28.3.13

Google Street View a Fukushima

Il mondo dopo di noi? Sarà una immensa pattumiera. La zona vietata di Fukushima è un post-it che ci segnala come sarà il mondo: riarso, disperato, inutile.
Da alcune ore è possibile vedere con i propri occhi la devastazione post-nucleare nella zona vietata attorno alla centrale Fukushima Dai-Ichi, prima devastata da terremoto e tsunami e poi ricoperta da una radioattività elevatissima che è destinata a restare tale almeno per il primo ciclo del cesio che è di circa 150 anni. Tutte le strade di Namie, a pochi kilometri dall'epicentro dell'apocalisse nucleare di Fukushima Dai-Ichi, sono visibili con Google Street View: detriti di plastica ovunque, case e fattorie fantasma, carcasse d'auto a centinaia lungo le strade a ridosso dei corsi d'acqua, piante altamente radioattive che invadono tutto, assenza totale di umani (tranne rari operatori con scafandri e tute che fanno non si sa bene cosa...)...


7 commenti:

  1. Aggiungiamo questo:

    https://www.facebook.com/notes/globalinfoaction-italia/lo-stoccaggio-dei-rifiuti-radioattivi-in-germania-vira-al-disastro/506173129447651

    che avviene dalle nostre parti e il quadro è completo.

    Buona Pasqua, Medo.

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  2. in un tuo vecchio post dicevi che il mondo è governato da satrapi mentre probabilmente è governato da psicopatici

    ho trovato questo,forse può interessarti:https://www.youtube.com/watch?v=91wuk_mWEYQ

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  3. Se non sbaglio il cesio dimezza in 30 anni.
    Quindi tra solo un secolo la radioattività da Cesio sarà calata di circa 10 volte.
    (Se poi c'é anche Plutonio i tempi si allungano parecchio)

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    1. Questo è il classico errore di chi non pensa che la radioattività riguarda particelle che sono inalate da animali e respirate da piante, quindi si fissano nel vivente ma poi riiniziano il ciclo, per gravità si depositano nel terreno, scendono lente ma poi risalgono nella linfa delle piante (poi basta un incendio per liberare di nuovo nell'aria il tutto e ricominciare il ciclo, infine è vero che si dimezza la radiaottività ma la concentrazione negli organismi aumenta, anche perchè la centrale di Fukushima continua ad emettere oggi ed essendo a rischio crollo e nuovi incendi, la magagna puo ripartire per rilanciare il ciclo infernale di decenni. Certo in un'area magari più ristretta (ma purtroppo sempre vicino al mare, non lontano da falde che tornano su terraferma, spesso riportato in alto da terremoti e bradisismi). Va ancora detto che, lentamente, i radionuclidi viaggiano orizzontalmente fino ad una falda poi possono risalire per varie ragioni, tra cui eventi sismici come ho appena detto ma anche "disturbi" elettrici dei suolim fenomeno artesiani, attraverso radici di certi vegetali (piccole radici di semplice erba medica possono andare in profondità di trenta metri e far salire acqu di prima falda, etc.). Insomma, il problema non sarà finito tra trent'anni, nemmeno tra 150. Ci si potrebbe "vivere" anche ora, esponendosi a molti malanni e morendo assai presto e piuttosto male in ogni caso. Che io sappia, unico in lingua italiana, ne avevo parlato nell'aprile 2011: "studi sul dopo Chernobyl evidenziano come il ciclo del Cesio-137 nei vegetali (cade al suolo, risale negli alberi, ricade al suolo, risale negli alberi, etc) non si estingua prima dei 300 anni e che anche solo fare un piccolo incendio di legna contaminata fa ripartire il ciclo in maniera esponenziale su centinaia di metri quadrati..." http://petrolitico.blogspot.it/2011_04_01_archive.html

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    2. Il cesio si dimezza in 30 anni indipendentemente che venga inalato, ingerito o quant'altro possa accadere. C'è poi da dire che una sostanza radioattiva è tanto più pericolosa quanto più breve è il tempo di dimezzamento.
      La radioattività è pericolosa (ad alte dosi) ma fare terrorismo psicologico non aiuta a valutare con serenità e trovare le soluzioni ai problemi.

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  4. Chiaramente OT, me ne scuso ma penso valga la pena condividerlo.

    http://news.panorama.it/cronaca/Benzina-Cremona-dice-addio-ai-self-service

    “Non abbiamo più i soldi per tenere aperti i distributori oltre l’orario lavorativo e quello che guadagniamo con il self service non ci basta per pagare la luce per l’illuminazione dell’interna struttura e quella per il consumo delle macchine erogatrici di carburante”. E’ la laconica dichiarazione rilasciata a Panorama.it da Graziano Bossi, presidente della Figisc, la Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti della provincia di Cremona.

    Dunque, addio al carburante nel week end e nelle ore notturne. Cremona è la prima città in Italia che spegne le luci dei distributori di benzina per colpa della crisi".

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