22.5.13

Smantellare il nucleare? Sarà impossibile, anzi lo è già

In Francia mancherebbero nei budget previsionali della compagnia elettrica 220 miliardi di euro per mettere in sicurezza, attuare il decommissioning e smantellare gli impianti nucleari. Mi spiego: proprio non considerano davvero questa esternalità.
Neanche nazionalizzando si potrà sistemare tutto come si deve. Neanche usando i militari (che non sono formati a questo e che ricevono tagli su tagli finanziari, peggio che tutti gli altri settori...). "Quasi" tutto il nucleare sarà dunque abbandonato al suo destino letale e tanto peggio per tutti noi?
 
Lo si sussurra da decenni, lo si dice da anni: gran parte del parco nucleare mondiale potrebbe restare là dov'è, nessuno smantellerà niente, addirittura gli smantellamenti in atto rimarranno probabilmente a metà dell'opera, magari con il carburante ancora in sede o in stoccaggi non definitivi e molto pericolosi per le falde o per la qualità dell'aria, della fauna e della flora. Lasciare dove si trova il complesso nucleare di Fessenheim, in Francia, significa minacciare pesantemente le risorse idriche di quasi 80 milioni di abitanti di Francia, ma soprattutto Germania, Belgio e Olanda. E per la pericolosissima centrale di Fessenheim (costruita sulla faglia sismica più attiva del centro Europa e col reattore, in caso di incidente, ad un solo metro di cemento armato e nemmeno venti metri totali da un "ingresso" del liquido radioattivo nella falda più grande d'Europa) i governi francesi rimandano e rimandano, in attesa inconsapevole di un grave incidente che li mobiliti per forza di cose, la salatissima fattura da pagare per il decommissioning e lo smantellamento.
Forse l'abbandono grave, e magari illegale, sta già accadendo da qualche parte, magari in Europa; magari a Saluggia, in Italia, o a Marcoule, sempre in Francia (dove vige il segreto militare, o anti-terrorismo..., su molte installazioni nucleari civili). Per ora nessuno scenario post-comunista tipo Chernobyl o Tatarstan, ma è comunque interessante la foto a lato: una installazione nucleare, mai completata, ed abbandonata a se stessa e quindi NON inquinante dal punto di vista della radioattività, appunto in Tatarstan. In Russia ci sono ufficialmente quattro centrali nucleari mai finite o mai autorizzate che vengono pian piano depredate di materiali da costruzione dai "locali" ed il restante viene lasciato arrugginire; addirittura l'impianto di Bashkir è in costruzione da 33 anni (avevo un anno quando iniziarono!), nel 1980 fu fondata Agidel*, immonda cittadina operaia a supporto del progetto, poi tra un ricorso ed una nuova legge si è interrotto e ricominciato a costruire per decine di volte.
Un documentario (link sotto) di circa un'ora, di Arte, mette ora in evidenza per il grande pubblico - in modo allucinante - l'incubo post-nucleare e quello che noialtri "pessimisti" diciamo da tempo: la fine dell'era del petrolio e quindi della società industriale e dei servizi, ma anche il semplice balzo dei costi del nucleare stesso, significherà forzato abbandono alla meno peggio delle installazioni nucleari e dei siti a grande rischio chimico. Solo in Francia la Corte dei Conti stimava un paio di anni fa in circa 230 miliardi di euro il budget necessario per smantellare l'esistente parco nucleare secondo i requisiti di sicurezza. Invece per ora ne sono stati stanziati solo 13. VENTI volte meno del minimo pensabile, l'attenzione al problema in un paese attentissimo come la Francia è quindi quasi nulla. Ed il tempo stringe.
 
 
*link a foto della cittadina per lavoratori del nucleare ad Agidel: http://www.stad.com/index.php?city_id=484856
___________

21 commenti:

  1. Il mondo post petrolifero che ci aspetta: un inferno sociale, ambientale e radioattivo. La peggiore fantascienza catastrofica rischia di essere superata dal medioevo prossimo venturo che ci stanno confezionando lobby e classi politiche asservite.
    Che depressione se penso al futuro di mia figlia di 10 anni...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. allora siamo in due a pensarla cosi, le mie hanno 2 e 7 anni.....e per quanto tu possa adattarti all'implosione sociale, niente puoi contro una contaminazione nucleare ed è molto peggio di qualsiasi altra pandemia!

      Elimina
    2. Diciamo che il "vantaggio" di una contaminazione nucleare è che non muori subito e forse non ne muori nemmeno. Invece ad esempio in Italia i suicidi da crisi socio-economica stanno triplicando (almeno). E questa gente morta di crisi è morta "alla svelta" ed in modo inaspettato, ma quel che sarà ricordato come "l'anno dei suicidi" per l'Italie e l'Europa deve ancora venire, per ora viviamo tutti ancora nell'ovatta, ma verrà eccome.

