
Siamo oggi 6 979 000 000 di umani sulla Terra.
Dal 1981 il tasso medio di fertilità scende inesorabile ed è in caduta libera dal 2008 (passato da 2,8 a 2,46*), ma per un bel po' saremo sempre di più. Dovremmo continuare ad essere più vivi che morti per almeno altri 50 anni dicono i più ottimisti, dopodichè un po' tutti i demografi prevedono uno stallo. Ma molti altri esperti di demografia, economia (ed ecologia) parlano piuttosto di un collasso dovuto all'esaurimento delle risorse, attorno al 2035, dunque ben prima degli ottimisti delle statistiche governative. E a ben guardare la demografia di stati "moderni" come quelli europei, stiamo collassando proprio ora che staremo "il meglio possibile". L'Italia, al netto della popolazione di immigrati, ha un tasso di fertilità di poco inferiore ad 1,1 nuovi nati per ogni donna, dove il livello di guardia per parlare di avvio irreversibile del processo di estinzione di una etnia è considerato a 2,11 (che significa che ad ogni donna corrispondono due nuovi nati che rimpiazzano i genitori più "un decimo di bambino"), un tasso che noi abbiamo passato da oltre trent'anni. Questo dato del 2,11 dopo il quale gli umani sulla Terra iniziano una IRREVERSIBILE estinzione, ai ritmi attuali sarà raggiunto tra 6 anni. Dunque per la scienza demografica e per le teorie macroeconomiche, dovrà essere chiaro e studiato sui libri di testo già dal 2018 che "è finita". Certo vedremo ancora molti tramonti, tuttavia... Va beh.
Ed anche l'energia disponibile pro-capite diminuisce, dal 1979. Come è possibile constatare incrociando tutti i dati ufficiali a disposizione su energia e demografia e che non sto qui a ripetere. Insomma, facciamola breve.
Ci stiamo estinguendo. E quando ci si estingue, di solito è per sempre. Pazienza.
Ma veniamo a quel che ha mosso, anzi stravolto, il Pianeta da qualche decennio a questa parte. E che si sta estinguendo assieme a noi (addirittura, la sua estinzione rapida ci darà una mano a togliere il disturbo, non in modi piacevoli, ma tant'è).
Il caro vecchio PETROLIO.
Dal febbraio del 2005 a marzo del 2011 la produzione media giornaliera di petrolio stalla attorno ai 73,4 milioni di barili al giorno. Oggi il mondo avrebbe bisogno di almeno 80 milioni di barili al giorno per funzionare (ma il mondo di oggi, si sa, è stato progettato per un aumento infinito della disponibilità di energia primaria e secondaria, quindi male deve finire prima o poi o tra pochi secoli avremmo bisogno della stessa energia che fa funzionare il Sole per far funzionare un pianeta abiato da 30 miliardi di stronzi e 5 miliardi di motori termici per vari usi...).
Vi sono alcuni picchi abbastanza impressionanti, per lo più dovuti a "bunkeraggi" rimessi sul mercato, soprattutto in concomitanza con un massimo del margine netto alla produzione (picchi che collassano in concomitanza con i picchi di prezzo che la domanda la ammazzano, guarda caso assieme a choc finanziari o militari maggiori...).
Tuttavia il "plateau" di produzione si avvia a conclusione e pare impossibile si possano sorpassare di nuovo i 74 milioni di barili di petrolio prodotti al giorno.
Mai più ne avremo "di più"?
La risposta sarà tra vari mesi, ma i danni sono già sotto i nostri occhi.
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