12.4.13

Il brown-out italico parte dalle stazioni di servizio

“Non abbiamo più i soldi per tenere aperti i distributori oltre l’orario lavorativo e quello che guadagniamo con il self service non ci basta per pagare la luce per l’illuminazione della struttura interna e per il consumo delle macchine erogatrici di carburante”.
Graziano Bossi, presidente della
Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti della provincia di Cremona*
 
 
Ora sappiamo che la "fine" della disponibilità 24 ore su 24 dei carburanti parte da una delle regioni più ricche d'Italia: in tutta la provincia di Cremona, fuori dall'orario di lavoro, non ci saranno (mai) più carburanti disponibili. Non importa che abbiate o meno le carte di credito o i contanti in abbondanza. Siamo entrati nella fase in cui il sistema monetario traballante è comunque salvaguardato... ma mancano realmente i beni, dopo anni in cui la domanda stagnava. Ed il bene che viene a mancare è il bene supremo: l'energia, stupenda e volumetricamente molto densa, fornitaci da benzina e gasolio.
 
Poi dovremo staccare sempre più l'illuminazione pubblica.
Poi sarà razionata quella privata....
Poi sarà distribuito cibo solo a chi si fa trovare in casa.
Non è più una questione di "se" ed ormai il "quando" accadrà durante la nostra vita. Lo vediamo nel grafico a lato tratto dalla revisitazione aggiornata del "Limits to growth", grafico che è "sbagliato" - come tutte le previsioni, anche se si tratta più esattamente di uno scenario previsionale, non un "il futuro come sarà" - ma secondo me ci azzecca abbastanza, siamo all'inizio di un collasso planetario e nazionale che forse ha un unico precedente recente ed è la Seconda Guerra Mondiale. Solo che quella crisi di fame e mancanza di tutto ebbe una durata di un paio di anni, questa durerà almeno 50 anni e sarà finita quando le forniture di gas, petrolio e carbone saranno finite e resteranno tentativi locali e pazzi di ripristinare una parvenza grottesca e dolorosa di mondo industriale. 
 
Ringrazio e saluto il commentatore che si firma David Addison, che conosco personalmente, il quale mi permette di continuare ad avere dei contenuti pregnanti mentre io me la dormo e mi curo sempre meno di drammi che non sono più futuri ma sono ormai qui tra noi.
Andrà peggio, ancora per una quarantina d'anni. Per salvarsi non servirà pensare, dire o fare quasi nulla di quel che sappiamo pensare, dire o fare. A meno che non siamo bravi assassini, ladri, truffatori ma queste categorie non credo siano la maggiorparte dei miei lettori.

*link: http://news.panorama.it/cronaca/Benzina-Cremona-dice-addio-ai-self-service
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24 commenti:

  1. Si sente qualcosa di questo in giro?
    I politicastri demagoghi, i media, informano il bobbolo consumista che questi sistemi 5 sono profondamente malati e che per definizione sono destinati al collasso?
    No.
    Comunque può essere positivo. Anzi, il fatto che l'energia non sia più disponibile 24h al giorno e a prezzi ridicoli forse eviterà anche solo qualcuna delle distruzioni ecologiche di massa che la sua disponibilità a garantito.
    Anche se ritengo che a medio termine 7G homo distruggeranno tutto per tentare di evitare di crepare accelerando ulteriormente il collasso.

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  2. Niente da fare...
    Alle persone non gli e ne frega niente dei problemi energetici...
    A loro interessa solo vivere giorno per giorno.
    Forse si accorgeranno che qualcosa sta andando storto, solo quando non riescono più a fare il pieno di carburante!

    Ho cercato alcune volte di parlare a gente comune di queste cose... mi guardano quasi fossi un alieno!

    Infatti non sò se continuerò ad aggiornare la mia App sull'energia con altre nuove funzioni (da quando l'ho pubblicata ho raddoppiato le funzioni senza fare spendere neanche un centesimo in più). Adesso sto aggiornando quelle per Android e iOS.

    Forse, per vivere, dovrei uniformarmi agli altri e sviluppare solo giochi per gente che non ha voglia di pensare (testa che non pensa si chiama CUCUZZA!).

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  3. fiscal compact scivolato al 2015. Risparmiati 2 anni di Grecia. Che c..o.

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  4. La stessa situazione di Alessandro anche peggio visto che sto davanti a un muro con i miei genitori che dicono ci ''arrangeremo'' gli voglio vedere fra qualche anno io mentalmente sono già preparato mi mancano le risorse materiali per affrontare il collasso con più calma...

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  5. Tra un paio di settimane firmerò un contratto che mi porterà a sviluppare software che non c'entrano niente con il problema energetico.

    Avrei preferito restare in questo settore, se solo le vendite delle mie App dedicate all'energia avessero riscontrato un maggiore interesse.

    Anche perché mi stavo occupando anche di ricerca teorica di nuove fonti energetiche. Con qualche mia teoria da ampliare e verificare.