      Elimina
    3. certo è, che tutti i miei sforzi economici vanno verso una totale (spero) autosufficienza energetica di casa per rendere appunto alle mie figlie una decrescita più soft! te lo dice uno che in casa l'inverso scorso viaggia a temperatura interna dai 15 ai 16.5°C.

      Elimina
    4. siamo ancora lontani dal ghiaccio nella bacinella accanto al letto dei nostri bisnonni e dai 3° della mia gioventù. 7 coperte sul letto, materasso di lana, sennò sai che freddo alla schiena e 10'' per vestirsi. Che scok, passare dai 37° del letto ai 3° della camera. 10'' erano anche troppi per vestirsi, ma quando si è giovani si sopporta anche queste cose, ora probabilmente piangerei o andrei a letto vestito.

      Elimina
  2. Faremo bene a tornare a zappare la terra ( chi può )

    RispondiElimina
  3. nessun problema. I russi dissero già 2 anni fa che l'unica soluzione per Fukushima era una bella bombetta nucleare di piccola potenza, che polverizzando tutto avrebbe interrotto la fuoriuscita di radionuclidi che contuinua tutt'ora e forse per sempre. Soluzione già ampiamente adottata dalla Corea del Nord, che per smantellare le sue centrali dismesse usa il tritolo. D'altronde quante migliaia di ordigni nucleari sono stati fatti deflagrare in superficie negli anni 50 e 60. Qualche centinaio in più non farà la differenza. E dopo ci aspetta una bella società denuclearizzata dove si potrà zappare senza preoccuparsi delle vacanze, delle ferie, delle cure mediche, della pensione, dell'assicurazione auto e bollo, perchè tutte questi lussi inutili saranno annoverati con disprezzo ricordando una società consumistica depravata e lontana dalla natura.

    RispondiElimina
  4. Per stare a tema: anche la civile e precisa Germania ha un bel disastro. La miniera di Asse, deposito geologico per le scorie teutoniche, si sta rivelando un incubo. Per nostra fortuna noi italiani non abbiamo fatto in tempo a fare altrettanto, ma questo non ci solleva da tutti i rischi: le nostre scorie sono ancora lì...

    RispondiElimina
  5. OT: Tempesta Sahariana colpisce Malta e la Sicilia
    http://palermo.blogsicilia.it/tempesta-di-sabbia-in-arrivo-in-sicilia/188885/

    Questa notizia è utile per quelli che pensano che i pannelli fotovoltaici potrebbero essere installati nel deserto del sahara.

    Dopo una tempesta del genere, penso che servirebbero migliaia di persone per pulire dalla sabbia i pannelli solari; per non dire che essi verrebbero smerigliati dalla sabbia e quindi resi quasi inservibili.

    Mi dispiace dirlo, ma il fotovoltaico nel deserto del sahara è solo un sogno di qualche illuso che pensa che il fotovoltaico potrebbe sostituire le altre fonti energetiche.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi risulta che il solare termodinamico sia la chiave teorica per l'energia solare illimitata dal Sahara.

      Elimina
  6. ..Saranno davvero 230 miliardi ? ..Posto che sì, non conoscendo il bilancio francese, queste risorse equivalenti sono il 15% in più di quanto devoluto in un anno in Italia agli stipendi degli insegnanti di ogni ordine e grado ...La cifra non è poi esagerata se consente davvero di smantellare le centrali nucleari per sempre...Intanto ho come l'impressione che se siamo ancora sul plateau dei fossili, pure se inclinato, non è certo merito dell'offshore di profondità o delle tar sands ma del carbone cinese...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quanto costerebbero quindi gli insegnanti italiani ogni anno? Mi interessa la cifra.

      Elimina
  7. Il nucleare in Francia produce circa 400 miliardi di kwh all'anno. La legge obbliga i gestori a trattenere ogni anno 0,2c€/Kwh per scorie e smantellamento. Corrispondono a circa 800 milioni €/anno, da rivalutare al 2% annuo minimo: considerando che solitamente si inizia a mettere le mani su una centrale circa 30 anni (durata esercizio 40 anni) facilmente arrivo a ca. 100 miliardi fruibili all'anno del decommissing.

    Infatti la corte dei conti francese nella sua analisi dell'anno scorso afferma che i numeri in gioco per tutto compreso sono di circa 60 miliardi.
    https://www.dropbox.com/s/menogbpuwjy4vfa/CorteContiFrancese_CostoNucleare.pdf
    Che fonti ha utilizzato per fare l'articolo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tipo questo: http://www.leparisien.fr/societe/cour-des-comptes-la-filiere-nucleaire-francaise-a-coute-228-milliards-d-euros-31-01-2012-1838594.php
      Ma anche questo interessante articolo, UN solo grave incidente - secondo l'ente IRSN per la protezione da radiazioni, etc. e non secondo "pazzi ecologisti" - potrebbe costare 120 miliardi di euro. E un incidente di livello 7 (Fukushima) circa 430 miliardi. E ci sono ben due centrali in situazione pericolosa, una è quella di Fessenheim, con i noccioli a neanche 50 metri dal fiume (E DALLA FALDA) di acqua dolce più grande d'Europa.

