5.7.12

Petrolio? Sempre meno e se ne resta andrà in Asia

Da quest'anno l'Asia consumerà oltre il doppio di petrolio e derivati rispetto all'Europa Nel 1965 era l'esatto contrario. Non saremmo mai diventati "lo snodo" logistico tra Stati Uniti ed Asia (la piattaforma logistica marittima d'elezione era la Grecia, abbiamo visto come è finita con un barile di greggio a 147 $!), stiamo semplicemente tornando un continente rurale con tutte le risorse energetiche primarie prossime allo zero ma con il 98% della popolazione che non lo sa e, prima morire di fame o per atti violenti, impazzirà. Ma facciamo un ripasso ed il punto della situazione della catastrofe petrolifera in corso...
A ridosso della Seconda Guerra Mondiale (guarda che fortuna le guerre!) gli Stati Uniti superarono l'Europa in consumi petroliferi e poco dopo ci superarono in ricchezza prodotta e pro-capite. Nel 1990 l'Asia superava l'Europa in consumo di petrolio, poco dopo ci avrebbe superato in ricchezza prodotta, ma non pro-capite. Nel 1994 l'Asia superava gli Stati Uniti in consumi, ma senza superare ne' in ricchezza totale ne' pro-capite (anzi lavorando primariamente per l'America ed in seguito gestita nei servizi dall'Europa). Dal 2007 è successo davvero qualcosa, non solo la ricchezza prodotta dall'Asia ha superato quella europea, ma inoltre, i consumi di Europa e, udite! udite!, Stati Uniti sono collassati (soprattutto per raggiunti limiti produttivi di petrolio convenzionale, dal 2005, e di light sweet crude oil in particolare, senza il quale si produce ricchezza ad una velocità sensibilmente minore con ripercussione sulle riserve di cambio garantite dall'energia disponibile). 
Dal 2007 quindi i consumi europei e statunitensi sono stabilmente al ribasso: al 2012 le due macro-regioni avranno consumato esattamente come nel 1978, ma con molti abitanti in più da soddisfare e soprattutto un debito immane da ripagare. Per ora gli interessi sono coperti dalla produzione asiatica, ma anche loro stanno iniziando ad indebitarsi pesantemente e a fare i conti con una inflazione impressionante (ben 6% del PIL cinese è pura inflazione, le banche ringraziano, ma l'economia reale mondiale se ne accorgerà già dal 2013). Serve quindi un altro pianeta da mettere a garanzia, ma entro un paio d'anni, oppure vanno eliminati almeno 100 milioni di terrestri (metà tra gli over 60 occidentali e metà tra i nuovi nati asiatici, sud-americani ed africani) in più ed ogni anno: vanno in tal senso, più che altro involontariamente, le misure che in tutti i paesi industrializzati stanno cancellando le impossibili pensioni e la sognante politica sanitaria pseudo-socialista in cui morire a 100 anni e sani sarebbe un diritto acquisito dopo millenni di morti giovani e per malattie ingiuste. Ah, una terza opzione c'è per affrontare meglio le crisi attuali, ma è davvero utopica: cambiare il paradigma mondiale della macchina del debito e dell'iper-mobilità di merci, persone e cibo, ma questo non accadrà che "dopo" un'eventuale guerra mondiale in cui l'autarchia sarà una necessità nazionale diffusa, non certo per concertazione tra le nazioni in tempo di "pace".
__________

4 commenti:

  1. È normale che mi sia passata una scossa di felicità lungo la schiena per essere escluso dal criterio "medesco" di eliminazione dei 100 milioni di umani?

    Albi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oddio, io non volevo per forza "salvare" i miei coetanei... E facevo una pure ipotesi funzionale. Ad esempio verrebbero immediatamente a mancarmi i genitori, che hanno entrambi passato i 60 anni, nel caso venisse applicato il mio "rasoio" anti-crisi.

      Elimina
  2. nel metre una società tedesca non fa più mutui qui da noi perchè la casa madre dice che Italia è in default
    http://www.bhw.it/avviso_aprile2012.pdf

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, non esageriamo. L'Italia non è in default di fatto, infatti i tipi della BHW non lo scrivono, ma guadagnare aprendo nuovi mutui nel nostro paese, soprattutto per una società finanziaria tedesca, è al limite dell'impossibile agli attuali tassi. Ergo, siccome col loro modello di business non guadagnano più danno la "colpa" alle condizioni italiche attuali, che realmente sono catastrofiche ma non giustificano ancora un abbandono massivo da parte degli investitori stranieri...

      Elimina