1.10.17

Porto Rico : penuria di cibo, energia, denaro

"Niente agricoltura a Porto Rico. 
Non c'è più, non ce ne sarà più per almeno un anno."
José A. Rivera, contadino

Notizie frammentarie a dieci giorni dopo il passaggio dell'Uragano Maria... Ma i primi calcoli effettuati dalle istituzioni portoricane parlano di una perdita economica dell'agricoltura pari ad almeno 800 milioni di dollari, record storico che batte anche i danni dell'uragano Georges nel 1998, con la distruzione dell'80% dei raccolti. Vero è che l'agricoltura mette assieme nemmeno l'1% del PIL portoricano, ma l'isola aveva tutto sommato un "fattore 15%" di autonomia alimentare, ora dovrà importare e per svariati mesi ben oltre l'85% per sfamare tutti quanti.


Dal punto di vista energetico, il noto black-out elettrico totale, che non è ancora stato interamente risolto, e non lo sarà se lo sarà prima di qualche anno (forse una rete elettrica nazionale e che copra tutto il territorio non esisterà mai più), è dovuto non solo alla violenza dell'evento ma allo stato pietoso del sistema elettrico portoricano, sia dal punto di vista dell'infrastruttura, che dal punto di vista finanziario. Infatti la PREPA** (Puerto Rico Electric Power Authority) doveva già fare i conti con un debito totale, fuori-controllo, di circa 9 miliardi di $ e da qualche mese era stata lanciata la procedura di fallimento, quindi PREPA è una società già in bancarotta visto il passaggio di Maria. Come si legge nell'articolo sotto, da molti mesi addirittura era in cessazione di molti pagamenti e 30% del personale è stato licenziato dal 2012, senza giovamento nei conti di PREPA. Ciliegina sulla torta, nessuno ha voluto o potuto fare i conti con centrali elettriche in media vecchie di 44 anni, la maggiorparte senza alcuna manutenzione e gli standard di sicurezza minimi non sono rispettati da anni. Per quel che riguarda i carburanti, c'è ancora molta confusione, ma le code ai distributori (vedasi foto del 30 settembre, qui sotto) sono di varie ore per una tanica a persona, ma dipende dalle località dell'isola ed ancora non capisco se il coprifuoco (tuttora in atto nelle ore notturne) riguardi anche le vetture private, anche durante il giorno, per alcune zone dell'isola.


Pare che anche il "cash" sia terminato***. Dapprima limitato a 500 $ al giorno per conto corrente, laddove ci fosse stata comunque energia elettrica per erogare denaro, ora il contante è terminato in varie località ed anche allo sportello (laddove le banche abbiano potuto riaprire in sicurezza). Ma d'altronde cosa comprare...? La maggiorparte dei denari ritirati nei primi giorni dopo l'uragano, pare sian stati spesi non tanto per comprare beni di prima necessità, ma per prenotare voli, appena disponibili, e andarsene ricongiungendosi con parenti o amici emigrati in altri stati del continente americano.

Conclusione di questo post... Chi ancora neghi il collasso globale in corso (ecologico, economico, sociale e culturale), non sarà certo convinto dall'odore portoricano nauseabondo dei campi con animali e raccolti in putrefazione, aumentato dall'accumulo di tonnellate di pattume e di deiezioni umane,... perchè nonostante le foto e le testimonianze, l'ottimista non si fa coinvolgere da questo odorino di morte, prova puntuale e locale dell'esistenza appunto di un collasso globale, di cui alla fine "Porto Rico dopo Maria" è un piccolo e lontano esempio...
Quindi, che dire? Che io non scrivo per convincere nessuno a prepararsi, ad armarsi, a fare provviste per eventi catastrofici in particolare, ma testimonio come posso perchè chi legge rinforzi la propria resilienza famigliare, del proprio vicinato o comunità, nel paesino, nel quartiere... Per come è in grado di farlo, ma che questo vada fatto ed al più presto ed in tempi di relativa pace e calma.
Sapendo tuttavia che... le prime cose a mancare, per più giorni ed in modo massiccio, in casi come quello che affligge i portoricani da dieci giorni ad esempio, sono :
- elettricità (quindi acqua potabile, denaro virtuale, rete telefonica e internet,...) ;
- carburanti (ne' per mobilità, ne' per trasporto, riscaldamento, cucina...) ;
- cibo (cibi freschi e soprattutto locali, a partire da quelli del proprio orto, che è in questo caso distrutto) ;
- denaro contante...
Ah, se siete davvero degli inguaribili ottimisti, beh queste cose vi mancherebbero comunque, nelle stesse condizioni di quei signori nella foto in coda per 10 litri di gasolio; e forse mancheranno più a voi che al vostro vicino pessimista. Al quale, inoltre, non mancheranno le armi e le pallottole.

*link : https://www.nytimes.com/2017/09/24/us/puerto-rico-...
**link : https://www.thestar.com/news/world/2017/09/21/puerto-ricos-electric-...
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4 commenti:

  1. Una società collassa quando non ha più le risorse per mantenere quello che ha costruito. Nel piccolo si vede bene, e Portorico ne è un esempio "meraviglioso". L'Europa sembra avere maggiore resilienze ovvero la complessimità maschera il declino ma probabilmente è solo questione di tempo. C'è ancora l'obiettivo di "costruire" l'Europa e allora non si guarda all'insostenibilità del progetto e si cerca ancora di plasmarlo senza pensare che sarà difficile convincere i "virtuosi" a condividere con i "non virtuosi" e i risultati delle elezioni tedesche hanno indicato quali sono i rischi di non ascoltare il malessere del proprio popolo.

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    1. Porto Rico è l'esempio di un paese sul 'filo' della civilizzazione industriale, spazzato via da un evento climatico maggiore... Il paragone è arduo con il continente europeo, su queste stesse "cause di crollo". Ma ci serva da esempio su quanto dipendiamo da certe cose date per scontato.

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  2. E se i Portoricani aprissero le porte a Cristo non risolverebbero all'istante tutti loro problemi?
    Un branco di mantenuti (e pure mentecatti) europei é quello che sostiene da decenni o forse secoli. Perchè non spedirli a Portorico perchè ne diano dimostrazione?

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    1. Cristo chi?
      Forse sarebbe ora di chiuderle le porte a Cristo, Maometto, Vishnu...

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