      Elimina
    2. La maggiore minaccia reale per la Francia resta comunque una "piena millenaria" della Senna, attesa nei prossimi anni. C'è una unità di crisi permanente che fa ricerca e tenta in tutti i modi di salvare il 20% del PIL che se ne andrebbe: quasi tutte le strutture di controllo dati, stoccaggi petrolchimici, tutti i centri nevralgici della Francia sono in zona inondabile della Senna e per ora non si fa altro che continuare a spostare attività in zona inondabile, anche per il costo esorbitante dei terreni, etc. etc. In caso di una piena millenaria andrebbero evacuate 900 000 persone che abitano in zona inondabile e "spostati" o messi in sicurezza una decina di siti a rischio di catastrofe chimica.

      Elimina
  8. @Medo: guardi che ha commesso un grande errore. Nell'articolo citato la corte dei conti ha detto che tutto il nucleare ha fatto e farà muovere investimenti per 228 miliardi di €, non che lo smantellamento costa 220! La prego di correggere.

    Poi i costi futuri, si legge testualmente nell'articolo di "le parisien", anche se soggetti ad incertezza INFLUIRANNO MARGINALMENTE SUL COSTO DELL'ENERGIA.

    I costi del solo smantellamento sono valutati poco meno di 30 miliardi (circa 400€/KW) dalla stessa corte dei conti. E i soldi ci sono tutti, accantonati ogni anno come fanno in tutti i paesi nucleari del mondo.
    (in GB per esempio hanno già messo da parte, al 2010, circa 55 mld $ per lo smantellamento & scorie, letto qualche tempo fa su un documento ufficiale).

    Per quel che riguarda il nucleare stia tranquillo e dorma bene, si preoccupi per chi continua ad installare impianti a fonte fossile.

    RispondiElimina
  9. "...La legge obbliga i gestori a trattenere ogni anno 0,2c€/Kwh per scorie e smantellamento...."

    Zero virgola due centesimi di euro. Vi racconto una storia: i francesi stanno eseguendo il trattamento del combustibile irraggiato di Caorso. Ebbene, con le masse in gioco ed i costi concordati, risulta che questo condizionamento costerà 0,5 €cent per ogni kwh teoricamente ottenibile (media globale) dal combustibile nucleare. Zero virgola cinque. E questa operazione è solo una frazione del costo di decommissioning.

    Il ministro Tremonti sapeva bene cosa diceva quando stigmatizzava il "debito atomico" dei francesi.

    RispondiElimina
  10. Noi dobbiamo pagare a moneta corrente 0,5c€/Kwh dato che non avendo reattori non abbiamo fondi di accantonamento come in Francia.

    I Francesi invece pagano 0,2 cent perchè anno dopo anno mettono da parte soldi a un tasso di interesse che può essere compreso tra 2/3%. Dato che il decommissing lo si fa anche 80 o 90 anni dalla costruzione della centrale, rispetto alla annualità messa da parte, il grosso del denaro cumulato alla fine deriva dalla rivalutazione del capitale.
    Se decidessero di pagare tutto alla fine (es: ultimo anno di vita reattore) rifiutando l'accantonamento annuale allora dovrebbero mettere da parte molto più di 0,2 (a memoria sono circa 5 volte di più per Kwh).
    Cosa che puntualmente stiamo facendo noi Italiani avendo chiuso anticipatamente Centrali come Caorso (a soli 5 anni dall'entrata in funzione) e montalto di Castro, quest'ultima manco era conclusa.

    Il ministro Tremonti conferma di non sapere nulla di queste questioni

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' una scommessa: si tratta di scommettere se sia vantaggioso smantellare al volo o piuttosto attendere mettendo i soldi in attività che daranno rendita; o perdita, a seconda dei casi. Vai a sapere l'inflazione.

      Le scommesse si vincono o si perdono: è un discorso che vale per qualsiasi investimento finanziario. Tra qualche anno potremo valutare se le banconote ed i titoli messi da parte dai francesi (e anche da noi!) potranno ancora comprare il gasolio necessario a svolgere questi interventi.

      Naturalmente questo problema riguarda tante altre operazioni: qui in Italia, per dire, l'enorme montagna di amianto che abbiamo lasciato in giro. Anche noi scopriremo se saremo in grado di pagarne lo smaltimento o meno.

      Elimina
    2. Il denaro tra 90 anni varrà meno di oggi. Per l'amianto mica sono stati fatti dei fondi di smaltimento come per il nucleare, obbligati dalla legge.

      Comunque il fatto che il denaro si svaluti nel tempo è un qualcosa di intrinsecamente certo nel sistema monetario odierno. Non necessariamente è legato all'applicazione di un interesse bancario: infatti si parla di tasso attualizzazione

      Elimina