7.9.11

Farcela su un nuovo, durissimo Pianeta

Secondo i tipi di Vancouver Peak Oil*, vivere sulla Terra ed in particolare negli Stati Uniti tra 70 anni sarà ciò che di più simile c'è ad un "incubo senza fine." Le odierne tempeste di sabbia, i super uragani, le siccità e le inondazioni sono bruscolini.
Alla luce dei nuovi dati su clima ed accelerazione e potenziamento degli eventi atmosferici, disastro dopo disastro gli americani stanno semplicemente perdendo il loro paese.
Un noto ambientalista americano rincara la dose:

"Nonostante i professionisti della negazione (...) andiamo verso una estinzione di massa, planetaria (e non solo umana, ndr), l'unica questione a riguardo è quanto imponente sarà la catastrofe. Solo in questo parametro sta la nostra abilità di influenzare positivamente le cose."
Bill McKibben**

Allora, cari i miei lettori, che fare? Impiccarsi ad un ramo di quercia è sempre una soluzione, ma rilocalizzare il più possibile i vostri bisogni primari non sarebbe male ne' per voi, ne' per il vostro quartiere, paese, città.

*link: http://VancouverPeakOil.org/2011/08/04/our-biggest-security-threat-is-global-warming-induced-extreme-weather/
**link: http://en.wikipedia.org/wiki/Bill_McKibben
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10 commenti:

  1. "Secondo i tipi di Vancouver Peak Oil*, vivere sulla Terra ed in particolare negli Stati Uniti tra 70 anni sarà ciò che di più simile c'è ad un "incubo senza fine.""

    Tanto fra 70 anni mica saranno qua a prendersi le responsabilità di ciò che dicono, quindi avanti...

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  2. Il commento dell'anonimo qui sopra, semplicemente, non ha alcun senso. Cioè: la responsabilità delle cose che andranno malissimo non è di chi avverte i "naviganti", ma di chi sta portando la barca verso gli scogli a tutta velocità. Certo, tutti quanti i presenti saranno belli stecchiti in ogni caso. Forse intendevi quaesto?

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  3. Caro Medo ne hai di tempo da perdere a scrivere cagate.

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  4. Gli USA saranno un posto in cui sarà molto difficile vivere già fra alcuni anni, stando alle previsioni di Orlov e di Kunsler. E loro non hanno problemi a prendersi le responsabilità di quello che dicono. Basta quindi aspettare ancora un pò.....

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  5. "Il commento dell'anonimo qui sopra, semplicemente, non ha alcun senso. Cioè: la responsabilità delle cose che andranno malissimo non è di chi avverte i "naviganti", ma di chi sta portando la barca verso gli scogli a tutta velocità."

    Se avessi scritto la stessa cosa di chi dice che "tutto va ben madama la marchesa" e non c'è nulla di cui preoccuparsi, cioè che anch'essi non saranno chiamati a prendersi le responsabilità delle loro affermazioni perchè non saranno più in giro, mi staresti facendo applausi sperticati, ci scommetto.

    P.S.: Scordata la firma nel primo post.

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  6. Gli anonimi ed i troll arrivano fino qua: ottimo segno, che indica purtroppo che non solo Medo ha ragione, ma che i suoi link sono sempre di alta qualità. a riprova c'è il fatto che negli USA ci sono ora 100 000 evacuati a nord di new york per una serie di nubifragi apocalittici... Cosa mai successa.

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  7. Certo, perchè non serve discutere, portare fatti o altre vetuste cose di barbariche epoche passate: io sono il Verbo e ho raggione, chi dice il contrario è un terrorista, pardon, troll, e dimostra che ho ragione.

    Tutti andati a skuola da Giorgino Dabbliu?
    Perchè lo stile è quello...

    Io ho comunque solo detto che chi fa queste affermazioni non sarà qui ad assumersene le responsabilità fra 70 quindi può dire quel che vuole.
    Per dire, come quelli che 30-40 anni fa erano sicuri che adesso noi si sarebbe tutti morti affogati, le calotte polari dovrebbe essere sciolte da un pezzo e via dicendo.

    Soprattutto, non guardiamo alle vere cause dei disastri, se c'è chi ne trae guadagno o ne fa uso per perpetrare precisi disegni politici (hello FEMA, hello Bertolaso, hello teste vuote...), ed arrendetevi all'ineluttabilità del fato, se proprio adattatevi come vi viene detto da bravo percorume avviato al macello senza fare domande.

    Usare il cervello è roba da troll, sempre, mica da persone (net)sociali. Non in questa società.

    Eh, fate sempre ridere...

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  8. é interessante il tuo post, come al solito direi. puoi precisare cosa intendi per rilocalizzare i vostri bisogni primari?
    saluti

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  9. Rilocalizzare i bisogni primari significa prendere ad esempio la piramide di Maslow e dalla base verso l'alto farsi un proprio "calcolo" di quanto lontane da noi sono, e quanto costano in termini di denaro, le realizzazioni di quei bisogni. Ad esempio se ci riforniamo al 100% da un supermercato a 15 km da casa, distanza che impone il mezzo motorizzato, oppure frutta e verdura la prendiamo dal vicinato "contadino" a piedi o in bici, oppure ancora una parte della verdura è comunque nostra. Se abbiamo un pezzo di terra con il pozzo o se abitiamo al tredicesimo piano in città. Per quel che ognuno è in grado di fare, ognuno ha ancora molto margine per "rilocalizzare la soddisfazione dei bisogni" e ristrutturare se stesso, la propria famiglia, la propria azienda. Certo che chi vive al 100% di importazione di banane, il futuro non ce l'ha roseo. Per altro la banana cavendish è in fase di estinzione, nonostante o per colpa del mega-progresso agricolo del '900... Va beh, era per dire.

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  10. Il programma politico per le attuali generazioni di 20-40enni?? Siate intelligenti, non fate figli, fate già danni da soli!!

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