16.1.13

Nantes, Francia: con o senza raffineria

Fondata nel 1933, la raffineria di Donges sorge là dove svernavano un tempo milioni di uccelli e il fiume Loira allagava regolarmente terre salmastre di grande ed inutile fascino. Ora resta qualche drappello di volatili, lo si vede sulla sinistra nella foto sotto, scattata a tre kilometri di distanza, dove al posto di un bestione che dà lavoro a 500 umani e produce 11 milioni di tonnellate di raffinati all'anno, beh c'è solo stupida natura.
Dal 2009, ogni anno, in Francia viene spenta (per sempre) una raffineria, ne restano dieci attive. Dieci anni e poi la vita sarà di nuovo una grande ed impossibile sorpresa: ogni giorno, e sempre di più, potrà esser l'ultimo.
 
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12 commenti:

  1. Prima c'era una palude con sviluppo di malattie infettive (malaria ecc), dove le zanzare facevano incetta del sangue altrui...

    Adesso è stata bonificata, c'è lavoro, i segni del progresso...

    Cosa vuoi di più dalla vita?! :-)

    Comunque, nel lungo periodo, la natura si riprenderà tutto...
    Quando la raffineria verrà chiusa, incomincerà a spuntare la vegetazione in ogni posto e pian piano ritornerà com'era prima!

    Certo, possibilmente una specie di ominide sulla Terra si sarà estinto, ma cosa importa! :-)

    A parte gli scherzi,
    poco progresso porta danni ambientali,
    molto progresso permette di sistemare le cose.

    Mi viene da pensare al consumo di carta...
    grazie alla tecnologia, tra non molto, tutti i libri saranno digitali (tanta carta in meno sprecata), tutta la contabilità non richiederà nessuna stampa.
    Già oggi ti mandano la fattura in file formato PDF.

    Io tifo sempre per ricerca e innovazione!


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    1. Certo per i siti nucleari il discorso sarà un po' diverso, quando verranno abbandonati.

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    2. Di Uranio e altri elementi radioattivi la Terra è piena.
      Così come le miniere di Uranio erano luoghi dove gli Indiani d'america dicevano essere infestati da demoni che non volevano si toccasse nemmeno una pietra (risultati poi zone contenenti minerali di Uranio); così in futuro ci saranno altri luoghi lasciati dall'uomo che avranno le stesse caratteristiche, soltanto che, quello che oggi non si può smaltire, non è detto che non lo sia in futuro.
      Cerchiamo di essere ottimisti!

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    3. http://petrolitico.blogspot.it/2011/12/arevagigante-del-nucleare-per-evitare.html

      "E con quali mezzi economici residui, se si tagliano i budget delle centrali, e con che procedure, e gli standard di sicurezza? Chi smantellerà le centrali tra qiundici o vent'anni quando, se Areva non sarà fallita prima, a restare al lavoro sarà un 20% dei dipendenti (e certo non giovani...)? Faranno tutto degli appaltanti? Con quali competenze? Chi li controllerà? Tutto statalizzato? In una Francia fallita da quanti anni? Mah...".

      Auguri.

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    4. "Una prima risposta mi pare evidente: ad un certo punto tutto il parco nucleare verrà abbandonato a se stesso, per qualche anno piglierà la ruggine, schifezze coleranno nelle falde e nei fiumi, il tutto sarà protetto da forze militari, poi pian piano... Addio. I militari se ne andranno, o crolleranno davanti alla corruzione dilagante del post-crisi, e faranno entrare coloro che vorranno prendere un po' di ferraglia e materiali... E ti saluto civiltà".

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    5. alessandro, il settore cartiero negli anni ottanta tremava per la ormai prossima e certa diffusione capillare dei computer. Invece si sarebbero accorti di lì a poco che il consumo di carta grazie ai pc era robustamente aumentato.

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    6. Forse non ti farà piacere sapere che la più grande cartiera lombarda, (Burgo Grossi, Mantova) chiude tra un mese. E che tutte la cartiere francesi dell'area renana, tutte fallite, sono state rilevate dai finlandesi. Continuiamo a vedere quel che vogliamo vedere...

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    7. eh sì, dettaglio tecnico: restano le grosse cartiere scandinave e canadesi, che 1) stanno in paesi ad energia cheap; 2)fanno tutta la filiera della carta invece che comprare la pasta-carta dalla scandinavia e partire da quella.

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    1. Nessuna azienda si tiene solo dipendenti anziani. Preferisce liberarsene soprattutto perché vincolati agli onesti vecchi contratti (e quindi costosi) e poi perché poco flessibili (poco sfruttabili). I giovani invece si assumono con contratti che sono tali solo di nome e a paghe misere. E non credo avranno una grande preparazione tecnica.
      Il futuro si preannuncia pieno di pericolose (per l'ambiente e per la salute) cattedrali nel deserto a imperitura testimonianza dell'idiozia dell'homo sapiens sapiens dei XX-XXI secoli (ma quando mai?).

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    2. Areva non assume altro che ingegneri per rimpiazzare i pensionati, ma sempre meno. Tutto il resto sono ditte esterne specializzate in questo o quello, con seri dubbi sollevati dagli organi pubblici sul controllo di tutta la filiera sicurezza/efficienza... Comunque ormai il peggio è servito, sempre più responsabilità in materia energetica sono in mano a privati e la frittata è fatta.

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    3. perfettamente d'accordo con medo (una volta tanto...). Lo scrivo per estendere: anche eni ed enel, e di fatto tutti i grandi dell'energia, fanno sempre più ricorso a esterni per servizi di nicchia, diventando da parte loro sempre più gestionali. Attività gestionali che comunque richiedono almeno la capacità tecnica di capire cosa il tuo consulente sta facendo e, per ora, finchè sono ancora al lavoro i vecchi tecnici marpioni (che sono indiscutibilmente bravi, venivano formati bene e si sono fatti un'esperienza che solo loro hanno), Ok. Ma poi? Per dire, Enel era fortemente inefficiente , se vogliamo, ai tempi del monopolio, nel senso che spendeva: i suoi periti neoassunti(e non dico gli ingegneri, che venivano formati anche di più) stavano sei mesi alla scuola di Piacenza ad imparare di tutto sulla teoria prima di andare in centrale. I centri di ricerca sviluppavano i simulatori degli impianti( cosa di cui beneficiavano anche costruttori di turbine e caldaie come Tosi ed Ansaldo), attività costosissima, e ovviamente tagliata con l'arrivo del mercato competitivo: di tutto ciò non è restato niente, solo subappalti e lavori senza respiro.

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