    Pazienza!... per campare non sempre si può fare quello che si ritiene importante; vuol dire che anch'io spererò che la soluzione la trovino gli altri.

    Se poi, qualcuno dice che le singole persone non possono fare niente; io gli rispondo che:
    le singole persone NON vogliono fare niente!
    perché se volessero avrebbero potuto dare il loro piccolo contributo (poco più di un euro).

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    1. Per usare le APP bisogna avere questi orpelli smart o altre diavolerie moderne che sono sempre più ridondanti, inutili, costose. Non ho smartphone e non ho mai usato una APP in vita mia. Ho toccato un paio di volte degli iQualcosa e delle altre minchiate e ho solo contratto qualche migliaio di batteri non voluti. Ma poi mi son lavato le mani per bene. Buona fortuna Alessandro.

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    2. Serve un desktop o tablet con Windows 8, oppure un tablet o uno smartphone con Android o iOS.

      La cosa che più mi fa amarezza è che delle cose frivole, sono tutti pronti a parlarne e a comprare capi firmati per farsi vedere; per le cose importanti, si pretendono, ma non si vuole alzare nemmeno un dito.

      Forse alla fine che stiamo andando incontro, ce la meritiamo, se l'intelligenza MEDIA è questa.

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    3. Buongiorno! Sto facendo a mia figlia come progr. di seconda elementare di Storia, "La storia dell'immondizia" (mirco maselli, editoriale scienza), una full immersion mentre ci siamo trasferiti in campeggio con roulotte luce a 3 ampere e H2O a qualche metro. Spostamenti in bicicletta. Ci stiamo allenando insomma.

      Ti ringrazio Medo perchè è sempre incoraggiante leggerti.

      Dal libretto succitato: "...I pochi abitanti rimasti nelle antiche città producevano meno rifiuti e avevano più spazio a disposizione; quelli che preferirono fuggire (dalle città) col tempo costruirono nuovi borghi,dove riuscirono a gestire la produzione dei rifiuti...ecc. La stessa Roma nel IV sec. d. C. aveva solo 20.000 abitanti".

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    4. Per la cronaca: vivremo così all'aperto per 6 mesi consecutivi (quante occasioni educative!)
      + ho cercato tale libretto con tali contenuti per niente subliminali grazie alle tue magari involontarie ispirazioni.

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    5. Sinceramente,
      non auguro a Roma (2.700.000 abitanti) di ridursi a soli 20.000 abitanti;
      Se la popolazione del mondo subisse tale riduzione, significherebbe che il 99% della popolazione si è estinta; il restante 1% non sò quante probabilità avrebbe di vivere a lungo.

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    6. Con la prospettiva tutt'altro che irrealistica di carestie, epidemie e guerre è verosimile che vi sarà una significativa riduzione della popolazione entro il secolo. Un'estinzione totale mi sembra però, al momento, improbabile...

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  6. ...Grande Medo ! ..Ben tornato...Il link a cui ti ispiri sembrerebbe termodinamica for dummies, ma oggigiorno ci sono dummies ancora più dummies..Mi permetto fi fare copia ed incolla dalla mia pagina facebook di ieri notte "Quando mia nonna era giovane la salute faceva poco PIL ,poco , ma lo faceva, a forza di braccia; oggi che mia nonna sfida gli highlanders, di salute e giovinezza si può rimanere infecondi ma la malattia fa molto PIl: ovviamente abbiamo taciuto il primum movens che è il petrolio, il gas naturale ed ogni forma di energia fossile che usiamo per tutto tranne che per prepararci per domani mattina...Domani è un altro giorno, nel senso che tanto molti dei presenti non ci saranno, miracoli a parte...Dovremmo mettere i miracoli fra i diritti in costituzione..."..ed ancora " La gerontofilia è made in Italy ? ( Nel caso mi auguro sia un sottoprodotto morale del dopoguerra altamente inquinante come la plastica ed il petrolio a basso costo)..Detto nelle Marche, la regione più vecchia ed (ex) industrializzata d' Italia." Ciao

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  7. Ma perchè non chiamiamo le cose col loro vero nome:

    Collasso di una civiltà fondata su di una Utopia.

    A me sembra così evidente. A voi no?

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  8. grafico affabulante, senz'altro. Però un po' di scetticismo non guasta, dato che contiene otto curve, di cui sette con un minimo o un massimo: tutti e sette i picchi devono ancora verifcarsi (anzi per l'esattezza due sarebbero appena avvenuti, che vuol dire che ancora non si può dire se è vero). Sono d'accordo che caratteristico delle previsioni sia sbagliare, ma il punto è come sbagliare. Queste previsioni per ora non dimostrano nemmeno di essere sbagliate. Senza nulla togliere al brivido che fa venire la faccenda di cremona e delle stazioni di servizio.

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    1. A dire il vero "Limits to growth" non fà alcuna previsione ma si limita a creare dei possibili scenari ( sono 10 in tutto ) di come potrebbe evolvere la situazione sul nostro pianeta, impostando diverse condizioni iniziali, usando un modello matematico chiamato "World3".

