24.1.13

( )

Vita nel petrolitico...

Sigur Rós - Ég anda from Sigur Rós Valtari Mystery Films on Vimeo
____________

18 commenti:

  1. Questo pianeta è troppo piccolo per mantenere il benessere per 7 e oltre miliardi di persone.

    Cambiando i processi e ottenendo energia da fonti non inquinanti, si può solo rinviare il problema di un certo numero di anni.

    Penso che le possibilità siano due:
    1) Trovare un altro pianeta;
    2) Evitare l'aumento demografico.

    Se la prima sembra fantascienza, la seconda crea problemi d'invecchiamento della popolazione che, nel sistema capitalistico, non garantiscono un'adeguata condizione sociale alle persone più anziane (chi paga le pensioni).

    In Cina, che non versano contributi previdenziali è lo Stato che dà la pensione; In Italia lo Stato è ultra indebitato e quindi non può farne fronte.

    Solo gli Stati che esportano molto all'estero possono permetterselo, ma non tutti gli Stati possono essere esportatori netti (qualcuno deve pure importare le loro merci).

    Nel nostro futuro ci sono problemi di difficile soluzione. :-(

    RispondiElimina
  2. > 2) Evitare l'aumento demografico.

    Mi permetto di sottolineare che è talmente radicato il tabù del concetto di diminuire, di decrescere, che persino è stato rimosso dal linguaggio.
    Perché non scrivi(amo)
    2) Decrescere demograficamente

    Un sistema che strutturalmente si basa sull'aumento continuo (per di più in esponenziale) è ovvio che sia patologico. La patologia si manifesta subito in maniera stridente quando appunto inizi anche solo a pensare che si passi prima ad una stabilità e poi ad una decrescita per il rientro nella sostenibilità.

    E' ovvio che per rientrare dallo sbilanciamento accrescitivo sia necessario passare per un transitorio di sbilanciamento decrescitivo.
    Insomma, se hai mangiato pantagruelicamente per decenni fino a diventare un elefante obeso in una stanza, poi ti tocca far dieta e far dieta può non essere così semplice quando sei stato sbilanciato così a lungo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una decrescita demografica ha conseguenze così terribili che non riusciamo neanche a immaginare.

      In passato la composizione demografica si poteva rappresentare con una piramide; cioé molti giovani e pochi vecchi.

      Nei Paesi sviluppati attuali è diventato un cilindro; cioé tanti giovani e altrettanti vecchi.

      Una decrescita che si attui con una diminuzione delle nascita creerebbe una piramide invertita, con pochi giovani a prendersi cura dei molti vecchi (rubando tempo al lavoro produttivo).

      A meno che la decrescita non si attui con l'atroce eliminazione dei vecchi (non fornendo cure mediche), il futuro diventerà insostenibile!

      Con la decrescita dovuta alle poche nascite, si finirà che, essendo pochi i giovani, abbandoneranno i vecchi al loro destino senza curarsi di loro!

      Se questa è la prospettiva... penso che non possiamo definirci specie evoluta!




      Elimina
  3. Ieri in radio parlavano della revisione della politica del figlio unico nelle aree urbane cinesi (in campagna, è permesso da sempre avere due figli, in certi casi anche di più). Addirittura in alcune città fanno corsi pubblici per accompagnare le famiglie a fare il secondo figlio. Questa politica varate oltre quaranta anni fa ha "permesso" alla Cina di crescere demograficamente piano, impedendo la nascita di circa 400 milioni di bambini. Se ora rivedono questi numeri è anche perchè mancando energia, serviranno braccia. Ed altro riso da rubare all'Africa ed altra Amazzonia da radere al suolo per nutrire il pollame cinese (circa un quarto dei mangimi cinesi vengono dal Brasile e, traffico marittimo permettendo, all'incirca metà della produzione vegetale brasiliana partirà per Cina ed India entro i prossimi vent'anni).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, la Cina non potrà fare all'infinito la spesa di risorse in giro per il mondo. Pur avendo denaro strusciante prima o poi si scontrerà con l'export land model dei paesi da cui compra le più svariate merci. La sostanza è che questo mondo si avvia verso un'era deglobalizzata, quindi priva di esportazioni, a meno di rubare le risorse di altri paesi invadendoli (come già fanno i mefistofelici USA).
      E siccome è più che evidente che il BAU non si fermerà su base volontaria ma sarà imposto dai limiti del pianeta, non occorre molta fantasia ad immaginare uno stop catastrofico alla (in)civiltà consumistica...

