22.6.12

Oro, argento, uranio: le riserve 2009 erano sovrastimate del doppio

Il 31 agosto 2009 riportavo in un commento sul blog "Petrolio"* di Debora Billi che...

 "Le depletion di singoli minerali (estraibili e/o processabili) aggiornate al 2009 sono le seguenti: 
- indio (12 mesi - stock non significativi) 
- piombo (3 - 13 anni) 
- argento (8 - 30 anni) 
- antimonio (11 - 30 anni) 
- uranio (17 - 60 anni) 
- tantalio (18 - 162 anni) 
- rame (33 - 60 anni) 
- oro (32 - 45 anni) 
- cromo (38 anni) 
- nickel (45 anni)" 


Sono passati tre anni. Faccio un aggiornamento sulle riserve, alla fine del 2011, in base agli ultimi dati dell'USGS**. Da ricordare è che il primo dato che indicavo era lo "scenario peggiore" (collassi finanziari, rottura domanda/offerta, guerre,...). Guardate quante sorprese dopo solo tre anni... Non solo avevo ragione, ma ero anche troppo ottimista. Metto tra parentesi quadra gli anni di riserve e produzione teoricamente guadagnati o realmente persi dall'agosto 2009:

- indio (riserve sconosciute)
- piombo (18 anni) [+5 anni]
- argento (21 anni) [-9 anni]
- antimonio (10 anni) [-20 anni]
- uranio (33 anni) [-27 anni]
- tantalio (151 anni) [-11 anni]
- rame (42 anni) [-18 anni]
- oro (19 anni) [-26 anni]
- cromo (20 anni) [-18 anni]
- nickel (44 anni) [-1 anno]

Conclusioni: i dati previsionali a distanza di circa tre anni sono cambiati, in peggio, per la gran parte dei minerali... Il mondo dopo il picco dei minerali non ha le stesse previsioni, dopo il picco: la caduta è più rapida, in certi casi, anche rispetto allo scenario più apocalittico... Sono passati tre anni, ma ad esempio invece di disporre di oro primario da miniera per altri 45 anni, ce ne resta nemmeno la metà in senso temporale e - particolare non da poco - si intuisce che potremo averne tanto solo aumentando gli investimenti (ed il prezzo, notevolmente) oppure andandolo a cercare ovunque in barba alle leggi ed alla conservazione del patrimonio naturale... 
E per il petrolio? I 200 anni che si ipotizzavano ad esempio per la Norvegia solo nel 2000 ora sono diventati 18 (e quello che potranno esportare forse nemmeno 4 anni, invece dei 160 previsti solo una dozzina di anni fa), ma anche là solo "se continueranno gli investimenti"...***

Il debito totale mondiale (oltre 80000 miliardi di dollari...) quantifica anche tutte quelle risorse in più che avremmo dovuto trovare, per lavorarle, capitalizzarle e ripagare gli indebitamenti singoli, e che non solo non abbiamo trovato ma se le abbiamo trovate non abbiamo avuto e non stiamo avendo mezzi tecnici per estrarle. Il futuro dell'industria è nero più del nero.

*link: http://petrolio.blogosfere.it/2009/08/auto-ibride-e-elementi-rari.html 
**link: http://minerals.usgs.gov/minerals/pubs/commodity/ 
***link: http://www.norway.org/ARCHIVE/business/businessnews/oilproduction/
_____________

8 commenti:

  1. 2020 olduvai, non per scelta, ma per necessità, impossibilità di utilizzare le poche risorse rimaste, il cui utilizzo sarebbe troppo costoso in termini energetici. Seneca disse: il vero ricco è colui che sa LIMITARE i propri desideri. Il desiderio del sogno americano è finito da tempo con 46 milioni di famiglie su 83 aiutate coi Food stamps. Presto la realtà verrà fuori anche in Europa, anche se sarà nascosta sotto la parola "spread".

