(


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  5. Non posso non notare che in un'auto abbandonata senza targa ci deve essere ben poca benzina e che il tappo della benzina rimane a destra anche per le auto con guida a destra.

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  6. Sinceramente credo che in un periodo di tempo ragionevole l' uomo "industriale" tornerà ad essere , molto probabilmente , uomo tribale, o qualcosa di molto vicino ad esso, e penso che questa trasformazione , che in senso assoluto non sarà una involuzione, potrà riportarci nella condizione di resilienza nei confronti dell ambiente che ognuno di noi avrà a disposizione, lasciando da parte quel' arroganza che ci ha contraddistinto nei confronti della natura, troppo a lungo considerata come qualcosa da piegare alla nostra volontà ,piuttosto che la nostra più grande ricchezza.

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    1. Penso invece di no.
      Quelli che abiteranno vicino a una diga (centrale idroelettrica) potranno avere una vita decente, i pochi altri vivranno come si viveva nel medioevo.
      La civiltà sarà solo un bene per pochi.
      Però, io sottolineo, che spero sempre che una soluzione arrivi... non sò da dove, ma arrivi.
      Facciamo magari una telefonata INTERGALATTICA e, se non ci vengono a mangiare vivi, c'è la speranza che ci salvino (non credo proprio che gli extraterrestri siano buoni).

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