      Elimina
  4. x Alessandro Pulvirenti:
    Allora, la metafora dell'elefante obeso in una stanza è efficace.
    Qualsiasi cosa tu faccia o non faccia, un elefante obeso in una stanza è un problema molto grave, probabilmente di impossibile soluzione.
    La questione è che la decrescita demografica sarà imposta dalla mancanza di risorse e questo è successo più volte nella storia e ampiamente studiato (Jared Diamond è solo uno dei più noti).
    Non penso che questo scenario si possa considerare migliore di una decrescita demografica se essa fosse stata pianificata per tempo.
    Una specie che conosce la biologia, la matematica e che ideologicamente nega il problema che l'esponenziale della sua crescita entra in conflitto con i limiti finiti del pianeta è certamente stupida.
    Dunque è altamente probabile che vecchi, infanti, malati, i meno resistenti soccomberanno.
    La biologia e l'etologia ha studiato cosa succede nelle comunità sovrapopolate rispetto alle risorse disponibili (avvengono cose poco gradevoli). Non possiamo dire che non lo sappiamo, che lo ignoriamo e trasecolare.

    x Medo:
    Pochi sanno che la politica di contenimento coercitivo delle nascite deriva da alcuni cicli di carestie che in Cina fecero milionate di morti (che per la loro consistenza numerica è un zerovirgolapercento).
    Lessi che la giustificazione del PCC sulla rimozione dei limiti è la stabililtà demografica risulta incompatibile con l'aumento del PIL e quindi è stata in parte rimossa. Anche se ho notizie contrastanti su questo.

    x Paolo:
    Quando i pochi paesi che hanno biocapacità residua smetteranno di esportare risorsa, i paesi importatori inizieranno ad avvitarsi in crisi sempre più gravi.
    Non c'è solo la Cina ad avere impronta ecologica assurda.
    Quasi tutti i paesi consumisti e sovrapopolati sono in deficit molto grave di risorse. Ad esempio l'Italia.
    Anche questo problema è noto da molto.
    Una delle giustificazioni dell'espansionismo nazista in Europa era quello di accedere alle risorse necessarie per mantenere la capacità di export. Adolf Hitler affermava "Exportieren oder sterben!", Esportare o morire!
    E' ovvio che non tutti possono esportare.
    E i paesi che praticamente importano solo (la Grecia è uno dei casi più lampanti e pure vicino a noi) sono destinati a una pessima sorte.
    Solo che un esportatore schiatta se i suoi importatori schiattano.
    Ecco uno dei cinque fattori di collasso, riassunti da Diamond: la co-dipendenza con popoli vicini.
    La politica diciamo degli USA sul loro consumismo insostenibile e non negoziabile mi sembra in primis naif.
    Possono pensare di bombardare i francesi che non avranno più Bordeaux o Champagne da depredare?
    Quando in Cile il rame sarà finito, cosa faranno, bombarderanno i giacimenti vuoti?
    Gli USA sono certamente il pericolo n° 1 per la stabilità del pianeta.
    E per di più sono il solo paese che commette crimini di guerra da sempre, che ha usato ovunque armi di distruzione di massa, l'unico paese ad aver usato il nucleare militare (su un Giappone già arresosi, secondo alcuni storici).
    Insomma avere questa sorgente di fuoco e fiamme in un mondo pieno della trinitroglicerina di sovrapopolazione-impronta ecologica folle non è il massimo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Piuttosto noto che le grandi carestie del '900 hanno portato alla politica del figlio unico in Cina, teatro della più grande e rapida carestia della storia moderna, decine di milioni di morti di fame neanche 50 anni fa. Ne ho parlato circa due anni fa, proprio in questo blog: http://petrolitico.blogspot.fr/2011/05/carestie-antiche-moderne-future.html

