17.4.11

Penuria elettricità in Francia

Già oggi, ancora nel picco di produzione mondiale di energia (assoluta da tutte le fonti, non pro-capite, il cui picco è dietro le nostre spalle di ben trent'anni...), è impossibile anche per industrie avanzate dei paesi sviluppati prenotare (avere minima certezza) la propria energia elettrica per scopi di primaria importanza come il raffreddamento delle centrali di dati informatici. Anche in Francia, paese meno dipendente al mondo dal petrolio e dal gas per la produzione elettrica (ma non indipendente in maniera assoluta da gas e petrolio... Tutt'altro!), si stenta a "salvare tutti": non c'è n'è più abbastanza. Non è ancora "finita", ma il mondo elettrico vi/ci sta dicendo addio. Sappiamolo ascoltare e finiamola di investire in perdita per protrarre questo stillicidio.

Il fatto.
In Francia, il distributore di energia elettrica ERDF (rete distribuzione di EDF, prima compagnia elettrica europea) non garantisce più le quote elettriche nemmeno strategiche ad aziende specializzate nel settore, che per altro godono di particolari protezioni anche da black-out.
E siamo solo nel 2011.
L'era dell'elettricità sta finendo molto più rapida di quanto sembri.
Imparare la vita senza elettricità, immaginarla con calma ora senza darsi a spese folli per garantirsi qualche kWh di autonomia, è l'unico investimento davvero intelligente. Privarsi di mila Euro con i quali si potrebbe mangiare ed investirli in sciocchezze da mettersi sul tetto è la grande barzelletta del 21esimo secolo.

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2 commenti:

  1. Hai letto il libro di Mauro Corona "La fine del mondo storto"?
    Lo scenario che si legge dai tuoi post può sembrare perfino peggiore.
    io non sono ottimista per forza ma mi sembra che certe tue visioni siano oltre modo catastrofiche. in fondo mi ricordo che in un post di qualche anno fa , mi sembra di aspo o di Debora, dicessero che l'energia consumata dall'Italia nel 1982 era coperta dalla produzione idroelettrica.

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  2. Nel 1982 si era molti meno, di cui molta più gente ancora era occupata nella agricoltura di prossimità e in imprese artigianali o agricole di piccola e media taglia. Che oggi chiudono a ritmo accelerato... Quindi la catastrofe la stiamo costruendo ogni giorno. Non c'è vita (per tutti) "dopo il trasporto su gomma". Solo la storia mi darà e mi sta già dando ragione. Vorrei sbagliarmi, ma vedo l'esatto contrario.

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