22.2.11

Richard Duncan: Teoria di Olduvai

Chi non conosce, ormai nel 2011, la Teoria di Olduvai?
A me anni fa permise di evitare di indebitarmi o di continuare stupide carriere, portandomi invece verso la natura e verso l'agricoltura "naturale". Ricominciai a camminare, a pensare a come mangiavo, dove vivevo e come.
Poi scoprii tutte le teorie e le pratiche di ritorno ad una ruralità, studiai i modi dei nostri nonni di essere contadini prima che agricoltori; e coltivai io stesso e riscoprii la terra sotto i marmi, i cimiteri e i mostri di acciaio di una corta era industriale in forte declino.
Pazienza, è andata come andata.

Ma visto quel che succede negli ultimi mesi e quel che sta per accadere sul fronte energetico, traduco e incollo alcune parole, scritte ormai molti anni fa dall'ingegnere, filantropo ed esperto petrolifero Richard Duncan:

..."La produzione energetica pro-capite mondiale è cresciuta fortemente dal 1949 al suo picco massimo nel 1979. Poi dal 1979 al 1999, per la prima volta nella storia è calata ad un tasso dello 0,33% all’anno (il “pendio” di Olduvai).
Secondo il mio schema di Olduvai, tra il 2000 e il 2011, la produzione energetica pro-capite mondiale calerà di circa lo 0,70% all’anno (lo “scivolamento”). Verso il 2012 si verificherà una serie di blackout elettrici permanenti a livello globale. Questi blackout, insieme ad altri fattori, faranno cadere la produzione energetica fino a raggiungere, nel 2030, i 3,32 barili di petrolio equivalente pro-capite all’anno, lo stesso valore del 1930. Il tasso di declino nel periodo compreso tra il 2012 e il 2030 è del 5,44% all’anno (il “precipizio” di Olduvai).
(...)
Lo “scivolamento” di Olduvai del periodo 2001-2011 può ricordare la “Grande Depressione” del decennio 1929-1939: disoccupati, poveri e senza tetto in coda in attesa di sussidi e assistenza. Per quanto riguarda il “dirupo” di Olduvai tra il 2012 e il 2030, non conosco alcun precedente simile nella storia umana."
Richard Duncan,
("Olduvai Theory", prima edizione del 1989)
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11 commenti:

  1. bene, diciamo che la crisi libica per l'Italia sara' un primo "stress test" reale e non basato su modelli teorici senza senso.
    tra l'altro probabilmente peggiorato dal fatto che il leader fuggito si sia portato dietro la quota azionaria di unicredit.
    Come pensi di prepararti all'evento?.
    Gin
    (per capirci, ci siamo presi a schiaffi altrove,spero tu non te la sia presa davvero)

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  2. Beh, il fatto che sono emigrato tre anni fa è già una prima preparazione. E che non dispongo di nessun tipo di posizione finanziaria, ne' tanto meno di forme di risparmio. E che non devo fare pendolare in auto per mangiare, lavorare, etc.
    Quindi, io sono tutto sommato a posto. Guardo le formiche rosse che s'ammazzano con le nere e viceversa. Non mi diverto troppo, ma invece di fare il profeta gratuito, ho trasformato il tutto in ciambella di salvataggio.

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  3. beh, hai ragione. Nella tua posizione sei padrone del mondo.
    Anche se forse, disporre di risparmio potrebbe essere comunque utile.
    per quanto riguarda l'emigrazione non credo sia determinante (a meno di non uscire davvero dall'europa).

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  4. Non dispongo di risparmio a termine, finanziarizzato ecco.

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  5. ciao,
    una domanda,
    dove e come ti sei documentato su come vivevano i nonni, o contadini ???
    magari qualche libro in particolare ? o racconti ?

    grazie,
    saluti

    Davide

    P.S.
    complimenti, molto interessante il tuo blog :-)

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  6. Ehh, un po' di tutto. Per prima cosa sono andato dove vivevano, ho visitato gli eco-musei locali (dove esistenti, da non confondore con "eco" di ecologia; sono più che altri musei del patrimonio locale in genere) e letto alcuni testi prodotti in zona. Spesso testi di etnologi. Tra cui De Martino.
    Poi ho cercato gente che vivesse in quegli stessi modi. Ho osservato. E poi puo' essere utile la massa di documentari ormai presenti in varie lingue nel web e che datano prima degli anni '5O più o meno e che parlano di vita rurale, "prima" dell'iper-urbanizzazione del mondo, anche in campagna... Etc. etc. Ognuno fa il suo percorso.
    Inizia a chiedere ai nonni se li hai, bisnonni, poi vai in quei luoghi e cerca... Io ho fatto cosi.

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  7. grazie x la risposta...
    immaginavo che fosse + o - così

    cmq nn tutti (purtroppo) sono disposti a insegnare certi antichi saperi.

    ma penso che la tua sia la strada giusta ;-)

    saluti,
    Davide

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  8. Ciao, ho scoperto il tuo blog cercando info sulla teoria di Olduvai e l'ho trovato MOLTO interessante! Tra l'altro anch'io ho un blog su Blogger che si occupa anche di questi temi (lagrandericerca.blogspot.com). Mi sembra di capire che abiti in Francia e sei fuggito in campagna: è così? Ti andrebbe di raccontarmi un po' la tua esperienza? Anche noi stiamo meditando su questa possibilità...Grazie, Sarah

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  9. Ciao Sarah, beh in effetti sono fuggito verso la campagna ma poi sono fuggito ancora in città. Perchè ho scoperto che il 99% dei francesi ed il 98% degli italiani, che vivano in centro a Milano o sperduti tra i colli della Marsica beh, sono tutti urbanizzati e spesso nel senso peggiore del termine. Si potrebbe dire che i contemporanei abbiano deciso di esaltare tutto il peggio della vita rurale e della vita urbana per fondare un nuovo stile globale dell'orrore, della distruzione e della solitudine. Tutto quel che allontana dall'umano umanistico, è diventato invece valore. Distruggere un bosco porta lavoro e denaro, salvaguardare l'ultima foresta è invece robaccia da "ecologista fissato". Insomma: serve amore, ancora una volta, amore. Educare all'amore è quel che ci manca...

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  10. Caspita, la tua riposta mi lascia senza speranze! Già sospettavo che fuggire nella "campagna" padana, dove ad esempio abitano i miei genitori, fosse perfettamente inutile perchè non cambierebbe nulla. Quindi secondo te nemmeno in una valle sperduta in montagna ci si può salvare dalla distruzione? Qual è il modo allora per cambiare le cose? Grazie

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  11. Essere aperti e magnanimi verso chiunque, perdonare chiunque anche a priori. Diffondere il maggiore bene che possiamo, anche se ci sembra inutile. Questo possiamo fare, ovunque.
    Ma è difficile sopportare il male che ci entra negli occhi e nelle orecchie ogni santo giorno. Perseguire l'idea di un paradiso, fare in modo che quando la gente passa attraverso ed accanto a noi si senta meglio, si senta valorizzata, le paure si allontanino. E cercare di tenersi a giusta distanza dalla menzogna, ma mai cercare di svelare le verità, che son meno credute tanto più son vere.

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