      Elimina
    2. Mi fai pensare al test sull'impronta ecologica che qualche anno è stato pubblicato sul blog Crisis di Debora Billi. Il mio risultato è stato di 1,8, ovvero se tutti avessero sul pianeta il mio stile di vita servirebbero 1,8 pianeti per sostenerci tutti. E il mio è uno stile di vita abbastanza non esigente, o così almeno credevo. Ci furono blogger che ottennero risultati maggiori di 3, pensa te!
      Come cittadini europei siamo sulla scia degli spreconi USA, un bel risultato, no?
      Piuttosto mi domando quanto tempo ancora rimane prima che il pianeta ci prenda a calci. Io non credo ad una decrescita forzata di tipo graduale per come si stanno accumulando i disastri ambientali, gli estremismi climatici e in generale le tendenze declinanti di molte delle attività e risorse legate al BAU. E in ultimo la lucida follia della Cina volta a mantenere un PIL insostenibile, ma inesorabilmente in calo, per controllare le masse oceaniche sempre più lontane economicamente dalla nuova classe sociale medio-alta.
      Se volessi fare un paragone con un film famoso di qualche anno fa, direi che tutti gli indicatori economici, ambientali, climatici, demografici e sociali convergono verso la tempesta globale perfetta...

      Elimina
    3. > E il mio è uno stile di vita abbastanza non esigente

      Non è infrequente che in circoli di persone attente alle questioni ecologiche ci si cimenti a stimare la propria impronta ecologica.
      Anche con stili di vita sobri noi abbiamo una impronta ecologica notevole ed è a volte sconcertante appurarlo.
      Una delle obiezioni moraliste di sempre da parte dei tranquillisti che negano il problema di dimensione della popolazione è: se le risorse fossero distribuite equamente.
      Allora, anche ipotizzando che le fette della torta siano simili se non uguali, perché non si fa il passo successivo: quanto devono essere grosse 'ste fette anche solo per uno stile di vita "non troppo esigente"?

      La realtà è che la stragrande maggioranza degli homo vogliono avere per sé e i prossimi più stretti una fetta grande, spesso molto grande, direi quasi sempre "il più grande possibile".
      Giusto? sbagliato? lasciamo perdere questioni morali perché esse sono alla causa di questo disastro che è in primis un non voler accettare le caratteristiche ed i limiti della realtà.

      Del resto, se vogliamo essere cinici fino in fondo, non so se sia più utopico e moralista sperare in un calo generale e accettato dei consumi pro capite o se illudersi che per alcune generazioni le donne non abbiano più di un figlio a testa e pensare di rientrare dolcemente (o meno cruentemente) ad un livello di 1/2 G homo.
      E' più utopistica la sobrietà o la decrescita demografica?

      Ah, ecco.
      Poi ci sono quelli che si vedono a Davos che solo per questo giochino di ritrovo tra parassiti capitalisti consumano 2,5 milioni di chilogrammi di CO2, dopo che sono scesi dall'elicottero personale affermano come il guru-organizzatore Klaus Schwab «Senza una maggiore moralità, l'umanità non può sopravvivere»

      http://www.corriere.it/economia/13_gennaio_25/aerei-privati-feste-esclusive_ee7ba3ec-66b5-11e2-95de-416ea2b54ab7.shtml

      Ahaha, siamo al grottesco totale.

      Pensate che il 95? il 96%? il 97% di quelli che stanno sotto nella piramide consumistico-capitalista non hanno altro desiderio che poter essere come questi ingombranti.
      Allora questa è la realtà, la realtà che quasi tutti vogliono le fette e che siano enormi e molto più grandi delle fette del vicino.

      Quindi se le fette devono essere grosse non possono che essere poche.
      Ma non si deve neppure dire.
      Andate da 10 dei vostri amici parenti e presentate loro il problema della sovrapopolazione.
      Osservate le garbate reazioni. ;)

      Elimina
  5. Un saluto a tutti; se vogliamo rimanere nelle società occidentali, particolarmente quelle socialdemocratiche europee, oggi e per i prossimi 30 anni il problema demografico puro è secondo me secondario alla distribuzione delle risorse : lo stato dovrebe occuparsi almeno per un quarto di resilienza energetica, e non spendere 200 miliardi negli stipendi degli insegnanti quando oggi esistono media di informazione ed istruzione che permetterebbero di dimezzare almeno il numero degli stessi; poi non servono 18 anni per imparare a leggere e far di conto, detto da uno che impugnava sua sponte saggistica filosofica a 15 anni: in Italia poi un insegante dovrebbe guadagnare meno di un operaio che ci aiuta a riequilibrare gli scambi commerciali ed un edico giù di lì...Se non facciamo questo a brevissimo tempo credo e mi auguro un crollo dello stato centrale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Firmato: http://en.wikipedia.org/wiki/Josef_Mengele.