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  2. ...E tuttavia non concordo con la teoria di una nuova Olduvai, almeno non nei prossimi decenni per chi abita a nord del quarantesimo parallelo : semplicemente in Europa, oltre al teratoma immobiliare soprattutto nei paesi mediterranei e non solo, abbiamo anche il teratoma pubblico soprattutto dei servizi alla persona: servono braccia per costruire migliaia di microdighe e riqualificare le ex prossime ex aree industriiali a solare a concentrazione e un minimo di protezione dei suoli ed agricoltura...Offriamo loro il salario destinato ai colletti bianchi del pubblico...La parola spread mi auguro sia sostituita dalla parola dittatura tecnocratica, ( non certo l'attuale), e subito dopo dalla parola dittatura dell'entropia ai primi veri disatri da effetto serra. ( Avete letto delle cavallette nei campi di grano in Russia ? ...Vorrà dire che questo autunno in Egitto mangeranno democrazia e sabbia )

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  3. Ciao Medo, vallo a dire a Maugeri il quale dice :"Calcolando tutti i fattori possibili il mio studio dice che, entro il 2020, noi avremo 17 milioni di barili al giorno in più di capacità netta. Contro una domanda che, a mio avviso, non terrà il passo di questa crescita dell’offerta. Ne consegue che, in qualche momento in questo decennio da qua al 2020, potremmo anche sperimentare un collasso dei prezzi del petrolio."
    Vorrei fare il debug delle opinioni: considerando che il processo dovrebbe essere logico partendo dagli stessi dati devo arrivare alle stesse conclusioni.
    Ciao Climber15 Carlo
    Leggi tutto: http://www.greenstyle.it/estrazioni-di-gas-e-terremoti-uno-studio-smentisce-correlazione-10204.html#ixzz1yWsIZ9lo

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  4. Grazie per la preziosa opera di informazione.
    Cordiali saluti

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  5. Climber15 hai letto bene l'articolo a cui ti riferisci? Perché contiene già la risposta alla tua domanda:

    "Estrazioni di gas e terremoti, uno studio smentisce correlazione"

    «Quello che i “picchisti” dicono da anni, infatti, non è che il petrolio sta per finire ma che sta per esaurirsi quello a basso prezzo. [basso] Prezzo per il portafogli, per l’ambiente e per il clima. Esiste infatti tutta una enorme categoria di petrolio (e gas) non convenzionale che non rientra nella previsione del picco, al contrario: proprio quei teorici, in tempi non sospetti, dissero che a breve sarebbe finito il petrolio convenzionale e sarebbe partita la corsa a quello non convenzionale. Cioè lo shale oil (e il suo gemello shale gas), le sabbie bituminose del Canada, il petrolio pesante del sud America.

    E Maugeri, che vorrebbe a suo modo smentire le teorie del picco, le conferma in pieno: ...
    »

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    1. Scusate, ho sbagliato l'html del link: Estrazioni di gas e terremoti, uno studio smentisce correlazione

      Aggiungo: probabilmente non è neanche vero che sta finendo il petrolio convezionale, ma che il suo costo di estrazione (in termini energetici, quindi di denaro) sta diventando così alto da rendere conveniente l'estrazione di idrocarburi "non convezionali".

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  6. Maugeri è lo Yergin italiano. E naturalmente è un economista.
    Peccato che l'economia, quantomeno il paradigma dominante, non è una scienza e che gli scienziati naturali la pensino diversamente:
    http://crashoil.blogspot.it/2012/06/cuando-los-problemas-de-la-economia-no.html

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    1. l'economia è un imbroglio e le affermazioni di Monti lo dimostrano. Ha infatti espresso la necessità di un voto veloce sulla riforma del lavoro per poter andare in Europa a contrattare un spread più basso. Ma non era il mercato favoletta di lor signori a determinarlo? La realtà è un'altra, ma rientra tra quelle innominabili.

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