      A volte ho il sospetto che questo libro abbia avuto più critici che lettori

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    2. Andrea, non l'ho letto e colgo la tua prontezza nella critica. Però io sono abituato a farmi nascere curiosità osservando patterns strani in una serie di numeri o di curve che mi si presentano: a volte ti fanno ragionare su un fenomeno (correttamente) simulato, e magari ti suggeriscono che vale la pena approfondire la fonte. Altre volte possono essere rivelatrici di vizi e anomalie, e magari anche in questo caso spingerti a risalire alla fonte che li ha generati, per capire cosa non va. Di roba da leggere, o meglio da studiare, ce n'è tanta. A volte queste osservazioni possono guidare una scelta.
      Infine, potresti spiegarmi perchè un'evoluzione calcolata a partire da uno scenario non dovrebbe essere considerata una previsione?

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    3. La differenza tra scenario e previsione è piuttosto sottile, spero di riuscire ad essere chiaro.
      Quando parliamo di previsione indichiamo cosa accadrà nel futuro più o meno prossimo. Mentre il termine scenario cerca di rispondere alla domanda "cosa seccede se...", infatti in questo caso vengano elaborati diversi possibili casi a partire da condizioni iniziali differenti.
      Infatti in "Limits to growth" si cerca di vedere cosa potrebbe succedere ipotizzando 10 possibili condizioni iniziali, ti consiglio di dare una occhiata alla pagina wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Rapporto_sui_limiti_dello_sviluppo) per comprendere meglio.
      In estrema sintesi l'elaborazione degli scenari è utile per chi deve prendere decisioni proprio per evitare il caso più infausto ( almeno in teoria).
      Spero di essere stato chiaro, altrimenti chiedi pure

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    4. e quindi da n scenari ipotizzi n previsioni: rispetto ad una previsione singola non ti pronunci su quale degli scenari di partenza ritieni più plausibile, ad esempio perchè ritieni che il verificarsi di uno scenario piuttosto che di un altro non dipenda da leggi fisiche, sociali (o altro con un certo determinismo), ma politico-decisionali (o comunuque non modellabili)
      Se però, dopo aver sviluppato più scenari, credi più in uno che negli altri, puoi sviluppare maggiormente questo nella seconda parte dello studio: ecco la tua previsione.
      Grazie del link, però: pur non avendolo letto, so di che si tratta, de "i limiti dello sviluppo" (e il club di Roma)sento parlare molto da sempre. Ma concentrarmi su un documento del 1972 mi lascia un po' esitante (come ti dicevo, roba da studiare ce n'è tanta): allora mi attraggono di più ad esempio gli Energy Outlook, ad aggiornamento annuale, dopo due anni diventano scaricabili free. Consiglio l'executive summary, l'opera intera non può essere letta sistematicamente, ma al più tenuta pronta per consultazione dove serva.

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    5. Come ho scritto, la differenza è molto sottile e bisogna stare attenti altrimenti si rischia di trasformare un serio studio scientifico in un libro sulla fine del mondo scritto da qualche cartomante.
      CMQ "I limiti dello sviluppo" ha subito un paio di aggiomenti, l'ultima del 2006 e rimane una lettura mooooolto consigliata.
      Spero invece di avere il tempo di dare una lettura più approfondita agli Energy Outlook gratuiti.

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  9. intanto in Egitto scarseggiano le riserve...

    https://www.youtube.com/watch?v=zGpJfW3nf7A

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  10. R Andrea e caso più infausto : meglio un caso infaustissimo tra 10-20 anni che dover decidere in prima persona tanti piccoli casi infausti fin da subito tipo dimezzare i servizi alla persona statali da subito ed investire in resilienza dei suoli ed energetica...Dopotutto il lavoro di in un insegnate che prepara i ragazzi alla disoccupazione loro e del padre sarà più meritevole di un operaio che lavora ad una microdiga fuoricittà o di un contadino che si ostina a preservare le cultivar tradizionali ?!

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    1. Confondi le scelte fatte da un politico, visione del futuro max 5 anni e/o fino alle prox elezione, da uno statista, visione del futuro di respiro decennale.
      Inoltre ho dei seri dubbi che la attuale "classe dirigente" abbia qualche idea delle tematiche di cui discutiamo

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  11. Medo, quella che riferisci è paradossalmente una buona notizia.
    perchè è uno dei fatti della dittatura dei fatti che non possono essere ignorati, tranne che dai mentalmente fottuti.
    Questo fatto obbliga un sacco di persone a prendere atto della realtà.
    Ed è possibile che tra tutti, qualcuno che abbia un certo carisma, corra ai ripari alla svelta.

    Il 24/24 7/7 365/365 30/30 (trentennio per trentennio) di funzionamento d'ogni cosa utile inutile e futile, è un incubo che sta cominciando a finire.

    Vedo alzarsi in volo un cigno crisoptero(dall'ali dorate)oltre allo stormo di cigni neri, quelli resi celebri da Nicholas Taleb.

    Marco Sclarandis

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