      Una bella immagine del nostro Franz insieme ai suoi compagni di merende:

      http://laactualidaddeandrea.blogspot.it/2012/02/josef-mengele-dolor-y-placer-van-de-la.html.

      Elimina
    2. Caro Francesco, a leggerti mi vien da pensare che uno che sia stato un TUO insegnante dovrebbe di certo guadagnare meno di un operaio e che TU dovresti guadagnare meno di un insegnante. In Germania un operaio guadagna in media più di un insegnante, ma perchè l'industria è eccellente, non perchè il governo ha deciso che gli insegnanti devono crepare di fame (come mi pare vorresti che fosse).

      Elimina
  6. ..Una bozza di argomentazione io ho provato a buttarla giù...Si parla tanto di carrying capacity e poi ci si scandalizza perchè si prova ad argomentare lo sperpero delle risorse di tutti in una istruzione pubblica che col peak everything oggi comincia ad appalesarsi per quel che è ?..Ricordo che per fortuna saggi anche importanti si comprano con pochissimi euri...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La tua bozza non è comunque esatta. Non so se siano contabilizzate le pensioni agli insegnanti nei tuoi 200 milardi annui, comunque per l'educazione in Italia in generale si spende poco (e male...).
      "Stando ai dati Eurostat (2005), l’Italia, con una spesa per l’istruzione pari al 4,4% del PIL, si situa al 21° posto tra i paesi UE, subito dopo la Bulgaria 4,5%. Meno dell’Italia spendono soltanto Repubblica ceca (4,2%), Spagna (4,2%), Grecia (4%), Slovacchia (3,8%) e Romania (3,5%)." ... http://www.osservatorioinca.org/12-563/archivio/spesa-per-listruzione-pubblica-nellue:-italia-al-21-posto.html

      Elimina
  7. ...Parlo anche da figlio di maestra non ancora pensionata : in Italia 200 miliardi all'istruzione, 97 % in stipendi...Cmq chi vivrà vedrà..è chiaro chelo stato ,se vuole sopravvivere, deve pesnare più agli investimenti e ed efficientare al massimo i servizi alla persona pensando ai migliori servizi possibili con meno stipendi possibili( intso come monte stipendi)...O così o pomì, o se preferisci o la va o la spacca, citando le parole di ieri della Lagarde per il 2013..Peccato che dopo il 2013 ci sarà il 2014 e così via, con gli scenari che sappiamo...Abbiamo oltrepassato le colonne d' Ercole della morale buona per tutti gli individui perchè non utti gli individui saranno i ben accetti, e probabilmente dovremo cominciare apensare meno agli individui e di più alla specie ed alle specie...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quanto investirebbe la specie in stipendi? Credo... ZERO. Se la specie potesse davvero governarsi in modo cosciente ed attivo, che mondo sarebbe? Sarebbe un robot che dura quanto durano le sue pile, quindi, ancora una volta, è l'attorno che fa la qualità e la durata di vita di una specie. La nostra ha inventato macchine operatrici e calcolatrici che hanno - finora - solo affinato e moltiplicato la distruzione, spartendone a pochissimi gli incalcolabili profitti. Quando i calcolatori troveranno l'errore lo termineranno emanando dati negativi a raffica. Per ora tutti questi "no" e queste perdite sono inscatolate in un debito mondiale totale che rasenta la follia... Finchè dura.

      Elimina
  8. A proposito di trovare un altro pianeta...

    Le automobili presenti al mondo nel 2010 hanno superato il miliardo.

    Facendo un calcolo medio dei km percorsi, si ottiene, che in meno di 4 anni riescono a coprire la distanza che c'è tra il Sole e Proxima Centauri (la stella a noi più vicina).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ...Mi auguro che questo scempio non sia stato perpetrato grazie anche agli statali degli stati socialdemocratici ( schiavi del petrolio ed affamatori della futura umanità)

      Elimina